Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1 gennaio 1977Il padiglione dell'Esprit Nouveau di Le Corbusier ricostruito alla FieraIl padiglione dell' Esprit Nouveau, che Le Corbusier realizzò a Parigi nel 1925, in occasione dell'Esposizione delle Arti Decorative nei giardini del Grand Palais, viene fedelmente ricostruito dagli architetti Josè Oubrerie e Giuliano Gresleri in piazza della Costituzione, zona Fiera. E' destinato ad ospitare l'edizione del 1977 del SAIE e in seguito il Centro Studi dell'Associazione Oikos, ente di ricerca e formazione sulle tematiche della qualità urbana e dell'abitare. Vi opererà anche la redazione della rivista di architettura "Parametro", diretta dall'arch. Giorgio Trebbi.dettagli
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1 gennaio 1977Basket. Tre squadre bolognesi in Serie ATre squadre bolognesi dominano il campionato della serie maggiore di pallacanestro. La Virtus, vittoriosa l'anno precedente, si piazza al secondo posto, terza è la Fortitudo sponsorizzata Alco, settima la Fernet Tonic. Quest'ultima squadra si scioglierà nel 1979, dopo aver annoverato tra le sue fila campioni come Bariviera, Masini e Sacchetti.dettagli
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1 gennaio 1977Il fenomeno della subsidenzaUno studio scientifico rivela un notevole abbassamento del suolo urbano dall'inizio del secolo, accentuato in particolare dopo il 1950. Tra le Due Torri e Porta Zamboni il dislivello è di 70-80 centimetri, ma in alcune aree è superiore ai due metri. Questo fenomeno, denominato subsidenza, ha in parte cause naturali, ma è soprattutto dovuto al forte sfruttamento della falda acquifera in corrispondenza dei conoidi del Reno e degli altri torrenti del bacino bolognese. I danni maggiori riguardano la capacità di drenaggio delle acque sotterranee e la stabilità degli edifici storici. Forti lesioni sono riscontrate in edifici a sviluppo longitudinale, come la chiesa di San Giacomo. Una nuova indagine effettuata con l'ausilio del satellite dai ricercatori dell’INGV (pubblicata nel 2007 sulla rivista “Remote Sensing of Environment”) confermerà un abbassamento medio intorno ai 2-3 cm all'anno (nei pressi delle Due Torri 1-1,5 cm all'anno).dettagli
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1 gennaio 1977Le favole di Marcello Ceccarelli illustrate da Carlo LeoniDirettore dell’Istituto di Fisica “A. Righi” dell’Università di Bologna, il prof. Marcello Ceccarelli (1927-1984) è l’ideatore del grande radiotelescopio Croce del Nord, nei pressi di Medicina, per lo studio della radioastronomia. Ammalato di sclerosi a placche, racconta con ironia la sua dolorosa esperienza in un diario dal titolo Viaggio provvisorio. Come educatore inventa materiali didattici e scrive libri per bambini. Alcuni di essi sono illustrati con i disegni dell’artista bolognese Carlo Leoni (1926-1982). Allievo di Drei e Morandi, Leoni ha iniziato la sua carriera artistica nel dopoguerra come scultore. Colpito da distrofia muscolare e costretto su una sedia a rotelle come Ceccarelli, dal 1959 si è dedicato soprattutto alla grafica, divenendo uno dei protagonisti dell’incisione a Bologna.dettagli
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1 gennaio 1977Radio CittàInizia le trasmissioni Radio Città. E' definita dallo scrittore Stefano Benni una radio “di cani sciolti”, che cioè non fa riferimento a un partito o a un gruppo preciso, ma a un'area genericamente di sinistra non istituzionale. Ospita, tra l'altro, anche le trasmissioni del collettivo femminista La Radia. Sarà una delle poche emittenti libere a sopravvivere dopo il periodo di limitazione e repressione seguita ai disordini del '77. Nel 1987, quando il partito Democrazia Proletaria cercherà di consolidare la propria egemonia nella redazione, ci sarà una scissione. Nasceranno Radio Città 103, filo-comunista, e Radio Città del Capo, più interessata alle contaminazioni culturali.dettagli
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1 gennaio 1977La chiesa di San Cristoforo alla BologninaIl card. Antonio Poma consacra la chiesa parrocchiale di San Cristoforo, costruita tra il 1971 e il 1973 su progetto dell'arch. Ferdinando Forlay. La parrocchia, istituita nel 1957 in una zona della Bolognina di recente immigrazione, ha dimorato per lungo tempo in un semplice capannone di tipo industriale, che l'architettura della nuova chiesa non rinnega completamente. E' infatti solo alla qualità e alla raffinatezza del linguaggio costruttivo che è delegato il compito "di far emergere la fabbrica ecclesiale" dall'anonimato dell'edilizia di periferia (Matteucci). I corpi della chiesa e dell'edificio parrocchiale risultano felicemente collegati e studiato appare il rapporto con l'esterno, soprattutto nella cappella feriale, che con un'ampia parete vetrata dà su un piccolo giardino. Sul fondo della chiesa, dietro l'altare, è realizzato un grande murale in stile optical dell'artista Loris Grandi, profondamente evocativo e simbolico.dettagli
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1977Perché continuiamo a fare e a insegnare arte?Il prof. Luciano Anceschi (1911-1995) presidente dell'Accademia Clementina promuove, in collaborazione con l' Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna e l'Ente bolognese manifestazioni artistiche, un ciclo di conferenze - o lezioni - dal titolo Perché continuiamo a fare e a insegnare arte? Viene affrontato da più angolazioni il tema dell'educazione estetica e artistica in Italia. Gli incontri si tengono tra gennaio e aprile nell'aula didattica a pianta circolare della Pinacoteca Nazionale, decorata con grandi tele di maestri del Seicento bolognese. Intervengono intellettuali e artisti di fama, quali Gillo Dorfles, Tomàs Maldonado, Mario Perniola, Umberto Eco, Renato Barilli, Gianni Vattimo. Una seconda edizione del corso avrà luogo tra febbraio e maggio 1993 nell'aula dello Stabat Mater dell'Archiginnasio, su iniziativa del prof. Andrea Emiliani (1931-2019). Alcune conferenze, come quella del critico Achille Bonito Oliva, avranno una eccezionale frequenza di pubblico.dettagli
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1977Roberto Freak Antoni, gli Skiantos e il rock demenzialeSi intitola Inascoltable il lavoro d'esordio degli Skiantos, band guidata da Roberto Freak Antoni (1954-2014), inventore del rock demenziale. Su un rock “duro e volitivo” si innesta in modo imprevedibile il gergo giovanile dell'epoca. Al primo disco segue una triologia prodotta dall'etichetta Cramps di Gianni Sassi, con gli LP Monotono, Chinotto e Pesissimo, preceduta dal singolo Karabigniere Blues/Io sono un autonomo. Gli Skiantos propongono concerti happening, che comprendono lanci di verdure sul pubblico, travestimenti, azioni che irretiscono e spiazzano la gente, come il cucinare la pasta sul palco invece di suonare. Per Maria Corti (1915-2002), autorevole critica letteraria e semiologa, gli Skiantos sono il gruppo più originale del rock italiano. La studiosa individua con precisione il significato del "demenziale" da essi proposto: non follia o pazzia, ma comportamento contestatario, stravolgimento di schemi precostituiti, innovazione linguistica, nata ai tempi e nei luoghi del Movimento del '77.dettagli
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1 gennaio 1977I “totem” di Arnaldo PomodoroIn piazza Verdi, di fronte al Teatro comunale, si ergono tre colonne di Arnaldo Pomodoro (1926-), raro esempio di scultura moderna all’aperto a Bologna. Situate al centro di uno dei luoghi simbolo della contestazione studentesca, esse appaiono, dopo poco tempo dalla loro installazione, ricoperte di scritte e manifesti. I tre “totem” verranno trasferiti nel 1996 davanti alla Galleria d’Arte Moderna alla Fiera, dopo un accurato restauro di Giovanni Morigi. Nel 2011 troveranno una definitiva sistemazione nel Giardino del Cavaticcio, dopo l’apertura del nuovo Mambo (Museo d’arte moderna di Bologna) nell’ex Forno del Pane.dettagli
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9 gennaio 1977La polizia interviene contro gli "autoriduttori"Il collettivo Jacquerie si reca in massa al teatro Duse per assistere, con biglietto autoridotto, all'ultima replica della Gatta Cenerentola di Roberto De Simone. All'arrivo i giovani trovano la polizia schierata davanti all'atrio. Sfumata la possibilità di entrare nel teatro, si recano in corteo al cinema Manzoni, dove entrano gratis per assistere alla proiezione del film in programma. La polizia però interviene e fa sgomberare la sala: una ventina di "autoriduttori" vengono identificati e poi denunciati con accuse pesanti, che comprendono l'estorsione e l'associazione a delinquere. La federazione bolognese del PCI stigmatizza le autoriduzioni con un volantino dal titolo Isolare e battere le provocazioni antidemocratiche, dove si parla di “gruppi di provocatori” e di ripresa della “strategia della tensione”. Contro la "criminalizzazione del Movimento" si terranno nei giorni seguenti assemblee e cortei di protesta.dettagli
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11 gennaio 1977Attentati ad auto e alla libreria Terra promessaLe Brigate rosse rivendicano gli attentati alle auto del cronista del “Resto del Carlino” Claudio Santini, autore di una serie di articoli sul processo Lombardini, e di Giuseppe Coliva, segretario provinciale della DC. Il 29 gennaio i Nuclei armati di rivolta firmano l'incendio della libreria Terra promessa, gestita dal gruppo cattolico Comunione e liberazione.dettagli
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7 febbraio 1977Occupazioni e assemblee all'UniversitàOccupazioni e manifestazioni studentesche interessano varie città italiane, a seguito della presentazione della cosiddetta “circolare Malfatti”, un provvedimento del ministro della Pubblica istruzione, che limita la liberalizzazione dei piani di studio, importante conquista del Sessantotto. La protesta a Bologna parte dai lavoratori precari, che, in un'assemblea a fine gennaio, bollano la riforma Malfatti come un attacco diretto al diritto allo studio e all'università di massa. Il 7 febbraio è occupata la facoltà di Lettere, nei giorni successivi Magistero, Giurisprudenza e in pochi giorni tutto l'Ateneo. Nelle aule dei vari istituti si svolgono azioni provocatorie di stampo dadaista: hanno lo scopo di mettere in crisi il linguaggio e i comportamenti dei gruppi politici organizzati, che monopolizzano le assemblee. Spesso si tratta di studenti del Dams, che si fanno chiamare Dada Dams. Usando facce truccate o dipinte, gli "indiani metropolitani" rappresentano la critica più radicale al modo di fare politica tradizionale del Movimento studentesco. Nei giorni successivi le occupazioni si trasformano in assemblee permanenti, che trattano di temi come la condizione studentesca e la didattica universitaria. La cittadella universitaria è ricoperta da murales, scritte, mentre si moltiplicano pubblicazioni ciclostilate e informali. Piazza Verdi diventa il centro di molte iniziative: improvvisazioni teatrali, spettacoli di mimi e clown. Nelle sedi occupate del Dams si svolgono feste, che spesso si concludono con happening e cortei notturni. Intanto in alcune zone della città (a porta Saragozza, in via Clavature, in via Senzanome, ecc.) vengono occupate diverse case sfitte.dettagli
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10 febbraio 1977Manifestazione antigovernativaDurante una manifestazione antigovernativa, alcune centinaia di giovani appartenenti a Autonomia operaia, Lotta continua e altre formazioni extraparlamentari tentano di raggiungere la sede del Partito Comunista in via Barberia. Il corteo è bloccato dalla polizia. Durante il tragitto vengono infrante le vetrine del negozio di abbigliamento di Luisa Spagnoli - definita "sfruttatrice del lavoro nero delle carcerate" - e sottratti vassoi di cibo dal bar Zanarini al Pavaglione. In un articolo sulla rivista "Rosso" l'Autonomia bolognese rivendica la leggitimità della violenza proletaria, mentre un volantino dà le motivazioni dei cosiddetti "espropri proletari": "Abbiamo deciso che, visto che noi soldi non ne abbiamo, d'ora in poi la roba che ci serve ce la prendiamo". Il PCI accusa l'Autonomia e Lotta continua di "paranoia del potere" e, per quanto riguarda le autoriduzioni, parla di "teppismo di strada" e di "vere e proprie ruberie".dettagli
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18 febbraio 1977La EdilfornaciaiDall'unione di varie cooperative storiche, la Cooperativa Fornaciai di Bologna, la Coop. Libertà e Lavoro di San Lazzaro di Savena e la Coop. muratori e affini di Castenaso, si costituisce il 18 febbraio la Edilfornaciai. La nuova società rilancia la propria attività nel recupero dei centri storici e amplia il proprio raggio d'azione al di fuori dei confini provinciali.dettagli
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23 febbraio 1977Assemblea in Sala Borsa con Bruno TrentinIl segretario della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM) Bruno Trentin (1926-2007) partecipa a una assemblea di operai e studenti nell'ex Sala Borsa, a pochi giorni di distanza dalla clamorosa contestazione del segretario generale della CGIL Luciano Lama all'Università La Sapienza di Roma. Trentin condanna la violenza contro il sindacato, ma ribadisce la volontà di confrontarsi con il movimento studentesco. A nome di quest'ultimo parla il leader Francesco Berardi (Bifo), che legge un comunicato del comitato d'occupazione dell'università. Vi sono elencati alcuni temi ritenuti condivisibili con gli operai: la riduzione dell'orario di lavoro, lo sviluppo dei servizi sociali, le mense aperte, il diritto alla casa, l'apertura dell'università ai lavoratori anche attraverso corsi serali.dettagli
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25 febbraio 1977Meeting del rettorato al PalasportIl Rettore dell'Alma Mater organizza un meeting al Palasport per discutere pubblicamente i temi, che hanno provocato le recenti agitazioni studentesche: la scelta dei curriculum di studio, la didattica, il problema degli studenti-lavoratori, l'edilizia scolastica. Di fronte a rappresentanti dei lavoratori dell'università, dei partiti, del movimento studentesco è espressa tra l'altro la promessa a non richiedere l'intervento della polizia nel corso delle occupazioni.dettagli
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7 marzo 1977Una enorme "ronda cittadina"La manifestazione del 7 marzo è una risposta alla condanna di Fabrizio Panzieri per l'uccisione dello studente neofascista greco Mikis Mantakis. Da due giorni Roma è sconvolta dalla guerriglia urbana e la protesta si estende ad altre città italiane. A Bologna sono stati appena sgomberati dalla polizia gli appartamenti occupati in San Donato e a Porta Saragozza. Autonomia Operaia chiede di rinunciare alla “solita manifestazione-passeggiata priva di capacità offensiva” e annuncia l'esercizio della “giustizia proletaria” contro la repressione. La manifestazione comincia alle 17,30 in piazza Maggiore: un corteo di circa 3.000 persone muove verso il carcere di San Giovanni in Monte, poi si dirige verso la sede del PCI in via Barberia, trovando la strada sbarrata da un cordone di polizia. Lungo il percorso, gruppi di giovani a volto coperto si staccano dal corteo e danneggiano negozi, saccheggiano ristoranti. Imboccata via Saragozza, i manifestanti si portano in via Nosadella: una "ronda proletaria" entra negli uffici dell'Istituto per sordomuti Gualandi, chiedendo a gran voce le chiavi della villetta sgomberata a Porta Saragozza, di cui l'Istituto è proprietario. Di fronte alla resistenza degli impiegati, vengono sfasciati mobili e arredi e tagliati i fili telefonici. In seguito la manifestazione prosegue davanti alla sede RAI di via Alessandrini, dove si tenta invano di far leggere un comunicato del Movimento, poi una parte del corteo torna in piazza Verdi, dove 4-500 giovani improvvisano una festa con canti e balli. Alla sera un commando di una cinquantina di giovani a volto coperto fa irruzione nel ristorante "Al Cantunzein", razziando bottiglie di vino e cibi. La scena si ripete al ristorante "Il Pappagallo" in piazza della Mercanzia. Durante la notte ci sono attentati incendiari contro sedi della DC e automobili. Un gruppo che si firma Brigate comuniste fa irruzione nella sede dell'Immobiliare Gabetti. Secondo gli Autonomi del “Comitato per l'occupazione delle case”, finalmente "la rabbia è diventata organizzazione, l'isolamento della vita quotidiana è diventato forza collettiva". E' dunque possibile riappropriarsi della ricchezza prodotta dal "lavoro nero superfruttato e sottopagato di questo schifo di città rossa".dettagli
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8 marzo 1977Corteo di femministe caricato dalla poliziaIl Movimento Femminista di Bologna convoca un'assemblea all'ex bar Goliardo, in via Zamboni. Da qui parte un corteo di circa cinquecento ragazze, che si reca ad occupare una palazzina sfitta a Porta Saragozza per farne un centro per le donne, analogo a quello di altri paesi. Il corteo viene attaccato dalle forze dell'ordine con candelotti lacrimogeni, alcuni sparati "ad altezza di donna". Molte ragazze subiscono duri colpi, anche con il calcio dei fucili. Alla sera alcune “compagne” tentano di leggere un comunicato sui fatti del pomeriggio dal palco del comizio indetto dall'UDI in piazza Maggiore per la Festa della Donna, ma vengono impedite dal servizio d'ordine del PCI, mentre la polizia interviene a sgomberare la piazza.dettagli
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11 marzo 1977L’uccisione di Francesco LorussoL’11 marzo un gruppo di studenti contesta l’Assemblea di Comunione e Liberazione, che a loro dire ha espulso con la forza alcuni giovani di sinistra. Nei disordini seguenti uno studente di 25 anni, Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua, viene ucciso in via Mascarella da uno dei numerosi colpi d’arma da fuoco provenienti da via Irnerio, dove sono schierate le forze dell’ordine. Un carabiniere confesserà di aver sparato dopo un’assalto al suo mezzo con le molotov, alcuni testimoni riferiranno di aver visto sparare verso i manifestanti anche un uomo in borghese. Nel pomeriggio un grande corteo del Movimento si snoda per le vie del centro cittadino. Cominciano gli scontri più violenti che Bologna abbia conosciuto dal dopoguerra. Molte vetrine di negozi vanno in frantumi in via Rizzoli, tra le quali la filiale della Fiat, dove è messa a fuoco un’auto esposta, la sede del Monte dei Paschi e varie boutique. Il Movimento tenta di entrare in piazza Nettuno, ma trova un robusto presidio del PCI davanti al sacrario dei partigiani: “circa quattrocento operai, mani conserte, maglioni, fare deciso”. Il corteo sfila allora in via Ugo Bassi e dà l’assalto alla sede cittadina della DC in via San Gervasio. Qui la polizia fatica e respingere i ripetuti tentativi di sfondamento dei manifestanti, che lanciano sassi e molotov. La parte più risoluta del corteo muove quindi verso la stazione ferroviaria: in piazza Medaglie d’oro si verificano gli scontri più duri del pomeriggio, con largo uso di armi da fuoco da entrambe le parti. Un gruppo di giovani si sono aggregati già armati al corteo, decisi a mettere in pratica ciò che da tempo si teorizza sull’uso della violenza nel movimento. Per puro miracolo non si contano vittime. All’interno della stazione vengono occupati i binari e assalito con un fitto lancio di “sanpietrini” l’ufficio della Polfer, in cui si sono asserragliati gli agenti. Intanto nella zona universitaria le strade attorno a piazza Verdi sono interrotte da numerose barricate, erette soprattutto con i mobili della vicina mensa universitaria, saccheggiata e demolita. Un’affollata assemblea al cinema Odeon è preceduta da espropri proletari, tra cui quello al ristorante Cantunzein e al bar Titano in via Zamboni. Viene inoltre di nuovo distrutta la Libreria “Terra Promessa” di Comunione Liberazione. Criticato per aver lasciato la città “in balia di migliaia di extraparlamentari scatenati”, il questore si discolperà lamentando le poche forze disponibili, sufficienti appena a difendere la Prefettura, la Questura, la stazione e la sede DC.dettagli
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12 marzo 1977Barricate e lacrimogeni nel centro della cittàDopo i luttuosi avvenimenti del giorno precedente, Bologna viene in pratica messa in stato d'assedio. Accorrono da altre città rinforzi per le forze dell'ordine (circa 2.000 uomini). Al mattino è prevista una manifestazione sindacale e piazza Maggiore è presidiata da un robusto servizio d'ordine del PCI bolognese. Al Movimento, che rivendica spazio in piazza, è chiesta invano la sconfessione della violenza del giorno precedente. Il corteo degli studenti spunta in piazza Re Enzo alle 10,30, ordinato e silenzioso e tenta di entrare in piazza Maggiore, respinto in più punti dal servizio d'ordine, "circa quattrocento operai, mani conserte, maglioni, fare deciso", con al braccio la fascia sindacale. La situazione si sblocca dopo parecchi minuti: gli studenti vengono fatti accedere e il presidio è tolto, ma non sono consentiti discorsi. Il sindaco Zangheri rientra in municipio. In conferenza stampa dichiara che "Bologna deve rimanere un terreno di lotta democratica nel rispetto della libertà". Ogni critica è possibile purché si rispettino le regole democratiche. Definisce "infame" lo slogan gridato dai manifestanti esasperati: "La Giunta è rossa del sangue di Francesco". Nel campo avverso, i giovani di estrema sinistra si rammaricano di non aver potuto rettificare dal palco di piazza Maggiore la versione dei disordini del giorno precedente data dal PCI e considerata "vergognosa". "L'Unità" ha parlato di provocazione di "gruppi neosquadristici" e sono stati avanzati sospetti di un disegno di violenza preordinato, volto a dimostrare, come dirà ancora Zangheri in una conferenza stampa, "che Bologna è una città come le altre". Da entrambe le parti la situazione si radicalizza e prevalgono le posizioni intransigenti. Nel pomeriggio si accendono scontri all'Università. Mentre si tiene una conferenza stampa del Movimento, riservata ai giornalisti delle radio libere, la polizia e i carabinieri attaccano le barricate lungo via Zamboni e i manifestanti si ritirano presso la porta S. Donato, lungo l'unica direttrice non presidiata. Intanto nella zona del centro sono impediti assembramenti: in via Rizzoli l'aria è resa irrespirabile dal lancio di decine di lacrimogeni. Alle due torri, in via D'Azeglio, in via Ugo Bassi le cariche coinvolgono anche cittadini ignari e semplici curiosi. I commercianti chiedono la difesa degli esercizi. Un primo bilancio degli assalti ai negozi parla di danni per centinaia di milioni, tra vetrine rotte, merce rubata, auto incendiate o danneggiate. In zona universitaria bruciano oramai diverse barricate: impressionante è il falò che si leva nei pressi di porta Zamboni. All'accensione delle luci, i lampioni di piazza Scaravilli vengono fracassati con lanci di sassi e forse colpi di pistola. Alle 22,30 nei pressi del Teatro comunale viene assaltata e saccheggiata l'armeria Grandi, dalla quale vengono sottratti fucili da caccia e pistole. Questa azione non sarà riconosciuta e approvata dal Movimento. Nella notte i dintorni di piazza Verdi diventano una "terra di nessuno" costellata da incendi e percorsi da gente armata che spara in aria.dettagli
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12 marzo 1977Chiusura forzata di Radio AliceAlle 23 e 25 la Polizia irrompe nella sede di Radio Alice, in via del Pratello. Espressione del Movimento, l’emittente è stata, anche tramite la viva voce dei protagonisti, un microfono aperto sugli scontri e le manifestazioni seguite all’uccisione di Francesco Lorusso. Il quotidiano “Il Resto del Carlino” l’accusa di avere “incitato alla violenza e all’eversione”. “L’Unità” parla di “linguaggio irresponsabile, diffamatorio, distruttivo” usato per screditare il partito comunista, i sindacati, l’Amministrazione locale e si chiede “chi c’è esattamente dietro Alice?”. La chiusura forzata della radio e l’arresto dei cinque redattori presenti sono trasmessi in diretta. Per la prima volta in Italia una radio libera viene messa a tacere dalle forze dell’ordine con l’accusa di “istigazione a delinquere”. Nonostante gli arresti e il sequestro delle attrezzature, nei giorni successivi la radio tenterà di riprendere le trasmissioni con mezzi di fortuna e grazie all’ospitalità di altre emittenti.dettagli
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13 marzo 1977Blindati in via Zamboni. La polizia occupa la zona universitariaE' l'alba di domenica 13 marzo quando circa 3.000 carabinieri e poliziotti occupano la zona universitaria con l'aiuto di tre autoblindo e tre carri M113. In via Zamboni e nelle strade adiacenti non c'è quasi nessuno. Le barricate innalzate nei giorni precedenti vengono rimosse con i bulldozer; le strade attorno a piazza Verdi lavate con gli idranti. Durante il giorno si susseguono in centro cariche della polizia e lanci di lacrimogeni, per evitare assembramenti. "L'Unità" parlerà di "duri pestaggi" nei confronti dei dimostranti che si attardano a fuggire. Secondo il giornale "Lotta continua" una simile occupazione militare non ha precedenti a Bologna se non nel periodo del fascismo. Durante la notte la situazione precipita: gli scontri si moltiplicano nel centro storico. Vengono erette barricate in via San Vitale e in via Zamboni. L'intervento della polizia è molto duro: un centinaio di manifestanti, rimasti chiusi tra due fuochi, vengono tratti in arresto. Appesi ai rami degli alberi e nascosti nelle siepi della zona universitaria sono rinvenuti decine di fucili da caccia, pistole, scatole di cartucce, sciabole e baionette. Della razzia all'armeria Grandi, avvenuta il giorno prima, mancano però ancora numerose rivoltelle. Alle 21 un'affollata assemblea in un cinema del quartiere San Donato discute dei funerali di Lorusso e della possibilità di un comizio unitario del Movimento, alla presenza del sindaco Zangheri e dei sindacati, per chiedere di "porre termine all'occupazione militare della città". La risposta del Prefetto non si fa attendere: divieto di cortei, assembramenti e riunioni nel territorio comunale, con esclusione del tratto tra Piazza della Pace e la Certosa, unico itinerario consentito per i funerali dello studente ucciso. La decisione della prefettura è giudicata dal Movimento "moralmente infame e politicamente dittatoriale".dettagli
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14 marzo 1977Funerali in periferia per Francesco LorussoIl funerale di Francesco Lorusso, ucciso durante scontri con le forze dell’ordine l’11 marzo, è stabilito per le 10 del mattino. Il Prefetto ha vietato nei giorni precedenti ogni manifestazione nel centro storico e la cerimonia si tiene allora in periferia, in Piazza della Pace, poco distante dal cimitero della Certosa. Vi partecipano circa diecimila persone, raccolte “in un silenzio agghiacciante”. In occasione delle esequie, il sindacato ha indetto un’ora di sciopero e nelle fabbriche si tengono assemblee. Nel pomeriggio un’assemblea di studenti al quartiere San Donato è ostacolata dalla Polizia. Reparti della Celere di Padova si attestano sul ponte di San Donato e si avvicinano al raduno del Movimento. Alcune centinaia di manifestanti sono sorvegliati dall’alto da un elicottero delle forze dell’ordine. Molti di essi sono perquisiti appena scesi dagli autobus che si dirigono verso il centro della città. Vengono fermati quelli senza documenti o con in tasca dei limoni, che si presume siano usati per scongiurare gli effetti dei gas lacrimogeni. Alla richiesta da parte dell’assemblea del Movimento al cinema Minerva di radunarsi in alcune aule dell’Istituto Aldini Valeriani, la Giunta comunale risponderà il mattino dopo chiudendo l’Istituto e sospendendo le lezioni. Intanto 900 operai della Sasib scendono in sciopero e organizzano un presidio davanti alle Aldini per impedirne l’occupazione.dettagli
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15 marzo 1977Arresti di appartenenti al MovimentoFra il 13 e il 15 marzo vengono arrestati 131 studenti per reati connessi ai disordini dei giorni precedenti. 34 di essi sono accusati di aver saccheggiato il ristorante Il Cantunzein in piazza Verdi, altri sono detenuti per adunata sediziosa o porto di arma impropria. Fino all'estate saranno fermati e tratti in arresto decine di militanti e leader del Movimento e verranno perquisite e messe sotto sequesto sedi di riviste e librerie, come Il Picchio in via Mascarella. La maggior parte delle indagini e dei processi si concluderà con assoluzioni. Numerosi cortei di studenti manifesteranno contro gli arresti e la repressione poliziesca, sfidando il divieto di radunarsi nelle piazze e nelle strade centrali. A volte la protesta assumerà la veste di vero e proprio happening politico-teatrale, come nel caso del lancio di una mongolfiera a forma di pesce davanti al carcere di San Giovanni in Monte, da un'idea di Giuliano Scabia, accompagnato da canzoni scritte da Enrico Palandri di Radio Alice.dettagli
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16 marzo 1977Manifestazione dei sindacati contro la violenza e sit-in del MovimentoI sindacati convocano alle 16 in piazza Maggiore una manifestazione unitaria “contro la violenza”. Partecipano oltre centomila persone, provenienti da tutta l'Emilia. Le parole d'ordine sono: ordine, sicurezza democratica e libertà. Il sindaco Zangheri promette di riprendere il dialogo interrotto tra la città e gli studenti, ma con l'esclusione e la denuncia dei "fautori della violenza". Auspica che la lotta democratica porti "al loro isolamento e alla loro sconfitta". L'imbocco della piazza è presidiato da un servizio d'ordine di sindacalisti e attivisti del partito comunista. Nell'attigua via Rizzoli circa diecimila giovani effettuano un sit-in in onore di Francesco Lorusso e per riaffermare la presenza del Movimento nella città. In seguito il lungo corteo si sposta in piazza dei Martiri, dove Giovanni Lorusso, fratello dello studente ucciso, al quale non è stato concesso di intervenire in piazza Maggiore, legge un breve discorso. Il giovane chiede a tutti coloro che sono scandalizzati per le violenze e le distruzioni dei giorni precedenti "di riflettere e di scegliere tra le vetrine e la vita umana" e dichiara che l'omicidio di Francesco e l'occupazione militare della città sono atti non solo contro gli studenti, ma contro tutti i cittadini democratici.dettagli
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18 marzo 1977Contestato comizio di Trentin in Piazza MaggioreLa Federazione CGIL, CISL e UIL indicono uno sciopero dell'industria. Il comizio del segretario dei metalmeccanici della CGIL Bruno Trentin (1926-2007) in Piazza Maggiore, davanti a una grande folla, è contestato dagli studenti, che chiedono la parola.dettagli
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22 marzo 1977“Musica ribelle” al PalasportAl Palazzo dello Sport si tiene un concerto degli Area di Demetrio Stratos, cui fanno seguito Eugenio Finardi e Alberto Camerini. È sul palco la "musica ribelle" (dal titolo della canzone-manifesto di Finardi). Il rock progressivo si mescola con il free jazz, la musica etnica e quella sperimentale in modo non consueto.dettagli
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23 marzo 1977Riapertura dell'Università e nuove occupazioniL'Università riapre con il presidio delle forze dell'ordine. Alcune facoltà verranno nuovamente occupate dagli studenti dal 19 aprile. Le occupazioni dureranno pochi giorni, sotto la minaccia dell'intervento della polizia. Il 25 aprile il Movimento tornerà in strada per contestare, con una contromanifestazione, il comizio dei sindacati per l'anniversario della Liberazione.dettagli
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25 marzo 1977Per il PCI Bologna ha subito un attacco eversivo premeditatoSi svolge dal 25 al 27 marzo il Congresso della Federazione del Partito Comunista. Il segretario Renzo Imbeni sostiene che durante i disordini di marzo Bologna è stata vittima di un attacco organizzato, che ha avuto il carattere della premeditazione e non è stato casuale. Si è voluta colpire la città come simbolo da trent'anni della forza delle sinistre in Italia. Anche Renato Zangheri, durante il consiglio comunale del 13 marzo, ha parlato di "gravissimo attacco" e "attentato eversivo" alla città. Il sindaco ha individuato tra gli studenti i violenti e i facinorosi che lavorano per distruggere la democrazia. Si delinea un disegno che ha come obbiettivo "di coinvolgere Bologna in una spirale di terrore". La teoria del complotto è fermamente respinta dagli studenti. Secondo Bifo, leader del Movimento, "non c'è complotto che possa far crescere la gigantesca ondata che oggi sommerge il potere democristiano".dettagli
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27 marzo 1977Il Movimento “processa” la repressioneÈ indetta in piazza Maggiore una festa contro la repressione del Movimento, seguita ai disordini dei giorni precedenti. E’ realizzata l’azione del finto assalto al comune. La festa politica è accompagnata da musiche e girotondi attorno ad oggetti costruiti, come un carro armato di cartone a cui è poi dato fuoco. Alcuni studenti “rappresentano” i sampietrini di via Zamboni, che si lamentano di essere stati sostituiti con l’asfalto dagli operai comunali. Il “processo alla repressione” termina con l’incatenamento di alcuni redattori di Radio Alice, che protestano contro gli arresti seguiti all’11 marzo.dettagli
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1 aprile 1977Meeting con Trentin nella ex Sala BorsaIl 1° aprile si tiene nella ex Sala Borsa un'assemblea tra studenti e sindacati, alla quale partecipa il segretario della Federazione dei metalmeccanici (FLM) Bruno Trentin (1926-2007). Il dibattito verte attorno a un documento di alcuni consigli di fabbrica milanesi, che criticano le decisioni del Direttivo Nazionale CGIL CISL e UIL sulla scala mobile, ritenute “di una gravità inaudita”. Al termine della discussione le posizioni del movimento studentesco e dei sindacati rimangono molto distanti.dettagli
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1 aprile 1977Andrea Pazienza pubblica “Pentothal”Andrea Pazienza (1956-1988), studente del Dams e funambolico disegnatore, pubblica sul numero di aprile di “Alter Alter” la sua prima storia a fumetti, Le straordinarie avventure di Pentothal. Bologna vi appare sullo sfondo come una città caotica, percorsa da profonde inquietudini. Nella sua breve stagione artistica “Paz” diverrà uno dei più apprezzati autori italiani. Le sue storie “al limite” appariranno su riviste caratterizzate da un deciso taglio satirico e politico, quali “Cannibale” e “Il Male”. Tra i suoi personaggi più noti, quello di Zanardi, apparso sulla rivista “Frigidaire” all’inizio del 1981, è considerato il suo capolavoro.dettagli
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4 aprile 1977Processo alle Brigate RosseSi apre a Bologna il processo contro alcuni esponenti del nucleo storico delle Brigate Rosse, tra cui Renato Curcio e Alberto Franceschini. Per motivi di sicurezza si svolge nel carcere minorile del Pratello, sorvegliato da un imponente apparato poliziesco. Tutti gli imputati saranno condannati per istigazione a delinquere e oltraggio alla magistratura, reati commessi nel 1976.dettagli
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18 aprile 1977La nave Elettra di Guglielmo Marconi è fatta a pezziE' fatta a pezzi e dispersa in varie località italiane la nave laboratorio Elettra di Guglielmo Marconi, a suo tempo definita da D'Annunzio “candida nave che navigava nel miracolo e animava i silenzi”. Marconi l'ha utilizzata, fino alla fine della sua vita, per esperimenti sulle radiocomunicazioni. Requisita dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943, è stata impiegata come unità da guerra. Nel gennaio 1944 si è incagliata in un basso fondale, davanti a Zara. Recuperata nel 1962 e ricondotta a Trieste, da allora si sono succeduti diversi progetti di recupero, fino al triste epilogo dello smembramento. La prua è andata a Venezia, la poppa a Roma, le apparecchiature a Milano. Un pezzo finisce anche nel giardino di villa Griffone a Pontecchio, sede della Fondazione Marconi.dettagli
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20 aprile 1977Lettera di Roberto Roversi sui "fatti di marzo" e replica del sindaco ZangheriLo scrittore Roberto Roversi invia al quotidiano “L'Unità” una lunga lettera, in cui afferma che, durante i “fatti di marzo”, il tentativo di criminalizzare la città è riuscito. Essa non ha saputo dare una risposta pronta e unitaria al “ricatto eversivo”, che l'ha colpita. Il Comune, in particolare, non si è posto come “il centro a cui rivolgersi per capire”, non ha raccolto e dato informazioni chiare e immediate. Secondo il poeta Bologna non doveva emarginare Lorusso, ma “assumere in proprio il primo morto giovane caduto sulle sue strade” e “coprirlo con un pezzo di bandiera”. Piazza Maggiore doveva rimanere illuminata a giorno per consentire il dialogo e non “lasciata spenta, viscida, fredda, orribile”. La città avrebbe infine dovuto fare autocritica, per la sua incapacità di vivere con e per i 60.000 studenti che ospita, bensì “sopra” di essi, “con vergogna”. Il sindaco Zangheri risponde risolutamente a Roversi, ricordando che l'università era nelle mani di una minoranza di “cosiddetti autonomi”, che paralizzavano le attività didattiche e impedivano agli studenti comunisti di parlare nelle assemblee. Ricorda inoltre che una ferramenta e un'armeria erano state svaligiate e che a Bologna circolavano senza controllo centinaia di armi. Respinge quindi l'accusa alla città di sfruttare gli studenti fuorisede, dichiarando che i livelli esosi degli affitti ricadono sui bolognesi. Infine si chiede se Roversi giudichi trascurabile che “una moltitudine sterminata di bolognesi ed emiliani” abbia partecipato il 16 marzo ad una manifestazione in piazza Maggiore per chiedere “il rispetto dell'ordine democratico”.dettagli
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28 aprile 1977Corteo festa del MovimentoAttraverso il corteo festa e l'happening politico gli attivisti del Movimento tentano di aggirare i divieti di manifestazione imposti dalla polizia, senza tuttavia andare ad uno scontro violento. I vari tronconi del corteo sono intervallati da clown, tromboni, ragazze truccate con la farina. Dietro a un grande drago di cartone, divenuto nel tempo il simbolo del Movimento, sfilano mascheroni satirici, che rappresentano Andreotti e Berlinguer, protagonisti del "compromesso storico".dettagli
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29 aprile 1977Assemblea nazionale del Movimento studentescoSi tiene dal 29 aprile al 1° maggio al Palasport l'Assemblea nazionale del Movimento studentesco. Oltre ai rappresentanti del Movimento bolognese sono presenti in gran numero gli Autonomi romani. Due commissioni discutono di lavoro politico nella scuola e di rapporti con le organizzazioni operaie. L'Autonomia propugna una rottura completa con i sindacati e vuole un corteo combattivo per il Primo Maggio, in aperta sfida all'amministrazione comunale in mano al PCI. Il movimento bolognese critica l'avventurismo degli Autonomi e boccia l'idea del corteo. Gran parte dell'Autonomia abbandona allora il convegno per protesta. La maggior parte dei partecipanti è comunque delusa dal comportamento delle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria, che appaiono come un freno rispetto alla ricchezza del Movimento. Alle aperture di Lotta Continua fa riscontro la chiusura di gruppi come Avanguardia Operaia, PdUP, MLS, che firmeranno praticamente da soli la mozione finale.dettagli
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1 maggio 1977Il film "Per questa notte" di Carlo Di CarloAl Festival del Cinema di Cannes è presentato il film Per questa notte, primo lungometraggio del regista bolognese Carlo Di Carlo (1938-2016), tratto da un romanzo dello scrittore uruguagio Juan Carlos Onetti. Nella Spagna franchista è ambientata la vicenda drammatica di Ossario, un capo rivoluzionario, che vede morire ad uno ad uno i propri compagni e alla fine viene egli stesso raggiunto dai colpi dei cecchini. Di Carlo ha debuttato alla regia nel 1961 con un film-documentario dedicato strage di Monte Sole e contro il negazionismo storico, La Menzogna di Marzabotto, scritto con Roberto Roversi - con il quale firmerà diversi altri lavori - e con la collaborazione di Antonio Meluschi, Renata Viganò e Renzo Renzi.. Oltre che essere stato direttore di riviste cinematografiche, ha collaborato con Pasolini e Antonioni. Di quest'ultimo curerà la retrospettiva al Festival di Venezia del 2002. Autore di numerosi documentari e curatore delle edizioni italiane di alcuni capolavori, quali Heimat di Reitz e Il Decalogo di Kieślowski, nel 2010 riceverà il Nastro d'Argento alla carriera.dettagli
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1 maggio 1977“A/traverso”, foglio dell'Autonomia e del Movimento degli studentiLa fanzine “A/traverso” è espressione del gruppo più trasgressivo e creativo dell’Autonomia e del Movimento studentesco. È pubblicata “con Olivetti, forbici e colla”, i testi battuti con la macchina da scrivere e i titoli composti con lettere ritagliate dai giornali. Il gruppo fondatore si definisce “maodadaista”. Ne fanno parte, tra gli altri, Franco Berardi (Bifo), Stefano Saviotti e Maurizio Torrealta, già collaboratori di Radio Alice. Ispirandosi ad Artaud e ad avanguardie artistiche come il Dada e il Futurismo, è una via di mezzo tra una rivista politica e una rivista letteraria underground. Si fa promotrice di un nuovo stile politico fondato “sulla festa, sulla sfrenatezza, sulla dissolutezza”, puntando su comportamenti di rottura e sul rinnovamento del linguaggio e della comunicazione.dettagli
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23 maggio 1977Dario Fo recita "Mistero buffo" al PalasportIn un Palazzo dello Sport stracolmo Dario Fo (1926-2016) e Franca Rame (1929-2013) presentano Mistero buffo, giullarata di ispirazione medievale recitata in una lingua inventata e onomatopeica. Lo spettacolo è a sostegno della campagna referendaria del Partito Radicale e vuole essere anche una protesta contro gli arresti dei militanti del Movimento e la chiusura delle radio libere. Mistero Buffo era già andato in scena al Palasport il 25 giugno 1971 a cura del Circolo "La Comune". Il volantino ciclostilato per l'occasione considerava la letteratura e l'arte armi potenti “per unire e educare il popolo ”. Il 14 marzo 1975 la Questura aveva invece vietato a Fo il Palasport per lo spettacolo Non si paga non si paga.dettagli
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29 maggio 1977Il Centro Sociale Anziani "Barca"In una vecchia casa colonica in via del Beccaccino, nel quartiere Barca, apre il primo Centro Sociale Anziani autogestito, a cura di un gruppo di iscritti alle leghe sindacali. Scopo del centro è aggregare le persone, proponendo passatempi come il gioco delle bocce, delle carte, il ballo, ma soprattutto mantenere gli anziani attivi e interessati alla vita della comunità. Un dato particolare è la massiccia partecipazione delle donne. Il primo presidente sarà Rosa Marchi (1919-2007), un'ex operaia della Weber licenziata per rappresaglia politico-sindacale, alla quale il Centro sarà poi dedicato. Negli anni seguenti l'esperienza della Barca sarà replicata con successo in altri quartieri della città.dettagli
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1 giugno 1977Settimana internazionale della PerformanceTra 1° e 6 giugno, presso la Galleria comunale d'Arte Moderna, si svolge, a cura del critico Renato Barilli, la Settimana internazionale della Performance. Vi partecipano 49 artefici italiani ed europei della body art e della performance: tra essi Vito Acconci, Marina Abramovic, Franco Vaccari, Giuseppe Chiari, Fabrizio Plessi, Vincenzo Agnetti, Luca Patella, Arrigo Lora Totino, Lamberto Pignotti, Luigi Ontani, Fabio Mauri, Giorgio Colombo, Vettor Pisani. Fanno scalpore la performance di Marina Abramovic e Ulay - il pubblico è costretto a passare tra i corpi nudi dei due artisti - e quella di Hermann Nitsch nella chiesa di Santa Lucia, in cui la scena è occupata da un bue squartato.dettagli
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1 giugno 1977La rivista "Il Cerchio di gesso"Sull'onda dei fatti di marzo esce la rivista "Il Cerchio di gesso". La anima un gruppo di intellettuali, tra i quali Gianni Scalia, Pietro Bonfiglioli, Federico Stame, Roberto Roversi, che intendono affiancare le lotte del Movimento del '77. Da Roversi è intesa come “un riferimento forte per l'intervento poetico e quindi politico” su quanto succede in Italia e in particolare nella Sinistra. I redattori credono nella gestione e distribuzione diretta di una comunicazione libera. Nel primo numero compare un Documento per radio Alice sottoscritto da molti intellettuali (tra gli altri Cesare Zavattini, Luca Ronconi, Goffredo Fofi, Antonio Faeti). La rivista sarà pubblicata fino al 1979. Usciranno sei numeri, più uno speciale in occasione del convegno contro la repressione del settembre 1977.dettagli
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2 giugno 1977VideobolognaIn un antico palazzo di via Castiglione inaugura le trasmissioni la emittente privata Videobologna, guidata da Costanzo Baffetti. Nel palinsesto è presente la rubrica Cara Bologna, condotta da alcuni alfieri della cultura petroniana, come lo storico Mario Maragi, il capocomico Arrigo Lucchini e il cantautore dialettale Quinto Ferrari. Dopo un periodo sperimentale, la tv è rilevata dal gruppo proprietario del “Resto del Carlino”, che dopo alcuni anni la cederà all’imprenditore milanese Silvio Berlusconi (1936-2023).dettagli
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1 settembre 1977Harpo's Bazaar e l'etichetta Italian RecordsAlcuni studenti del Dams e del Conservatorio - Carlo “Cialdo” Capelli, Oderso Rubini, Anna Persiani, Lella Leporati, Nino Iorfino (ex Humpty Dumpty), Giovanni Natale, Gianni Citti e altri - danno vita alla Cooperativa Harpo's Bazaar (Film-Music-Press). I soci documentano in forma di diario visivo gli eventi del convegno di settembre contro la repressione, servendosi di un furgone Renault con le fiancate dipinte e di un piccolo studio di registrazione allestito con materiali di recupero in via San Felice 22. Il nome della società è ispirato dal saggio Harpo's Bazaar. Teatro comico dei fratelli Marx, di Gianni Celati, professore di letteratura inglese al Dams. Harpo's Bazaar si occupa di musica, di grafica, di produzione discografica. Consente la registrazione delle prime cassette a tanti gruppi rock, che in questo periodo si stanno formando a Bologna. Italian Records sarà, dal 1980, l'etichetta discografica dell'Harpo's. Verrà distribuita dalla Ricordi e produrrà gruppi quali Gaznevada, Confusional Quartet, Windopen, Luti Chroma, 451, Stupid Set, Art Fleury, Andy J. Forrest, Freak Antoni, Johnson Righiera, Metal Vox, Rats, Kerosene, N.O.I.A. e molti altri. Le componenti del gruppo punk femminile Clito andranno a Bologna a produrre il loro primo disco e ricorderanno così la loro esperienza con Oderso Rubini e colleghi: “Trovammo persone competenti, che ci stavano dietro e non ci mettevano fretta”. La cooperativa distribuirà anche etichette indipendenti inglesi e americane e venderà dischi e cassette per corrispondenza. Pubblicherà inoltre un giornale gratuito per informare sulla sua attività di produzione discografica e concertistica. Tra gli eventi organizzati dalla Harpo's vi è l'epocale festival Bologna Rock. Dalle cantine all'asfalto, che nell'aprile del 1979 al Palasport farà conoscere i nuovi gruppi della locale scena rock e new wave.dettagli
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22 settembre 1977Il convegno internazionale contro la repressioneDal 22 al 24 settembre si svolge a Bologna il Convegno contro la repressione, organizzato anche in seguito al Manifesto contro la repressione apparso il 5 luglio sul quotidiano “Lotta continua” e firmato da una trentina di intellettuali francesi, fra cui Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Gilles Deleuze e Felix Guattari. Circa centomila giovani trasformano la città in un palcoscenico per feste, rappresentazioni teatrali e musicali, iniziative politico-culturali di ogni tipo, mentre all'interno del palazzo dello sport i gruppi più politicizzati si confrontarono duramente sul futuro del movimento studentesco. Si arriva alla rissa tra Autonomi e esponenti di Lotta continua, apostrofati dai primi come "la nuova polizia". "I difficili tre giorni di Bologna" sono visti come "una terribile prova della democrazia" da Norberto Bobbio, che avverte di non criminalizzare in toto i nuovi movimenti giovanili, tacciandoli di fascismo. Il convegno si conclude con un corteo e la recita di Mistero Buffo di Dario Fo in piazza VIII Agosto davanti a una grande folla di giovani. Senza un accordo strategico tra le sue varie anime, la tre giorni di settembre segna probabilmente la fine politica del Movimento.dettagli
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1 ottobre 1977Il CentergrossA nord est di Bologna, tra i comuni di Argelato e Bentivoglio, si inaugura in ottobre il Centergross, uno degli impianti più grandi del mondo per il commercio all'ingrosso. Il complesso consente di spostare le attività grossistiche dal centro storico in una zona periferica ben servita di infrastrutture. Si tratta di una vera e propria cittadella del commercio, che ospita, in 40 capannoni, circa 500 aziende di ogni settore merceologico, con particolare rilevanza del tessile e dell'abbigliamento.dettagli
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20 ottobre 1977Danneggiate alcune concessionarie di auto tedescheDopo la morte in carcere di alcuni esponenti del gruppo terroristico RAF (Rote Armee Fraktion) - la versione ufficiale parla di suicidio, ma altri ritengono si tratti di una “esecuzione di stato” - a Bologna le concessionarie di auto tedesche subiscono una serie di attentati incendiari.dettagli
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26 novembre 1977Bologna assediata dalla neveNella notte tra il 26 e il 27 novembre cadono sulla città oltre 40 cm di neve. La tormenta, accompagnata da tuoni e fulmini, dura circa 20 ore e colpisce tutto l'Appennino tosco-emiliano, paralizzando l'Autostrada del Sole e molte linee ferroviarie. Bologna va completamente in tilt: saltano le linee elettriche, è bloccata l'erogazione dell'acqua e la fornitura dei giornali e del pane. Parchi, giardini, strade alberate offrono uno spettacolo drammatico: ovunque alberi sradicati o spezzati, antenne e pali caduti. Il 30% delle piante cittadine sono distrutte. Si calcola un miliardo di danni per il verde pubblico e 400 milioni per gli impianti di illuminazione stradale. Danni eccezionali riportano i parchi di Villa Ghigi, Villa Spada e Casaglia, dove crollano alberi secolari. Secondo gli esperti una calamità di questo tipo può verificarsi al massimo una o due volte in un secolo. L'eccezionale nevicata rimarrà nella memoria collettiva dei cittadini bolognesi come "la malaneve".dettagli
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13 dicembre 1977La mensa della CaritasIl cardinale arcivescovo Antonio Poma (1910-1985) promuove, attraverso la Caritas diocesana, la mensa della fraternità. Assieme ad essa è istituita la Fondazione san Petronio, con l’obbiettivo di aiutare le persone con difficoltà economiche e problemi di inserimento nella società. Oltre alla mensa verranno sviluppati a questo scopo altri servizi, come l’armadio della fraternità, la distribuzione di sacchi a pelo, uno spazio per l’incontro, il servizio docce e barberia.dettagli