Attentato al teatro di Cervia
Alcune bombe a mano vengono lanciate all'interno del teatro comunale di Cervia, mentre è in corso il veglione di Capodanno organizzato dall'ANPI locale. L'attentato provoca tre morti, tra i quali due donne, e diversi feriti.
Un soldato polacco al seguito dell'VIII Armata sarà processato pochi giorni dopo dall'Alta Corte di giustizia militare, che lo condannerà a morte. Secondo alcune fonti l'esecuzione sarà evitata con il suo trasferimento.
Il quotidiano comunista "L'Unità" scriverà che "se il compito delle truppe polacche in Italia è di ammazzare gli italiani è tempo che se ne vadano". Il comandante della V Divisione darà disposizioni per il comportamento dei soldati in libera uscita e raccomanderà di evitare provocazioni verso i civili.
Il tragico episodio di Cervia è un esempio dell'ostilità diffusa tra le truppe polacche di stanza in Italia e gli ex partigiani comunisti, che sostengono l'Unione Sovietica. Risse con morti e feriti si sono avute a Imola, Lugo e in altri paesi delle Marche e della Romagna.
- Elios Andreini, Saturno Carnoli, Camicie nere di Ravenna e Romagna tra oblio e castigo, Ravenna, Artestampa, 2006, p. 172
- Carlo De Maria, Patrizia Dogliani, Romagna 1946. Comuni e società alla prova delle urne, Bologna, CLUEB, 2007
- Mirco Dondi, La lunga liberazione. Giustizia e violenza nel dopoguerra italiano, Roma, Editori riuniti, 1999, p. 83
- Luciano Garibaldi, Gli eroi di Montecassino. Storia dei polacchi che liberarono l'Italia, Milano, Oscar Mondadori, 2013