Tre giovani partigiani giustiziati a Tolè
Quattro partigiani della Divisione Modena Armando sono di ritorno da Montefiorino dopo le battaglie di luglio e il dissolvimento della repubblica.
Si tratta dei fratelli Angiolino e Antonio Benassi di Suzzano e dei fratelli Luigi e Mario Lolli di Vergato.
Il 5 agosto, ormai vicini a casa, vengono avvistati da soldati tedeschi, “intenti a realizzare alcune postazioni militari”, mentre attraversano la strada comunale Cereglio-Tolè nei pressi di Rio Turbino in Pradaneva, poco lontano dalla fonte dell'Acqua Cereglia.
Arrestati e trascinati al comando di Tolè, i giovani subiscono duri interrogatori. I Tedeschi vogliono sapere i nomi dei loro capi.
Poiché sono stati trovati con le armi addosso la loro sorte è segnata e inutili sono le suppliche dei parenti, l'intercessione dei parroci e forse anche l'intervento a loro favore di Pietro Cristalli, il segretario del fascio repubblicano di Vergato.
I quattro vengono trasportati non lontano dal luogo della cattura per la fucilazione. Mentre scavano la fossa, Mario Lolli getta una “sbadilata” di terra in faccia a un soldato e con un balzo riesce a fuggire, nascondendosi nella macchia.
Gli altri tre vengono immediatamente giustiziati e colpi di mitraglia e lasciati insepolti. Dopo quattro giorni i loro corpi, in condizioni pietose “per i colpi ricevuti”, saranno trasportati con un carretto nel cimitero di Cereglio.
Il 15 settembre a Suzzano alcuni partigiani travestiti da soldati tedeschi uccideranno un commerciante di Vergato, Luigi Lanzarini, forse per vendicare la morte dei fratelli Benassi.
Nel dopoguerra Cristalli verrà processato e condannato a morte, ma la pena sarà poi ridotta e infine condonata.
- La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, a cura di Luciano Bergonzini, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, 1980, vol. 5., pp. 337-338
- Dario Zanini, Marzabotto e dintorni, 1944, Bologna, Ponte nuovo, 1996, pp. 233-234, 283