Giuseppe Fiorini dona i cimeli di Stradivari alla città di Cremona
Il liutaio Giuseppe Fiorini (1861-1934) dona al Comune di Cremona gli attrezzi, i disegni, i modelli e le forme (circa 700 pezzi) usati da Antonio Stradivari (1643-1737) per costruire i suoi celebri strumenti.
Entusiasta della liuteria cremonese - e in particolare di Stradivari - nel 1920 Fiorini ha acquistato dai marchesi Dalla Valle del Pomoro i cimeli del maestro, venduti nel 1743 dopo la sua morte al conte Ignazio Cozio di Salabue.
Sua intenzione è quella di tramandare le conoscenze della liuteria classica attraverso un Museo e una Scuola, istituzioni che ha sperato invano di fondare a Roma o a Bologna.
Nato a Bazzano, figlio di Raffaele Fiorini (1828-1898), rifondatore della liuteria bolognese, già da bambino ha cominciato a seguire le orme del padre e a sedici anni ha ottenuto il permesso di abbracciarne la professione.
"Dotato di grande manualità, intelligenza pratica ed accademica, ma anche di grande senso imprenditoriale e commerciale" (Regazzi), nel 1885 aprì un laboratorio proprio in via Santo Stefano.
Nel 1888 i suoi violini ottennero il primo premio all'Esposizione regionale di Bologna e ciò lo spinse a cercare maggiori guadagni all'estero, precisamente a Monaco di Baviera, città allora al centro dell'arte e della cultura europea. Qui divenne socio del Rieger, il più famoso dei liutai bavaresi.
La collezione Salabue, donata quattro anni prima della sua morte, sarà messa a disposizione degli allievi liutai impegnati a Cremona nella costruzione di violini a regola d’arte.
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