Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1950La strada "Fondovalle Savena"Iniziano in comune di Pianoro i lavori di costruzione della strada “Fondovalle Savena”, percorso parallelo e alternativo alla statale della Futa, ricavato accanto al greto del fiume. In corrispondenza del Contrafforte Pliocenico la strada attraversa le gole di Scascoli, sito di rilevante interesse naturalistico.dettagli
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1950Le forcelle idrauliche MarzocchiL'officina meccanica di Stefano e Guglielmo Marzocchi, in via Zannoni 64, produce il ciclomotore Grillo di 49 cc. a rullo con avviamento a pedale. Nello stesso 1950 i due fratelli, già tecnici della SSR Ducati, progettano e realizzano una nuova forcella idraulica telescopica e un ammortizzatore idraulico, che avranno grande successo e determineranno la futura produzione della ditta. Le forcelle Marzocchi saranno montate dal 1952 su moto firmate Mondial, CM, Maserati, Ducati. La messa a punto delle sospensioni avverrà anche con la partecipazione a gare di velocità e durata quali il Motogiro d'Italia o la Milano-Taranto. Dal 1957 la produzione sarà effettuata nel nuovo stabilimento di Casalecchio di Reno.dettagli
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1950Felice Battaglia nuovo RettoreFelice Battaglia (1902-1977), docente di filosofia morale nell'Ateneo bolognese dal 1938, è nominato Rettore. Durante la guerra fu designato dal Cln come commissario per l'Università. Dirigerà l'Alma Mater fino al 1956 e anche negli anni 1962-1968. Con lui in carica saranno inaugurate le facoltà di Magistero e di Scienze Politiche. Filosofo spiritualista, fra i suoi studi vi sono: I valori fra la metafisica e la storia (1967) e Scritti di teoria dello Stato (1939 e 1955).dettagli
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1950La Società Cestistica Mazzini, abbinata Moto MoriniOltre alla Virtus, all'O.A.R.E. e al Gira nasce una quarta squadra bolognese è destinata a giocare nel campionato di serie A di pallacanestro. La Società Cestistica Mazzini, formatasi nella sede del Motoclub Ruggeri, non tarda a trovare come finanziatore il commendator Alfonso Morini (1898-1869), noto produttore di moto da turismo e da corsa. Nel 1955, con il nome Motomorini, la squadra salirà nella massima serie e nel campionato 1955-56 conquisterà il settimo posto davanti a Varese. Allenata da Dino Fontana, l’anno seguente giungerà terza e sarà quarta nei due campionati successivi.dettagli
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1950La cronoscalata Bologna - RaticosaNel 1950 si corre la cronoscalata automobilistica Bologna-Passo della Raticosa, una delle corse in salita più impegnative in Europa, organizzata dall'Automobile Club della Provincia. Il percorso misura 43,20 Km, con inizio in via Toscana, nei pressi del ponte di San Ruffillo. Alla sua prima edizione - dopo due esperienze pionieristiche nel 1926 e nel 1939 - la cronoscalata è vinta da Giovanni Bracco su una Ferrari 2350. L'anno successivo sarà il pilota veronese Giulio Cabianca a tagliare per primo il traguardo al volante di una Osca. Dopo cinque anni la corsa sarà sospesa e riprenderà solo nel 1962, su percorso accorciato, con partenza davanti all'albergo Posta a Pianoro Vecchio. Dal 1963 al 1969 la gara vedrà soprattutto il duello Maserati-Abarth: nel 1967 l'austriaco Ortner, alla guida di una 2000 Sport Abarth, realizzerà il record assoluto, con il tempo di 17 minuti e 38 secondi. La Bologna-Raticosa sarà riportata in vita nel 2001 dall'imprenditore Francesco Amante come corsa per auto storiche. Si gareggerà sul tratto della Statale della Futa tra Pianoro Vecchio e Livergnano (6,2 km).dettagli
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1950La rivista "Archi"Diretta dall'anglista Alfredo Rizzardi, traduttore di Pound, esce la rivista "Archi. Quaderni di lettere e arti moderne", caratterizzata da copertine molto curate graficamente e dall'attenzione per la letteratura straniera (Blake, Villon, Auden, Artaud, ecc.). Vi sono ospitati saggi di scrittori e critici ormai affermati, come Giuseppe Raimondi, Francesco e Gaetano Arcangeli, Gian Carlo Cavalli e di giovani come Giuseppe Guglielmi e Mario Ramous. Nel 1951 vi compaiono anche alcune poesie di Umberto Saba (1883-1957): Fratellanza, Rosignuolo e Poesia in tre stati. Saranno pubblicati solo dieci numeri, che però susciteranno un certo interesse nell'ambiente letterario. Alcuni dei redattori di "Archi" si ritroveranno anni dopo nel gruppo che animerà la rivista "Il Verri" di Luciano Anceschi.dettagli
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1950Ricostruzione della chiesa di SS. Filippo e GiacomoL'architetto Luigi Vignali (1914-2008) cura la ricostruzione della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, eretta nel 1641 e situata in via delle Lame, in una delle zone maggiormente devastate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Apparteneva un tempo alle Convertite, una congregazione di suore Cappuccine formata nel XVII secolo da ex prostitute. Nel 1815 il loro convento fu in parte occupato dalla zecca bolognese. In seguito venne trasformato in fabbrica di birra e in albergo. Vicino alla chiesa dei SS. Filippo e Giacomo c'era una chiesetta consacrata alla Natività della Vergine. Il 1° novembre di ogni anno, giorno dei Santi, una confraternita portava in processione la Madonna dei Defunti collocata all'interno, particolarmente venerata dal popolo.dettagli
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1950La “Casa del Macellaio”Presso porta Lame è costruita la “Casa del Macellaio”. Dal dopoguerra i macellai hanno ripreso a radunarsi presso la cappella dei Beccai in San Petronio e hanno rinnovato l'usanza della annuale funzione al Santuario della Madonna del Soccorso in Borgo San Pietro. Un primo frigorifero sociale è installato nel mercato coperto di via U.Bassi. Il vecchio macello di via Azzogardino, riaperto dopo le distruzioni belliche, rimarrà in funzione fino al 1974.dettagli
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1950Scoperto a Borgo Panigale un abitato dell'Età del BronzoRenato Scarani, valente studioso bolognese di paletnologia, indaga tra il 1950 e il 1959 un'area poderile molto vasta a Borgo Panigale, portando alla luce parti di un antico abitato. Sono individuati buchi per i pali, resti di intonaco, focolari, scorie, che suggeriscono una primordiale attività metallurgica. Una parte di resti, rinvenuti in strati profondi, testimoniano una frequentazione della zona durante l'Età del Bronzo Antico (2.300-1650 a.C.). L'insediamento più consistente è tuttavia databile al Bronzo Recente (ca 1.300 a.C.).dettagli
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1950Ricostruzione di Pianoro, il comune più sinistrato d'ItaliaDopo lunghe discussioni e contrasti viene approvato il piano urbanistico dell'architetto Alberto Legnani (1898-1954) per la ricostruzione di Pianoro. Il paese, a pochi chilometri a sud di Bologna, lungo la statale della Futa e nei pressi della ferrovia Direttissima, è probabilmente il più sinistrato d'Italia a causa della guerra. Sulla linea del fronte per tutto l'inverno del 1944, è stato distrutto al 98% e gli abitanti hanno dovuto abbandonarlo, spostandosi quasi tutti in città. Per questo è stato denominato “Cassino del Nord". Il piano di ricostruzione prevede lo spostamento dell’abitato in località Tombo, circa due chilometri più a nord in direzione di Bologna. Dopo le baracche, le prime case vengono realizzate dal piano Marshall secondo la tipologia anglosassone della villetta a schiera unifamiliare. Ai lati del viale principale sono piantati pini marittimi, caso unico nella provincia. Nel 1956-57, sempre su progetto di Legnani, verrà edificata la chiesa parrocchiale della Madonna di Lourdes. In facciata presenta un gruppo ceramico di scuola faentina. All’interno conserva opere provenienti da chiese e istituti bolognesi.dettagli
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1950"Donna Mater" di Mazzacurati a San Venanzio di GallieraRenato Marino Mazzacurati (1907-1969) esegue nel 1950 la scultura Donna Mater in marmo peperino, una interpretazione moderna e laica della maternità, da sempre affidata all’iconografia della Madonna col Bambin Gesù. L’artista vive in questi anni a Roma ed è riconosciuto come uno tra i maggiori scultori italiani. Dalla fine degli anni Venti è associato a Scipione, Mafai, Raphael, esponenti della cosiddetta Scuola di via Cavour o Scuola Romana, caratterizzata da un’arte espressionistica, “eccentrica e anarcoide” (Longhi). Nel 1928 Mazzacurati ha soggiornato a Bologna per eseguire alcuni ritratti su commissione e vi ha conosciuto Leo Longanesi (1905-1957). Negli anni Trenta ha vissuto a lungo a Gualtieri (RE) ed è stato tra i primi a riconoscere e sostenere l’arte di Antonio Ligabue (1899-1965). Al contrario di quanto ha sostenuto Arturo Martini (1889-1947) nel saggio La scultura lingua morta, pubblicato postumo nel 1948, Mazzacurati è convinto che essa abbia ancora valore e debba avere una destinazione pubblica. Negli anni seguenti la sua produzione si orienterà soprattutto sul monumento celebrativo della Resistenza (Parma, Mantova, Napoli ...). Dopo la morte dell’artista, la famiglia Fedi Mazzacurati cederà in comodato la scultura Donna Mater al Comune di Galliera. Essa verrà collocata nella frazione di San Venanzio, suo luogo natale, davanti al municipio (Palazzo Bonora).dettagli
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9 gennaio 1950Eccidio di ModenaA Modena, durante lo sciopero proclamato contro la serrata delle Fonderie Orsi, le forze dell'ordine sparano contro gli operai. Si contano sei morti e numerosi feriti. I funerali delle vittime sono seguiti da una folla immensa, con la partecipazione dei parlamentari dell'opposizione. In tutta la regione si svolgono manifestazioni di protesta.dettagli
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28 febbraio 1950La campagna pacifista dei "cinque punti"Nel dicembre 1949 il movimento dei Partigiani della Pace mette a punto un documento dal titolo Appello alle assemblee elettive, in cui sono enunciate cinque “proposte di pace”. Esse riguardano la cessazione della corsa agli armamenti e la riduzione dei bilanci militari, la moratoria alle armi atomiche; la fine delle guerre imperialiste, la cessazione della repressione contro i militanti del movimento pacifista, la firma di un patto di pace tra le grandi potenze sotto l'egida dell'ONU. A Bologna la campagna per i cinque punti inizia nei primi mesi del 1950 per estendersi rapidamente ai comuni della provincia. E' avviata una intensa attività di sensibilizzazione della popolazione, con dibattiti, assemblee, raccolta firme. Militanti comunisti e socialisti, attivisti di organizzazioni come l'UDI, sindacalisti e soci di cooperative si mobilitano per la costituzione di comitati locali nei quartieri e nelle fabbriche, con la partecipazione di uno schieramento ampio di forze politiche e sociali. Bologna è tra le città italiane più capaci di coinvolgere le massaie per iniziative a livello di caseggiato. Al centro delle discussioni è posto il bilancio domestico: ogni massaia deve "fare i conti in tasca" per capire quanto la guerra può togliere al benessere della famiglia. E' costituito il Comitato provinciale dei Partigiani della Pace di Bologna, che produce il "Bollettino della Pace". Esso si propone "di svolgere il suo lavoro collegando esperienze, indicando e giustificando direzioni, incitando iniziative", gettando "alle ortiche il settarismo, aperto un dialogo con tutti". In tutta la provincia i consiglieri di sinistra promuovono la discussione pacifista nei consigli comunali, mentre vengono inviate ai sindaci delegazioni di massa. I consigli di Bologna e Castel Guelfo aderiscono ai cinque punti con il voto favorevole della DC. La campagna ha grande successo. A livello nazionale termina il 28 febbraio 1950, quando un delegazione dei Partigiani della Pace viene ricevuta a Roma dai presidenti di Camera e Senato. Nel settembre 1950 i comitati per la pace in città e provincia sono già 2.256. A novembre nella provincia di Bologna oltre 510mila cittadini hanno firmato il Plebiscito della pace contro le armi atomiche, lanciato in marzo a Stoccolma. A San Lazzaro di Savena esso è stato sottoscritto dal 98 percento delle famiglie residenti. Il movimento dei Partigiani della Pace si conferma come “il più grande fenomeno di massa del secondo dopoguerra” (Ropa).dettagli
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28 febbraio 1950Il Teatro di MassaMarcello Sartarelli porta a Bologna l'esperienza del Teatro di Massa, una nuova forma di spettacolo popolare, che vede la partecipazione di centinaia di giovani donne e uomini, impegnati a rappresentare in modo diretto episodi della storia recente. Si tratta di mondine, operai, braccianti, ex partigiani reclutati attraverso la locale Federazione del PCI. Le prove del primo spettacolo, intitolato Sulla via della libertà, si svolgono nella piscina comunale. Il debutto è al Teatro comunale il 28 febbario 1950. Oltre 600 operai della Ducati, della Weber e della Casaralta animano l'ambiente ricostruito della fabbrica. E' rievocata, con l'uso innovativo di proiezioni e dello speaker, la dittatura fascista, mentre nella seconda parte è narrato il sacrificio di Maria Margotti, giovane bracciante uccisa durante una manifestazione contadina. Ad una delle repliche dello spettacolo sarà presente anche il segretario generale del PCI Palmiro Togliatti. Il gruppo bolognese del Teatro di Massa sarà il più duraturo: continuerà, anche dopo la partenza di Sartarelli, guidato dal suo assistente Luciano Leonesi. Nuovi spettacoli saranno proposti negli anni successivi all'arena dei Giardini Margherita, nei saloni delle Case del Popolo, al Teatro Comunale. L'ultimo spettacolo del gruppo bolognese sarà Terra d'Emilia, in scena alla Festa dell'Unità del settembre 1952. Dall’esperienza del Teatro di Massa nascerà il G.T.V. Gruppo Teatrale Viaggiante, che a Bologna darà vita a un circuito teatrale alternativo, con spettacoli nelle case del popolo dei vari quartieri.dettagli
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31 marzo 1950Il presidente Einaudi ai funerali di Giuseppe MassarentiMuore all'età di 83 anni Giuseppe Massarenti (1867-1950), leader socialista duramente perseguitato durante il fascismo, quando fu a lungo rinchiuso in manicomio. Nato da una famiglia borghese di Molinella, compì gli studi a Bologna, iscritto alla Facoltà di Farmacia. A vent'anni, prima della laurea, decise di tornare al paese e di dedicarsi alla causa dei contadini poveri della Bassa. Nel giro di pochi anni fondò la Società democratica, lo Scaldatoio, la Lega di resistenza, varie camere del lavoro e infine la Cooperativa di consumo. Partecipò al Congresso di Genova del 1892 e subito dopo fondò la sezione socialista di Molinella. Fu animatore di scioperi, sindacalista e sindaco di Molinella. Per la sua vita dedicata al riscatto delle genti delle campagne bolognesi, fu chiamato il "Santo delle paludi". Nel 1921 fu costretto dai fascisti a fuggire dal paese. Nel 1926 venne arrestato a Roma e rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Tornò solo nel 1948 "in una apoteosi commovente di devozione filiale che gli fu tributata da tutti i Molinellesi". Il Presidente della Repubblica Luigi Einuadi gli rende omaggio presenziando ai funerali. La città di Bologna gli intitolerà nel 1951 il tratto suburbano della Strada S. Vitale in direzione di Ravenna. Negli anni Ottanta a Molinella sarà eretta una statua in suo onore, opera di Luciano Minguzzi.dettagli
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30 aprile 1950Nascita della Cisl bologneseAl teatro Adriano di Roma l'assemblea dei sindacati aderenti alla LCgil, Fil e Ufail decide di sciogliere le organizzazioni rappresentate e di proclamare la costituzione della Cisl. Segue poco dopo l'atto costitutivo della Cisl bolognese. Il leader del sindacato cattolico Giulio Pastore ha indicato Anselmo Martoni della Fil come segretario dell'Unione territoriale, anche su pressione degli americani. Nella roccaforte del sindacato bianco - la "Libera Cgil" ha a Bologna 20.000 iscritti, contro i 1.800 della Fil - colpita di recente dall'assassinio di Giovanni Fanin, questa proposta trova una decisa opposizione. L'elezione degli organismi dirigenti della Cisl bolognese sarà a lungo impedita dagli attivisti cattolici. Occorrerà infatti attendere il primo Congresso del nuovo sindacato, nell'ottobre 1952. Dopo una incessante opera di mediazione da parte del commissario Eugenio Nasoni, risulteranno eletti il socialdemocratico Anselmo Martoni (segretario generale) e l'esponente di area cristiana Loris Luppi (segretario aggiunto). Già combattente partigiano e commissario della brigata Matteotti, Martoni (1921-2002) ha assunto nel secondo dopoguerra l'eredità di Giuseppe Massarenti. Sarà sindaco di Molinella per 44 anni, segretario delle Organizzazioni Operaie Autonome e parlamentare del PSDI.dettagli
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maggio 1950Mostra della Pittura bolognese del TrecentoDa maggio a luglio si tiene, nelle sale della Pinacoteca Nazionale di via delle Belle Arti, la Mostra della pittura bolognese del Trecento, a cura dell'Associazione Francesco Francia. Sotto la direzione di Roberto Longhi operano alcuni giovani esperti, tra i quali Cesare Gnudi, Francesco Arcangeli, Gian Carlo Cavalli. L'allestimento è dell'ing. Enrico De Angeli. Lo scopo della mostra, il cui progetto risale agli anni di insegnamento di Longhi a Bologna prima della guerra, è di mettere a fuoco alcuni aspetti specifici della pittura bolognese del periodo "così brutalmente sincera e impulsiva, e la cui forma non sembra potersi misurare che dall'interno". Nell’occasione vengono in parte “strappati”, trasferiti su tela ed esposti gli affreschi trecenteschi della chiesa di Santa Apollonia di Mezzaratta, ciclo pittorico di grande importanza di Vitale da Bologna e Simone dei Crocifissi. Nel 1958 tutte le pitture presenti nella chiesa della Confraternita del Buon Gesù a Mezzaratta saranno staccate e negli anni Sessanta troveranno sede definitiva, assieme alle loro sinopie, in due sale della Pinacoteca appositamente allestite dall'architetto Leone Pancaldi.dettagli
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maggio 1950Aldo Borgonzoni decora la Casa del Popolo di VignolaTra il maggio e l'ottobre 1950 il pittore Aldo Borgonzoni dipinge sei pannelli ad affresco sui muri del salone della Casa del Popolo di Vignola. I quadri illustrano episodi della vita di Antonio Gramsci (1891-1937), le vittime della guerra, le lotte del dopoguerra, fino al recente episodio (9 gennaio) dell'uccisione di sei operai a Modena da parte della polizia. Il compenso all'artista è rapportato alla paga di un operaio: 2.000 lire, delle quali buona parte spesa nell'acquisto dei colori. L'inaugurazione dell'opera avverrà nella primavera del 1951, alla presenza delle autorità e di uno stuolo di critici e artisti. L'importante affresco andrà purtroppo perduto nel 1958, durante lavori di ristrutturazione dell'edificio.dettagli
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10 maggio 1950Licenziamenti alle Officine CasaraltaIl 10 maggio alle Officine Casaralta viene annunciata la messa in liquidazione della fabbrica e il licenziamento immediato dei 700 operai che vi lavorano. Il provvedimento è dovuto alla grave crisi dell'azienda in carenza di ordinativi, ma è anche una ritorsione del proprietario, l'imprenditore bergamasco Carlo Regazzoni, di fronte alle rivendicazioni salariali dei lavoratori, che da alcuni mesi attuano la tattica degli scioperi a singhiozzo. All'annuncio dei licenziamenti la fabbrica viene occupata. Il padrone risponde con la serrata. Nelle settimane successive gli operai riceveranno la solidarietà dei lavoratori delle altre fabbriche della Bolognina. Davanti ai cancelli vi saranno spesso scontri con le forze dell'ordine. “Tutte le mattine andavamo lì - ricorderà un ex operaio della Minganti - e tutte le mattine c'erano i carabinieri con il calcio del fucile e ti davano delle gran botte. Non era lo sfollagente, era proprio... che venivano da Padova, il famoso, il famigerato capitano Bianco”. La riapertura delle Officine avverrà dopo tre mesi a personale ridotto. Oltre 400 lavoratori, tra essi i più politicizzati - sindacalisti della Fiom, attivisti del Pci - saranno espulsi. Nel 1974 sarà loro riconosciuto lo status di “licenziati per rappresaglia” e verranno in parte risarciti.dettagli
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27 maggio 1950Divieto di sosta davanti al bar OtelloUn'ordinanza del sindaco vieta la sosta ai pedoni che ostacolano il traffico davanti al bar Otello in via Orefici. Il bar di Otello Montanari è il tradizionale luogo di ritrovo dei tifosi del Bologna FC. Soprattutto il lunedì, davanti al locale, si formano numerosi capannelli per il commento delle partite domenicali. L'ordinanza susciterà accorate proteste e sarà presto ritirata.dettagli
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giugno 1950Accordo agricolo per lavori di miglioriaI sindacati agricoli (Confederterra, Liberterra e Filterra) firmano con l'Associazione degli agricoltori di Bologna un accordo per lavori di miglioria, previsti tra il 20 ottobre e il 31 marzo 1951. Si calcola che esso garantisca un salario di 12.500 lire per ognuno degli 80.000 braccianti della provincia.dettagli
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19 giugno 1950110 giorni di lotta alla DoppieriLa direzione del Calzificio Doppieri comunica 45 e poi 70 licenziamenti su un totale di 157 lavoratori, di cui 122 donne, la riduzione dell'orario a 24 ore settimanali e il progressivo smantellamento della fabbrica. Carlo Doppieri (1895-1969) è un imprenditore di antico stampo. Di origine riminese, ha iniziato la carriera come tecnico in un calzificio di Novara e a soli 25 anni è stato in grado di mettersi in proprio, aprendo uno stabilimento specializzato in calze da uomo nella stessa città. Con l'avvento del rayon è passato alle calze da donna, ma la vera fortuna è arrivata con la produzione - per primo in Italia - delle calze da donna con la riga dietro, divenute subito di gran moda e considerate il “massimo della sensualità delle gambe”. A Bologna prima della guerra, grazie alle leggi razziali, ha potuto comprare sottocosto il calzificio di Armando Passigli, imprenditore di origine ebraica. Alla notizia dei licenziamenti, le operaie rispondono occupando la fabbrica e presidiandola giorno e notte. Durante la lunga vertenza, durata 110 giorni, vi sarà una grande gara di solidarietà. Contadini, commercianti, venditori ambulanti porteranno aiuti. Gli operai della Sigma di Casaralta regaleranno scorte alimentari, mentre calzolai disoccupati e orlatrici allestiranno un laboratorio all'aperto per raccogliere denaro. La lotta si concluderà con la conferma di 38 licenziamenti. Tra gli espulsi vi sarà l'operaia Dolores Giovannini, ex partigiana e sorella di Alceste Giovannini (1908-1944), commissario politico della 7a GAP assassinato dalle brigate nere.dettagli
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22 luglio 1950Nuovi autobus tra centro e periferiaIl Consiglio comunale approva l’acquisto di sei nuovi autobus a nafta per collegare i quartieri periferici al centro e viceversa. Vengono inaugurate due linee ad anello: la prima da piazza Ravegnana a viale Oriani attraverso via San Donato e ritorno da via Santo Stefano. La seconda verso ponente tocca piazza Malpighi fino a via A. Costa, con ritorno da via Frassinago-S.Isaia. Le due linee sono collegate tra loro da una tratta centrale dalle Due Torri all’Hotel Brun attraverso via Rizzoli e via Ugo Bassi. La durata di ogni percorso è di circa 35 minuti. La frequenza prevista dei mezzi è di circa 12 minuti. Ormai i tram non reggono più la convivenza con il traffico automobilistico. La trazione su gomma diviene sempre più simbolo di modernità, libertà e benessere. Dal 14 marzo 1954 a Bologna inizierà la sostituzione dei tram con gli autobus e i filobus, anch'essi considerati più efficienti ed economici. La prima tramvia a sparire sarà quella per Corticella. Negli anni Sessanta l’ATM acquisterà un nutrito numero di nuovi autobus con il fine di rinnovare il suo parco aziendale, ma anche di potenziarlo. Tra il 1969 e il 1974, periodo di notevole espansione della città e della rete, arriveranno 321 nuovi mezzi.dettagli
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3 settembre 1950La Festa de l'Unità diventa FestivalPer la prima volta la Festa dell'Unità diventa un Festival e dura nove giorni, dal 3 all’11 settembre. All'interno dei Giardini Margherita è allestita una grande arena con diecimila posti a sedere. La sera dell’inaugurazione, il coro e l'orchestra del sindacato bolognese si esibiscono in un concerto di musiche verdiane. Tra i numerosi appuntamenti vi sono una sfilata di moda e una importante riunione di boxe, nella quale si sfidano le squadre di Italia e Inghilterra. Il match clou vede contrapposti Duilio Loy e Johnny Hazel.dettagli
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24 settembre 1950L’unica volta di Maria Callas a BolognaMaria Callas (1923-1977) si esibisce nella Tosca di Puccini per una sola sera al teatro Duse. Il concerto si svolge tra grandi acclamazioni del pubblico e richieste di bis. Il grande soprano non canterà mai più a Bologna. Negli anni Cinquanta il teatro di via Cartolerie ospiterà la Settimana delle Celebrità: sotto la direzione del maestro Molinari Pradelli canteranno le migliori interpreti della lirica, da Renata Tebaldi a Gigliola Frazzoni.dettagli
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ottobre 1950Nuovi scambi elettrici alla stazione di BolognaAlla stazione centrale è inaugurato un complesso sistema di scambi elettrici. Bologna è il primo scalo a sperimentare questa innovazione. Sul piano dei binari vengono costruite nuove cabine di comando.dettagli
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20 ottobre 1950Una rivista musicale in dialetto bologneseDebutto al teatro Duse della prima rivista in dialetto bolognese, dal titolo Ban mo da ban? (Ma davvero?). Ne è autore e interprete Arrigo Lucchini (1916-1984), della compagnia di Bruno Lanzarini, grande protagonista sulla scena, assieme alla moglie di Lucchini, Chiara Colombini, Augusto Magoni, Fanny Bertelli e altri ancora. L'allestimento è particolarmente curato, con ballerine e orchestra. Grande è il successo di pubblico, testimoniato dalle numerose repliche dello spettacolo, fino all'anno seguente.dettagli
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24 novembre 1950Occupazione degli argini dell'IdiceCentinaia di braccianti, mondine e operai occupano di argini del fiume Idice, responsabile di ripetuti straripamenti alluvionali, per reclamare la sua immissione nel Reno. I lavori di inalveamento dell'Idice rientrano nel Piano di Lavoro promosso dai sindacati per la provincia bolognese.dettagli
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16 dicembre 1950La banda CasaroliDopo aver rapinato alcune banche in varie città italiane, il bandito Paolo Casaroli (1925-1993) e i suoi complici assaltano a Roma il Banco di Sicilia, in viale Trastevere, uccidendo il direttore dell'agenzia e un agente della sicurezza. Il 17 gennaio successivo parte della banda viene rintracciata a Bologna, in via San Petronio Vecchio, presso l'abitazione di Casaroli. Il tentativo di fuga dei malviventi provoca la morte di alcuni agenti e di comuni cittadini. Il massacro si conclude con la morte di un bandito, Romano Ranuzzi e la cattura del capobanda. Il complice Daniele Farris si suicida in un cinema. Casaroli verrà condannato all'ergastolo e resterà in carcere fino al 1978.dettagli