Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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5 ottobre 1874Il bar pasticceria ViscardiIl 5 ottobre 1874 Geremia Viscardi ottiene la licenza per l'apertura nel Mercato di Mezzo, all'angolo con via Cavaliera, di un locale “di terzo grado” per per la rivendita di vini e liquori, senza permesso di gioco. Il bar pasticceria Viscardi diventerà uno dei locali alla moda della Belle Epoque bolognese, famoso, oltre che per i vini - venduti "a un prezzo così buono, da far strabiliare tutti" - per i suoi dolci stagionali: uova di ogni misura e agnelli di marzapane sotto Pasqua, marron glacés in autunno, “pan speziale”, panoni e pinze a Natale. Nel ‘900 verrà ristrutturato e arredato in stile moderno, “con il bar con l‘antibanco“, dall‘arch. Melchiorre Bega. Chiuderà nel 1986, dopo oltre un secolo di onorato esercizio.dettagli
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1904La palazzina MajaniAll'inizio di via Indipendenza è costruita una elegante palazzina, su progetto di Augusto Sezanne (1856-1935), architetto, pittore e decoratore di scuola bolognese, insegnante all'Istituto di Belle Arti di Venezia. E' uno dei migliori esempi di edifici in stile liberty in città. Secondo i tradizionalisti, invece, sembra “una seggiola di Vienna messa lì a urtare le gambe dei passanti”. Fa scandalo lo stridore di stile con la facciata barocca della metropolitana di San Pietro, che si trova proprio di fronte. Di proprietà della ditta Giuseppe Majani - con laboratorio in via Carbonesi - la prima in Italia a produrre scorze solide di cioccolata - l'edificio ospita un bar, una sala da the e una pasticceria assai rinomata per le gelatine di frutta, i confetti, i cioccolatini Fiat, le uova pasquali e i grandi gelati a forma di pigna o di ananas. Al piano superiore c'è la sala da ballo e un'ampia terrazza all'aperto con tavolini in cui suona l'orchestra. Essa è descritta dai detrattori come "un pretenzioso chepì gallonato", per la sua sporgenza dalla linea dei palazzi. La palazzina sarà per tutta la prima parte del secolo una meta per gli artisti e i personaggi ospitati nel vicino hotel Baglioni. Il lussuoso arredo interno sarà distrutto da un incendio il 16 agosto 1939, pochi mesi dopo la radicale ristrutturazione in stile moderno curata dall'arch. Melchiorre Bega. Il caffè chiuderà nel 1953 per far posto a una banca.dettagli
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17 ottobre 1904La basilica di Sant'Antonio da PadovaE' consacrata la basilica di Sant'Antonio da Padova in via Jacopo della Lana. Situata presso la sede della Provincia dell'Ordine dei Frati Minori, è un progetto dell'ingegnere Carlo Barberi (1827-1909), autore di numerose chiese in stile gotico nella provincia modenese (S. Cataldo, Maranello, Castelvetro, Zocca, Ciano) e curatore di restauri in edifici pubblici e privati.L'esterno della chiesa francescana bolognese è in stile neoromanico. L'interno è decorato con scene della vita di San Francesco e Sant'Antonio eseguite da Giacomo Gemmi, Antonio Maria Nardi e Pietro Pietroni.Il campanile sarà costruito nel 1928 su disegno di Camillo Uccelli. Il 13 giugno del 1930 il complesso sarà solennemente proclamato, "tra giubilo acclamante", Santuario Antoniano dal card. Nasalli Rocca. Dal 1932 avrà titolo di basilica romana.Il monumento al Santo, opera dello scultore Mario Bega - fratello del celebre architetto Melchiorre Bega - sarà collocato nel 1933 nella piazzetta antistante. Nel secondo dopoguerra i frati francescani daranno vita all'Antoniano, centro promotore di attività caritative e sociali.S. Antonio da Padova fu uno dei primi ministri della Provincia francescana di Bologna. Predicò in città fra il 1222 e il 1224. Nei pressi del convento di S. Paolo in Monte, all'Osservanza, esisteva una piccola cappella dedicata a S. Paolo Eremita, dove egli pregò.dettagli
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28 ottobre 1928Il Teatro del Fascio di CasalecchioI fascisti di Casalecchio di Reno ottengono dall'impresario edile Giordani di Bologna una parte del parco di Villa Pipes da lui acquistato. Aprono una sottoscrizione per la costruzione di un Teatro del Fascio. Il progetto è affidato all'ingegner Carlo Tornelli, mentre per gli arredi è incaricato l'ing. Melchiorre Bega. L'edificio deve servire sia come luogo per gli spettacoli che da Casa del Fascio. La sua semplice struttura non riprende i modelli modernisti dell'epoca. Al piano terreno il vasto palcoscenico e il “golfo mistico” si accompagnano alla platea. Al primo piano è posta una galleria centrale affiancata da due corpi laterali. Nella parte posteriore vi sono camerini e uffici. Una loggia costruita sul tetto è destinata ad esercizi ginnici e allenamenti di scherma. Assieme alla Casa del Fascio sono previsti un albergo diurno, una biblioteca e un piccolo ristorante. Inaugurato probabilmente il 28 ottobre 1928, il locale ospiterà il primo cinematografo di Casalecchio. In seguito sarà rilevato dal Comune e nel dopoguerra diventerà Casa del Popolo. Dal 1965 al 2012 sarà intitolato ad Alfredo Testoni, mentre nel 2015 sarà dedicato all'attrice e cantante Laura Betti (1927-2004).dettagli
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giugno 1933La mostra sulla "lottizzazione razionale" al Circolo delle ArtiLa mostra sulla “lottizzazione razionale” presentata al Congresso Internazionale di Architettura Moderna di Bruxelles si trasferisce a Bologna al Circolo delle Arti, grazie agli auspici degli architetti Piero Bottoni e Gino Pollini. Il tema di una moderna lottizzazione è centrale per l'organizzazione delle nuove periferie urbane. Nel contesto della mostra bolognese maturano importanti progetti, quali il concorso per la nuova Fiera, che sarà bandito dal Rotary Club nel 1934. In questo periodo gli architetti razionalisti sperimentano modelli edilizi, quali la “casa appenninica” presentata alla 5a Triennale milanese da Alberto Legnani, Melchiorre Bega e Giorgio Ramponi, “adatta per essere edificata sui colli che coronano la maggior parte delle città dell'Emilia e della Romagna ed in specie Bologna", oppure la "casa degli sposi novelli", progettata sempre da Legnani, vincitrice del concorso I.C.P. del 1934.dettagli
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12 maggio 1935La Mostra nazionale dell'Agricoltura ai giardini MargheritaAi giardini Margherita si tiene dal 12 maggio al 30 giugno la IV Mostra nazionale dell'Agricoltura, la prima ordinata per corporazioni. Il coordinamento è dell'architetto bolognese Melchiorre Bega (1898-1976) e i padiglioni sono tutti realizzati da architetti modernisti. Bega è anche autore anche degli ingressi e del bar-ristorante “Acquario” sulle rive del lago. In occasione della Mostra, infatti, l'isolotto sul laghetto viene ampliato e lo chalet rifatto in stile moderno. Florestano Di Fausto (1890-1965) cura il progetto di massima dell'allestimento, Gianluigi Giordani (1909-1979) è responsabile del padiglione della Bonifica integrale, cui collaborano lo scultore Luciano Minguzzi e diversi altri artisti. Marcello Nizzoli (1887-1969), con la partecipazione di Marcello Dudovich e altri, progetta il padiglione centrale. Aldo Pini è autore del padiglione della corporazione dello zucchero e delle bietole. In un edificio, che richiama il funzionalismo tedesco, viene ospitata una mostra di bassorilievi sulla costruzione della ferrovia Direttissima. A giugno viene riproposta, nel corso della Mostra, un'antica tradizione bolognese: il corso dei fiori. Una sfilata di carri riccamente decorati transita tra due ali di spettatori paganti. L'esposizione è visitata il 25 maggio dal re Vittorio Emanuele III.dettagli
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25 ottobre 1936Il Duce a Bologna acclamato da una "sterminata moltitudine"A dieci anni dall'attentato che costò la vita ad Anteo Zamboni, il 25 ottobre Mussolini torna a Bologna in visita ufficiale. La piazza Maggiore, gremita ed entusiasta, assume gli aulici toni della romanità imperiale. Sui fianchi del palazzo comunale vengono erette quattordici pilastri quadrangolari, uno per ogni anno dell'era fascista, e un arco inneggiante al Duce. L'imponente scenografia è allestita dall'arch. Melchiorre Bega. Davanti all'ingresso di Palazzo d'Accursio è allestito un podio dal quale Mussolini domina "l'oceanica massa della folla che mareggia nelle due piazze" Maggiore e Nettuno. Di fronte al "condottiero", il palazzo dei Banchi è ricoperto da un enorme striscione con la scritta: "Duce la Decima Legio è ai tuoi ordini".dettagli
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novembre 1937Gli arredamenti della ditta BegaUn articolo di Raffaello Giolli su “Casabella” testimonia la grande influenza dell'opera dell'architetto bolognese Melchiorre Bega (1898-1978) e della sua impresa artigiana, che propone in Italia e nel mondo lo stile moderno degli allestimenti e dell'arredamento. A Bologna la ditta Bega ha realizzato negli ultimi anni venti negozi, tre alberghi e ventisette istituti pubblici. Spiccano i nuovi interni della palazzina Majani, della pasticceria Viscardi in via Rizzoli, l'arredo della mensa e della biblioteca universitaria, la sistemazione della villa Sacchetti in via Laura Bassi (1938). Frequente è l'impiego del linoleum, nuovo materiale autarchico. Dal 1940 al 1944 Bega dirigerà la prestigiosa rivista di architettura "Domus" e, fino al 1961, guiderà la scuola di architettura dell'Accademia di Bologna. Fautore della libertà delle scelte architettoniche, sarà coinvolto in polemiche per i suoi inserti moderni nei centri storici. Fra le sue opere più note vi sono il grattacielo Galfa a Milano, le raffinerie Sarom a Ravenna e numerosi edifici pubblici e privati a Bologna.dettagli
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6 febbraio 1940La SASIB a Meldola: motori d'aereo e case modelloSeguendo l'esempio dell'areonautica Caproni, insediata nella vicina Predappio, la Società Anonima Bolognese di Scipione Innocenti (SASIB) apre a Meldola (FC) una fabbrica per la revisione e manutenzione di motori d'aviazione. Inizialmente una ventina di operai lavorano su motori Fiat 125 R.C. e 126 R.C. Poco dopo è costruita la sala prove e le maestranze salgono a cento unità. Con la mobilitazione bellica lo stabilimento di Meldola, in piena espansione, deve assumere altri operai e Scipione Innocenti pensa anche di costruire appositi alloggi. Il progetto di "casa modello tipo dell'operaio" è affidato all'arch. Melchiorre Bega (1898-1976). Si tratta di abitazioni di dimensioni modeste, ma in grado di accogliere "le più indispensabili comodità della vita". E' una soluzione residenziale autarchica, realizzata dalla Società Casa Mia, che ottiene l'approvazione di Mussolini, interessato all'espansione industriale e all'insediamento di nuove famiglie di contadini-operai nella sua terra d'origine. Per il villaggio operaio di Meldola, immaginato come prototipo da adottarsi su vasta scala anche nei paesi limitrofi, il Duce concederà un contributo di 600mila lire. Durante la guerra la SASIB Avio di Meldola avrà parecchie grane con i gerarchi fascisti per numerosi atti di sabotaggio e con l'approssimarsi del fronte sarà trasferita al Nord assieme ad altre fabbriche della zona, quali la Sisma di Bertinoro e la Caproni.dettagli
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16 ottobre 1940Il Liceo scientifico "Augusto Righi" nella nuova sedeIl 16 ottobre 1940 il Regio Liceo Scientifico “Augusto Righi”, istituito nel 1923, si trasferisce dai locali dell'Istituto tecnico Pier Crescenzi, in piazza San Domenico, nella nuova sede di porta Saragozza. Il progetto dell'edificio è dell'Ufficio Tecnico della Provincia, con significative variazioni a cura dell'arch. Melchiorre Bega (1898-1976), approvate dalla Commissione Tecnica del Comune. Seguendo le dosposizioni del 5 maggio 1937 del Ministero della guerra, quasi tutto l'edificio è scantinato, per poter utilizzare i locali sotterranei come depositi in caso di conflitto bellico. Caratteristica è la facciata d'angolo, con un ampio ingresso coperto da una pensilina aggettante. Le parti decorative sono opera dello scultore bolognese Bruno Boari (1896-1964), “artista versatile, di rigorosa tradizione classico-rinascimentale” (Paci), che collabora in questi anni a vari progetti pubblici, come la fontana dei caduti della “Direttissima” nel piazzale della stazione e i pannelli in rilievo all'ingresso della sede OMNI in viale Zanolini. Oltre che scultore è accreditato tra i migliori medaglisti del suo tempo: sue le medaglie per il traforo della “Direttissima” e per il cardinale Nasalli Rocca. Dal 1922 al 1956 sarà insegnante di plastica e disegno all'Istituto Tecnico Industriale "Aldini- Valeriani".dettagli
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1951Villa CerriVilla Cerri di Melchiorre Bega, in via Albertazzi, è uno degli episodi architettonici più interessanti del dopoguerra a Bologna. Si tratta un complesso di due abitazioni e una di esse ha un ardito giardino sospeso. Molte delle soluzioni adottate sono ispirate alle proposte teoriche di Le Corbusier.dettagli
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1954Il palazzo della TIMOL'azienda telefonica TIMO acquisisce e ristruttura completamente ciò che resta della Casa Beroaldi in via Oberdan 22, un elegante edificio rinascimentale che fu sede tra Otto e Novecento della Società Operaia e della Camera del Lavoro. Tra le poche parti che si sono salvate dal devastante bombardamento del 29 gennaio 1944 vi sono il portico esterno e un balcone, da cui forse parlò Garibaldi. L'interno è completamente rifatto. Al piano terra viene coperto il cortile con portico preesistente e l'arch. Melchiorre Bega (1898-1976) ne ricava un grande salone per il pubblico. Al primo piano è ospitata una nuova parte della centrale telefonica. Un corridoio mette in comunicazione l'ingresso di via Oberdan con quello della vecchia Timo in via Goito. La Società dei telefoni occupa così un intero isolato e costituisce un vero e proprio “distretto” della comunicazione, dotato di una una modernissima centrale automatica. Nel 1954 la TIMO vanta oltre 30.000 abbonati in città.dettagli
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1954Fa discutere la Casa del Rotary in Piazza RavegnanaL'architetto Melchiorre Bega (1898-1976) progetta la Casa del Rotary in Piazza Ravegnana, accanto alle Due Torri. L'opera suscita notevoli polemiche per l'estraneità al contesto storico. Vi si oppone soprattutto la Soprintendenza ai Monumenti, nella persona di Alfredo Barbacci (1896-1989). Bega sostiene di non poter fare altro che inserire un edificio del suo tempo, essendo le imitazioni insincere. E' sostenuto nella sua scelta da illustri colleghi, quali Giò Ponti, Giuseppe Vaccaro e Enrico De Angeli. Secondo Giuliano Gresleri, invece, la loggia a piano terra "non raggiunge tensioni spaziali". A seguito delle tante critiche ricevute, Bega deciderà di lasciare la città.dettagli
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29 ottobre 1956Nino Bertocchi e i pittori di MonzunoNel cimitero di Monzuno è inaugurata la tomba monumentale di Nino Bertocchi (1900-1956), scomparso il 23 giugno, opera dell'arch. Melchiorre Bega (1898-1976). La sovrasta una Deposizione dell'amico Giacomo Manzù (1908-1991), che sarà purtroppo trafugata alcuni anni più tardi. Bertocchi è stato pittore, insegnante dell'Accademia di Bologna, autorevole e temuto critico d'arte. Nell'autunno del 1946 ha organizzato in Palazzo Re Enzo un'importante mostra antologica di Luigi Bertelli (1858-1920), contribuendo a rivalutarne la fortuna critica. Nel 1943, durante la guerra, assieme alle sorelle Colliva, Renata, sua moglie, e Lea (1901-1975), anch'essa apprezzata pittrice e insegnante d'arte, è sfollato nella Villa dell'Ospitale, un antico ostello per pellegrini a circa un chilometro da Monzuno. Nel dopoguerra la villa ha continuato ad essere luogo estivo di lavoro per entrambi i pittori. Anche dopo la morte di Nino, Monzuno sarà meta di numerosi artisti: tra i più noti Nino Corrado Corazza (1897-1975), Giacomo Manzù, Ferruccio Giacomelli (1897-1987), Ilario Rossi (1911-1994), Mario Nanni (1922-2019), Mario Giovannetti (1932- ), Giuseppe Gagliardi (1902-2005).dettagli
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1959Progetto per il centro turistico GallieraL'architetto Melchiorre Bega (1898-1976) progetta il centro turistico Galliera, che prevede l'erezione di un grattacielo nei pressi della porta omonima. Nascono subito polemiche, che vedono schierati all'opposizione i difensori del volto antico della città, come il soprintendente ai monumenti Alfredo Barbacci (1896-1989) e i rappresentanti del Comitato per Bologna Storico Artistica.dettagli
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29 aprile 1961Il Mottagrill CantagalloGli architetti Melchiorre Bega (1898-1976) e Lieuwe Op’t Land (1923- ) progettano una avveniristica stazione di servizio sull’Autostrada del Sole, tra Casalecchio di Reno e Sasso Marconi, all’inizio del tratto appenninico. Viene inaugurata il 29 aprile 1961, alla presenza del Sottosegretario alla Pubblica istruzione Giovanni Elkan (1910-1997) e dell’Arcivescovo di Bologna cardinale Lercaro (1891-1976). Il Mottagrill Cantagallo è una struttura a ponte sulla carreggiata, lunga 70 metri e alta 13, decorata di pennoni e bandiere come un transatlantico. Il profilo a M è di per sè una evidente insegna pubblicitaria. È l’autogrill più grande d’Europa: ci lavorano in tre turni più di 150 persone. A piano terra c’è una pasticceria e un negozio self service di prodotti Motta, al piano superiore, dotato di grandi pareti vetrate, un locale con 200 coperti e cucina a vista. Nel complesso trovano posto anche una edicola-libreria, una filiale di banca, l’Ufficio dell’Ente Turismo, una chiesetta. Grazie anche alla possibilità di accedere con le auto dall’esterno dell’autostrada, diviene di gran moda andare a pranzo alla domenica nel ristorante del Mottagrill Cantagallo, con vista sul traffico stradale. Vi si possono assaggiare anche ottimi tortellini fatti a mano in loco. L’idea degli autogrill ha origine nel 1947, con il primo chiosco di ristoro aperto da Mario Pavesi sull’autostrada Milano-Torino.dettagli
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14 giugno 1967La chiesa di San Giovanni Battista a Casalecchio di RenoÈ inaugurata la chiesa di San Giovanni a Casalecchio, edificata su incarico del card. Lercaro. È l’unica progettata dall’architetto Melchiorre Bega (1898-1976), oramai al termine di una lunga carriera. È un edificio volutamente sobrio e spoglio, destinato a coloro “che non amano la Chiesa-parata, la Chiesa-apparenza, ma sognano la Chiesa del Signore”. L’altare, al centro dell’edificio ecclesiale, è un blocco di arenaria da 40 quintali. Il tabernacolo in bronzo è opera dello scultore Farpi Vignoli (1907-1997). Particolare è il battistero, che ha accesso anche dall’esterno. La statua del Battista sul fonte battesimale è di Luciano Minguzzi (1911-2004).dettagli
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30 aprile 1975Il Palazzo dei CongressiIl Ministro del Turismo e Spettacolo Adolfo Sarti (1928-1992) inaugura alla Fiera un complesso di tre nuovi edifici. Il Palazzo della Cultura e dei Congressi, progetto degli architetti Melchiorre Bega (1898-1976) e Lieuwe Op't Land, fa da collegamento tra l'ingresso della fiera, curato da Enzo Zacchiroli (1919-2010) e la nuova sede della Galleria d'Arte Moderna, progettata da Leone Pancaldi (1915-1995). Su un'area di 7.550 mq sono disposte varie sale, tra le quali la Sala Europa, capace di 1.400 posti a sedere. La sera dell'inaugurazione si svolge qui un grande concerto sinfonico-corale offerto in collaborazione con l'Ente autonomo Teatro comunale.dettagli