"Second Wind": attacco alla Linea Gotica nel settore tirrenico
Il 5 aprile 1945 gli Alleati sferrano l'attacco alla Linea Gotica nel settore tirrenico. Assieme a un analogo attacco sul litorale Adriatico, sostenuto dalla 56a Divisione britannica assieme ai partigiani della 28a Brigata Garibaldi “Gordini”, fa parte di un piano di inganno per sorprendere i Tedeschi alle estremità della loro linea di difesa.
L'operazione, denominata “Second Wind”, è sostenuta soprattutto dalla 92a Divisione di fanteria americana “Buffalo”, riorganizzata dopo mesi di combattimenti, con l'aggiunta del 473° reggimento e del 442° Combat Team, veterano dei Vosgi, composto da “Nisei”, cioè americani di origine giapponese.
L'attacco è portato all'inizio sulle Apuane, con l'obbiettivo di far arretrare le difese tedesche dalla costa. Il 473° e il 442° riescono a conquistare monte Strettoia, potendo così proseguire verso nord sulla Statale n.1 Aurelia.
Ad Altagnana e Antona i Nisei e i Patrioti Apuani annientano i superstiti del battaglione "Kesselring" e aprono la strada a Massa e a Carrara.
Il 10 aprile gli Americani entrano a Massa, congiungendosi con i “Patrioti Apuani”, scesi combattendo dalle montagne. L'11 aprile il 442° CT raggiunge Carrara, accolto dai partigiani della formazione “Gino Menconi”. Poi l'azione prosegue verso la Lunigiana e La Spezia.
Mentre il 14 aprile parte l'attacco della V Armata al centro della Linea Gotica, i Tedeschi irrigidiscono le loro difese a occidente, con l'utilizzo di tutte le riserve e l'intervento di parte della 90a Divisione motocorazzata e riescono temporaneamente a bloccare l'avanzata della 92a Divisione "Buffalo".
- Franco e Tomaso Cravarezza, Le grandi battaglie della Linea Gotica, Torino, Edizioni del Capricorno, 2018, pp. 212-213
- Vito Paticchia, Marco Boglione, Sulle tracce della Linea Gotica. Il fronte invernale dal Tirreno all'Adriatico in 18 tappe, Saluzzo, Fusta editore, 2011, pp. 51-78
- Gabriele Ronchetti, La Linea Gotica. I luoghi dell'ultimo fronte di guerra in Italia, Fidenza (PR), Mattioli, 2009, pp. 134-135