Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1 febbraio 1799Il teatro TaruffiCon il dramma giocoso Il furbo contro il furbo, musicato da Valentino Fioravanti (1764-1837), in occasione del Carnevale è aperto al pubblico il teatrino in legno fatto costruire nel 1797 dall'abate Cesare Taruffi all'interno del Palazzo Lambertini in via del Poggiale (poi Nazario Sauro). E' dedicato alle opere buffe e a gruppi di attori dilettanti. La sala, "in cui gareggiano il buon gusto e la magnificenza", riutilizza in parte gli arredi del teatrino dell'ex convento dei monaci Renani di San Salvatore ed è dotata di tre ordini di palchetti. Alla prima è prevista la partecipazione come cantante di Anna Guidarini, madre di Gioachino Rossini, che però sarà impedita per una indisposizione. Dotato di scene nuove, bei costumi e prezzi modici, il Taruffi avrà un certo successo iniziale. Nell‘autunno del 1799 vi verrà recitato il dramma giocoso per musica I raggiri scoperti, dedicato alla Reggenza Imperiale Austriaca. Nell'autunno del 1800 il drammi giocosi Il maestro di musica di Paisiello e Pamela nubile di Pavesi saranno replicati per trenta sere. Ma in seguito, giudicato troppo piccolo e quindi poco remunerativo, il locale sarà disertato dagli impresari e nel 1803 chiuderà i battenti per volontà del proprietario, pur continuando ad ospitare per qualche tempo veglioni e feste da ballo. Nel 1806 una nota della Direzione degli Spettacoli dichiarerà che il teatro "non potrà ritenersi attivo, avendolo vietato espressamente il Governo". Poco dopo esso sarà disfatto e il materiale acquistato dalla città di Cento per l'allestimento della sala locale.dettagli
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4 aprile 1806"La Passione di Cristo" di Stanislao Mattei al Liceo MusicaleLa sera del Venerdì Santo nell'aula del Liceo Musicale si esegue La Passione di Gesù Cristo Signor Nostro, oratorio di padre Stanislao Mattei (1750-1825) su testo di Metastasio. Composto per i disciplinati bolognesi, fu presentato la prima volta nel 1792 presso l‘Arciconfraternita di Santa Maria della Morte. La recita risulta memorabile. Il quattordicenne Gioachino Rossini (1792-1868), allievo di Mattei, sostiene come contralto la parte canora di Maria Maddalena. La festa musicale è realizzata grazie a una sottoscrizione cittadina, che però frutta solo 212 lire. Il marchese Sebastiano Tanari è il maggior offerente, con 30 lire.dettagli
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24 giugno 1806Gioachino Rossini è ammesso al Liceo musicaleFiglio di Giuseppe, detto Vivazza, suonatore di banda con idee giacobine, originario di Lugo, e di Anna Guidarini, cantante lirica abbastanza famosa, il giovane Gioachino Rossini (1792-1868) è accolto al Liceo Musicale. A soli 13 anni è comparso in scena al teatro del Corso nell’opera Camilla, ossia Il Sotterraneo di Ferdinando Paer, recitando la parte del piccolo Adolfo. Nell’aprile 1806 nell’Oratorio della Compagnia di S.Maria della Morte, ha cantato come contralto la parte di Maddalena nella Passione di padre Stanislao Mattei, il più noto compositore bolognese dell’epoca, ottenendo un grande successo. Nella commissione esaminatrice, composta da membri dell’Accademia Filarmonica, siede anche l’anziano Antonio Mazzoni, presente già nel 1770, al tempo dell’aggregazione di Mozart. Rossini viene ammesso nella classe dei Cantori. Il 15 aprile 1806 entra nella scuola di violoncello con Vincenzo Cavedagna e il 24 giugno chiede ed ottiene l’aggregazione all’Accademia Filarmonica, in considerazione dei “progressi nella Professione”. L’anno seguente potrà seguire le lezioni di contrappunto di padre Stanislao Mattei e quelle di pianoforte di Callisto Zanotti. Il rapporto con padre Mattei, docente di fama europea ed erede di Giovanni Battista Martini, non sarà facile per il giovane Rossini, amante della musica di Haydn e Mozart e perciò chiamato dal maestro “il tedeschino”. Per l’anziano maestro la musica tedesca sarà sempre “astrusa e oscura”, più adatta agli strumenti che alle voci. E poi noterà nell’allievo troppa libertà e parecchi strappi alle buone regole. Ma nonostante frequenti esortazioni e rimproveri, non riuscirà a far presa nel suo animo ribelle. Di Mattei Rossini apprezzerà la scrittura musicale e le correzioni istruttive, ma non sopporterà la sua ritrosia nelle spiegazioni verbali. La rottura definitiva avverrà nel 1810: il giovane musicista pesarese partirà per Venezia, dove comincerà a comporre le opere che lo renderanno famoso.dettagli
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31 luglio 1806Maria Brizzi Giorgi e l'Accademia PolimniacaL'organista Maria Brizzi-Giorgi (1775-1812) è nominata membro onorario dell'Accademia Filarmonica “per l'arte del suono del pianoforte”. Bimba prodigio a nove anni, “di musica peritissima” (Giordani), suonatrice di cembalo e compositrice musicale apprezzata da Clementi e Haydn, è autrice di cantate patriottiche per Napoleone e per il Viceré Eugenio Beauharnais. A Bologna tiene, assieme al marito Luigi Giorgi, detto "il dottore zuccherino", impiegato del Comune e commediografo giacobino, un apprezzato salotto musicale, l'Accademia Polimniaca - attiva dal 1806 al 1809 - che annovera tra i soci fondatori il conte Carlo Caprara, Consultore di Stato e Gran Scudiere della Corona d'Italia. In una sala accanto alla sua abitazione, Maria propone “frequenti Accademie di musica vocale e instrumentale”, finanziate da una Società di Cittadini, nelle quali emergono le sue virtù di “eccellente Maestra di Musica, ed inimitabile abile suonatrice di Piano-forte”. In queste occasioni può esibirsi in “capricci all'improvviso” davanti ai notabili della città, assieme a virtuosi di vari strumenti e importanti artisti di passaggio, contribuendo a diffondere in loco la conoscenza della musica strumentale tanto in voga in terra tedesca, “quella di Steibelt, e di Beethoven, o di qualunque altro più strano Maestro Alemanno”. Ai concerti musicali, soprattutto nelle consuete riunioni del venerdì sera, segue il ballo, al quale partecipano dame dell'alta società, come la bellissima contessa Cornelia Martinetti, della quale rimane un ricordo in casa Giorgi: “Vidi danzar quella Venere; che Venere veramente sembrava”. Il 31 luglio 1806 Gioachino Rossini compie all'Accademia Polimniaca una delle sue ultime esibizioni come cantante e qui, il 23 dicembre 1808, esordirà come concertista, presentando, assieme alla stessa Giorgi, una sinfonia in re maggiore da lui composta, poi detta "di Bologna". Lodata come “una delle donne più belle e famose del suo tempo”, ammirata per la sua bellezza anche dal Canova, Maria morirà a soli 36 anni di parto e la sua scomparsa sarà sentita come una calamità, un "danno pubblico". I funerali si terranno in pompa solenne il 22 gennaio 1812 nella chiesa delle Muratelle. In seguito si avranno altre celebrazioni in sua memoria: alla Società del Casino, all'Accademia dei Concordi. L'Accademia Filarmonica vorrà onorarla il 23 maggio in San Giovanni in Monte con un concerto eseguito da centocinquanta musicisti d'orchestra. Nell’occasione Pietro Giordani detterà un elogio funebre in suo onore, definendola “bella, ingegnosa amabile“ e ricordando gli elogi a lei rivolti da Clementi e Haydn a Vienna.dettagli
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21 novembre 1806Isabella Colbran accolta all'Accademia FilarmonicaLa cantante Isabella Colbran, alunna del celebre castrato Crescentini, è ammessa il 21 novembre all'Accademia Filarmonica. E' figlia di Juan, violoncellista della cappella spagnola, ha 21 anni ed è "in tutto lo splendore dell'arte sua e della sua superba giovinezza". Stendhal la descriverà come “una bellezza del tipo più imponente”, con occhi di fuoco, una foresta di capelli corvini e l'istinto della tragedia. Sulla scena è molto apprezzato il suo talento di interprete tragica. Nel canto è considerata "genio privilegiatissimo superando colla rarità della sua voce e colla profondità dei suoi lumi ogni altra contemporanea". Giungerà a Bologna per la prima volta il 7 aprile 1807, ospite con il padre del barone Cappelletti. Terrà tre concerti, all'Accademia Polimniaca di Maria Brizzi Giorgi, in casa del generale Pully e al Liceo comunale, assieme ai Signori Accademici Filarmonici. In ogni occasione otterrà grande consenso. Il "Redattore del Reno" ne esalterà la voce: "un incanto per soavità, per robustezza, e per prodigiosa estensione di corde". Primadonna indiscussa del San Carlo di Napoli, uno dei teatri lirici più importanti al mondo, la Colbran sarà la prima interprete di tutte le opere serie italiane di Gioachino Rossini: Otello (1816), Armida (1817), Mosè in Egitto (1818), La donna del lago (1819), Zelmira (1822), Semiramide (1823).dettagli
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1807L'Accademia musicale dei ConcordiTommaso Marchesi (1773-1852), allievo di Stanislao Mattei, accademico filarmonico e maestro di cembalo, direttore, assieme a Maria Giorgi e a Francesco Barbieri, della banda della Guardia Nazionale, fonda l'Accademia dei Concordi. La Società ha per scopo “di sorvegliare e conservare il buon gusto“ per l‘arte musicale. Offre concerti e serate di musica dapprima in palazzo Orsi in via San Vitale, poi, con l'autorizzazione del Municipio, nella Gran Sala del Liceo Musicale. Composta di professori e dilettanti, sperimenta produzioni moderne e lontane dalla tradizione italiana del bel canto, ad esempio opere inedite di Haydn. La Creazione del mondo del “Genio Tedesco”, oratorio sacro eseguito nella Sala dell'Accademia la sera del 6 aprile 1808, risulterà gradito alle persone "colte e intelligenti". Il giovane Gioachino Rossini, allievo del Liceo, accetterà nel novembre 1809 la direzione dei “serali trattenimenti” dell'Accademia, partecipando a diversi concerti come maestro di cembalo. Il sodalizio rimarrà attivo negli anni seguenti grazie alla protezione del marchese F. Massimiliano Angelelli (1775-1853), buon suonatore di violoncello, mecenate e cultore della “vera musica”. Egli sarà solito ospitare i “filarmonici tedeschizzanti” anche in concerti privati nel suo palazzo. Notevole diventerà la sua influenza nell'organizzazione dell'attività musicale della Società del Casino, soprattutto dopo il ritiro del marchese Francesco Sampieri dalla carica di direttore, nel 1817.dettagli
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11 agosto 1808"Il pianto d'Armonia" per il giovane RossiniLa Deputazione di accademici filarmonici che sovrintende il Liceo musicale incarica Gioachino Rossini di mettere in musica una cantata scritta da padre Girolamo Ruggia per gli "esperimenti" degli scolari. La composizione, dal titolo Il pianto d'Armonia sulla morte d'Orfeo, per tenore, coro e orchestra, risulta molto eleborata. Emergono i modi musicali da "tedeschino" del giovane compositore pesarese, il suo amore per la musica di Mozart e Haydn, che il maestro Stanislao Mattei spesso gli rimprovera. La parte del tenore è difficile, una grande aria. Per il violoncello - lo strumento su cui si va perfezionando in questo periodo - Rossini prepara "un assolo grave e accorato" (Emiliani). Nessuno, però, si accorge del suo precoce talento, neppure il critico di solito molto avveduto del "Redattore del Reno", che lo nomina senza commenti assieme agli altri compagni di studi. Il "giovane di grandi speranze" otterrà un giudizio più lusinghiero con la Sinfonia a più Istrumenti obbligati in Re Maggiore da lui composta e presentata il 23 dicembre successivo all'Accademia Polimniaca, davanti a un pubblico senz'altro "più appassionato e aperto al nuovo" di quello degli anziani filarmonici.dettagli
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14 gennaio 1809Rossini suona il cembalo al Teatro ComunaleAncora allievo di Stanislao Mattei al Liceo Musicale, Gioachino Rossini è presente al Teatro Comunale come maestro di cembalo nell'opera giocosa La locanda dei vagabondi di Ferdinando Paer (1771-1839). Il giovane musicista pesarese esordirà come compositore l'anno seguente a Venezia (3 novembre 1810) con la farsa La cambiale di matrimonio, mentre il debutto bolognese sarà nel 1811 al Teatro del Corso con la poco fortunata opera giocosa L'equivoco stravagante. Nell'estate del 1814 il Comunale ospiterà il melodramma eroico Tancredi dell'oramai "rinomato maestro Rossini".dettagli
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15 luglio 1809Isabella Colbran al Teatro ComunaleIsabel Colbran (1785-1845) interpreta durante l'estate al Teatro Comunale ruoli da protagonista nel dramma per musica Traiano in Dacia di Giuseppe Nicolini (1762-1842) e nell' Artemisia di Domenico Cimarosa (1749-1801). L'accompagna il celebre Giovan Battista Velluti (1780-1861), ultimo dei grandi castrati. L'ascolto dei due interpreti è una straordinaria esperienza per il giovane Gioachino Rossini (1792-1868), in questo periodo ancora allievo del Liceo Musicale di Bologna. La cantante spagnola, già fugacemente conosciuta nell'aprile del 1807 in casa del generale Pully e più volte ospite dell'Accademia Polimniaca e del Casino, diverrà sua amica e musa ispiratrice e con lui convolerà a nozze nel 1822. Il 15 agosto la Colbran comparirà in scena al Comunale in costume da Genio Italico durante il gran ballo per l’onomastico di Napoleone, cantando un‘aria di circostanza.dettagli
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25 agosto 1809Due sinfonie di RossiniIl 25 agosto, in occasione della Solenne Distribuzione dei Premi del Liceo Filarmonico, l'allievo Gioachino Rossini, che pure ha frequentato poco il quarto anni di studi, presenta due contributi strumentali. Si tratta di una Sinfonia a più strumenti obbligati e una Sinfonia concertata. Quest'ultima, conosciuta come Sinfonia in Mi bemolle maggiore, sarà riproposta nella sua prima opera messa in scena, La cambiale di matrimonio, rappresentata il 3 novembre 1810 a Venezia al Teatro San Moisè. In questo periodo il giovane Rossini, costretto a guadagnarsi da vivere, abbandona definitivamente - non senza rammarico - il Liceo Filarmonico bolognese. Viene assunto come maestro di cembalo e direttore musicale dell'Accademia dei Concordi.dettagli
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17 novembre 1810"L'Ajo in imbarazzo" di Pilotti in scena al Teatro del CorsoIl 17 novembre è di scena al Teatro del Corso la prima assoluta del dramma giocoso per musica L'Ajo in imbarazzo di Giuseppe Pilotti (1784-1838), bolognese, accademico filarmonico. Savino Monelli recita la parte di Enrico e Luigi Bonfanti interpreta Don Gregorio. Protagonista, nel ruolo di Gilda, è il contralto fiorentino Maria Marcolini (1780-1855), che sarà nota per le sue collaborazioni con Gioachino Rossini. La Società Teatrale “umilmente dedica, e raccomanda il presente novissimo dramma” ad Alvise Querini Stampalia, Prefetto del Dipartimento del Reno e Consigliere di Stato. La corrispondenza del “Redattore del Reno” si congratula per l'arrivo in teatro dell'opera di un maestro bolognese. Pilotti è allevo di Stanislao Mattei. Alla sua morte, nel 1825, sarà ritenuto degno di sostituirlo nella direzione della Cappella di San Petronio. Un'altra sua opera, la commedia in musica Non essere geloso, verrà rappresentata durante il carnevale del 1815 nel nuovo Teatro Contavalli.dettagli
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10 maggio 1811Rossini esegue "Le stagioni" di HaydnGioachino Rossini dirige al cembalo una serie di concerti per l'Accademia dei Concordi. Il 20 maggio, in occasione della nascita del Re di Roma, nella grande sala del Liceo Musicale presenta Le stagioni (Die Jahreszeiten) oratorio profano di Joseph Haydn (1732-1809). All'esecuzione partecipa il soprano Elisabetta Manfredini Guarmani (1780-p1828), interprete delle prime opere serie di Rossini - Ciro in Babilonia (1812), Tancredi (1813) e Sigismondo (1814) - e dal 1811 aggregata all'Accademia Filarmonica bolognese. La musica del "celeberrimo sig. Haydn", molto difficile "per le orecchie italiane", ottiene in questa occasione un generale gradimento: la sala si mantiene piena per più di quattro ore, "senza sbadigli e spesso con commozione di vero entusiasmo". Rossini considera Haydn e Mozart i suoi principali modelli. L'orchestrazione delle sue prime opere tradisce la loro influenza. Il maestro Mattei e i compagni del liceo musicale lo chiamano ironicamente "il tedeschino".dettagli
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27 maggio 1811"L'impegno superato" di Cimarosa al Teatro FeliciniAl Teatro Felicini viene rappresentata la commedia per musica in due atti L'impegno superato di Domenico Cimarosa (1749-1801). L'opera è messa in scena dagli “Alunni della Musica”, giovani cantanti destinati “con lode a professare d'appresso la bell'Arte di Polimnia”. Tra essi vi sono Gaetano Tamburini, allievo di Matteo Babini (1754-1816), uno dei maggiori cantanti lirici del '700 e le giovani Gertrude e Luigia Righetti. Più che dalla bella voce della debuttante Gertrude - che sarà la prima Rosina nel Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini - il recensore del “Redattore del Reno” è colpito da quella “incomparabile” di Luigia, in grado di scendere “fino all'Effaut basso (il Fa sotto il rigo) con chiarezza e senza sforzo”.dettagli
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26 ottobre 1811Esordio di Gioachino Rossini al Teatro del CorsoIl 26 ottobre si tiene al teatro del Corso la prima rappresentazione del dramma giocoso L'equivoco stravagante, opera buffa di Gioachino Rossini (1792-1868), presente come maestro di cembalo, con il contralto Marietta Marcolini nel ruolo di Ernestina. Si tratta del debutto a Bologna del giovane compositore pesarese, ed è anche la sua unica prima bolognese. L'opera ottiene un buon successo - in alcuni pezzi "si scorge il giovane pieno d'estro" - ma verrà rappresentata poche volte a causa dei troppi doppi sensi contenuti nell’ “indecente” libretto del fiorentino Gaetano Gasbarri. La polizia vieterà ulteriori repliche, oltre le tre serate rituali. Il compositore, però, utilizzerà parte dell'opera nel successivo L'Inganno felice, che trionferà a Venezia l'8 gennaio 1812. L'8 novembre Rossini sarà arrestato per una rissa con i coristi durante le prove di un'opera seria in allestimento al teatro del Corso. Sarà poi rilasciato dopo una solenne ammonizione e tenuto sotto controllo. Dieci giorni dopo il giovane maestro sarà denunciato dal Direttore degli Spettacoli Carlo Filippo Aldrovandi per i suoi ritardi alle prove dell'opera Ginevra di Scozia.dettagli
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20 novembre 1812"L'inganno felice" di Rossini al Teatro del CorsoIl 20 novembre va in scena al Teatro del Corso la farsa in un solo atto L'inganno felice di Gioachino Rossini, sua terza opera in musica - dopo La cambiale di matrimonio e L'equivoco stravagante - e suo primo grande successo. Dopo il trionfale debutto l'8 gennaio a Venezia al Teatro San Moisè, la composizione ha ottenuto la stampa dello spartito, una rarità per l'epoca. Anche a Bologna, come a Venezia, la parte di Isabella è cantata dal soprano Teresa Belloc Giorgi (1784-1855), che in carriera interpreterà numerosi ruoli rossiniani. Con lei sono il tenore Giovanni David (1790-1864), definito da Stendhal “le premier ténor existant”, il baritono Luigi Zamboni (1767-1837) e il buffo Giovanni Bottari. Il “Giornale del Dipartimento del Reno” definisce l'opera un “bel lavoro” e sottolinea che il pubblico è uscito dal teatro appagato.dettagli
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2 marzo 1814Murat "ha preso il posto di corriere"Il 2 marzo Gioacchino Murat riparte improvvisamente alla volta di Modena, alla notizia della sconfitta degli austro-napoletani nei pressi di Parma. Per il suo frequente andirivieni alcuni commentano malignamente che egli ha “preso il posto di corriere”. In realtà egli ha da tempo eletto Bologna come centro dei suoi movimenti, lusingato anche dall'entusiasmo di molti sostenitori di idee liberali. Il 25 marzo il Re di Napoli è di ritorno in città e in suo onore è illuminato il teatro del Corso, dove è messa in scena e cantata dalla famiglia Mambelli l'opera Demetrio e Polibio di Gioachino Rossini. Il 28 gennaio riceve il generale russo Balacheff, latore di una lettera dello zar, e alcuni diplomatici inglesi e austriaci. Alla sera tutti sono invitati a una sontuosa cena dal ministro napoletano Gallo. Murat inviterà a sua volta gli illustri ospiti il giorno seguente.dettagli
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9 agosto 1814"Tancredi" apre la serie dei successi di Rossini al ComunaleLa sera del 9 agosto Gioachino Rossini è presente per la prima volta al Teatro Comunale come compositore. Si rappresenta il Tancredi, che ha trionfato l'anno prima alla Fenice di Venezia, con il contralto Adelaide Malanotte (1735-1832) come protagonista assoluta - e vera e propria creatrice del ruolo di Tancredi - assieme alla bolognese Elisabetta Manfredini Guarmani (1780- 1839), al basso Domenico Remolini e al tenore Lorenzo Sacconi. Le due cantanti, in particolare, "sorprendono e trasportano né loro pezzi". Nella stagione autunnale Rossini trionferà nell'opera buffa L'Italiana in Algeri, con Marietta Marcolini (1780-1855), primadonna ammirata anche da Stendhal, e con Ranieri Remorini. Da questo momento l'attività del Comunale porterà l'impronta del suo genio: saranno allestite a ritmo continuo - e con crescente successo - tutte le sue opere: l’Aureliano in Palmira (1820), la Cenerentola (1821), la Gazza ladra e il Mosè (1822), il Barbiere di Siviglia (1926), Semiramide (1827), l’Assedio di Corinto e Zelmira (1828), Torvaldo e Dorisca e Il Serto Votivo (1829), La Donna del lago (1830), Otello (1831), Matilde di Chabran (1833). Ai “rigoristi” che muoveranno critiche alle sue composizioni, il maestro di Pesaro risponderà dando loro ragione con ironia: "Non avrei tanti errori da rimproverarmi, se leggessi due volte il mio manoscritto". Rientrato a Bologna dopo aver soggiornato nei mesi precedenti tra Genova e Merate, Rossini è stato assunto anche come educatore musicale di Elisa Napoleona Baciocchi, figlia della Granduchessa di Toscana Elisa Bonaparte, da qualche tempo residente in città nel grande palazzo un tempo appartenuto alla famiglia senatoria Ranuzzi.dettagli
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3 ottobre 1814Il Teatro ContavalliIn una parte del convento dei carmelitani di San Martino apre i battenti il 3 ottobre il teatro voluto e finanziato a proprie spese dal dottor Antonio Contavalli, fortunato speculatore sui Beni Nazionali - secondo alcuni ha “ammassato un patrimonio prendendo parte a mercimoni non leciti” - e attore dilettante a tempo perso. Si tratta di un piccolo teatro “di qualche eleganza”. Secondo il Guidicini è destinato al fallimento per la lontananza dal centro, ma in realtà a poco a poco prenderà il posto del Teatro Marsigli come luogo teatrale prediletto dalla piccola borghesia cittadina e sarà frequentato assiduamente dagli studenti della vicina Università. Il progetto dell'edificio, molto originale, è dell'ingegnere capo comunale Giovanni Battista Martinetti e dell'architetto Giuseppe Nadi (1779-1814), che hanno ideato tre ordini di palchi per una capienza di ottocento persone. A decorarlo sono stati chiamati i migliori artisti della vicina Accademia di Belle Arti: gli ornamenti in stucco del boccascena sono di Pietro Trifoglio; la sala e il sipario sono stati dipinti da Antonio Basoli. Altre parti hanno visto all'opera Pietro Fancelli, Luigi Cini, Ridolfo Fantuzzi, Mauro Berti. La decorazione si stende "come un manto" (Lenzi) dall'atrio alla cavea, fino al soffitto e ai camerini, con motivi archeologici alla pompeiana. L'invenzione di Basoli del soffitto a velario “fornirà un modello poi seguito in numerosi altri teatri”, dal San Carlo di Napoli alla Fenice di Venezia. Più in generale l'artista bolognese imposterà “il tono di gran parte della decorazione teatrale dell'Emilia Romagna per tutto il corso dell'Ottocento” (Farioli). Il teatro è inaugurato con il dramma per musica Matilde ossia la Selvaggia di Carlo Coccia. Poco dopo sarà rappresentata L'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, cantata da Maria Marcolini (1780-1855), che avrà tanto successo – riceverà le lodi di Stendhal – da essere replicata al Teatro Comunale e al Corso, mentre la primadonna avrà in dono una cantata di Francesco Sampieri per la sua serata di beneficio. Il Contavalli sarà temporaneamente chiuso dopo la Restaurazione, per la contiguità con la chiesa parrocchiale di San Martino, ma, a seguito di reiterate richieste del proprietario, potrà riprendere nell'estate 1816 con una replica dell' Italiana in Algeri e la prima assoluta del Barbiere di Siviglia di Rossini. Il maestro di Pesaro sarà per diversi anni protagonista del cartellone del teatro: si può dire che esso contribuirà fortemente alla popolarità della sua musica a Bologna. Dal 1818 il teatro sarà affidato alla compagnia di dilettanti dei Filodrammaturgi. Le recite si terranno durante il Carnevale, una o due volte la settimana. Saranno proposte di norma una tragedia e una commedia di Goldoni e inoltre drammi di Gaetano Florio, Filippo Casari, Francesco Avelloni, o traduzioni delle commedie alla moda di August von Kotzebue (1761-1819) e di A. Wilhelm Iffland (1759-1814), ricche di situazioni edificanti e di dialoghi ad effetto. Nel 1822 verrà messo in scena l'Edipo Re di Sofocle, nella traduzione dell'illustre grecista marchese Massimiliano Angelelli. Dopo la morte del proprietario, nel 1823, il Contavalli comincerà ad ospitare spettacoli per beneficenza, tanto che otterrà dal Legato il permesso di apertura anche al venerdì, giorno di vigilia. Le recite saranno messe in scena dall'Accademia dei Sinevergeti, o dei Concordi, un gruppo di attori filodrammatici, che diventerà un'istituzione cittadina. Giovani interessanti, quali Gustavo Modena, Augusto Aglebert, Federico Pescantini, reciteranno al Contavalli commedie alfieriane inneggianti alla libertà. Durante i primi anni del papato di Pio IX, i Concordi si impegneranno a favore dei patrioti esiliati. Una delle recite vedrà in scena anche la grande Adelaide Ristori.dettagli
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30 marzo 1815Il proclama di RiminiAlla testa di un esercito di 30mila uomini, Gioacchino Murat attraversa lo Stato Pontificio e, da Rimini, lancia un proclama agli Italiani, offrendosi di liberare e unificare la penisola. Scritto da Pellegrino Rossi (1787-1848), toscano di nascita, ma laureato e residente a Bologna, il proclama recita così: “L’ora è venuta che debbono compiersi gli alti vostri destini. La Provvidenza vi chiama infine ad essere una nazione indipendente. Dall’Alpi allo stretto di Scilla odasi un grido solo: L’indipendenza d’Italia!”. L'avvocato Rossi sarà anche l'ispiratore dell'Inno all'Indipendenza composto da Gian Battista Giusti, un ingegnere idraulico con estro poetico, dopo l'ingresso di Murat a Bologna. Esso sarà musicato da Gioachino Rossini, giovane precettore dell'ex granduchessa di Toscana Elisa Bonaparte, e da lui diretto al Teatro Contavalli il 15 aprile: Sorgi Italia, venuta è già l'oraL'alto fato compir si dovràDallo stretto di Scilla alla DoraUn sol regno l'Italia sarà (...) Una malevola diceria lo accuserà più tardi di aver offerto lo stesso inno, con parole cambiate, ai nuovi padroni austriaci dopo la Restaurazione. Comunque la polizia pontificia registrerà il compositore pesarese come "fortemente infetto di rivoluzionari principii". Il 31 marzo Murat è accolto trionfalmente a Forlì.dettagli
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1816"Il turco in Italia" di Rossini al Teatro del CorsoNel cartellone d’autunno al Teatro del Corso figura il dramma giocoso in due atti per musica e cori Il Turco in Italia, composto da Gioachino Rossini su libretto di Felice Romani. E’ la prima rappresentazione a Bologna. La prima assoluta è avvenuta il 14 agosto 1814 al Teatro alla Scala di Milano, interpreti Francesca Maffei Festa (1778-1835) e Giovanni David (1790-1864). Inizia in città il “dilagare rossiniano” (Verti), dopo che sempre al Corso in estate è arrivato Il barbiere di Siviglia, reduce dal controverso debutto romano al Teatro Argentina. Nel 1817 l’opera Ciro in Babilonia sarà data addirittura in Palazzo d’Accursio, nell’appartamento del cardinale Legato Alessandro Lante, con l’aggiunta di una cavatina di mano del marchese Sampieri. Nello stesso anno saranno rappresentati la Cenerentola e la Pietra del paragone al Teatro Contavalli, mentre tornerà al comunale il Tancredi, prima opera seria di Rossini, dopo aver girato con successo i palcoscenici italiani ed europei.dettagli
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20 febbraio 1816La prima del "Barbiere di Siviglia" è un fiasco clamorosoAl teatro di Torre Argentina in Roma debutta il 20 febbraio l'opera buffa Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, proposta con il titolo Almaviva, ossia l'inutile precauzione e composta in soli venti giorni su libretto di Cesare Sterbini. Con il baritono bolognese Luigi Zamboni nel ruolo di Figaro, il tenore Manuel Garcia, padre di Maria Malibran, come Almaviva, e la soprano bolognese Geltrude Righetti Giorgi (1793-1862) nel ruolo di Rosina, la prima rappresentazione è un fiasco clamoroso. “Risate, urli e fischi penetrantissimi” sono rivolti al compositore pesarese, che ha osato sfidare il grande Paisiello. Viene criticata inoltre la prestazione scenica della florida primadonna, fischiata praticamente dalla prima nota. Un gatto, che passeggia sul palcoscenico, forse introdotto ad arte dagli avversari di Rossini, provoca miagolii da parte del pubblico. Uno dei cantanti inciampa e si ferisce in malo modo. Il compositore, che per contratto accompagna al cembalo l'orchestra, è criticato per il suo vestito sgargiante color nocciola. Se ne va da teatro apparentemente indifferente ai fischi, ma alla replica, che sarà invece un trionfo, non sarà presente. La prima bolognese del Barbiere - che sarà anche la prima in assoluto con il titolo definitivo - sarà proposta al teatro Contavalli il 10 agosto 1816 e riporterà un grande successo. Lo stesso teatro ospiterà nell'autunno dell'anno successivo la prima bolognese della Cenerentola, ossia la bontà in trionfo, dramma giocoso in due atti, su libretto di Giacomo Ferretti, messo in scena in gennaio al San Carlo di Napoli, dove non ha avuto grande accoglienza. La Righetti Giorgi entrerà in polemica con Stendhal per un suo articolo critico verso Rossini apparso sulla "Gazzetta di Milano", al quale risponderà con il suo scritto Cenni di una donna già cantante (1823).dettagli
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agosto 1816Apertura della Villa Sampieri a CasalecchioLa villa Sampieri a Casalecchio di Reno apre al pubblico con l'allestimento nel teatrino annesso del melodramma Oscar e Malvina, opera del marchese Francesco Giovanni Sampieri (1790-1863). Fin da giovane egli ha mostrato una particolare predilezione per la musica e a soli 17 anni è stato acclamato accademico filarmonico. Allievo di don Valerio Tesei, si è poi dedicato con un certo profitto alla composizione. E' amico intimo di Gioachino Rossini e svolge il ruolo di testimone e rappresentante permanente a Bologna della sua fortuna musicale. Ricopre l'incarico di direttore musicale della Società del Casino ed è solito egli stesso allietare serate musicali con sonate al cembalo e al pianoforte. Grazie alle sue capacità di direttore e organizzatore, nel circolo sono offerti spettacoli di ottimo livello. Tra i suoi meriti vi è anche la diffusione in città della musica di Beethoven. Nel 1818 Sampieri sposerà la cugina Anna de Gregorio, nata in Spagna e già dama di corte dell'Infanta. La coppia diventerà nota per la sua eleganza e lo sfarzo delle serate organizzate nelle varie dimore della famiglia. La villa di Casalecchio, “magnifica, deliziosa, romantica”, attorniata da un vasto parco ricco di “cose notevoli”, come il tempio a Flora, l'obelisco, la torre “dei bassi tempi”, il tempietto cinese, diventerà nei primi decenni dell'Ottocento un centro di cultura musicale e letteraria a livello europeo: Rossini e Donizetti vi dirigeranno applauditi concerti e Stendhal vi sarà più volte ospitato. Durante i suoi soggiorni a Bologna lo scrittore amerà recarsi quasi ogni mattina a Casalecchio per fare una "passeggiata pittoresca" alle cascate del Reno e definirà il parco dei Sampieri come "il Bois de Boulogne di Bologna". Nel 1818 la villa sarà celebrata con un libretto da "molti valenti poeti", tra i quali Dionigio Strocchi, Paolo Costa e Giovanni Marchetti.dettagli
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27 dicembre 1816Stendhal a BolognaTra la fine di dicembre 1816 e il 18 gennaio 1817 Marie-Henri Beyle (1783-1842) detto Stendhal, uno dei maggiori romanzieri francesi dell'Ottocento, è ospite a Bologna. Il suo interesse e la sua curiosità sono rivolti, oltre che agli aspetti più suggestivi della città - i portici, le torri, le gallerie d'arte - alla buona società bolognese. Lettere di presentazione degli amici milanesi lo introducono nei migliori salotti ed ha così l'occasione di cogliere le caratteristiche della locale aristocrazia, da lui giudicata piuttosto spregiudicata e indipendente, poco formale e aliena da ipocrisie. Rispetto a Milano, a Bologna vi è più spirito, fuoco, originalità, c'è "quel misto di passione e immaginazione che occorre per raggiungere la perfezione dello spirito". Tra le cose che lo colpiscono vi è la ricca offerta di spettacoli e accademie musicali, tanto che definirà Bologna "il quartier generale della musica in Italia". Il 18 gennaio è accolto nel palazzo di Cornelia Rossi Martinetti, donna di grande spirito e cultura europea, dove si fa musica e si conduce una conversazione "naturale", ma comunque raffinata come piace a lui. Lo scrittore va quasi tutti i giorni a passeggiare nel parco della chiusa di Casalecchio, che chiamerà “il Bois de Boulogne di Bologna”, ed è spesso ospite nella vicina Villa Sampieri, importante centro di cultura musicale grazie al marchese Francesco Sampieri, compositore di un certo livello e amico fraterno di Gioachino Rossini.dettagli
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17 settembre 1817La "Cenerentola" di Rossini al Teatro ContavalliLe rappresentazioni d'autunno del Teatro Contavalli comprendono La grotta di Trifonio - con musica di Antonio Salieri e testo dell'abate Giovanni Battista Casti - e la Cenerentola ossia La Bontà in trionfo melodramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini. L'opera del maestro di Pesaro, rappresentata per la prima volta il 25 gennaio al Teatro Valle di Roma, è al debutto a Bologna. Protagonista femminile è il contralto Geltrude Righetti Giorgi (1793-1862), la prima Rosina del Barbiere di Siviglia. Maestro al cembalo e direttore dei cori è Andrea Mancini, primo violino Giovanni Bollo.dettagli
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8 gennaio 1818"Ciro in Babilonia" al Teatro del Corso con Luigia AntiAl Teatro del Corso va in scena “Ciro in Babilonia”, dramma in due atti di soggetto biblico di Gioachino Rossini. L‘opera ha debuttato nella Quaresima del 1812 a Ferrara ed è stata ben accolta in varie città italiane, nonostante lo stesso compositore la consideri uno dei suoi “fiaschi”. A Bologna, oltre a Rosmunda Pisaroni e Nicola Tacchinardi, tra gli interpreti principali vi è il soprano Luigia Anti (1794-1837), originaria di Cento e allieva “del bravo maestro Marchesi”. La cantante fu notata fin dall’esordio nel 1811 per la sua "voce forte e armoniosa specialmente nelle corde acute" e soprattutto per la perfetta intonazione. Francesco Sampieri ha scritto per lei la cantata Fille, Licori e Clori, rappresentata nel 1814. In questi anni mostra continui progressi, avviandosi a diventare una delle prime donne sulla piazza. Dopo aver calcato con successo i palcoscenici italiani, nel 1823 sarà protagonista al Teatro Italiano di Mosca. Morirà a Bologna nel 1837.dettagli
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2 maggio 1818Rossini compone a BolognaGioachino Rossini (1792-1868) soggiorna a Bologna e vi inizia a comporre, “avvolto da dolcezze e da delizie affettive di ogni genere” (Emiliani), alcune opere previste per Lisbona e Napoli: Adina ovvero il Califfo di Bagdad, Ermione, Ricciardo e Zoraide. Prepara inoltre il debutto della Gazza ladra al Teatro Nuovo di Pesaro, sua città natale, che avverrà con "furore" il 10 giugno, seguito da ben 24 repliche. Il giovane compositore è accompagnato dalla cantante Isabella Colbran (1784-1845), sua futura moglie, che ha raggiunto il padre Juan nella bella villa di Castenaso, appartenuta un tempo al Collegio di Spagna. Il 2 maggio la giovane soprano, dotata di grandi mezzi canori e considerata "perno utilissimo" dei teatri napoletani, conclude con l'impresario Domenico Barbaja un ricco contratto poliennale. Nella primavera del 1818 è in città anche Niccolò Paganini (1782-1840), reduce dai trionfi alla Scala di Milano, per un colloquio con il castrato Girolamo Crescentini, già protagonista delle scene napoletane (insegnò anche alla Colbran) e ora a maestro di canto tra i più richiesti a Bologna. Il suo incontro con Rossini è tra i più affabili. Tra i due nasce un'amicizia destinata a durare nel tempo. Il maestro pesarese considererà sempre Paganini "il più grande dei violinisti".dettagli
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27 giugno 1818Paganini ripeteNiccolò Paganini (1782-1840), il grande virtuoso del violino, è di ritorno a Bologna, “fortemente sconcertato in ordine alla sua salute”. Vi risiederà per otto mesi, curato da due celebri medici, i professori Giacomo Tommasini e Vincenzo Valorani. Il 27 giugno tiene un concerto al Teatro del Corso, eseguendo tre pezzi. Il cronista della "Gazzetta di Bologna" scriverà: "in tutti portò il Pubblico ad un vero entusiasmo per cui in mezzo alle più vive acclamazioni, fu per più e più volte richiamato sulla scena". Il 2 luglio, dopo la sua trionfale esibizione, è raggiunto in camerino da Gioachino Rossini, che lo invita a pranzo nella villa di campagna di Castenaso. Assieme suoneranno poi - l'uno al cembalo, l'altro al violino - in casa del banchiere Penalver. La sera del 14 luglio, di nuovo in gran forma, Paganini eseguirà al teatro del Corso i pezzi migliori del suo repertorio solistico, mandando il pubblico in visibilio. Smentendo una sua frase proverbiale - "Paganini non ripete" - concederà più volte il bis. Una quarta accademia al Corso sarà aggiunta il 21 luglio per soddisfare gli ammiratori e per questa gli sarà corrisposto un compenso di sette luigi d'oro. Durante il suo lungo soggiorno in città, Paganini verrà aggregato all'Accademia Filarmonica, essendo Principe Stanislao Mattei. Con una "piccola corona di amici" formerà un quartetto che suonerà spesso la musica di Beethoven, sua personale passione.dettagli
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1819"La gazza ladra" di Rossini al Teatro del CorsoIn autunno al Teatro del Corso è rappresentato, per la prima volta a Bologna, il melodramma semiserio La gazza ladra di Gioachino Rossini su libretto di Giovanni Gherardini. L'opera, tratta dal dramma La Pie voleuse ou La Servante de Palaiseau (1815) di T. Badouin d'Aubigny e L-C. Caigniez, ha debuttato nella primavera del 1817 al Teatro alla Scala di Milano. Nella rappresentazione bolognese, promossa dall'impresario Redi, figura tra i cantanti il contralto Irene Cerioli. Le cinque scene sono dipinte da Antonio Basoli (1774-1848).dettagli
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22 gennaio 1822"L'Italiana in Algeri" al Teatro ComunaleAl Teatro Comunale va in scena L'Italiana in Algeri, dramma giocoso in due atti composto in sole quattro settimane da Gioachino Rossini su libretto di Angelo Anelli, rappresentato per la prima volta a Venezia nel 1813 (a Bologna ha debuttato nell‘autunno 1814). L'opera incontra una "generale approvazione". In evidenza è la prima donna Geltrude Righetti Giorgi (1793-1862), che canta in contralto "in un modo veramente sorprendente", conquistando il cuore di tutti. Un giudizio favorevole ottiene anche Vincenzo Botticelli, basso dalla voce "sonora e modulata", che interpreta la parte del Bey "con una forza veramente proporzionata al carattere fiero del Personaggio". E' ritenuto lavoro degno dell'immortale Viganò il balletto eseguito dopo l'opera, composto da Salvatore Scarpa e danzato da Anna Colombieri e Girolamo Albini. Da tempo "malandata in salute", la Righetti Giorgi era ormai da due anni lontana dalle scene, "ridotta a una snervante inazione". Con il ritorno nell'Italiana (e poco dopo nel Ser Marcantonio di Pavesi) i bolognesi le rinnovano "le antiche dimostrazioni di simpatia e di ammirazione". Di lei si dice "La fé natura e poi ruppe la stampa". Per altri invece la recita del Comunale è "uno degli ultimi vividi bagliori di una fiamma ormai destinata a estinguersi".dettagli
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15 marzo 1822Gioachino Rossini sposa Isabella ColbranIl 15 marzo Gioachino Rossini sposa Isabella Colbran (1785-1845), soprannominata “il rosignolo nero”, celebre soprano e primadonna del teatro San Carlo di Napoli, figlia di un apprezzato musicista spagnolo. I due si sono conosciuti a Bologna nel 1807, in occasione del primo passaggio in città della cantante spagnola, accolta l'anno prima all'Accademia Filarmonica. Nel 1815 si sono ritrovati a Napoli: qui a una collaborazione solo professionale si è aggiunta dopo qualche tempo anche un'intesa sentimentale. Le nozze si svolgono in tutta segretezza a Castenaso, nel Santuario della Madonna del Pilar (sec. XVII). I coniugi posseggono, a poca distanza dalla chiesa, una grande villa, descritta da Gaetano Rossi, il librettista del Tancredi, come "deliziosa, per vero: Né più ameni contorni", con bei giardini, boschetti, un laghetto. La tenuta e l'elegante palazzo, con due logge ai lati, un tempo dimora estiva degli alunni e del rettore del Collegio di Spagna, furono acquistati all'incanto nel 1812 dal padre di Isabella. I Rossini, però, non vi risiederanno stabilmente: i molteplici impegni professionali li porteranno, infatti, in giro per vari paesi europei. Il compositore è, in questo periodo, direttore dell'Opera italiana e consulente musicale a Parigi. Dopo il ritiro dalle scene, la moglie trasformerà la villa di Castenaso in giardino di delizie, con molte spese superflue, provocando le continue lamentele del suocero “Vivazza”: "Voi conoscete abbastanza più di me il naturale della vostra signora: essa è tutta grandezza nel suo pensare e io sono piccolissimo nel mio. Ad essa piace scialacquare e far godere li suoi adulatori e a me piace godere la mia tranquillità". Tornato a Bologna nel 1830, Rossini, pur minato da problemi di salute, sarà l'idolo della bella società e protagonista della locale vita mondana. Nel 1837 si separerà dalla moglie consensualmente e nel 1846, dopo la morte di Isabella, sposerà in seconde nozze Olympe Pélissier (1799-1878).dettagli
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7 maggio 1822Un anno d'oro per Rossini al Teatro ComunaleIl 7 maggio al Teatro Comunale va in scena Mosè in Egitto, azione tragico-sacra di Gioachino Rossini, accompagnata dal ballo Orfeo di Giacomo Serafini. I cantanti principali sono il soprano Francesca Maffei Festa (1778-1835), i tenori Berardo Winter e Nicola Tosi, il basso bolognese Agostino Coppi nel ruolo del Faraone. I pareri sono discordanti, ma nel complesso l'esito dello spettacolo può ritenersi mediocre. L'opera è stata rappresentata per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli nel 1818, con il soprano Isabella Colbran, futura moglie di Rossini, nel ruolo di Elcia. Nel 1822 è comunque un anno d'oro per Rossini al Teatro Comunale. Vengono rappresentate diverse altre sue opere: a carnevale La gazza ladra, L'italiana in Algeri e L'inganno felice; in autunno Adelaide di Borgogna e La donna del lago.dettagli
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23 novembre 1823La "Cenerentola" di Rossini al ComunaleIl 23 novembre va in scena al Teatro Comunale La Cenerentola, melodramma giocoso di Gioachino Rossini, su libretto di Giacomo (o Jacopo) Ferretti. Nel 1823 verranno pubblicati i ricordi della soprano Geltrude Righetti Giorgi (1789-1862), primadonna rossiniana per eccellenza, protagonista, nel ruolo di Rosina, della travagliata prima del Barbiere di Siviglia nel 1817. Nel suo Cenni di una donna già cantante sopra il maestro Rossini sostiene che "Cenerentola non può essere cantata con pieno successo che da una persona che possieda un'estensione tutta uguale, agile e pieghevole di 18 corde. Chi non ebbe dalla natura questo dono non avvisi di cantare la parte di Cenerentola giusta la mente di Rossini". Una buona edizione della Cenerentola era già stata allestita al Comunale nell'ottobre del 1821, con il soprano bolognese Caterina Lipparini, "dalla voce limpida e ben modulata", e con il tenore Amerigo Sbigoli, destinato poco dopo a una tragica morte sulla scena.dettagli
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1824Il Liceo musicale diventa Conservatorio stataleIl Liceo Filarmonico, istituito nell'ex convento di San Giacomo nel 1804 e Intitolato a padre Giovan Battista Martini, diventa Conservatorio statale. La nuova scuola musicale ha sei classi di insegnamento: contrappunto, pianoforte, canto, violino, violoncello e oboe. Nel 1828 il regolamento Albani demanderà a un Consiglio d'Arte, presieduto dal Principe dell'Accademia Filarmonica, la nomina dei nuovi insegnanti del Conservatorio e la verifica della preparazione degli allievi. Nel 1839 un nuovo regolamento porterà le materie a 12 e a 90 gli iscritti, con preferenza ai cittadini bolognesi. Sancirà inoltre l'obbligo di residenza per gli insegnanti e la necessità di un "consulente perpetuo onorario", che dal 1839 sarà Gioachino Rossini, tornato in quegli anni a vivere Bologna.dettagli
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1824Il palazzo del maestro RossiniIn strada Maggiore è completata la ristrutturazione di palazzo Poggi Bonetti, ora di proprietà di Gioachino Rossini. Il maestro di Pesaro l'ha scelto come residenza in città per sé e per i suoi genitori. Il progetto è di Francesco Santini (1763 – 1840), che qui si cimenta anche come pittore, decorando la volta delle scale. Sulla facciata campeggia un epigramma di Cicerone, tratto dal De Officiis: “Non domo dominus, sed domino domus”. Rossini ha seguito i lavori con attenzione, affrontando anche un contenzioso con il Comune - sul quale è intervenuto persino il cardinale Legato Folicardi - per la chiusura di un pezzo di portico. Nel salotto arredato con cura, vera e propria piccola mostra d'arte, il maestro riceve il venerdì i concittadini, che accorrono “ad attestargli stima e cordialità”. In queste riunioni egli suona e canta “vari pezzi in lingue diverse”, compreso il dialetto bolognese. Spesso, cedendo alle richieste dei convitati, anche la signora Rossini, la mai dimenticata primadonna Isabella Colbran, si unisce al marito in “graziosissimi duetti”. Dopo la morte del padre, il compositore si trasferirà poco lontano, nei palazzo del tenore Domenico Donzelli, uno dei più belli di Bologna, antica residenza di Ermes Bentivoglio, . La casa da lui restaurata andrà al banchiere Paolo Bignami, marito di Maddalena Marliani, che un tempo “arse divina di immortale amore” il giovane poeta Ugo Foscolo.dettagli
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25 novembre 1824Rossini nominato direttore del Théatre Italien di ParigiIl 25 novembre Gioachino Rossini è nominato direttore del Théatre Italien di Parigi, assieme a Carlo Severini e al marchese Alexandre Aguado. Il contratto lo lega al conte d'Artois, successore di Luigi XVIII, e prevede l'iscrizione nelle liste civili e una pensione annua. Il pesarese accetta la carica offertagli dal visconte de La Rochefoucault, a patto che il precedente direttore, Ferdinando Paer, che pure non gli risparmia feroci critiche, non venga licenziato. E' conosciuto e amato a Parigi grazie a lui, che ha fatto rappresentare molte sue opere. Nella capitale francese Rossini allestirà le prime di Le siège de Corinthe (1826), Moise et Pharaon (1827), Le comte Ory (1828) e del Guillaume Tell (1829), suo capolavoro nel genere serio. Rimarrà stabilmente a Parigi con Isabella Colbran dal 1825 al 1829. Gli spettacoli parigini, di eccezionale qualità, segneranno il suo trionfo e l'apertura dei Francesi all'ascolto dell'opera italiana: nel solo 1825 si conteranno 142 rappresentazioni, tra opere buffe e serie. Anche a Bologna, in questi anni, saranno proposte con successo numerose opere di Rossini. Il 9 gennaio 1826 il compositore pesarese sarà nominato maestro onorario dell'Accademia Filarmonica.dettagli
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17 maggio 1825Muore padre Stanislao MatteiIn una modesta stanza in via Nosadella si spegne a 75 anni il padre francescano Stanislao Mattei (1750-1825), insigne musicista, conosciuto per la sua vasta cultura musicale. Fu allievo di padre Giovanni Battista Martini (1706-1784) e erede della sua cospicua biblioteca musicale. Apprezzato da grandi compositori europei, come Meyerbeer e Mayer, il suo nome è legato alla riforma della musica sacra. Venne considerato “il più sapiente compositore nello stile fugato”. Fu Maestro di Cappella in San Francesco e in San Petronio, membro - e più volte principe - dell'Accademia Filarmonica, che nel 1799 lo acclamò come socio d'onore, "senza sottoporlo all'obbligo dell'esperimento". Insegnante di contrappunto al Liceo Musicale, ebbe come allievi, tra gli altri, Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti. Nel 1800 scrisse un volume su 122 maestri di cappella della famiglia francescana. La sua biblioteca andrà ad arricchire le collezioni del Liceo musicale e del convento di San Francesco.dettagli
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3 ottobre 1825Successo per l'opera "Elisabetta regina d'Inghilterra" di RossiniIl 3 ottobre al Teatro Comunale è in scena l'opera Elisabetta Regina d'Inghilterra, musica di Gioachino Rossini, assieme al ballo eroico-tragico Ezzelino, composto e diretto da Giacomo Serafini. Se la musica non è da tutti gradita, i cantanti tuttavia ottengono un generale successo. In particolare sorprende e incanta, con la sua voce "robusta e melodiosa", il soprano francese Henriette Méric-Lalande (1798-1867), capace di adattare il suo canto ai vari affetti: "Appassionata se ama, fiera se si sdegna, terribile se minaccia, soave, ed affettuosa se perdona, inspira negli entusiasmati uditori le diverse passioni che esprime". Molto applaudita sono anche il mezzosoprano Maria Teresa Cecconi, Accademica filarmonica, che si presta ad eseguire una parte di tenore, e Domenico Reina, che si fa apprezzare nel suo pezzo di introduzione e nei duetti con la Lalande e la Cecconi. Il ballo di Serafini è "assai bene condotto, ragionato e grandioso", con la prima ballerina Teresa Olivieri che "raduna in sé quanto può desiderarsi in una eccellente impareggiabile danzatrice". Le scene dell'opera e del ballo sono di Domenico Ferri (1795-1878). Quella del terzo atto presenta "uno de' più maestosi quadri che si possono vedere".dettagli
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18 ottobre 1825La "Semiramide" di Rossini è "un vero furore"Il 18 ottobre al Teatro Comunale va in scena la prima bolognese della Semiramide, melodramma tragico di Gioachino Rossini, che ha debuttato a Venezia nel 1823. Le cronache teatrali registrano uno straordinario successo. L'opera fa “un vero furore, un vero fanatismo, una vera irruzione”. Grandi lodi vanno, oltre che alla musica, alla primadonna Henriette Méric-Lalande (1798-1867) e ai cantanti Raniero Remorini e Teresa Cecconi. “Musica squisita, attori di primo rango, perfetta esecuzione, decorazioni magnifiche, tutto si è prestato nell'aspetto più favorevole al pubblico ammiratore“. Tratta da una tragedia di Voltaire, Semiramide è stata composta soprattutto nella villa di Rossini a Castenaso, dove il maestro è stato raggiunto dal librettista Gaetano Rossi. Quest'ultimo ne ha scritto a Meyerbeer come "una magnificenza, un affresco veramente imponente". Dal 1820 Rossini ha conquistato il pubblico bolognese, che segue anno per anno con entusiasmo le sue opere maggiori, inscenate a più riprese nei teatri cittadini: Cenerentola, La Gazza ladra, Mosè, Il Barbiere di Siviglia, Il Turco in Italia. La sua musica sembra tendere "ad una specie di gioia fisica del suono, al piacere e alla golosità dell'orecchio" (Rognoni).dettagli
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19 febbraio 1829Sospensione degli spettacoli dopo la morte del PapaIl 19 febbraio vengono sospesi i veglioni e la rappresentazione delle opere liriche, dopo la morte, avvenuta il 10 febbraio del Papa Leone XII. Al Teatro Comunale è in cartellone l'opera di maggior successo di Gioachino Rossini: il Barbiere di Siviglia.dettagli
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17 marzo 1829Sampieri dirige il "Mosè" di Rossini al CasinoNella sala della Società del Casino, il marchese Francesco Sampieri (1790-1863) dirige il Mosè, oratorio sacro di recente composto a Parigi da Gioachino Rossini, con il titolo di Moïse et Pharaon. La prima rappresentazione si è tenuta il 26 marzo 1827 all'Académie Royale de Musique. Tra i cantanti della replica bolognese vi sono Celestino Salvatori, nel ruolo di Mosè, Giuditta Grisi (1805-1840), sorella della più famosa Giulia e specialista delle opere rossiniane, e Eugenia Tadolini. Il libretto è tradotto in italiano per l'occasione. Dove non può essere usata la partitura del primo Mosè in Egitto, composto da Rossini a Napoli nel 1818, "la traduzione si risente della difficoltà di essere soggetta ad una musica già fatta". A parere dei critici l'autore, in questa ripresa francese, ha conservato "li squarci più interessanti del suo primo lavoro" e vi ha aggiunto "tali, e tante bellezze, che non solo il genio, ma il più profondo sapere vi si ammira di quel singolare Compositore". Sampieri, a sua volta, ha il merito di ottenere dagli interpreti, con una preparazione accurata, "la più completa, ed esatta esecuzione, tanto nella parte vocale, quanto nell'istromentale".dettagli
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12 maggio 1829La "Semiramide" di Rossini al Teatro LoupIl 12 maggio nel teatro privato di Emilio Loup (1781-1858) va in scena Semiramide, melodramma tragico in due atti di Gioachino Rossini (1792-1868), eseguito da una Società di giovani dilettanti di musica. La regina di Babilonia è impersonata da Marianna Brighenti (1808-1883), all‘esordio della sua carriera di cantante lirica. La giovane è figlia del tipografo-editore Pietro Brighenti (1775-1848) e amica di Giacomo Leopardi. Il 25 maggio Pietro manderà al poeta un breve resoconto della recita: "Il successo è stato fortunatissimo, e tutti i miei attori sono stati applauditi. Fra questi è la mia Marianna". La sala utilizzata dai Filodrammatici e dagli studiosi di canto “per pratico esercizio“ ha visto l’8 gennaio la messa in scena di Giulietta e Romeo, opera famosissima di Nicola Vaccaj (1790-1848), che ha ottenuto “il più fortunato successo“. Omaggi al maestro Rossini, ormai residente in città, saranno qui tributati più volte: negli anni seguenti andranno in scena Tancredi (1830), Cenerentola (1832), Il turco in Italia (1834) e L'inganno felice (1838).dettagli
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19 luglio 1829Omaggio di Rossini al cardinale BernettiPer l'arrivo a Bologna del cardinale Tommaso Bernetti (1779-1852), ex Segretario di Stato pontificio e nuovo Legato, Gioachino Rossini rielabora due sue cantate: La Riconoscenza (Napoli 1821) e Il vero omaggio (Verona 1822). Con esse compone l'azione pastorale Il serto votivo, che viene rappresentata il 19 luglio al Teatro Comunale.dettagli
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settembre 1829Gioachino Rossini si stabilisce a BolognaDopo venti anni di trionfi in tutta l'Europa, Gioachino Rossini decide di stabilirsi definitivamente a Bologna, dove da tempo risiede la sua famiglia. A lasciare Parigi lo spingono il sentore di una prossima rivoluzione, le esortazioni del padre Vivazza, che è andato a trovarlo dopo la morte della moglie Anna, il desiderio di porre fine ad una vita randagia e faticosa. Grande è anche per lui il rammarico di non potersi godere le modeste fortune accumulate con il lavoro: "quello che mi dispiace" scriveva nel 1927 al cognato "è che tutte le nostre belle cose che abbiamo a Bologna le goda li sorci". II maestro torna a Bologna in settembre, minato dalla depressione. E' al culmine del successo, "sino al giorno d'oggi è stato sempre a godersi tutte le belle città del mondo", ma decide il distacco dal "vasto sito" parigino per il piccolo paese, per una "tranquilla dimora" all'ombra delle due torri. Nel capoluogo emiliano Rossini viene coinvolto "nel turbine della vita mondana" e diviene "l'idolo della bella società" (Calore). I bolognesi faranno a gara ad ospitarlo in fastosi ricevimenti. Grande privilegio sarà considerato sentirlo suonare nelle serate tra conoscenti. La sua casa diventerà, d'altra parte, un punto di riferimento della vita musicale. Cantanti e musicisti vi andranno in pellegrinaggio per avere dal Maestro giudizi sulle loro qualità e raccomandazioni per la loro carriera.dettagli
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maggio 1830Rossini dirige "Il Turco in Italia" in casa SampieriPer festeggiare l'onomastico del marito, la marchesa Sampieri fa costruire “un domestico elegantissimo Teatro” in una delle sale del suo palazzo e recita lei stessa, assieme ad altri “ragguardevoli soggetti”, una farsa francese intitolata Il Cuoco e il Segretario. Viene inoltre eseguito il “celebratissimo dramma” Il Turco in Italia, diretto “dall'immortale suo autore” Gioachino Rossini, che per l'occasione lo riduce ad un solo atto, per renderlo meno faticoso e difficile per i cantanti. I “numerosi e coltissimi uditori” rimangono incantati da questa esecuzione. Amico fraterno di Francesco Sampieri, Rossini interviene, con un coro da lui composto, anche in uno dei tableaux che celebrano i meriti musicali del marchese, animatore della Società del Casino. Il maestro pesarese sarà protagonista anche in giugno al Teatro Loup, dove, su iniziativa di una "unione di amatori", verrà dato il suo Tancredi, diretto da Giuseppe Manetti.dettagli
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7 febbraio 1831Rossini in primo piano al Teatro ComunaleAl Teatro Comunale sono previste alcune opere di Gioachino Rossini, con compagnie di canto scelte da lui stesso. Il 7 febbraio va in scena Eduardo e Cristina, che ha già ottenuto grande successo a Venezia nel 1819. Poi è la volta di Otello, con il grande Domenico Donzelli - giudicato “l'unico vero tenore” dell'epoca - nella parte del Moro di Venezia. Segue l'opera Semiramide, in cui fa furore la primadonna Marietta Albini, detta “la Napoleona”. Il 3 marzo, in piena rivoluzione, è eseguito un Inno italiano composto - all'insaputa di Rossini, che in questo periodo risiede a Parigi - con la musica di uno dei cori del Guglielmo Tell.dettagli
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1832Palazzo Riario-Aldini venduto al tenore Domenico DonzelliIl tenore Domenico Donzelli (1790-1873), uno dei più celebri interpreti rossiniani, acquista dagli eredi del nobile cubano Diego Pegnalverd, ex membro del governo napoleonico, il palazzo Riario in Strada Maggiore. Costruito nel XVI secolo, il prestigioso edificio fu concesso in enfiteusi nel 1796 da Raffaello Riario Sforza al futuro ministro di Napoleone Antonio Aldini, che lo utilizzò come residenza di città, affidando nel 1798 la sua ristrutturazione all'architetto Giovanni Battista Martinetti. Questi ridisegnò sulla facciata il cornicione di terracotta con fregio, prolungandolo sulla casa vicina, e divise il grande salone in due stanze: la Sala della Virtù e la Sala delle Feste. La decorazione dell'interno fu affidata ai migliori artisti dell'epoca, da Serafino Barozzi (1735-1810) a Antonio Basoli, da Pietro Fancelli a Gaetano Lodi, mentre la splendida stanza "alla boschereccia", detta Sala del Convito, fu dipinta nel 1805 da Vincenzo Martinelli e Pelagio Palagi. Al piano terreno, quattro salette furono decorate dall'estroso Felice Giani, al debutto a Bologna dopo la gloriosa impresa faentina di Palazzo Milzetti. L'edificio rinnovato risultò così "un'antologia quasi completa degli arredatori d'interni d'età neoclassica" e un "sobrio esempio di raffinata moderazione" architettonica, inserito con naturalezza nel contesto edilizio dell'antica strada (Matteucci). Messo da parte politicamente, rovinato economicamente e perseguitato dai creditori, Aldini fu costretto a vendere il palazzo, che nel 1870 sarà ceduto alla famiglia Sanguinetti. Nel corso dell'800 esso ospiterà a più riprese lo scrittore francese Stendhal e servirà a Gioachino Rossini durante la ristrutturazione della sua dimora bolognese, situata poco lontano.dettagli
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24 ottobre 1832"Ricciardo e Zoraide" di Rossini con Carolina PasseriniIl 24 ottobre va in scena al Teatro del Corso l'opera Ricciardo e Zoraide, con musica di Gioachino Rossini, seguita dal ballo Eteocle e Polinice, composto e diretto da Livio Morosini. Le repliche continueranno fino al 19 novembre, alternate a quelle del Barbiere di Siviglia e alle serate di beneficio del coreografo e della primadonna Carolina Passerini, accademica filarmonica a Bologna. Quest'ultima è apprezzata nelle opere di Rossini per la "bella ed estesa voce", le maniere soavi, le grazie che rapiscono. Risulta perciò "gradita oltre ogni credere al pubblico intelligente".dettagli
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7 maggio 1833"Matilde di Shabran" di Rossini al ComunaleIl 7 maggio va in scena al Teatro Comunale l'opera lirica Matilde di Shabran, ossia Bellezza e cuor di ferro di Gioachino Rossini, su libretto di Jacopo Ferretti. Composto in tutta fretta nel 1820, il melodramma risente degli autoprestiti da altre opere, quali Ricciardo e Zoraide, La donna del lago, Eduardo e Cristina. Alla prima al Teatro Apollo di Roma, il 24 febbraio 1821, ha suonato anche Niccolò Paganini. Dopo un'accoglienza iniziale piuttosto fredda, la Matilde ha avuto diverse repliche, al San Carlo, alla Scala, a Vienna. Nel 1823, all'Her Majesty's Theatre di Londra, protagonista femminile fu Isabella Colbran. A Bologna, dopo la prima, cantata da Clementina Tomasi al posto di Rosa Cajani, la replica del 19 maggio ottiene un lusinghiero successo, con il tenore Gilbert-Louis Duprez, famoso per il "do di petto", nel ruolo di Corradino e il soprano Virginia de Blasis in quello di Matilde.dettagli
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31 marzo 1834Va in scena l' "Otello" di Rossini. In delirio per la MalibranIn primavera si tiene al Teatro Comunale una memorabile esecuzione dell'Otello, ossia il Moro di Venezia di Gioachino Rossini, con Lorenzo Bonfigli, Paolo Ceresini nel ruolo di Jago e la grande Maria Malibran in quello di Desdemona, “amante e sposa occulta”. Il capolavoro del maestro pesarese debuttò a Napoli nel 1816, ricevendo le lodi del regio soprintendente don Giovanni Carafa, che parlò di musica superba, "di un totale trionfo". Pochi anni dopo Franz Schubert commentò così: "Impossibile negare a Rossini un genio straordinario. La strumentazione è spesso originalissima, e così il canto". A Bologna l'opera è andata in scena per la prima volta il 20 gennaio 1827, sempre al Teatro Comunale. La Malibran ottiene in questa occasione un grande trionfo: il giornale “L'Eco” parla del suo canto come di “arte che gareggia con la natura”. “L'ammirazione e il compianto” trascinano gli spettatori “all'entusiasmo di emozione, e per lo esclamare e applaudire”. Le esibizioni della Malibran nella stagione di primavera, in vari teatri cittadini, costituiscono un momento centrale della vita culturale bolognese. Il pubblico mostra “brama avidissima di rivederla e risentirla in ogni giorno”. L'apparire della "Donna del Canto" è considerato un "gran beneficio", che merita gli "omaggi dell'universale". Il 23 aprile si terrà al Comunale una serata a beneficio della Malibran, che canterà la Norma di Bellini e ognuno degli spettatori mostrerà “in volto e negli atti di sentire profondamente le dolcezze d'Amore”.dettagli
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24 gennaio 1835Libretto di Carlo Pepoli per i "Puritani" di Vincenzo BelliniAl Théâtre de la comédie italienne di Parigi l'opera seria in tre atti I Puritani, ultimo capolavoro di Vincenzo Bellini (1801-1835), ottiene “il più eclatante e i il più giusto successo”. Il libretto, tratto dal dramma storico Têtes rondes et Cavaliers di Ancelot e Saintine, è di Carlo Pepoli (1796-1881), letterato bolognese, di nobile famiglia, rifugiato in Francia dopo i moti del 1831 e ormai conosciuto "per i suoi scritti sulle belle arti e per un volume di poesie piene di grazia ed eleganza". Nel suo faticoso lavoro di adattamento il librettista ha modificato la struttura originaria del dramma, puntando sulla relazione tra i protagonisti a scapito del contesto storico. Delle difficoltà incontrate è testimonianza una lettera di Bellini: "Pepoli lavora, e mi costa assai fatica il portarlo innanzi; la pratica gli manca, ch'è gran cosa". Durante le sue lezioni all'University College di Londra, dichiarerà gli intenti politici del libretto e la pesante censura subita. I Puritani saranno rappresentati a Parigi ben diciotto volte nei primi mesi del 1835, per trasferirsi in maggio al King’s Theatre di Londra. Durante l'esilio parigino, Carlo Pepoli scrive anche alcuni testi per le Soirées musicales di Gioachino Rossini, arie e duetti per canto e pianoforte, composti nei primi anni Trenta.dettagli
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marzo 1836Il "Guglielmo Tell" di Rossini alla Società del CasinoNella Quaresima del 1836 presso la Società del Casino, situata nel palazzo Bolognini Amorini Salina, viene eseguito, per la prima volta a Bologna, in forma di concerto, il Guglielmo Tell, ultima opera di Gioachino Rossini. Tra gli interpreti vi sono il baritono Paolino Ferretti, il tenore Gaetano Nerozzi, Vincenzo Lucantoni e la contessa Lazise. L'opera è ancora vietata dalla censura nei teatri dello Stato Pontificio, a causa del libretto tratto dal dramma omonimo di Friedrich Schiller, sospettato di inneggiare alla libertà del popolo italiano.dettagli
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29 maggio 1837Balzac incontra Rossini a BolognaLo scrittore francese Honoré de Balzac (1799-1850), di passaggio a Bologna in compagnia della contessa Clara Maffei, visita la pinacoteca dell'Accademia di Belle Arti e incontra Gioachino Rossini, da poco tornato in città. In seguito dirà di aver visto "la Santa Cecilia di Raffaello e anche la Santa Cecilia di Rossini", cioè la bella compagna del compositore - e futura moglie - Olympe Pélissier, già conosciuta a Parigi. Si lamenterà, inoltre, di non aver trovato musica a Bologna, se non quella ascoltata dagli angeli nel dipinto di Raffaello e quella che "riposa nella testa" di Rossini, essendo il compositore ormai lontano dalle scene.dettagli
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14 luglio 1837La Cassa di RisparmioUn decreto del Legato cardinale Vincenzo Macchi sancisce l'apertura della Cassa di Risparmio di Bologna, creata da circa cento privati cittadini. Tra gli azionisti fondatori figura anche Gioachino Rossini. La banca accetta depositi in denaro e concede prestiti dietro determinate garanzie. I depositi possono essere effettuati ogni domenica, eccetto Pasqua e Natale. La restituzione dei depositi è fissata per il mercoledì. La prima sede è in un locale al piano superiore del Palazzo del Podestà, concesso gratuitamente “dalla Comunale Rappresentanza”. Dal 1° ottobre l'istituto comincia a ricevere “i risparmii (sic) degl'industriosi” . I depositi all'apertura sono 126, per 213 scudi e 21 baiocchi. Nel 1876 assommeranno a 15 milioni di lire. L'apertura di questa banca, pensata come una società di credito al servizio delle classi popolari, è un indicatore di ripresa economica, dopo un lungo periodo di depressione contrassegnato dalla scarsità di capitali d'investimento.dettagli
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luglio 1838Un'opera buffa per marionetteAll'Arena del Pallone (o Sferisterio) si rappresenta un'operetta in due atti, La distruzione dei masnadieri, che, nonostante il titolo serio, che evoca Schiller, è un'opera buffa per marionette, lavoro molto comico e tutto in dialetto. Autore del testo e della musica è Paolo Diamanti, chiamato Narciso dei Marionetti, interprete di quelle tipiche canzoni bolognesi, dette "narcisate", che fungono da intermezzi delle commedie per marionette al Teatro della Nosadella. Egli stesso recita travestito da Susanna, una vecchia fattucchiera, che con un sonnifero mette i briganti fuori combattimento. Copista di musica prestato alle scene, Diamanti afferma che il suo lavoro non è una commedia, né una tragedia: "è un'insalata tutta imbrogliata, fatta da me, Matto si sa". Fatto sta che lo spettacolo ha un fantastico successo e moltissime repliche. E il trionfo sarà rinnovato nel 1843 al Teatro della Nosadella con la commedia La lit in piaza (La lite in piazza), alla quale assisterà anche Gioachino Rossini. Nell'occasione il maestro si divertirà "pazzamente" e consumerà in teatro, con la sua comitiva, una cena con "prosciutto, ali di gallinaccio, bocca di dama, sfrappole e vini eccellenti".dettagli
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22 luglio 1838Per Jules Janin il cimitero è più allegro della cittàLo scrittore e drammaturgo Jules Janin (1804-1874), esponente del Romanticismo francese, ingegno brillante e irriverente, viaggia nel 1838 in Italia e visita brevemente anche Bologna. Ha l'impressione di un luogo grottesco, di una città "silenziosa e trista" in cui "si respira non so quale odore confuso di teologia e di atticismo, di poesia e di fieno, di biblioteca e di museo, d'amore e di cimitero". Rimpiange i lontani tempi in cui l'Università era piena e un "esercito di professori e di scolari" dibatteva liberamente ogni giorno, suscitando tante idee e “paradossi“. Bologna era allora un "terreno neutro riservato alle scienze ed alle arti, lungi dai campi di battaglia". Durante la permanenza Janin visita il cimitero della Certosa e formula giudizi estremi: "Città e cimitero sono la medesima cosa; entrare in essa è porre il piede nelle sue tombe". Anzi "pur convien dire che il cimitero è più ridente della città". Le reazioni non si faranno attendere: i più benevoli considereranno l'ospite francese un ingenuo e superficiale che "trascorse (Bologna) colla rapidità del lampo, e ardì giudicarla secondo quel po' di spirito che ha e quella mal concepita idea che poteva farsene in quei rapidi momenti". Altri affermeranno senza mezzi termini che "o l'Autore non viaggiò per l'Italia, o viaggiava dormendo". Anche il giovane Marco Minghetti preparerà una lettera di risposta in francese per il "Journal des Débats", che ha pubblicato la relazione di Janin, difendendo Bologna e vantandone le tradizioni culturali. La lettera, però, non sarà mai spedita. Minghetti ricorderà più avanti di aver chiesto un parere a Gioachino Rossini, di cui lo scrittore millantava l'amicizia: "Egli mi fece comprendere che una risposta sì fatta al Janin sarebbe stata del tutto inopportuna e non avrebbe prodotto effetto alcuno, se non forse quello di far sorridere di noi, poveri provinciali, che prendevamo sul serio gli scherzi leggieri di un novellista, destinati ad aver la vita momentanea del giornale".dettagli
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28 aprile 1839Rossini consulente onorario del Liceo MusicaleGioachino Rossini, il più grande operista italiano, tornato a vivere a Bologna dopo aver smesso di comporre per le scene, accetta "con vera esultanza" la carica di consulente onorario perpetuo del Liceo Musicale, proposta "in apposita sessione consigliare con pienezza ed unanimità di voci e di applausi solennemente acclamata". Il Maestro manterrà ufficialmente la carica fino al 1861, anche dopo il definitivo congedo dalla città delle due torri. Chiamerà ad insegnare il grande pianista Stefano Golinelli (1818-1891), considerato il Liszt italiano, e tenterà - purtroppo invano - di portare al Liceo bolognese Saverio Mercadante, Giovanni Pacini e Gaetano Donizetti. Con lui la musica moderna di Mandelssohn e Beethoven sarà inclusa nei programmi di studio e a Bologna si cominceranno a sentire spesso le “musiche tedesche” di Haydn e Mozart, finora relegate in secondo piano dal gusto per il melodramma.dettagli
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22 giugno 1840Nomina di Mercadante al Liceo musicaleIl 22 giugno il consiglio comunale nomina il compositore Giuseppe Saverio Mercadante (1795-1870) maestro di contrappunto e Censore degli studi al Liceo Musicale, sulla cattedra che fu di Stanislao Mattei. Il celebre musicista è nominato anche insegnante di contrappunto e direttore della Cappella di S. Petronio, oltre che membro dell'Accademia Filarmonica. La sua presenza a Bologna è fortemente voluta da Gioachino Rossini, consulente del Liceo musicale e suo sodale al Theatre Italien di Parigi. Purtroppo, dopo una prima accettazione, il compositore di Altamura rinuncerà alla carica. Allettato dalla proposta di assumere la direzione del conservatorio di Napoli, verrà meno ai patti con Rossini. Quest'ultimo si lamenterà a lungo di non riuscire a trovare un sostituto alla sua altezza. Negli anni seguenti falliranno anche i tentativi di coinvolgere Giovanni Pacini e Gaetano Donizetti.dettagli
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3 ottobre 1840Censurato il "Guglielmo Tell" di RossiniIl Guglielmo Tell di Gioachino Rossini non può essere rappresentato a Bologna fino al 1838 - dopo la partenza dalla città della guarnigione austriaca - per i contenuti ritenuti sovversivi del libretto. L'opera è reduce da un grande successo a Parigi. Alla prima del 3 agosto 1829 al Théâtre de l’Académie Royale de Musique ha assistito entusiasta anche il giovane Liszt. Divenuta simbolo di libertà, per anni verrà eseguita solo parzialmente e quasi in clandestinità nelle sale private. Nonostante le richieste della censura pontificia, nell'autunno del 1840 l'impresario Fares riuscirà ad aggirare l'ostacolo di cambiamenti troppo radicali e umilianti per l'autore, mutando il titolo, divenuto Roberto di Sterlinga, ma utilizzando le partiture e il libretto di una precedente rappresentazione ad Ancona, più fedeli all'originale. Il 3 ottobre al Teatro Comunale, con la direzione del maestro Pietro Romani, canteranno Luigi Maggiorotti, il tenore Nicola Ivanoff (1810-1880), pupillo di Rossini, nella parte di Arnoldo e Fanny Golderbergh. Le traversie del Guglielmo Tell contribuiranno probabilmente alla scelta di Rossini di non comporre più per il teatro, nonostante l'ancor giovane età. Nello stesso tempo le “parole di libertà” di quest'opera saranno usate dal compositore pesarese per rintuzzare “l'epiteto di codino” sollevato contro di lui negli ambienti liberali.dettagli
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18 marzo 1842Lo "Stabat Mater" di Rossini all'ArchiginnasioNell'Aula dei Legisti dell'Archiginnasio si esegue il 18 marzo lo Stabat Mater di Gioachino Rossini, diretto da Gaetano Donizetti. L'opera ha avuto grande successo a Parigi nel gennaio 1842 e il maestro pesarese ha accettato di eseguire la prima italiana a Bologna, purché il ricavato servisse a fondare "almeno le prime basi" di una cassa di pensione per cantanti e musicisti bolognesi "specialmente bisognosi" (la futura Istituzione Rossini). Per l'occasione è raccolta un'orchestra di 63 elementi, in parte professionisti, in parte giovani studenti o aristocratici dilettanti. Stessa composizione ha il coro, di 87 elementi. Tra i solisti, vagliati da Rossini personalmente, spiccano i nomi del soprano Clara Novello (1818-1908), insuperabile interprete delle opere di Donizetti, e del famoso tenore Nicola Ivanoff (1810-1880). Vi sono anche dilettanti di talento, quali la contessa Clementina degli Antoni e il conte Pompeo Belgioioso. Per non creare disturbo durante le prove, circondate da grande riserbo, è deviato persino il traffico delle carrozze. La sera della prima, alla quale assistono anche il cardinale legato Spinola e l'Arcivescovo Oppizzoni, Rossini si assenta, dopo aver presentato il maestro Donizetti e i cantanti. Interverrà solo alla terza e ultima esecuzione, accolto da “festosissime acclamazioni”. Apparirà allora particolarmente emozionato: abbraccerà e bacerà il direttore e piangerà a dirotto, tra le grida assordanti del pubblico. Dopo questo importante evento musicale, l'aula dell'Archiginnasio sarà conosciuta per sempre come la Sala dello Stabat Mater. Una replica dell'opera si terrà a palazzo Hercolani, sede di un frequentato salotto letterario animato dalla principessa Maria Laura Malvezzi (Donna Marì). Il successo dello Stabat Mater accellererà le trattative di Rossini e del Comune di Bologna per avere Donizetti come direttore del Liceo musicale, avviate fin dal 1841. Al maestro bergamasco verrà offerta anche la direzione di tutte le manifestazioni cittadine e uno stipendio maggiore di quello in precedenza concordato con Mercadante. Il marchese Pizzardi gli offrirà un "delizioso appartamento" nel suo palazzo. Nonostante gli accorati appelli di Rossini - "Non m'abbandonare Donizetti! Attendo come una innamorata la tua decisione" - il tentativo non andrà a buon fine.dettagli
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luglio 1842Verdi e Rossini: un'amicizia duratura in nome di IvanoffNell'estate del 1842 Giuseppe Verdi, reduce dal successo del Nabucco, fa visita a Bologna a Gioachino Rossini. Il compositore pesarese ha in mente di coinvolgerlo in un piano a favore del celebre tenore Nicola Ivanoff (1810-1880), suo protetto. L'incontro è cordiale e fa nascere una duratura amicizia. Verdi accetta di musicare per il tenore russo una nuova scena dell'Ernani, scritta dal librettista Francesco Maria Piave. Ivanoff canterà la nuova aria "Odi il voto o grande Iddio" alla prima di Parma del 1845, ottenendo un enorme successo. Il favore sarà ripetuto nel 1846, quando Verdi riceverà da Rossini la richiesta - che non oserà rifiutare - di una nuova romanza dell'Attila per Ivanoff. Dopo l'esito trionfale della prima a Trieste, il tenore russo continuerà anche negli anni seguenti a cantare la parte di Foresto nella variante voluta da Rossini, suscitando puntualmente le ovazioni del pubblico.dettagli
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21 agosto 1842L'onomastico di Rossini festeggiato in musicaIl pomeriggio del 21 agosto, nella villa abitata da Gioachino Rossini fuori Porta Castiglione, un gruppo di amici e ammiratori organizzano "alcuni trattenimenti" per festeggiare il suo onomastico. Il maestro assiste all'ascensione di "un gigantesco e magnifico globo aerostatico" e a uno spettacolo di fuochi d'artificio. Un "eletto numero di professori" esegue per lui una riduzione per strumenti a fiato delle arie dello Stabat Mater, messa a punto dal celebre suonatore di fagotto Giovanni André, stimato insegnante di musica e Accademico Filarmonico. L'adattamento dell'opera, giudicato da Rossini "preciso e ingegnoso", è stato fatto senza la partitura originale, utilizzando una versione francese per solo canto e pianoforte e sfruttando il ricordo dell'esecuzione all'Archiginnasio, alla quale André ha partecipato.dettagli
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3 ottobre 1842Il debutto di Marietta AlboniIl 3 ottobre va in scena con grande successo al Teatro comunale la tragedia lirica Saffo di Giovanni Pacini (1796-1867), su libretto di Salvatore Cammarano. Nei ruoli protagonisti si esibiscono Pietro Balzar (Alcandro) e Emilia Hallez (Saffo). L'opera segna il debutto, nella parte di Climene, di Marietta Alboni (1826-1894), cantante cesenate di soli sedici anni protetta da Gioachino Rossini. Il maestro, al quale la giovane è da sempre devota, l'ha ammessa al Liceo Musicale e l'ha aiutata accogliendola nel coro dello Stabat Mater, poi portandola in tournée in varie città italiane. La Alboni sarà da molti considerata il più grande contralto di tutti i tempi. Subito dopo l'esordio bolognese - è presente anche nella Sibilla di Pietro Torrigiani (1810-1885) nel ruolo di Ismalia - debutterà a Milano alla Scala, inaugurando una carriera di grande successo nei teatri d‘Europa e in America. Il legame con Rossini, sempre mantenuto, la porterà a cantare per i suoi funerali nel 1868.dettagli
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24 gennaio 1843Un busto per RossiniIl 24 gennaio il Consiglio comunale approva, “con acclamazione pienissima”, la proposta di un monumento a Gioachino Rossini, destinato alla sala del Liceo musicale. Viene commissionato allo scultore bolognese Cincinnato Baruzzi (1796-1878). In seguito, le diverse opinioni sulla grandezza e la collocazione dell'opera faranno abortire il progetto. Lo scultore ospiterà comunque un busto del maestro pesarese nella sua villa sui colli. Nel 1869, per iniziativa di Quirico Filopanti, un'erma di Rossini sarà collocata nel pantheon della Certosa e una lapide commemorativa sarà murata all'Archiginnasio, nella sala in cui ebbe luogo, il 18 marzo 1842, la prima italiana del suo Stabat Mater. La mancata realizzazione del monumento sarà, secondo Zanolini, una delle principali ragioni del rancore di Rossini verso la città di Bologna.dettagli
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19 marzo 1843Rossini dirige BeethovenGioachino Rossini dirige gli studenti del Liceo filarmonico nella Settima sinfonia di Beethoven, in prima assoluta a Bologna. In questo periodo il maestro pesarese si occupa attivamente della didattica musicale del Liceo, introducendo nuovi strumenti e nuove partiture, in particolare quelle degli amati maestri tedeschi, come Mozart e Haydn.dettagli
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17 aprile 1843La "Giovanna di Napoli" di Malipiero al ComunaleIl 17 aprile va in scena al Teatro comunale il dramma serio in tre parti Giovanna prima regina di Napoli. L'opera ha debuttato a Padova nel 1842, mettendo in luce le doti di Francesco Malipiero (1824-1887), giovanissimo compositore e pianista veneto, molto stimato da Gioachino Rossini. A Bologna i cantanti principali sono Desiderata Derancourt (Giovanna), Domenico Cosselli, cantante di camera della duchessa di Parma (Ugo), Gioacchino Ramoni (Enrico) e Gaetano Fiori (conte Capanno). La Derancourt e Casselli saranno protagonisti anche in spettacoli successivi. Nel 1843 al Comunale domineranno le opere di Gaetano Donizetti (1797-1848), ben quattro: Marino Faliero (29 aprile), Le convenienze teatrali (18 maggio), Roberto Deveraux (19 ottobre) - con Badiali, Fraschini e la Strepponi - e Lucia di Lammermoor (4 novembre). In ottobre vi sarà anche il debutto a Bologna di Verdi col Nabucco.dettagli
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19 ottobre 1844L' "Ernani" di Verdi con Nicola IvanoffIl 19 ottobre al Teatro Comunale va in scena la prima bolognese dell'Ernani di Giuseppe Verdi. L'opera segna il ritorno, a grande richiesta, del tenore russo Nicola Ivanoff (1810-1880), protagonista assieme al soprano tedesco Sofia Loewe e al baritono italo-francese Felice Varesi. Cantante protetto da Gioachino Rossini, destinato a divenire bolognese d'adozione, Ivanoff ha fatto furore, nella stagione autunnale 1839 del Comunale, nella Lucia di Lammermoor e nell'Anna Bolena di Donizetti. E' stato, inoltre, grande interprete nello Stabat Mater di Rossini, rappresentato all'Archiginnasio nel 1842. Su richiesta del maestro pesarese, Verdi ha scritto appositamente per lui alcune romanze dell'Ernani e dell'Attila, sostituendo pezzi di minore effetto.dettagli
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28 febbraio 1845Rossini replica il suo "Stabat Mater" a palazzo HercolaniA Palazzo Hercolani Gioachino Rossini, definito dal giornale “Il Felsineo” “sterminato portentoso Genio d'Italia nostra”, replica il suo Stabat Mater in versione ridotta per soli pianoforte e archi. Ad ascoltarlo vi è una “numerosissima adunanza” di persone raccolta dalla Principessa Maria Malvezzi - Donna Marì (1780-1865) - vedova di Astorre Hercolani (1779-1828) e animatrice dei salotti bolognesi. La direzione è affidata in questa occasione al maestro Domenico Liverani (1805-1877), allievo di Mattei e clarinettista di fama internazionale. La passione del teatro ha condotto Maria a costruirne uno tutto suo all'interno della grande dimora di Strada Maggiore, piena dei “più preziosi capi lavori d'arte dal 1300 fino all'epoche le più luminose”. Rossini tornerà a Palazzo Hercolani il 14 marzo successivo per dirigere ed eseguire al pianoforte tre cori, intitolati Fede, Speranza e Carità, tratti in gran parte dall'Edipo a Colono, nel corso di una “grande accademia vocale ed istrumentale”.dettagli
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23 luglio 1846Inno a Pio IX su musica di RossiniCinquecento tra strumentisti e cantori, ritti sulla scalinata di San Petronio, eseguono l'inno sacro dal titolo Grido di esultazione riconoscente al sommo pontefice Pio IX, composto su musiche di Gioachino Rossini. L'opera vale per il contenuto liberale. Per la parte musicale, il maestro pesarese adatta un coro composto in precedenza, a sua volta copiato dalle arie dell'opera lirica La Donna del Lago del 1819. L'esecuzione non è pari all'aspettativa, “per la vastità del luogo” e perché la piazza, stracolma di gente, si è “fatta inarmonica”, ma è comunque di grande effetto e riceve applausi entusiasti. Alla sera vi sono dimostrazioni popolari di giubilo sotto la residenza del Legato e dell‘Arcivescovo. Il 26 giugno si terrà in San Petronio un solenne Te Deum per l‘amnistia. In piazza un coro di giovani canterà un nuovo inno per Pio IX composto dal maestro Gaetano Magazzari.dettagli
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16 agosto 1846Seconde nozze per Gioachino RossiniIl 16 agosto nella cappella della villa del marchese Annibale Banzi fuori porta Santo Stefano, chiamata la "Rocca d'Amore dei Boccadiferro", Gioachino Rossini, vedovo di Isabella Colbran, sposa in seconde nozze Olympe Pélissier, dilettante di musica e sua fervente ammiratrice, conosciuta durante il suo soggiorno a Parigi. Dopo aver contratto nel 1829 una malattia venerea, diagnosticata nel 1832 come gonorrea cronica, il maestro è caduto in una grave depressione psicologica, anche per la ferrea dieta impostagli dai medici. Sarà grazie alla sua incrollabile devozione se potrà avere una "vecchiaia sopportabile". Alcuni critici imputeranno alla Pélissier, austrofila e di idee antiliberali, una pessima influenza sul maestro sul piano politico e giudicheranno il suo disamore per Bologna - ritenuta città troppo provinciale - uno dei motivi della scelta dei coniugi Rossini di abbandonare per sempre la città.dettagli
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1 gennaio 1847Una cantata di Rossini e Marchetti per Pio IXAlle 3 di notte del 1° gennaio nell’aula massima del Campidoglio, alla presenza di nove cardinali e “sceltissimo uditorio”, viene eseguita una cantata in onore di Pio IX scritta da Giovanni Marchetti (1790-1852) e musicata da Gioachino Rossini (1792-1868). Del nuov’anno già l’alba primiera Di Quirino la stirpe ridesta E l’appella alla santa Bandiera Che il miglior de’Gerarchi levò. Esultate, accorrete o fratelli, Gran momento per tutti s’appresta Per la ville, per gli alti castelli Una voce solenne suonò. Su, rompete le vane dimore, Accorrete all’invito di Pio: Basti Ei solo a destarvi nel core, La scintilla che l’ozio ammorzò. Benedetto chi mai non dispera Nell’aita suprema di Dio! Benedetta la santa Bandiera Che il miglior de’Gerarchi levò In mattinata nella piazza del Popolo si riuniscono in corteo gli studenti della Sapienza amnistiati, gli artisti e “una parte di ardenti popolani”. Guidato da Ciceruacchio e da C. Matthey e ingrossato lungo la via, il corteo sale al Quirinale dove viene cantato l’inno alla santa Bandiera, ripetuto poi in tante città d’Italia, scritto da Filippo Meucci e musicato dal bolognese Gaetano Magazzari (1808-1872). Bandiera la santa bandiera Che il Vicario di Cristo innalzò La cantata del Quirinale verrà ricordata dagli storici molto più dell‘accademia dedicata al Papa “dai veri romani senza mischianza di sette”.dettagli
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1 novembre 1847L'Unione Filarmonica e l'Istituzione RossinianaIl 1° novembre è costituita l'Unione ausiliaria Filarmonica o Unione Fabbri, perchè opera del maestro Antonio Fabbri. Ha come scopo "formare un cumulo pecuniario, col quale porgere soccorsi agli artisti di musica, gravati dagli anni, da malattie o da qualche straordinaria sventura". L'iscrizione è riservata a "artisti e dilettanti di musica d'ambo i sessi", che diventano soci pagando solo tre soldi. La società avrà in media circa 500 aggregati, soprattutto musicisti devoti alla Madonna di San Luca e suonatori del Teatro comunale. Ogni anno 12-15 di essi riceveranno soccorsi. Nel 1866, dopo il cospicuo lascito del dott. Paolo Cantoni, l'Unione Filarmonica entrerà nel novero delle Opere pie. Una analoga associazione fu promossa fin dal 1842 da Gioachino Rossini, che fece eseguire il suo Stabat Mater "per fondare almeno le prime basi di una provida istituzione a prò degli artisti bolognesi specialmente bisognosi" e dispose a suo favore il ricavato di tre esecuzioni. Egli stesso, assieme al marchese Bevilacqua, ne formulò gli statuti, che furono presentati in Municipio per l'approvazione. Il 19 marzo 1843 si unì al fondo iniziale, deposto presso la Cassa di Risparmio, l'incasso di un concerto dei professori Parisini e Liverani e in seguito anche quello di una rappresentazione dell'Otello. Benché nel 1847 sia tutto predisposto, dovranno passare ancora molti anni prima che l'Istituzione Rossiniana prenda vita. Funzionerà infatti regolarmente solo dal 1857.dettagli
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28 novembre 1847La chiesa di San Francesco riaperta al cultoL'Ufficio di Ornato municipale promuove notevoli opere di ripristino in San Michele in Bosco e in Sant'Ignazio, sede dell'Accademia di Belle Arti. Il 28 novembre viene riaperta al culto la chiesa di San Francesco, già dei Minori Conventuali, dopo un discutibile restauro “cosmetico” da parte dello scenografo Francesco Cocchi di Budrio, discepolo del Basoli, tornato a Bologna dopo un lungo soggiorno in America. Le volte sono dipinte di azzurro e simulano il cielo stellato, mentre le pareti, a giudizio di un cronista dell'epoca, assomigliano “né loro piccoli dettagli e né colori ad un paravento”. Il tempio, che dal 1800 ha ospitato magazzini e uffici doganali, ora trasferiti nel vicino Borghetto di San Francesco (poi via de' Marchi), è stato restituito ai frati nel 1842. In occasione della riapertura, Gioachino Rossini compone un Tantum ergo per due tenori, basso e orchestra. Nel 1866 la chiesa tornerà ad essere magazzino militare e sarà definitivamente riaperta al culto solo nel 1886. Diverrà da allora “il bel San Francesco”, oggetto di un lungo e radicale restauro a cura di Alfonso Rubbiani e della sua Gilda di artisti.dettagli
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27 aprile 1848Rossini contestatoIl 27 aprile un battaglione di volontari romani sfila in Strada Maggiore con la banda in testa. Davanti a Palazzo Donzelli, residenza di Gioachino Rossini, la fanfara attacca un pezzo del maestro, che si affaccia al balcone per ringraziare dell'omaggio. Viene però accolto da salve di fischi e ingiurie da parte di un gruppo di facinorosi aggregati al corpo militare. Sentendosi "odiato e deriso dal popolo", il giorno dopo Rossini lascia Bologna in incognito e si rifugia a Firenze, accompagnato dalla seconda moglie Olympe Pélissier. Alcuni patrioti lo accusano di non appoggiare la rivoluzione, "di amar molto gli agi e gli onori, poco la libertà e l'indipendenza della patria", oltre al fatto di non aver onorato a dovere il suo incarico al Liceo musicale. Il cronista Enrico Bottrigari lo considera "egoista per eccellenza" e, sebbene ricco, "impopolarissimo". Altri però lo difendono, sostenendo che le sue opere sono sufficienti a dimostrare il suo impegno per la causa liberale. Lo stesso padre Ugo Bassi interviene in suo favore affermando che "chi ha scritto il Guglielmo Tell non può essere tacciato di scarso amor patrio". Pur rimanendo prudentemente lontano da Bologna, giustificandosi con la salute malferma della moglie, Rossini accetterà la lettera riparatrice del patriota barnabita e il suo invito a comporre un Inno italiano, che sarà eseguito in Piazza Maggiore la sera del 21 giugno 1848.dettagli
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26 aprile 1855Rossini lascia l'ItaliaIl 26 aprile Gioachino Rossini parte da Firenze per stabilirsi a Parigi, in rue de la Chaussee d'Antin n. 2. Al suo seguito vi sono anche trentotto dipinti di grande valore, acquisiti nel 1849 come garanzia di un prestito concesso al principe Hercolani. Il 5 luglio 1858 il maestro annullerà il testamento che dichiarava erede universale del suo patrimonio il Liceo musicale di Bologna e lo sostituirà con un nuovo testamento a favore del comune di Pesaro. A chi da ora gli parlerà della sua città adottiva, risponderà con commenti stizziti e malevoli. Nel 1861 chiamerà Bologna "nobile patria di aggressioni e mortadelle". L'anno dopo pronuncerà l'invettiva più sarcastica, chiamandola "cloaca" e definendola una città "i cui figliuoli vivono d'Arguzia, di Frode e di Menzogna, Grandi coi piccoli, Picciolissimi e vili coi Grandi". Rossini morirà a Parigi il 13 novembre 1868.dettagli
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28 febbraio 1856"Il nuovo Mosè" di Rossini al Teatro ComunaleIl 28 febbraio debutta al Teatro comunale il Nuovo Mosè, melodramma sacro il quattro atti di Gioachino Rossini. Si tratta del rifacimento francese (1827) del Mosé in Egitto dato a Napoli nel 1818. La grande aspettativa del pubblico rimane in parte delusa. Nonostante l'allestimento sontuoso - con bellissime scene e costumi "sfarzosi" - l'opera non ottiene il trionfo previsto. Molti applausi hanno la prima donna Amalia Corbari nel ruolo di Sinaide e Raffaele Laterza, che interpreta Mosè. Tra i pezzi accolti con favore vi è la celebre aria Mi manca la voce, che viene fatta ripetere. "Severo oltre il bisogno" è invece il giudizio sul baritono Rossi-Corsi, che ha sostituito Pietro Garin, indisposto, nel ruolo del faraone. Lo spettacolo è replicato il 1° marzo e questa volta, con nuovi cantanti, è un "trionfo clamoroso, completo". Vincenzo Massini e Francesco Steller, già sulla scena il giorno dopo il loro arrivo, ricevono moltissimi applausi. E' apprezzato anche il duetto tra tenore e baritono tanto criticato all'esordio. Replicata in vari teatri italiani, la nuova versione del Mosè sarà considerata più completa di quella originaria e finirà per soppiantarla, diventando una delle opere simbolo del periodo risorgimentale.dettagli
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2 settembre 1858Il Teatro Contavalli riapre con "Crispino e la comare"Il 2 settembre riapre dopo un accurato restauro il Teatro Contavalli, di proprietà della società di San Vincenzo. Vanno in scena Crispino e la comare di Federico e Luigi Ricci e, a seguire, l'Elisir d'amore di Gaetano Donizetti. Assieme all'opera I due Foscari di Giuseppe Verdi, proposta l'anno seguente, sono gli ultimi successi del Contavalli, la cui attività è stata caratterizzata, nella prima metà dell'800, da cartelloni di livello, soprattutto per la costante presenza dei lavori di Gioachino Rossini. Dopo l'Unità d'Italia la discesa dai piani alti dell'opera in musica diverrà inarrestabile. Prevarranno gli spettacoli di prosa proposti a scopo benefico da dilettanti e le recite in vernacolo delle compagnie di Angelo Gandolfi (1886-1942), Fanfulla Fabbri (188-1928) e Alfredo Testoni (1856-1931). Il teatro dell'ex convento di San Martino sarà il palcoscenico preferito di Argia Magazzari (1844-1934), attrice filodrammatica famosissima e amatissima dal pubblico bolognese.dettagli
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21 agosto 1864Una lapide e una statua per RossiniIl 21 agosto, onomastico di Gioachino Rossini, con solenne cerimonia viene scoperta una lapide in suo onore sulla la porta d'ingresso del Liceo musicale. Essa è stata dettata dal conte Carlo Pepoli e recita così: Qui entrò studente di qui uscì principedelle scienze musicaliGioacchino Rossinie Bolognaper documento perenne di onoreal Figlio adottivointitolò del suo nomela Circostante Piazza Nello stesso giorno a Pesaro, città natale del Maestro, è scoperta una statua a lui dedicata, opera di Carlo Marocchetti (1803-1868), collocata nella piazza della stazione ferroviaria. Rossini è ormai in rotta definitiva con Bologna, dopo gli affronti patiti nel 1848 e nel 1851. Da "centro delle sue simpatie" la città è da tempo diventata "nobile patria di aggressioni e mortadelle". "Mi hanno lapidato" è il suo commento sarcastico all'operazione dell'intitolazione di piazza San Giacomo.dettagli
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7 giugno 1868Melodrammi al Teatro del Corso e al BrunettiAl Teatro del Corso va in scena l'opera Le Educande di Sorrento di Enrico Emanuele Usiglio (1841-1910). La musica non è troppo originale e “carica troppo di istrumentazione”, ma con belle armonie. Al Teatro Brunetti è invece riproposto, dopo oltre trent'anni di assenza dalle scene bolognesi, il melodramma Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa (1749-1801), autore classico al quale si ispirò anche Gioachino Rossini. L'opera - forse la più celebre del prolifico compositore napoletano - viene apprezzata anche dal pubblico più giovane per il suo stile semplice e grazie alla bravura dei cantanti e dell'orchestra. La prima rappresentazione a Bologna risale al 1818. Sarà nuovamente riproposta al Teatro Comunale nel 1888 con la soprano austriaca Adelina Stehle (1860-1945) nella parte di Elisetta.dettagli
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13 novembre 1868Morte di Gioachino RossiniDa tempo malato, Gioachino Rossini (1792-1868) muore nella sua villa di Passy, vicino a Parigi ed è sepolto nel cimitero del Père Lachaise. Su proposta del ministro dell'Istuzione pubblica viene decretato un funerale solenne a spese dello Stato. A Bologna la scomparsa del Maestro è celebrata il 9 dicembre dall'Accademia Filarmonica nella chiesa di San Giovanni in Monte. Tra i compositori che prendono parte alla solenne cerimonia vi sono Giovanni Tadolini (1793-1872), ex allievo, come Rossini, di Stanislao Mattei, Francesco Maria Albini (1829-1917), Ulisse Donzelli (1856-1895), Alessandro Busi (1833-1895), Cesare Aria (1820-1894). Nel 1887 le spoglie del maestro saranno trasferite a Firenze, nella basilica di Santa Croce, per iniziativa del governo italiano, e nel 1900 sarà inaugurato il monumento funebre in suo onore, realizzato da Giuseppe Cassioli (1865-1942).dettagli
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17 novembre 1868La Messa di Verdi per Rossini non viene eseguitaQuattro giorni dopo la morte di Gioachino Rossini, avvenuta a Parigi il 13 novembre 1868, in una lettera aperta all'editore Ricordi Giuseppe Verdi (1813-1901) propone di onorarne la memoria, invitando i maestri italiani a comporre un Requiem a più mani, da eseguirsi in San Petronio a Bologna, sua “vera patria”. L'iniziativa ottiene una risposta entusiasta nell'ambiente musicale e presso l'Amministrazione comunale bolognese. Per la preparazione della Messa occorre però la collaborazione del maestro Angelo Mariani (1821-1873), direttore dell'orchestra del Comunale (lo stesso Rossini lo conosceva bene e lo chiamava affettuosamente Anzulet, Angiolino). Questi, però, si mostra disinteressato al progetto: motivi sentimentali e professionali lo allontanano da Verdi, di cui fino a poco tempo prima è stato grande amico. Per questa avversione, le onoranze al Cigno di Pesaro non andranno in porto. Verdi riprenderà più avanti la parte dell'opera da lui composta, che, ampliata, diventerà la Messa da Requiem in onore dell'amico Alessandro Manzoni. Sarà rappresentata a Bologna per la prima volta il 3 settembre 1874 al Teatro del Corso, in una versione per quattro pianoforti al posto dell'orchestra, che susciterà una lettera indignata di Verdi all'editore Ricordi. Verrà quindi ripresa nel 1878, al Teatro Comunale, sotto la direzione del maestro Franco Faccio (1840-1891). L'originale Requiem per Rossini dovrà invece attendere a lungo: sarà eseguito per la prima volta nel 1989 a Stoccarda.dettagli
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23 marzo 1869La "Petite Messe Solennelle" di Rossini al ComunaleAl Teatro Comunale è rappresentata - per la prima volta in Italia in versione orchestrale - la Petite Messe Solennelle, rara opera dell'ultimo periodo di Gioachino Rossini (1792-1868). E’ stata scritta dal maestro nel 1863 per canto accompagnato da pianoforte e harmonium. Venne eseguita per la prima volta il 24 aprile 1865 nel palazzo del conte Pillet Wil. In versione strumentale ha debuttato al Teatro Italiano di Parigi la sera del 28 febbraio 1869. Al Comunale è diretta da Emanuele Muzio (1821-1890), compositore molto vicino a Verdi, costretto nella preparazione a superare diversi ostacoli: la partitura è arrivata in ritardo e con molti errori, il tenore si è ammalato, il coro appare inadeguato. L'esecuzione della Petite Messe a Bologna, divenuta roccaforte della musica “tedesca“, assume il significato particolare di celebrazione del passato musicale italiano. Secondo un giornale locale, di fronte al genio di Rossini gli stranieri "sono costretti a genuflettersi con rispetto".dettagli
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26 dicembre 1869Muore il pittore Andrea BesteghiMuore il pittore Andrea Besteghi (1817-1869). Da giovane mostrò una spiccata inclinazione artistica e fu avviato da Francesco Spagnoli, professore d'incisione, a studi regolari presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Fin dalle prime esposizioni si impose come valente disegnatore e litografo e si distinse come ritrattista. Accanto alle lezioni accademiche di Clemente Alberi (1803-1864) e Napoleone Angiolini (1797-1871), artisti ancora legati alla tradizione settecentesca, frequentò lo studio di Vincenzo Rasori (1793-1863), che lo consigliò di andare a Firenze a studiare con Giuseppe Bezzuoli (1784-1855). Da qui nel 1844 inviò a Bologna il dipinto con Pandolfo Collenuccio, letterato pesarese, nell’atto che gli viene intimata la sentenza di morte, presente la sua famiglia, che ottenne il premio grande dell'Accademia. Dopo alcuni anni trascorsi a Firenze tornò a Bologna dove raggiunse una certa fama con opere a soggetto storico ed ottenne numerose committenze da famiglie dell'aristocrazia cittadina. Si dedicò anche alla decorazione: intervenne con altri artisti nei palazzi Malvezzi e Spada, nella chiesa di San Marino di Bentivoglio. Sul soffitto del teatro Galli di Rimini dipinse le Ore, i segni dello Zodiaco e alcuni ritratti di autori drammatici. Nel 1858 assieme a Luigi Samoggia, fu invitato da Gioachino Rossini a decorare la sua residenza di Passy, vicino a Parigi. Nello stesso anno fu nominato professore di disegno e figura presso l’Accademia di Ravenna, di cui dal 1864 divenne direttore.dettagli
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8 novembre 1873Ciro Pinsuti debutta al Teatro ComunaleAl Teatro comunale è in scena la prima de Il Mercante di Venezia, opera in quattro atti da Shakespeare del maestro toscano Ciro Pinsuti (1828-1888), autore famoso di pezzi per canto e pianoforte, al debutto nel melodramma. Dopo la sua formazione avvenuta a Londra sotto la protezione di lord Drummond, Pinsuti si è perfezionato a Bologna con Gioachino Rossini, del quale è divenuto amico. Al maestro di Pesaro ha dedicato la sua raccolta I quattro poeti italiani, con melodie su testi di Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Anche su suo consiglio è tornato in seguito in Inghilterra, dove ha avuto successo, diventando membro della Royal Academy of Music. Il Mercante di Venezia è la seconda delle quattro opere in cartellone nella stagione d'autunno al Comunale. Tra gli interpredi vi sono Carolina de Cepeda (1847-1910), soprano drammatica spagnola, e il tenore Luigi Bolis (1839-1905). Maestro concertatore è Agostino Mercuri Secondo il critico dell'”Arpa” l'opera di Pinsuti produce il miracolo “di fare correre il pubblico in folla”. Alcune parti, soprattutto nel terzo atto, ottengono “ovazioni entusiastiche”. In questo atto il compositore è festeggiato dai cantanti, che gli donano una corona di alloro adorna dei loro nastri nazionali e “un ricco ed elegante porta ritratti in metallo e oro” contenente le loro fotografie, accompagnato da una iscrizione onorifica.dettagli
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4 ottobre 1875Il "Mefistofele" di Boito al Teatro Comunale con Erminia Borghi MamoDopo un anno di restauri, il Teatro Comunale riapre il 4 ottobre con la messinscena del Mefistofele di Arrigo Boito. Maltrattata alla Scala di Milano nel 1868, l'opera è invece accolta trionfalmente dal pubblico petroniano, seppure "sfrondata delle sue esuberanze e notevolmente modificata dall'autore" con l'aiuto di un amico bolognese, il conte Francesco Salina. Il successo nel capoluogo felsineo contribuirà a far entrare questo lavoro in modo permanente nel repertorio della lirica italiana. Diretta da Emilio Usiglio (1841-1910), l'opera impegna 80 orchestrali, 72 coristi e numerose ballerine e comparse. Tra i cantanti protagonisti, oltre al tenore Italo Campanini (Faust) e a Romano Nannetti (Mefistofele), vi è la bolognese Erminia Borghi-Mamo (Margherita), al debutto al Comunale. La giovane soprano è figlia d'arte: la madre Adelaide, anch'essa cantante, l’ha partorita nel 1854 subito dopo una recita del Trovatore di Verdi al Théâtre Italien di Parigi. Delle sue doti si è accorto anche Gioachino Rossini, che ha avuto l'occasione di ascoltarla ancora bambina. Come la madre, Erminia avrà una brillante carriera: canterà con successo in Europa e in America Latina fino ai 38 anni, quando, colpita da fobia per il pubblico, lascerà improvvisamente le scene.dettagli
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18 luglio 1922Affresco nella cupola di San LucaGiuseppe Cassioli (1865-1942) inizia a dipingere, sulla cupola della basilica della B.V. di San Luca, il grande affresco con il Trionfo della Vergine. La Madonna solleva al cielo Gesù bambino, mentre sul lato opposto papa Benedetto XV invoca la pace nel mondo. Nell'allegoria si riconoscono alcuni prelati dell'epoca: tra essi il card. Nasalli Rocca, devotissimo alla Vergine, che sarà sepolto nella cripta della chiesa, in una tomba-monumento decorata nel 1953 da Bruno Boari. Pittore e insieme scultore, Cassioli è autore del monumento di Gioachino Rossini nella Basilica di Santa Croce a Firenze (1900). A Bologna dipingerà anche la pala d'altare con il Sacro Cuore di Gesù nella cattedrale di San Pietro (1925).dettagli
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27 maggio 1942Celebrazione RossinianaDal 27 al 29 maggio il Ministero dell'Istruzione e il Comune di Bologna celebrano l'elevazione del locale Liceo musicale a Conservatorio statale - avvenuta il 1° ottobre 1941 - con una manifestazione dedicata a Gioachino Rossini (1792-1868), che del Liceo fu prima allievo e poi Consultore onorario perpetuo. Vengono eseguite le seguenti opere: Il Conte Ory, inedita a Bologna, diretta da Riccardo Zandonai, la Piccola Messa Solenne (Petite Messe Solennelle), diretta da Vittorio Gui e la cantata Pianto d'Armonia, diretta da Cesare Nordio. Il maestro Alfredo Casella (1883-1947) celebra, nell'orazione ufficiale, le glorie del Liceo musicale e l'arte di Rossini. Divenuto statale, il Conservatorio bolognese allestirà una propria biblioteca (30.000 volumi e 2.000 libretti) e una fornita discoteca. Custodirà anche un importante carteggio verdiano.dettagli
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29 gennaio 1944Distruzione del Teatro del CorsoIl Teatro del Corso viene distrutto dal bombardamento del 29 gennaio, mentre si sta provando una edizione del Barbiere di Siviglia. Gli orchestrali e il maestro Adolfo Alvisi si salvano miracolosamente. Il grande edificio era situato in via Santo Stefano, nei pressi della chiesa di San Giovanni in Monte, anch’essa gravemente danneggiata dalle bombe. Inaugurato il 19 maggio 1805, il teatro aveva cinque ordini di palchi, una sala da ballo e una per la pittura delle scene. Era splendidamente decorato con stucchi e pitture di Serafino Barozzi, Giuseppe Terzi (1749-1837), Filippo Pedini e Giuseppe Muzzarelli. Vi si erano esibiti grandi interpreti. Gioachino Rossini vi aveva lavorato come maestro di cembalo nel 1811. Alla Locanda del Teatro aveva soggiornato, tra il 1825 e il 1826, il poeta Giacomo Leopardi. Nel periodo durante il quale il Teatro comunale restava chiuso, al Corso erano rappresentati i migliori spettacoli di prosa e i migliori concerti e opere liriche. Per molti anni Angelo Gandolfi rinnovò qui le tradizioni del teatro dialettale, mettendo in scena le migliori commedie di Alfredo Testoni. Dopo le distruzioni belliche, le rovine saranno ancora utilizzate come precario rifugio per gli sfollati. Nel dopoguerra al posto del teatro, probabilmente recuperabile, seppure con un costoso restauro, verrà costruito un moderno condominio. A ricordo dell’antico edificio rimarranno poche colonne, una porta e una lapide in via Santo Stefano.dettagli
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29 febbraio 1992Riccardo Chailly dirige lo “Stabat Mater” di RossiniRiccardo Chailly dirige il coro e l’orchestra del Teatro Comunale di Bologna per l’esecuzione dello Stabat Mater di Gioachino Rossini, nella stessa sala dell’Archiginnasio in cui, nel 1842, fu eseguita la prima, diretta da Gaetano Donizetti. All’epoca Rossini aveva aderito con piacere alla richiesta dei bolognesi di vedere eseguita la composizione da lui scritta a Parigi per l’Abate de Varela. Aveva scelto personalmente gli artisti e diretto le prove al Liceo Musicale, ponendo la condizione che tutti si prestassero gratuitamente e il ricavato dell’esecuzione fosse devoluto a un fondo per musicisti poveri. La sera della prima l’Archiginnasio era stipato fin dall’atrio e nei dintorni fu vietata la circolazione delle carrozze. Lo Stabat Mater fu eseguito da un ensemble imponente, 87 coristi e 73 suonatori, ed ebbe un enorme successo. All’ultima replica, presente lo stesso Rossini, venne praticamente ripetuto due volte.dettagli
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11 maggio 2004Il Museo internazionale della Musica a Palazzo SanguinettiIl cinquecentesco palazzo Aldini Sanguinetti in Strada Maggiore, donato nel 2003 al Comune da Eleonora Sanguinetti - ricco di affreschi e decorazioni del Sette-Ottocento - ospita il nuovo Museo internazionale della Musica. In un’area di 3000 mq sono esposti strumenti, manoscritti, partiture autografe e cimeli preziosi. La raccolta di strumenti musicali si è costituita nel 1881 presso il Liceo musicale e copre alcuni secoli di storia, dai flauti del Rinascimento ai pianoforti dell’800. Il museo bolognese è al livello di grandi istituti europei, quali la Cité de la Musique di Parigi o la Haus der Musik di Vienna. Palazzo Sanguinetti fu nell’Ottocento la dimora del tenore Domenico Donzelli (1790-1873), che ospitò Gioachino Rossini nel suo ultimo, infelice periodo di permanenza a Bologna.dettagli
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17 aprile 2007L' "Italiana in Algeri" al ComunaleAl Teatro Comunale va in scena L'Italiana in Algeri di Gioachino Rossini. La regia è del premio Nobel Dario Fo (1926-2016), autore anche delle scene e dei costumi. Dramma giocoso, musicato da Rossini su libretto di Angelo Anelli in soli diciotto giorni, l'opera debuttò con grande successo il 22 maggio 1813 al Teatro San Benedetto di Venezia.dettagli
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1 gennaio 2015Michele Mariotti Direttore Musicale al Teatro ComunaleDopo esserne stato dal 2008 direttore principale, Michele Mariotti diviene Direttore Musicale dell'Orchestra del Teatro Comunale. Il maestro è nato a Pesaro nel 1979. Ha studiato al conservatorio Gioachino Rossini di quella città e all'Accademia di Pescara. Ha debuttato nel 2005, dirigendo a Salerno il Barbiere di Siviglia. Nel 2016 ha ricevuto il prestigioso Premio Abbiati come migliore direttore. L'orchestra del Comunale ha un rapporto privilegiato con Pesaro e il Rossini Opera Festival, al quale partecipa dal 1988. Il 24 maggio 2018, nell'ambito del ROF, Mariotti dirigerà all'Archiginnasio lo Stabat Mater di Rossini, qui eseguito per la prima volta nel 1842, sotto la direzione di Gaetano Donizetti.dettagli