L’Isola delle Rose
Al largo della costa di Rimini, appena al di fuori delle acque territoriali italiane, sorge una piattaforma artificiale di circa 400 mq costruita dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa.
Il 1° maggio la piccola isola in tubi d’acciaio si proclama stato indipendente, con il nome ufficiale di Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose. L’ingegnere afferma di voler “vedere fiorire le rose nel mare”.
L’evento accende subito grande curiosità: se ne occupano i giornali; sono organizzate gite turistiche per visitare il nuovo stato.
La repubblica adotta l’Esperanto come lingua ufficiale e ha moneta (il mill) e francobolli propri. Non verrà però mai riconosciuta da alcun paese. Il 26 giugno la piattaforma sarà occupata dalla polizia italiana e nel febbraio del 1969 sarà demolita.
- Tiziano Costa, Bologna prima e dopo il ‘68 ... ricordi di una vita, Bologna, Costa, 2018, p. 117
- È successo quel ‘68. Appunti fotografici, ricerca fotografica e testi delle fotografie Luciano Nadalini, Bologna, Regione Emilia-Romagna Assemblea legislativa, 2018, p. 130
- Isola delle rose. Il film. La libertà fa paura, dvd, regia di Stefano Bisulli e Roberto Naccari, Cerasolo di Coriano, NdA press, 2010
- Alberto e Giancarlo Mazzuca, Romagna nostra, con le fotografie di Lorenzo Capellini, Argelato, Minerva, 2019, pp. 110-111
- Giorgio Rosa, L’isola delle rose, dvd, Bologna, Persiani - Roma, Cines, 2009
- Walter Veltroni, L’isola e le rose, Milano, Rizzoli, 2012