Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1931Ampliamento del quartiere universitarioPalazzo Salaroli, in via Zamboni n. 25, diventa proprietà dell'Università per essere trasformato in Casa dello studente. L'acquisto è reso possibile grazie all'intervento finanziario dell'Opera universitaria, fondata a Bologna nel 1928. La destinazione del palazzo ad alloggio per gli studenti è caldeggiata dal Rettore nel discorso inaugurale dell'anno accademico 1931-32. Negli anni successivi, con la supervisione di Guido Zucchini, iniziano gli sventramenti nel quartiere degradato tra le vie San Giacomo, Belmeloro, Sant'Apollonia ed il restauro degli edifici storici dell'Università. Nei pressi di via Irnerio sorgono l'istituto di Medicina Legale, con la clinica mortuaria e, tra il 1936 e il 1937, la Scuola di Economia e Politica Agraria in via Filippo Re. Nel 1936 Benito Mussolini tornerà a Bologna, a dieci anni dall'attentato di Anteo Zamboni, per visitare le nuove strutture universitarie e sarà ricevuto nell'Aula Magna di Palazzo Poggi, da poco edificata a cura dell'architetto Arata.details
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1931Iniziano i lavori di copertura del canale di RenoIl Comune incarica la ditta Forti e Nobili della copertura del canale di Reno, nei pressi della nuova via Roma (poi Marconi). L'antico manufatto, che un tempo alimentava di forza motrice il sistema produttivo cittadino - soprattutto i filatogli da seta - è oramai considerato solo una fogna a cielo aperto, che stride al cospetto degli alti palazzi di recente costruzione e delle moderne esigenze della circolazione veicolare. Una robusta orditura di ferri e travi di cemento sorregge il manto stradale della nuova via Riva Reno, mentre il canale, nascosto completamente alla vista, scorre sotterraneo. I lavori saranno interrotti dallo scoppio della guerra e ripresi negli anni Cinquanta.details
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1931Mario Pozzati torna alla pitturaDi ritorno da un lungo soggiorno in Argentina, Mario Pozzati (1888-1947) torna alla pittura. Come il fratello Sepo (1895-1983), è conosciuto anche per l'attività di cartellonista: sua è per esempio la “maschera Bonomelli”. Le sue opere parlano di una umanità derelitta, descritta con forza espressionistica. Presentate da Nino Bertocchi, avranno un notevole successo alla Mostra Interprovinciale d'arte di Bologna del 1934. Pur appartato e schivo, non inserito nella cultura ufficiale del suo tempo, Mario Pozzati è - assieme a Morandi, Guidi e Corsi - uno degli artisti più seguiti dai giovani. Essi apprezzano la sua arte “apparentemente povera, essenziale nella forma”, in qualche modo vicina a quella medievale di Antelami e Wiligelmo (Borgonzoni). L’importanza del lavoro di questo pittore sarà messa in evidenza nell’immediato dopoguerra con una retrospettiva a Palazzo Montanari, aperta dal 7 al 31 marzo 1948.details
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1931La Stazione Provinciale di AvicolturaIn base ad una convenzione stipulata fra il Ministero per l'Agricoltura e le Foreste, l'Università di Bologna e il Consiglio Provinciale dell'Economia Corporativa (poi Camera di Commercio) viene istituita, presso la cattedra di Zooculture della Facoltà di Agraria, la Stazione Provinciale Universitaria di Avicoltura di Bologna. E' situata in via Sant'Anna nel quartiere Corticella, su un'area che nell'800 aveva ospitato una stazione di monta.Il Centro deve provvedere all'allevamento, alla selezione e conservazione di razze di polli, galline faraone, anatre e colombi (Qui sarà selezionato, ad esempio, il caratteristico Tacchino Lilla di Corticella). L'impianto è dotato di incubatoi, pulcinaie e oltre quaranta pollai. Un vecchio macero viene trasformato in un laghetto per l'allevamento degli uccelli acquatici. La struttura ospiterà anche l'Istituto Nazionale di Apicoltura. Per merito soprattutto del prof. Alessandro Ghigi (1875-1970), rettore dell'Ateneo bolognese, negli anni Trenta il Centro avrà un grande rilievo internazionale. Nel 1933 ospiterà una sessione del V Congresso Internazionale di pollicoltura. Svolgerà la sua attività fino al 1978.details
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1931Edifici di Giuseppe Vaccaro per la Cooperativa fra Invalidi e Mutilati di guerraTra il 1929 e il 1931 l'architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970) progetta vari edifici per la Cooperativa Mussolini fra Invalidi e Mutilati di guerra: in viale Gozzadini, in via Vascelli, a porta S. Isaia, in via Tanari. Ristruttura inoltre il complesso di San Colombano, sede dell'Associazione Mutilati in via Parigi. Risalente all'XI secolo, contiene preziose opere d'arte: dagli affreschi di Pietro Pancotto attorno al portale d'ingresso, raffiguranti l'Inferno e il Giudizio Universale, alla sala con dipinti di Antonio e Paolo Carracci, Lionello Spada e Lucio Massari, mentre l'oratorio conserva una "gloriosa gara" ad affresco degli allievi dei Carracci. Ex allievo e assistente di Attilio Muggia (1861-1936), in questi anni Vaccaro è impegnato in alcuni prestigiosi progetti: il Palazzo delle Poste e Telegrafi di Napoli (1928-36), con Gino Franzi (1884-1958), la Facoltà di Ingegneria di Bologna (1931-35), la Torre dell'acquedotto di Rovigo (1932-36), la grande colonia AGIP a Cesenatico (1937-38).details
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1931Il nuovo aeroporto di Borgo PanigaleL'aeroporto militare dei Prati di Caprara si trasferisce tra Borgo Panigale e Calderara. Intitolato a Fausto Pesci, dal 1933 accoglie i primi Fokker VII della Società Aviolinee Italiane. Nel 1936 sarà inaugurato il nuovo complesso di fabbricati, con hangar, caserme, autorimesse e uffici. L’anno seguente verrà avviato il volo civile per Roma. Oltre che servizi militari e di linea, l'areoporto ospita una Scuola di Volo a motore. La pista principale è orientata da nord a sud, in direzione della collina di San Luca. Nel primo dopoguerra saranno effettuati voli di linea civili con trimotori S74 sulla rotta Venezia-Bologna-Firenze-Roma. Il vecchio impianto dei Prati di Caprara sarà utilizzato fino al dopoguerra come campo di gioco e sede delle esercitazioni paramilitari del "sabato fascista". Nel 1940 l'impresa Toschi costruirà nell'area una serie di capannoni per il Genio Militare.details
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1931Il primato della mortadella bologneseLa Guida gastronomica d'Italia del Touring Club riafferma il primato della mortadella di Bologna su ogni tentativo di imitazione straniero. Per questo prodotto “i salsamentari bolognesi sono insuperabili”. Ci sono in città più di 250 salumerie e numerosi laboratori di produzione premiati alle fiere internazionali. La "Bologna Sausage" è esportata negli Stati Uniti, nell'America meridionale e in diversi paesi europei. Dalla seconda metà dell'800 la mortadella anche confezionata a fette in scatole di latta a forma di mezza luna, secondo un metodo di sottovuoto a basse temperature messo a punto nel 1862 da Alessandro Forni. L'esportazione è di circa 500.000 scatole l'anno. Bolognese è anche la prima affettatrice meccanica.details
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February 1931La cena degli spazzacaminiLa Fameja Bulgneisa offre una cena di beneficenza a una ventina di spazzacamini. Provenienti soprattutto dalle valli trentine e lombarde, i “diavoli neri” percorrono la città da novembre a marzo, armati di fascetto e saggina. La sera dormono in una stalla di via Vezza, di giorno vivono per strada e fanno "ballotta" con i facchini di piazza Ravegnana. Si dice che, assieme a loro, mangino i gatti randagi catturati al laccio durante la notte e cucinati allo spiedo sullo zoccolo della statua di San Petronio. Nelle case bolognesi raccolgono la fuliggine, da cui si ricava concime e bistro, per venderla al mercato di Bergamo a 10 lire al quintale. La tavolata della Fameja, nella sede di palazzo Pini Pallavicini in via San Felice, vuole essere un premio alla loro "paziente fatica". Al termine della serata riceveranno anche uno scudo in regalo.details
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May 1931L'Ente Opere AssistenzialiL'assistenza ai bolognesi bisognosi viene gestita direttamente dal partito fascista tramite il comitato cittadino dell'Ente Opere Assistenziali (E.O.A.), creato a seguito della grave crisi economica mondiale del periodo. La presidenza del comitato è affidata al Podestà, che nomina un segretario, responsabile amministrativo. Il controllo della gestione spetta a un collegio di tre revisori nominati dall'E.O.A. provinciale. Squadre di visitatrici vagliano le domande, che i cittadini presentano ai gruppi rionali. L'azione di assistenza si esplica in distribuzioni di viveri e di pasti, in crediti a favore dei disoccupati e in doni in occasione del “Natale del Duce“ e della “Befana Fascista“. Tra le funzioni dell’Ente vi è anche l’assistenza all’infanzia, tramite lo sviluppo delle colonie climatiche estive. Nel 1933 le persone assistite saranno 44.000. L’ E.O.A. si fonderà nel 1937 nell‘Ente comunale di Assistenza (E.C.A.)details
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May 1931La rivista "L'Orto"Inizia le pubblicazioni “L'Orto”, rivista di arte e letteratura. E' redatta dai giovani Giorgio (1907-1975) e Otello Vecchietti (1902-1982, alias Massimo Dursi), Nino Corrado Corazza (1897-1975), Giannino Marescalchi e Giovanni Poggeschi (1905-1972), ai quali si aggiungerà poco dopo il veneto Giuseppe Marchiori. Il periodico mantiene un atteggiamento prudente nei confronti del regime ed è eclettico nel gusto, rinunciando a etichette e programmi. Presenta le opere dei migliori artisti locali, da Nino Bertocchi a Lea Colliva, da Bruno Saetti a Mario Pozzati, e accoglie contributi esterni prestigiosi: tra i tanti, quelli di Piero Bargellini, Umberto Saba e Mario Luzi. Cambierà più volte sede e editore e sarà pubblicato fino al 1939.details
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May 2, 1931Celebrazione di Mastro Zafirano inventore delle tagliatelleLa Fameja Bulgneisa celebra Mastro Zafirano, considerato l'inventore delle tagliatelle. Cuoco alla corte di Giovanni II Bentivoglio, il 28 gennaio 1487, in occasione delle nozze di Annibale Bentivoglio con Lucrezia d'Este, una delle più magnifiche e sontuose mai celebrate a Bologna, presentò dei “tagliatini de pasta e conditura di Zafiran trovato e sua fattura”. Davanti a un centinaio di invitati il presidente della Fameja celebra i meriti della “grande, magnifica, appetitosa tagliatella”, mentre Giuseppe LIpparini detta un'epigrafe in onore di Mastro Zafirano “di coxina artefice inlustre”, “perché ogniuomo manicando sappia qual si fue lo creatore de lo admirabile e petroniano piatto”. Anche Guglielmo Marconi, presidente onorario del sodalizio, invia un telegramma, associandosi alla lode di colui “alla cui genialità buongustai del mondo intero debbono una fonte perenne di delizia nel campo gastronomico”.details
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May 14, 1931Lo “schiaffo” a ToscaniniLa sera del 14 maggio è in programma al teatro comunale un concerto, diretto da Arturo Toscanini, in memoria di Giuseppe Martucci, direttore emerito dell’orchestra bolognese alla fine dell’800. Il maestro si rifiuta di dirigere l’inno fascista Giovinezza e l’Inno reale al cospetto del ministro Ciano e di Arpinati. Viene aggredito e schiaffeggiato da alcune camicie nere presso un ingresso laterale del teatro. Tra gli squadristi c’è il giovane Leo Longanesi (secondo I. Montanelli, ma per altri questa è “una leggenda senza conferma”). Rinunciando al concerto, Toscanini si rifugia all’hotel Brun. Il Federale Mario Ghinelli, con un seguito di facinorosi, lo raggiunge all’albergo e gli intima di lasciare subito la città, se vuole garantita l’incolumità. Il compositore Ottorino Respighi, media con i gerarchi e ottiene di accompagnare il direttore al treno la sera stessa. Il 19 maggio l’assemblea regionale dei professionisti e artisti deplorerà “il contegno assurdo e antipatriottico” del maestro parmigiano. Sull’ “Assalto” Longanesi scriverà: “Ogni protesta, da quella del primo violino a quella del suonatore di piatti, ci lascia indifferenti”. Toscanini dal canto suo scriverà una feroce lettera a Mussolini, già suo compagno di lista a Milano nelle elezioni politiche del 1919. Dal “fattaccio” di Bologna maturerà la sua decisione di lasciare l’Italia, dove tornerà a dirigere solo nel dopoguerra. Il concerto in onore di Martucci sarà rifatto al Comunale sessanta anni dopo, il 14 maggio 1991, sotto la direzione di Riccardo Chailly.details
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May 14, 1931La funivia di San LucaIn occasione dell'apertura della Fiera del Littorale, alla presenza del ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano e del sottosegretario Leandro Arpinati, è inaugurata la funivia per il colle di San Luca. Allo studio fin dall'Ottocento, è realizzata con tecniche innovative dall'ingegner Ferruccio Gasparri. La funivia per il santuario di S. Lucatutta di ferro e crudaoscilla al limite dei campi;insieme a voi, amici,m'affido al miracolo volgaredi un gruppo di gente che vola ...(P. Volponi) Per superare un dislivello di circa 220 metri la cabina compie un tratto di 1.372 metri, interrotto da un unico pilone. La partenza è in località Ghisello, l'arrivo sulla cime del colle della Guardia, all'ex forte Mandorli. Per raggiungere più agevolmente la stazione a valle viene prolungata di 600 metri la linea Littoriale dei tram. Gestita dalla società SACEF fino alla guerra, la funicolare Bologna - San Luca sarà tra le linee italiane con bilancio attivo. Nel primo anno di attività conterà oltre 200.000 passeggeri. L'ing. Gasparri potrà affermare che Bologna ha conquistato, "inaspettatamente e di slancio", il primato nel campo dei trasporti funicolari.details
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June 9, 1931Palazzo Malvezzi diviene sede dell'Amministrazione provincialePalazzo Malvezzi in via Zamboni (sec. XVI) viene acquistato per farne sede della Provincia. Il rogito è firmato dal marchese Aldobrandino Malvezzi dé Medici il 9 giugno. L'amministrazione si insedierà nel 1934, dopo lunghi lavori di ristrutturazione, che porteranno gravi alterazioni in alcune parti del palazzo. Verrà dispersa la biblioteca dell'antica famiglia senatoria, forse la più ricca tra quelle private bolognesi, solo in parte depositata in Archiginnasio, mentre gli arredi originali saranno venduti con poca lungimiranza e finiranno nel mercato antiquario.details
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June 28, 1931Adunata di trentamila bersaglieriDal 28 al 29 giugno si svolge a Bologna l'Adunata dei Bersaglieri. Al mattino del 28, assieme a migliaia di partecipanti entusiasti, arrivano alla stazione centrale il labaro e il medagliere dell'Associazione Nazionale. La sezione di Bologna li prende in consegna da quella di Roma. Poi parte verso il centro della città il movimento per l'adunata e lo "sfilamento". I camion dei bersaglieri romagnoli, gremiti di uomini, bandiere e fronde d'alberi, sembrano quelli dei corsi di carnevale. Le strade pullulano di cappelli piumati. Suonano le fanfare: ogni sezione cittadina ne ha una. Arrivano i torpedoni con i mutilati di guerra e i reduci dalle imprese coloniali. Un bersagliere tiene il "vecchio e lacero" gagliardetto del fascio di Bologna. I cittadini salutano i bersaglieri al loro passaggio. Lungo via Indipendenza anche le autorità sfilano correndo e fanno il saluto romano all'indirizzo dell'on. Emilio De Bono (1866-1944), quadrumviro della Marcia su Roma, presente, in rappresentanza del Duce, sul palco sistemato davanti al palazzo del Monte di Pietà. In piazza Maggiore avviene "l'ammassamento". Anche al Nettuno viene messo in testa il cappello piumato. Il presidente dell'Associazione Bersaglieri arringa la folla dal balcone di Palazzo D'Accursio. "Bologna, cara a noi per il martirio del bersagliere Giulio Giordani. Bologna che ci ha accolto col fremente entusiasmo di tutto il suo popolo serberà certamente un ricordo incancellabile di questa nostra grande adunata". Interviene poi lo stesso De Bono e viene letto un messaggio del Duca d'Aosta. A seguire si svolge, sotto un pioggia battente, la messa da campo al lapidario dei caduti di Santo Stefano. L'ultima cerimonia ufficiale è l'omaggio al busto del martire Giordani presente nell'atrio del Palazzo dei Tribunali.details
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July 15, 1931Sciopero delle mondinePer tre giorni, a partire dal 15 luglio, circa 2.000 mondine e braccianti di Medicina scioperano contro la riduzione del loro salario. Lasciano assieme i campi e si radunano nella piazza del paese. Nonostante le minacce e le scorribande dei fascisti locali, lo sciopero, che non ha valenze politiche, ha successo e gli agrari sono costretti ad aumentare la paga giornaliera, portandola da 12,65 a 18 lire. Alcuni mesi più tardi le mondine che hanno condotto lo sciopero saranno arrestate. Le agitazioni “contro l'infame salario” per il lavoro della monda si ripeteranno comunque anche gli anni seguenti in varie località della campagna bolognese.details
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August 2, 1931I "treni popolari"L'istituzione dei “treni popolari” è accolta con grande entusiasmo. Si tratta di viaggi ferroviari in terza classe, con destinazione verso località balneari o termali, scontati fino all'80% del prezzo ordinario. Organizzati dalla Direzione generale delle Ferrovie dello Stato e propagandati con fervore dal Partito fascista, i “treni turistici festivi” iniziano a circolare il 2 agosto. Per tutto il mese si assiste a "uno sciamare di lieti petroniani" verso mete quali Pracchia, Pesaro, Desenzano, Venezia. La propaganda municipale parla di treni popolari, comodi, "in perfetto orario e a prezzi modicissimi", che consentono di conoscere l'arte e la cultura italiana. E' passato - per i sostenitori del Regime - il tempo di “Bologna che dorme” ed è il momento di “Bologna che lavora e Bologna che viaggia”.details
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September 3, 1931Bombardamento simulato e grande parata aerea su BolognaDal belvedere di San Michele in Bosco il Re, il ministro dell'Aeronautica Italo Balbo (1896-1940) e le autorità cittadine assistono, assieme a migliaia di cittadini entusiasti, alle Grandi Manovre dell‘Armata Aerea italiana. Essa fa seguito al bombardamento a tappeto su Bologna simulato nei giorni precedenti. Più di 800 veivoli rombano sulla città. Creata nel 1923 come forza armata autonoma, la Regia Aeronautica è considerata l'arma che più si identifica con il fascismo, anche grazie alle trasvolate intercontinentali di Balbo, che le hanno dato grande notorietà internazionale. Le manifestazioni aeree servono anche ad accrescere il ruolo e il prestigio di Mussolini come artefice e duce della nazione.details
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September 13, 1931Il Teatro in Giardino e l'Eremo delle Porte di Lorenzo RuggiNei pressi della Casetta, la villa fatta costruire dal nonno scenografo sulle colline tra Varignana e Monte Calderaro, il commediografo Lorenzo Ruggi (1883-1972) ricava un teatrino in mezzo alla natura. Da uno scavo di terra sul declivio sorge una cavea, circondata da vialetti d'accesso e aperta verso il palcoscenico. Fa da sfondo un bosco di pini, cipressi e arbusti. Il teatro verde (o teatro in giardino) è completato da alcune costruzioni in muratura in stile classico: un tempio, un portale, delle rovine. Il 13 settembre 1931 il teatro della Casetta, dedicato agli spettacoli scenici “dai più lontani nel tempo, ai più vicini nei modi e nei mezzi” è inaugurato con successo. Ruggi vi sperimenterà varie soluzioni tecniche, giochi di luce, voci nel bosco, acque sulla scena. In un piccolo edificio vicino al bosco, poco lontano dalla Casetta, Ruggi si inventa anche una clausura per poeti, chiamato l'Eremo delle Porte. Il regolamento da lui imposto prevede che il poeta-eremita sia chiuso a chiave in una stanza con il necessario per scrivere. Una volta finita la composizione ne dà notizia suonando una campanella e sventolando una bandiera col motto “Habemus carmen”. Allora il dominus accorre a liberarlo e lo compensa con una buona libagione. Se non termina il suo lavoro prima di pranzo o cena, fa suonare una sirena e un contadino gli porta un pasto frugale, composto di pane, sale e vino. Tra le regole dell'eremo c'è che il poeta ospite, prima di partire, pianti o semini un albero presso una vicina fonte. Ciascuno sceglierà secondo il suo gusto: Luciano Folgore pianterà un fico, Marinetti una palma, Berto Barbarani un rosmarino. Tra i “poeti vignaioli” vi saranno anche Sem Benelli, Lucio d'Ambra, Corrado Govoni, Paolo Buzzi, Giuseppe Lipparini e molti altri. Di Marinetti, Govoni e Lipparini è il testo di un volantino di invito all'eremo: “Volete una sosta piacevole o poeti del nostro italianissimo tempo veloce e splendido? Una sosta ospitale di un'ora, un giorno o tre notti ispiratrici fra le cadenze languide di queste verdi colline flessuose fianchi delle belle contadine emiliane? Alla vigna del poeta originale! Fermatevi!”. La guerra mondiale, particolarmente cruenta e devastante nella zona di Monte Calderaro, spazzerà via il sogno del “Poeta originale”.details
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September 23, 1931Tribunale Speciale per decine di antifascisti bolognesi e imolesiSessantatre militanti comunisti bolognesi, arrestati nelle retate del novembre 1930, vengono trasferiti a Roma a gruppi di quattro e rinchiusi nel carcere di Regina Coeli. Sono processati tra il 23 e il 29 settembre con l'imputazione di costituzione del Partito Comunista, appartenenza allo stesso, propaganda e detenzione abusiva di armi. Il Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, presieduto da Augusto Ciacci, comminerà parecchi anni di carcere. Tra i condannati c'è anche il responsabile del PCI per l'Emilia-Romagna, Cino Moscatelli. Nei mesi precedenti è andato alla sbarra nel Palazzo di Giustizia romano, in cinque distinti processi, anche un folto gruppo di antifascisti imolesi. Nella sentenza del 20 maggio figura anche il nome di Enea Fantini (1901-1931), morto poche settimane prima nel carcere di Castelfranco Emilia (MO). Sono 771 gli antifascisti arrestati nel Bolognese tra il 1927 e il 1942 (144 solo nel 1931). 471 di essi - per l'80 per cento comunisti - verranno condannati dal Tribunale Speciale a 2.270 anni di carcere. Come provvedimento complementare alle sentenze del Tribunale Speciale sarà assegnato il confino di polizia, da scontare nelle isole e nei comuni del meridione d'Italia. La Commissione provinciale di Bologna assegnerà 899 anni di confino a 513 antifascisti. Una parte dei condannati dal Tribunale Speciale usufruiranno dell'amnistia concessa dal regime nell'ottobre del 1932 in occasione del decennale della Marcia su Roma.details
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September 27, 1931Jolanda Bacchelli riconquista il record del giavellottoNel corso dei IX campionati italiani femminili di atletica leggera, che si tengono il 27 settembre al Littoriale, Jolanda Bacchelli riconquista il record italiano di lancio del giavellotto con la misura di 33,93 metri. E’ già stata primatista tra il 1929 e il 1931. Il nuovo limite rimarrà imbattuto fino al 1936. Il 1° giugno 1930 in una riunione di atletica a Bologna la portacolori della Virtus Bologna Sportiva ha stabilito quattro record italiani: nel lancio del giavellotto e nel getto del peso, a una e a due braccia. Dal 29 al 31 maggio 1931 ha partecipato a Firenze alle Olimpiadi della Grazia, manifestazione internazionale comprendente più sport (atletica, tennis, scherma, danza sportiva) riservata alle ragazze, piazzandosi sesta nel lancio del giavellotto con la misura di 28,32 metri. Tra il 1928 e il 1934 la Bacchelli è in Italia la dominatrice dei lanci al femminile, con cinque titoli assoluti: quattro consecutivi nel giavellotto (1930, 1931, 1932, 1933) e uno nel disco (1932). Nella massima competizione nazionale conquista anche sei argenti (di cui tre nel getto del peso) e quattro bronzi.details
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October 1931Leo Longanesi allontanato dalla direzione de "L'Assalto"Dopo la stroncatura di un articolo del senatore Giuseppe Tanari (1852-1933), esponente-simbolo della borghesia conservatrice bolognese, espresso in una nota dal titolo Vecchiaia delle parole, il direttore de “L'Assalto” Leo Longanesi (1905-1957) è costretto alle dimissioni. Risulterà vano il suo tentativo di farsi ricevere a Roma dal sottosegretario Arpinati: il suo ex ammiratore ed ex protettore politico avrà l'occasione di liberarsi di un personaggio divenuto scomodo, anche per l'episodio della clamorosa aggressione a Toscanini al Teatro comunale. E' infatti di Longanesi - oltre che del Federale Ghinelli - che si vocifera da tempo negli ambienti della stampa romana e estera come autore dell'"imboscata" al grande maestro.details
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October 8, 1931Il prof. Bartolo Nigrisoli rifiuta di giurare fedeltà al fascismoBartolo Nigrisoli (1858-1848), docente della cattedra di clinica chirurgica all'Università di Bologna, rifiuta il giuramento di fedeltà al regime fascista, obbligatorio per i professori universitari. Solo 12 professori su 1.225 in Italia compiono questo gesto. All'indomani del giuramento allo Statuto e al Regime, un gerarca fascista commenterà così: "Vorremmo che fossero altrettanto i malati in confronto ai sani, i rachitici in confronto con i fisicamente robusti, i deficienti in confronto con gli intelligenti". Il 15 dicembre 1931 Nigrisoli riceverà una lettera ministeriale, che lo dispenserà dal servizio per comportamento "incompatibile con le direttive politiche generali del governo".details
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October 28, 1931Una casa di riposo per gli artisti drammaticiE' inaugurata la Casa di Riposo per artisti drammatici, voluta da una associazione di artisti e operatori dello spettacolo. L'idea iniziale proviene dall'impresario teatrale Adolfo Re Riccardi (1859-1943), raccolta e portata avanti con entusiasmo da Lorenzo Ruggi (1883-1972), “avvocato egregio” e scrittore di teatro. E' ospitata in una grande villa in stile deco su via Saragozza, nei pressi del Meloncello e vive grazie alle donazioni di tanti benefattori (tutta la biancheria, ad esempio, è offerta dalla regina Elena). La biblioteca interna ospita testimonianze dei più grandi artisti italiani, da Eleonora Duse a Ermete Zacconi. Accanto alla casa sorge l'oratorio dedicato a San Genesio, protettore degli attori. L'istituzione sarà più avanti intitolata a Lyda Borelli (1884-1959), grande attrice e prima diva del cinema italiano. Nel dopoguerra accanto al pensionato verrà edificato un teatro capace di 800 posti.details
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November 12, 1931Mostra di aeropittura e banchetto futuristaI pittori futuristi Angelo Caviglioni e Alberto Alberti organizzano, presso il Circolo dei Giornalisti, una mostra di aeropittura, inaugurata il 12 novembre da Marinetti e seguita da un grande “aerobanchetto” di gastronomia futurista presso la Casa del Fascio. L'avvenimento è riportato anche nel libro di Marinetti e Fillia intitolato Cucina futurista. Alla presenza di varie autorità - tra esse il rettore Ghigi, “venuto a sanzionare con il sacro bollo dello Studio il sedizioso movimento in odio alla pastasciutta” - è allestita una grande tavolata a forma di aeroplano sormontata da un'elica. Le tovaglie sono di carta argentata, i piatti di latta, il vino è contenuto in bidoni. Per “massaggiare” l'appetito dei commensali il motore di una Harley Davidson scoppietta nella sala accanto. Come aperitivo è previsto un cocktail a base di birra e cioccolata e l'antipasto Aeroporto piccante (insalata russa, arancio e burro rosa). Vengono quindi serviti un risotto all'arancio creato dal pittore Caviglioni e un Carneplastico con fusoliera di vitello, che sarà bersaglio dei cultori della cucina tradizionale bolognese. In polemica risposta alla “cucina futurista” di Marinetti, la Fameja Bulgneisa, su proposta di Augusto Majani, celebra, sempre nel 1931, il V Centenario dell'invenzione delle tagliatelle. Partecipano personalità petroniane, quali Alfredo Testoni e Giuseppe Lipparini, ed è presente simbolicamente anche il capo del futurismo, riprodotto in cartapesta da Nasica. Secondo la tradizione "li tagliarini de pasta e conditura", piatto tipico della cucina petroniana, risalgono al pranzo di nozze di Annibale Bentivoglio e Lucrezia d'Este, celebrato il 28 gennaio 1487. Un'altra leggenda racconta che Mastro Zafirano, cuoco di Annibale, inventò le tagliatelle ispirandosi alla bionda capigliatura di Lucrezia Borgia, che il 28 maggio 1487 si recò a Bentivoglio per impalmare il Duca d'Este. A Marinetti-cuoco e alle bizzarrie della culinaria futurista sarà dedicato il carro mascherato per la festa delle matricole del 1932, opera degli allievi dell'Accademia di Belle Arti. Il leader futurista è raffigurato mentre mangia una enorme porzione di tagliatelle al ragù, mentre i goliardi intorno si tirano torte in faccia.details
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November 21, 1931Il "cardinale Lambertini" in dialetto bologneseAlfredo Testoni (1856-1931) autorizza la riduzione e la recita in dialetto bolognese del suo capolavoro, Il cardinale Lambertini. La sera del 21 novembre la commedia debutta al Teatro del Corso, con Umberto Bonfiglioli (1892-1974) nei panni del famoso prelato, portato al successo negli anni precedenti da Ermete Zacconi (1857-1948). Per l'attore protagonista, che offre una interpretazione "modellata sul cliché zacconiano" (Lolli), si tratta del maggior successo in teatro, accompagnato dagli elogi dello stesso Testoni. Bonfiglioli è stato allievo di Augusto Majani al Reale Istituto di Belle Arti ed è ben conosciuto anche come artista, autore di bellissimi ritratti femminili. Nel 1930 ha partecipato, assieme a Saetti, Fioresi e Pizzirani alla Biennale di Venezia. E' inoltre socio fondatore e attivista della "Fameja Bulgneisa". La versione in bolognese del "Lambertini" sarà nei decenni successivi un cavallo di battaglia dei principali interpreti del teatro dialettale, da Bruno Lanzarini ad Arrigo Lucchini e a Guido Ferrarini.details
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November 22, 1931La Casa del MutilatoIn via Parigi è inaugurata la Casa del Mutilato, collocata nell'antico complesso ecclesiastico di San Colombano, divenuto proprietà di privati ai primi dell’800. Acquistato nel 1927 dall'Associazione Nazionale Mutilati di Guerra (ANMIG), tra il 1929 e il 1931 è stato restaurato e trasformato parzialmente in stile moderno dall'architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970). Sopra il balconcino nella facciata il pittore bolognese Arnaldo Gentili (1890-1988) ha dipinto ad affresco un San Giorgio a cavallo, protettore dei mutilati di guerra.details
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November 25, 1931Sciolta la Partecipanza di BudrioPer Regio Decreto viene sciolta la Partecipanza di Budrio, istituzione di origine medievale risalente all’epoca di Matilde di Canossa. La sua tenuta principale, la Boscosa, estesa per oltre 400 ettari al vicino comune di Molinella, è stata venduta nel 1925. Nei secoli la Partecipanza fu vissuta come organizzazione collettiva del lavoro e sfruttamento di beni comuni. Fino all'epoca napoleonica, che vide sorgere la Municipalità, si identificò con il governo della comunità. Prima di quella di Budrio, già alla fine dell'Ottocento si è estinta la partecipanza di Medicina, mentre rimarranno in vita altre cinque consorelle emiliano-romagnole: Nonantola, Sant'Agata Bolognese, San Giovanni in Persiceto, Cento e Pieve di Cento. Tra i beni lasciati in eredità dalla Partecipanza di Budrio vi sono il Teatro Consorziale e la Pinacoteca donata da Domenico Inzaghi. Sono compresi inoltre il canale Fossano, alcuni poderi e i mulini di Budrio e di Prunaro.details
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November 28, 1931Incendio al Teatro comunaleDurante la notte tra il 27 e il 28 novembre un incendio distrugge il palcoscenico e altre parti del Teatro Comunale. Il sipario metallico, provvidenzialmente calato dopo la prova generale della Vedova scaltra di Ermanno Wolf Ferrari, impedisce che il fuoco divampi nella sala del Bibiena. Il teatro rimarrà chiuso per restauri due anni. Il palcoscenico sarà ricostruito dall'ing. Armando Villa. Umberto Rizzi realizzerà la facciata sopra il portico, secondo l'antico progetto del Bibiena.details
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December 17, 1931Muore Alfredo TestoniLa scomparsa del commediografo Alfredo Testoni (1856-1931) è un lutto cittadino. La sua personalità è penetrata ormai in tutti gli strati sociali, “attraverso una valanga di commedie, di versi e di prose”. Dopo il grande successo del suo Cardinale Lambertini, nel 1923 aveva fondato una compagnia di teatro dialettale di grande successo. Tra le nuove commedie da essa proposte: Acqua e ciacher, La serva ch'sa far, I svanzoi, Un bon diavlaz di Gherardo Gherardi, El padron di Sebastiano Sani e molte altre, rappresentate con grande partecipazione di pubblico al teatro Modernissimo. Il suo ultimo lavoro è stato La commedia delle maschere, del 1929. Il 21 novembre è andata in scena al Teatro del Corso la versione in dialetto del Cardinale Lambertini, interpretata da Umberto Bonfiglioli. Il 9 marzo 1933, con una cerimonia solenne, nell'atrio di quel teatro, tanto caro a Testoni, è scoperta una targa che lo ritrae, opera dello scultore Alfredo Borghesani. Dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale, la lapide dedicata all' "arguto e felice interprete dell'anima bolognese" sarà murata all'esterno, sotto il portico di via Santo Stefano.details