Oreste Brunelli ammazzato di botte
L’ultima notte dell’anno a Baricella vengono diffusi volantini che denunciano le angherie del fascismo. Sono immediatamente arrestati diversi antifascisti e portati nella caserma del paese.
Poco dopo vengono tutti rimessi in libertà, tranne Leo Bergami, un operaio cementista, e Oreste Brunelli, un attivista socialista appena rientrato dalla Francia. A questi sono trovati in tasca 16 foglietti con la scritta “I seguaci di Matteotti non sono morti”
Bergami sarà deferito al Tribunale Speciale. Brunelli morirà per le percosse dei fascisti, penetrati nella caserma con il consenso dei carabinieri. Lo faranno trovare con una corda al collo per simulare un suicidio a cui nessuno crederà, men che mai il medico condotto del paese, che si rifiuterà di firmare il certificato di morte.
Alcuni giorni dopo sarà organizzata a Baricella una manifestazione di protesta. La vicenda di Brunelli farà scalpore a livello internazionale: ne parleranno giornali come “La Libertà” di Parigi e l’austriaco “Salzburger Wacht”.
- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune, Istituto per la storia di Bologna, vol. 2: Alessandro Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Dizionario biografico. A-C, 1985, p. 196
- La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, a cura di Luciano Bergonzini, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, vol. 1., 1967, p. 423