La Casaralta rinasce dopo una grave crisi industriale
Le Officine Casaralta subiscono nel dopoguerra una grossa crisi produttiva e arrivano quasi alla chiusura definitiva.
Dopo alcuni mesi di lotte e occupazioni, nel 1955 l'azienda si rilancia, abbandonando il settore delle riparazioni ferroviarie. Si dedicherà alla produzione di carri merci e in seguito di carrozze passeggeri e locomotrici, divenendo partner di vari Enti e Società ferroviarie nazionali e internazionali.
Tra gli anni Sessanta e Settanta saranno prodotti i modelli più noti, come l'E 444 Tartaruga o il treno a due piani per i pendolari.
Gli anni Novanta, però, vedranno una nuova grave crisi per le Officine Casaralta, di fronte a politiche che favoriscono i trasporti su gomma e non quelli ferroviari.
- Archeologia industriale in Emilia Romagna Marche, a cura di Giorgio Pedrocco e Pier Paolo D'Attorre, Cinisello Balsamo, Silvana, 1991, p. 188
- Pier Paolo D'Attorre, Il treno della vita: un imprenditore bolognese tra fascismo e miracolo economico, in Distretti imprese classe operaia. L'industrializzazione dell'Emilia Romagna, a cura di Pier Paolo D'Attorre e Vera Zamagni, Milano, F. Angeli, 1992, pp. 425-469
- La fabbrica e il dragone: Casaralta. Inchiesta sociale su una fabbrica e il suo territorio, in "Metronomie", 34-35 (2007), pp. 43-103
- Vera Zamagni, L'economia, in Renato Zangheri, Bologna, Roma (ecc.), Laterza, 1986, p. 292