L'operazione "Herring"
Nella notte fra il 19 e il 20 aprile 24 pattuglie di parà italiani appartenenti allo Squadrone F (Folgore) e al Reggimento Nembo, inquadrato nel Gruppo di Combattimento Folgore, vengono lanciati nella zona della ritirata tedesca, tra Poggio Rusco, Sermide, Mirandola e Poggio Renatico, per creare scompiglio tra le truppe nemiche e ritardarne il ripiegamento.
Appoggiati a gruppi di partigiani, i parà devono sabotare ponti, depositi di munizioni ed altri obiettivi sensibili. Nella provincia di Bologna sono interessati i comuni di San Pietro in Casale, Galliera e Pieve di Cento.
Alcune squadre mancano l'obiettivo a causa della contraerea e del vento. Nella località Dragoncello di Poggio Rusco, alla Cà Bruciata (o Cà Brusada), rimangono uccisi in un duro scontro tutti i quattordici parà italiani partecipanti all'azione, assieme a numerosi soldati tedeschi e ad alcuni civili.
L'Operazione “Herring” (Aringa), considerata un "notevole successo tattico e anche psicologico sulle unità in ritirata" (Cravarezza), è anche l'unico aviolancio sul territorio nazionale nella storia dei paracadutisti italiani.
- Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 - aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 321
- Franco e Tomaso Cravarezza, Le grandi battaglie della Linea Gotica, Torino, Edizioni del Capricorno, 2018, p. 229
- Fiume Po fronte di guerra. La seconda guerra mondiale lungo il grande fiume in cento fotografie, a cura di Simone Guidorzi, Carlo Mondani, Pastrengo, Azzurra publishing, 2015, p. 9