Manifestazione antigovernativa
Durante una manifestazione antigovernativa, alcune centinaia di giovani appartenenti a Autonomia operaia, Lotta continua e altre formazioni extraparlamentari tentano di raggiungere la sede del Partito Comunista in via Barberia. Il corteo è bloccato dalla polizia.
Durante il tragitto vengono infrante le vetrine del negozio di abbigliamento di Luisa Spagnoli - definita "sfruttatrice del lavoro nero delle carcerate" - e sottratti vassoi di cibo dal bar Zanarini al Pavaglione.
In un articolo sulla rivista "Rosso" l'Autonomia bolognese rivendica la leggitimità della violenza proletaria, mentre un volantino dà le motivazioni dei cosiddetti "espropri proletari":
"Abbiamo deciso che, visto che noi soldi non ne abbiamo, d'ora in poi la roba che ci serve ce la prendiamo".
Il PCI accusa l'Autonomia e Lotta continua di "paranoia del potere" e, per quanto riguarda le autoriduzioni, parla di "teppismo di strada" e di "vere e proprie ruberie".
- Tiziano Costa, Grande libro dei personaggi di Bologna. 420 storie, Bologna, Costa, 2019, p. 113 (F. Lorusso)
- Luca Pastore, La vetrina infranta. La violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso, 1974-1979, Bologna, Pendragon, 2013, pp. 113-116