Licenziamenti politici alla Cogne di Imola
La Cogne di Imola si riprende dalle distruzioni belliche anche grazie all'impegno delle maestranze, che ripristinano gli impianti e i macchinari.
Alcuni tecnici, in accordo con gli operai, riconvertono la produzione, indirizzandola alla fabbricazione di macchine tessili di precisione.
Ma dopo i cambiamenti politici degli anni 1947-48 il clima di collaborazione e solidarietà cambia profondamente.
Nel 1949 viene allontanato il direttore Carlo Nicoli, ex comandante partigiano comunista e poco dopo Guido Albertazzi, presidente del Consiglio di Gestione.
Nel 1952 la direzione aziendale espone un programma di radicale epurazione politica e il 7 ottobre 1953 licenzia 162 lavoratori (150 operai e 12 impiegati) soprattutto militanti di sinistra, ex partigiani e sindacalisti della CGIL.
Ai licenziamenti politici seguiranno diversi mesi di lotta sindacale, che coinvolgeranno in pieno la cittadinanza imolese.
La vertenza si concluderà con la riassunzione di 50 lavoratori, scelti dai vertici aziendali tra i meno impegnati e rappresentativi, e un risarcimento economico per gli altri.
- Andrea Pagani, Cogne Imola. Storia di un movimento operaio, Imola, Bacchilega, 1998
- Giorgio Pedrocco, Bologna industriale, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 1082