Il Velocino, rivoluzionaria bicicletta
Il rag. Ernesto Pettazzoni, definito l'enfant prodige del commercio bolognese - nel suo negozio di via D'Azeglio si distingue per spregiudicate vendite a rate di biciclette, motorini e abbigliamento sportivo - inventa il Velocino, singolare veicolo a pedali con il sellino sulla ruota posteriore e il manubrio ripiegato all'indietro.
Si tratta di una delle prime biciclette facilmente pieghevoli e trasportabili. Nello stesso tempo è un mezzo di trasporto adattabile a diverse tipologie di clienti (anche ai bambini e alle signore) e a diversi usi: montando un portapacchi sulla ruota posteriore può, ad esempio, diventare una robusta bicicletta da carico.
A Bologna è dato a nolo nel piazzale davanti ai Giardini Margherita da un tal Busacchi, inventore a sua volta del catarifrangente.
“Il povero Pettazzoni”, ideatore, oltre che del Velocino, anche della sedia a sdraio, morirà suicida nel 1947, dopo il fallimento della sua azienda.
- Agli albori del ciclismo bolognese. Agonismo, turismo e quotidianità tra '800 e '900, a cura di Silvia Battistini, Alessandro Fanti, Giuliana Bertagnoni, Bologna, Bononia University Press, 2013, pp. 56-57
- Dino Biondi, Il Resto del Carlino 1885-1985. Un giornale nella storia d'Italia, Bologna, Poligrafici Editoriale, 1985, p. 175 (Trilussa fotografato sul Velocino)
- Franco Cristofori, Vecchia e cara Bologna. Detti e motti del dialetto bolognese con le più belle cartoline d'epoca, Bologna, Edizioni Pendragon, 1998, p. 131 (illustrazione)
- Arrigo Lucchini, Cara Bologna, Bologna, Tamari, 1979, p. 44