Otello Spadoni (Fulmine) ucciso in piazza Nettuno
Il 3 gennaio in piazza Nettuno i partigiani Francesco Cristofori (Ciclone), Otello Spadoni (Fulmine) e Paolo Scaratti vengono riconosciuti dalla spia fascista Lidia Golinelli “Vienna” e segnalati ai militi GNR che l’accompagnano.
Scaratti riesce a fuggire, mentre Cristofori e Spadoni, combattenti della squadra Temporale della 7a GAP, vengono bloccati. Ne segue una colluttazione, durante la quale Spadoni è colpito a morte.
Il suo cadavere è abbandonato davanti al muro del palazzo comunale, il cosiddetto “posto di ristoro dei gappisti”, tristemente conosciuto come luogo di fucilazione dei partigiani.
Nato a Ozzano Emilia, Fulmine è stato tra i primi giovani comunisti a partecipare alla lotta di liberazione. Costretto ad abbandonare Bologna, ha combattuto in Veneto, da cui è tornato per la cattiva salute, continuando poi a militare nella 7a GAP con funzione di capo nucleo.
Il compagno, gravemente ferito, verrà rinchiuso nel carcere di San Giovanni in Monte. Ne uscirà per essere fucilato il 20 marzo 1945, assieme ad altri partigiani, presso la stazione di San Ruffillo.
- Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, pp. 280-281, nota 770
- La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, a cura di Luciano Bergonzini, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, vol. 5., p. 1025
- Sergio Soglia, Ribelli per la libertà, 1940/45. Ricordi, cronache, racconti, Bologna, Santarini, 1995, p. 50