canali
I cartigli blu, installati dal Comune nel novembre 2012, hanno il compito di illustrare "le acque di Bologna", il sistema di canali studiati e esplorati in anni recenti nel centro storico e nei dintorni della città.
Canale di Reno - Guazzatoio
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).
Torrente Aposa - San Martino
A partire dal XV secolo furono coperti diversi tratti del torrente Àposa all'interno del perimetro murario. Uno dei primi interventi pubblici (1462) riguardò il tratto compreso fra la chiesa di San Martino e Santa Maria dei Piantavigne, in via dell'Inferno, che il Senato bolognese fece coprire per abbellimento della città. Questo è uno dei due accessi al corso sotterraneo del torrente.
Canale Navile - Lungo Navile
Il Lungo Navile è un itinerario pedonale, per ampi tratti percorribile anche in bicicletta, che si sviluppa dal Parco di Villa Angeletti sino al Sostegno di Corticella. Le sponde sono protette solo in rari punti e il tracciato è privo di illuminazione. Si raccomanda molta attenzione, soprattutto con i bambini.
Il Canale Navile è la principale testimonianza storica del sistema idrico artificiale che ha segnato per secoli il paesaggio urbano e lo sviluppo economico di Bologna. Dalla chiusa di Casalecchio (1191) le acque del Reno, deviate nel canale omonimo, entrano nel centro storico alla Grada.
Il Navile ha inizio al Sostegno della Bova, poco fuori Porta Lame, dove raccoglie anche le acque di Aposa e Canale di Savena. Da qui, dove nel 1284 sorse il porto cittadino del Maccagnano, il Navile si dirige verso Corticella, Bentivoglio e Malalbergo, per poi confluire nel Reno dopo un percorso di 36 km.
Nel 1548 l'architetto Giacomo Barozzi da Vignola costruì il Porto Navile all'interno delle mura e sistemò il tracciato del canale, dotandolo dei sostegni con chiuse e conche vinciane per il transito delle barche trainate da animali lungo gli stradelli degli argini (restare).
Il canale, navigabile per circa sette mesi l'anno, garantiva l'alimentazione degli opifici lungo le sonde e l'irrigazione della campagna circostante.
Il porto cessò di funzionare alla fine dell'Ottocento e il Navile, in misura sempre più ridotta, venne utilizzato sino alla seconda guerra mondiale.
Canale delle Moline
In fondo allo scivolo scorre il canale delle Moline. Le case fra gli attuali civici 9 e 25, edificate a partire dal 1516 dall’Università delle Moline e delle Moliture, ospitavano i mugnai addetti alle macine per grano azionate dalle acque del canale.
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Canale di Reno - Grada
Via della Grada, 12
In seguito ad accordi con alcuni privati, nel 1208 il Comune di Bologna fece costruire una nuova chiusa sul fiume Reno a Casalecchio e un canale che entrava in città alla Grada. Il nome si riferisce alle due grate di ferro, tuttora visibili, usate per fermare i rami e le frasche trasportate dalla corrente e per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria. Il canale di Reno alimentava diverse lavorazioni.
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Canale di Reno - Ponte della Carità
Via San Felice, 68
Superato l’opificio della Grada, il canale proseguiva, scoperto, fino a via San Felice, che oltrepassava scorrendo sotto il ponte della Carità. Nel 1289 l’antico ponte di legno, distrutto dall’impeto delle acque, venne sostituito con un manufatto di mattoni. Prima della copertura del canale, a metà del Novecento, la riva sinistra del tratto lungo via della Grada era fornita di lavatoi pubblici.
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Canale delle Moline
Via Capo di Lucca 2/4
In fondo allo scivolo scorre il canale delle Moline. Le case fra gli attuali civici 9 e 25, edificate a partire dal 1516 dall’Università delle Moline e delle Moliture, ospitavano i mugnai addetti alle macine per grano azionate dalle acque del canale.
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Canale di Reno - Oberdan
Via Guglielmo Oberdan 32
Superati i ponti delle vie Malcontenti, Piella (visibile in fondo) e Guglielmo Oberdan, il canale di Reno svolta decisamente a sinistra in un pozzo luce interno, anticamente compreso nel complesso conventuale carmelitano di San Martino. Da questo punto il canale veniva chiamato delle Moline per i mulini per grano distribuiti lungo il suo corso, che prosegue fra le vie Alessandrini e Capo di Lucca.
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Canale di Reno - Alimentazioni dei filatoi
Via delle Lame, 50
Fin dal Medioevo dal canale di Reno, coperto intorno alla metà del Novecento, si diramava una complessa rete sotterranea di condotti per la distribuzione di acqua a diverse attività produttive. I filatoi da seta, in gran parte distribuiti nella zona compresa fra le vie San Felice e Nazario Sauro, costituirono le attività di maggior rilevanza economica fino alla crisi del mercato serico (fine XVIII secolo).
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Canale di Reno - Guazzatoio
Via Augusto Righi 1
Lo scivolo scendeva a un guazzatoio destinato all’abbeveraggio e al lavaggio degli equini e dei bovini, realizzato nel canale di Reno nel 1219, anno in cui venne aperta la piazza del Mercato (attuale piazza VIII Agosto).
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Canale di Reno - Piella
Via Piella
Scampato alle coperture attuate fra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, questo tratto di canale fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria, edificata nell’XI secolo. In passato il canale era fornito di lavatoi privati a ponte levatoio, costituiti da tavolati di legno sospesi sul livello dell’acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.
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Canale Cavaticcio
Via Marconi 28/A
All’incrocio fra le attuali vie Riva di Reno e Marconi si dirama il Cavaticcio, realizzato riutilizzando, verosimilmente, l’antico corso del Rio Vallescura che scaturiva dai rilievi collinari fra le porte San Mamolo e Saragozza. Il Cavaticcio alimentava il canale navigabile, chiamato Navile. Lungo il primo tratto del Cavaticcio, caratterizzato da una notevole pendenza, erano distribuite alcune cartiere e segherie per legname, la prima delle quali fu edificata nel 1347.
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Canale Navile - Ex area portuale
Via del Porto 52
Dalla metà del XVI secolo questa area era occupata dal porto cittadino, progettato da Iacopo Barozzi detto il Vignola. Qui iniziava il canale Navile che, alimentato dal Cavaticcio, consentiva di navigare fino a Ferrara e Venezia. L’area portuale era dotata di diverse infrastrutture, fra le quali la settecentesca Salara, ancora visibile sulla destra, utilizzata per il deposito del sale. Con l’abbandono dei trasporti via acqua il complesso portuale venne completamente disattivato fra il 1934 e il 1935.
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Canale di Savena - Misericordia
Piazza di Porta Castiglione, 12
Dopo aver alimentato il laghetto dei Giardini Margherita, il canale, derivato dal torrente Sàvena, passa sotto la chiesa di Santa Maria della Misericordia. Prima della copertura del canale nel secondo decennio del Novecento, il tratto davanti alla chiesa era dotato di lavatoi pubblici; in prossimità di via Castiglione funzionava il mulino della Misericordia, attivo dal 1286 al secondo dopoguerra.
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Canale di Savena - Rialto
Via Rialto, 4
Nel 1341 sul ramo che scorreva lungo via Rialto (coperto nel 1840), chiamato Fiaccacollo per la notevole pendenza, alla confluenza con via Castellata fu edificato il primo filatoio idraulico per seta. Seguendo il perimetro della seconda cerchia muraria questo ramo giungeva in via delle Moline, dove si immetteva nel torrente Àposa.
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Torrente Aposa - Grada
Via Rubbiani, 12
Originato da alcuni ruscelli che scendono dai rilievi collinari fuori porta San Mamolo, il torrente Aposa entra in città passando dall’antico complesso della Grada (nome riferito alla grata protettiva che sbarrava l’ingresso), realizzato in questo tratto della terza cerchia muraria. Da qui il torrente prosegue il suo corso verso nord attraverso la città.
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Torrente Aposa - Piazza Minghetti
Piazza Minghetti
Dopo aver attraversato diagonalmente piazza Minghetti, dove si trova uno dei due accessi al corso sotterraneo, il torrente Àposa prosegue dietro le case lungo il lato destro di via de’ Toschi.
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Torrente Aposa - Ponte romano
Via Rizzoli, 34
Nel 1918, in occasione dei lavori per l'allargamento della via Mercato di Mezzo (attuale via Rizzoli), in prossimità di questo punto venne ritrovato un ponte romano, costruito fra il 187 e la seconda metà del I secolo a. C. per il superamento del torrente Àposa, unico corso d’acqua naturale che attraversa Bologna da sud a nord. La struttura ad arco in selenite del ponte è ancora visibile dal corso sotterraneo del torrente.
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Torrente Aposa - San Martino
Piazza San Martino, 4, Bologna, BO
A partire dal XV secolo furono coperti diversi tratti del torrente Àposa all'interno del perimetro murario. Uno dei primi interventi pubblici (1462) riguardò il tratto compreso fra la chiesa di San Martino e Santa Maria dei Piantavigne, in via dell'Inferno, che il Senato bolognese fece coprire per abbellimento della città. Questo è uno dei due accessi al corso sotterraneo del torrente.
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Canale Navile - Lungo Navile
via del Navile
Il Lungo Navile è un itinerario pedonale, per ampi tratti percorribile anche in bicicletta, che si sviluppa dal Parco di Villa Angeletti sino al Sostegno di Corticella. Le sponde sono protette solo in rari punti e il tracciato è privo di illuminazione. Si raccomanda molta attenzione, soprattutto con i bambini. Il Canale Navile è la principale testimonianza storica del sistema idrico artificiale che ha segnato per secoli il paesaggio urbano e lo sviluppo economico di Bologna. Dalla chiusa di Casalecchio (1191) le acque del Reno, deviate nel canale omonimo, entrano nel centro storico alla Grada. Il Navile ha inizio al Sostegno della Bova, poco fuori Porta Lame, dove raccoglie anche le acque di Aposa e Canale di Savena. Da qui, dove nel 1284 sorse il porto cittadino del Maccagnano, il Navile si dirige verso Corticella, Bentivoglio e Malalbergo, per poi confluire nel Reno dopo un percorso di 36 km. Nel 1548 l'architetto Giacomo Barozzi da Vignola costruì il Porto Navile all'interno delle mura e sistemò il tracciato del canale, dotandolo dei sostegni con chiuse e conche vinciane per il transito delle barche trainate da animali lungo gli stradelli degli argini (restare). Il canale, navigabile per circa sette mesi l'anno, garantiva l'alimentazione degli opifici lungo le sonde e l'irrigazione della campagna circostante. Il porto cessò di funzionare alla fine dell'Ottocento e il Navile, in misura sempre più ridotta, venne utilizzato sino alla seconda guerra mondiale.
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