Schede dei luoghi
Poi ci illustrò di innumeri edifici
Et ornamenti d'eterna memoria
Hora ci accresce per maggior ornato
Navigi e porto, santi benefici
son alla città con trionfo e gloria
(L. Alberti, Historie di Bologna. 1479-1543, rist., Bologna, 2006)
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I palazzi
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Palazzo Bolognini Il palazzo Bolognini "vecchio" fu costruito a partire dal 1451. La facciata, che presenta elementi brunelleschiani e altri tipici della tradizione emiliana, è attribuita Pagno di Lapo Portigiani da Fiesole, scultore e architetto allievo di Donatello.
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Palazzo Sanuti Bevilacqua A Nicolò Sanuti si deve uno dei palazzi più significativi dell'ultimo Quattrocento. Senza il vincolo del portico, la facciata su via San Mamolo appare totalmente differente da quella di altri edifici coevi. La fronte è ornata di macigno lavorato a bugnato. Sull'elegante portone a destra c'è un piccolo balcone con ringhiera di ferro. Il cortile interno con loggia fu terminato da Marsilio Infrangipani nel 1480.
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Palazzo Ghisilardi Bartolomeo Ghisilardi affidò nel 1484 la costruzione del suo palazzo, che sorge sul terreno occupato un tempo dalla rocca imperiale, a Zilio di Battista Montanari. La parte più interessante dell'edificio è il cortile, caratterizzato da logge su tre lati e da una balconata retta da originali mensoloni, vero e proprio unicum decorativo a Bologna.
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Palazzo Felicini Bartolomeo Felicini, uno degli uomini più ricchi di Bologna, eresse il suo palazzo in via Galliera a partire dal 1497. La facciata è caratterizzata dal portico sovrastato da un doppio cornicione in cotto e da finestre a bifora a tutto sesto con decorazioni molto rilevate. Come in altre dimore del tempo il cornicione del sottotetto è scandito da mensoline in cotto.
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Palazzo del Podestà L'influenza di Giovanni II Bentivoglio si fece sentire anche nella ristrutturazione di uno dei maggiori palazzi pubblici bolognesi: il Palazzo del Podestà. Il progetto di sistemazione del 1472 è assegnato ad Aristotele Fioravanti: esso prevedeva la sistemazione congiunta e uniforme dei dell'isolato. La facciata fu ricostruita a partire dal 1485 da vari muratori e capomastri bolognesi, toscani e lombardi. Ogni finestra aveva balconi in ferro ai quali era d'uso appendere i condannati a morte.
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Palazzo Strazzaroli E' un caso di prestito delle forme architettoniche della domus magna dei Bentivoglio, citata nel contratto di costruzione del 1486 redatto dagli ufficiali dell'Arte degli Strazzaroli. Al centro del palazzo, coronato da merlatura, si apre un balcone sovrastato da una nicchia: l'immagine della Vergine ivi ospitata è visibile sono pochi giorni all'anno.
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Le chiese
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Madonna del Baraccano Il favore della famiglia Bentivoglio alla chiesa del Baraccano è evidente nella ricostruzione, promossa da Giovanni II, dell'annesso Ospedale per pellegrini (1491) e dalla costruzione del voltone monumentale, nonché del lungo portico verso porta Santo Stefano ricco di capitelli con araldica bentivolesca.
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Madonna di Galliera Durante la peste del 1478 la Madonna di Lippo Dalmasio presente in loco si mise a fare miracoli. Ne nacque una devozione che consentì la costruzione di una chiesa a custodia della sacra immagine. La facciata, terminata nel 1486, presenta un portale abitato da statue della Vergine e del Padre Eterno nella lunetta e sul timpano, mentre le sculture laterali risentono dello stile gotico dei Delle Masegne.
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Corpus Domini I lavori di riadattamento del più antico monastero di S. Cristoforo iniziarono nel 1455. L'anno successivo le monache guidate da santa Caterina dé Vigri cominciarono ad abitarlo. La chiesa esterna fu costruita a spese della famiglia Felicini e del Comune. Gli ornamenti in cotto del portale e il cornicione sono attribuiti a Sperandio da Mantova.
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Oratorio dello Spirito Santo Fu costruito dai Celestini dal 1481 e da essi concesso alla compagnia dello Spirito Santo. Lavori alla fine del '500 hanno comportato la sopraelevazione discorde della facciata e la distruzione delle decorazioni dei fianchi. Nella decorazione della facciata sono notecvoli i cionque oculi che ospitano mezzi busti di santi, memori della mano di Niccolò dell'Arca.
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San Giovanni in Monte L'antica chiesa di Monte Oliveto fu molto ampliata a partire dal 1440, ispirandosi agli spazi e ai colori di San Petronio. La facciata dal coronamento polilobato sostenuto da paraste, fu realizzata verso il 1481. Del progetto di decorazione originale rimane l'aquila di Niccolò dell'Arca.
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Portico di San Giacomo Il portico della chiesa di San Giacomo, iniziato nel 1478, è costituito da 35 colonne scanalate in macigno. La soluzione dei capitelli, sormontati da tronchi di trabeazione, è memore delle soluzioni di Brunelleschi a Firenze. Il fregio all'antica è realizzato in cotto a stampo ed è identico a quello del cortile di palazzo Sanuti.
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I cicli dipinti e le sculture
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Cappella Bentivoglio in San Giacomo E' l'unica testimonianza rimasta intatta della committenza bentivolesca. Acquistata nel 1445 da Annibale I, la cappella fu decorata negli anni successivi, su progetto – probabile - di Lorenzo Costa. E' un luogo celebrativo della famiglia Bentivoglio. Rimangono tre delle quattro grandi tempere originarie del Costa, tra le quali il significativo Ritratto della famiglia Bentivoglio ai lati della Vergine. La quarta parete ospita il monumento di Annibale I a cavallo, del 1458.
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Oratorio di Santa Cecilia Lungo le pareti della chiesa, voltata nel 1483, vennero affrescate dieci scene con la vita dei Santi Tiburzio, Valeriano e Cecilia. Gli affreschi furono eseguiti per volere di Giovanni Bentivoglio tra il 1505 e il 1506. Parteciparono all'impresa i migliori pittori dell'epoca: Francesco Francia, Lorenzo Costa, Amico Aspertini, il Bagnacavallo, e altri minori.
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Compianto di S.Maria della Vita Il Compianto di Niccolò dell'Arca è uno dei grandi capolavori della scultura del XV secolo. E' collocato attualmente di fianco all'altare della chiesa di Santa Maria della Vita in via Clavature, parte dell'antico complesso ospedaliero dei Battuti (XIII sec.). E' probabilmente un'opera concepita ed eseguita unitariamente intorno al 1460. Come in altri esempi di questo tema, svolto spesso in area padana, si tratta di un gruppo di figure in terracotta dipinta, in dimensioni reali, caratterizzate da un trattamento fortemente mimetico.
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Cappella Vaselli in San Petronio La cappella dedicata a San Sebastiano è all'interno concepita secondo un progetto decorativo unitario. Fu commissionata nel 1487 da Donato Vaselli canonico di San Petronio. I dipinti laterali furono affidati a Lorenzo Costa, mentre l'Annunciazione è di mano di Francesco Francia. La tela centrale con il Martirio di san Sebastiano è attribuita a vari autori, tra i quali Guido Aspertini. Fanno parte dell'insieme anche gli stalli intarsiani di Giacomo dé Marchi, le vetrate e il pavimento in maiolica, opera di Pietro Andrea di Faenza.
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Portale di Jacopo della Quercia La decorazione della porta magna della basilica di San Petronio fu commissionata nel 1425 dal Vescovo di Arles, legato a Bologna, allo scultore senese Jacopo della Quercia. Rimasta incompiuta per la morte dell'artista, essa ha per tema il peccato e la redenzione umana con episodi del Nuovo e del Vecchio Testamento illustrati in una serie di formelle di marmo, considerate capolavori della scultura rinascimentale.
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Le dimore dei Bentivoglio
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Palazzo Bentivoglio La prima pietra del grande palazzo di via San Donato, che Sante Bentivoglio affidò a Pagno di Lapo Portigiani, fu posata il 24 aprile 1460. Esso fu concepito come la domus magna di un cittadino privato e non in forma di castello. Fu ingrandito ulteriormente da Giovanni II e corredato dalla piazza antistante. Del palazzo non rimane nulla: esso fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1505 e poi distrutto dal popolo nel maggio 1507 pochi mesi dopo la cacciata dei Bentivoglio da Bologna.
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Castello di Ponte Poledrano Si deve a Sante Bentivoglio la ristrutturazione della rocca di Ponte Poledrano, luogo strategico per il mantenimento di relazioni con gli Estensi di Ferrara. Tra il 1456 e il 1459 sono gettate le basi per la trasformazione del castello in “domus jocunditatis”, luogo di delizie e svaghi celato da un austero aspetto esterno.
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Palazzina della Viola Giovanni II costruì per il figlio una palazzina all'interno del giardino della Viola nei pressi di Porta San Donato. All'interno rimangono affreschi più tardi di Innocenzo da Imola, Prospero Fontana e Nicolò dell'Abate. I due ordini di logge tipici delle corti dei palazzi coevi, si aprono qui verso l'esterno, a favorire il dialogo dell'edificio con la natura circostante. Molto rara a Bologna è la soluzione della loggia superiore architravata.
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Le schede di questa sezione sono tratte dall'opera: Emilia Romagna rinascimentale, a cura di Fabrizio Lollini, Marinella Pigozzi, Milano, Jaca Book, 2007. In particolare i saggi L'architettura bentivolesca a Bologna, pp. 37-54, Il cantiere di San Petronio a Bologna nel XVI secolo, pp. 82-91, e le schede contenute in Bologna e il suo territorio, pp. 203-208