Armi e viveri ai partigiani
Nell'aprile 1944 Giorgio Fanti (Gracco) è incaricato dal C.U.M.E.R. di organizzare i rifornimenti ai G.A.P. bolognesi.
La Resistenza dispone a queste date di pochi depositi: un garage abbandonato fuori Porta San Vitale, una camera in vicolo Broglio. Essi sono - scarsamente - forniti di armi, recuperate nelle caserme abbandonate l'8 settembre '43.
Con grande sforzo l'intendenza partigiana appronterà nei mesi successivi dodici magazzini fuori e dentro le mura cittadine, da cui verranno distribuiti oltre 85 quintali di farina, 100 di grano, 10 di sigarette, esplosivi, detonatori, 1.500 paia di scarpe, alcuni chilometri di stoffa.
Sarà presto a disposizione delle formazioni combattenti la fabbrica di polvere da sparo Baschieri e Pellagri di Castenaso, grazie alla complicità (pagata poi con la vita) del suo direttore Giorgio Maccaferri.
Collaboreranno con la Resistenza anche il responsabile tedesco dello stabilimento, maresciallo Muller - in più occasioni impedirà la deportazione degli operai del polverificio - e il direttore della fabbrica Dodo Manfredi, che faciliterà a più riprese il trasferimento ai partigiani di notevoli quantità di munizioni ed esplosivo.
Il “fondone” di Paolo Fabbri (Palita), in via dé Poeti, un tempo sede della tipografia del "Resto del Carlino", è, fin dal 1943, il centro della rete cospirativa socialista.
E' collegato, infatti, con basi e negozi situati nella zona di via Castiglione e gestiti da antifascisti (il marmista Grandi, il lattaio Cavallini, il fornaio Albanelli, ecc.).
I partigiani socialisti dispongono di un grosso quantitativo di armi appartenute ai bersaglieri, ritrovato casualmente da Fernando Baroncini in uno scantinato della T.I.M.O.
Rifornimenti di viveri giungeranno alle brigate Matteotti grazie ai buoni annonari messi a disposizione dal direttore della S.E.P.R.A.L. Gozzardino Monti e con i motocarri dell'U.N.P.A., forniti dal comandante Luigi Lambertini.
La complicità di alcuni secondini consentirà di consegnare pacchi di viveri anche all'interno del carcere di San Giovanni in Monte.
Il negozio di scarpe degli Alvisi in via Broccaindosso è luogo di raccolta e smistamento della stampa clandestina e ospitale ritrovo di cospirazione politica.
Altri laboratori artigiani serviranno da rifugio per le organizzazioni clandestine, come il laboratorio galvanico di Tozzi, la bottega del calzolaio Evaristo Diamanti in via Cantarana (poi Quadri), il negozio di fabbro di Giordano Zironi in via dell'Inferno e numerosi ancora.
Gli ordigni in dotazione ai G.A.P. bolognesi saranno fabbricati da una squadra di artificieri comandati da Diego Orlandi (Pietro) nella officina clandestina di via Jacopo della Quercia diretta da Walter Nerozzi, con la guida tecnica di Ilio Barontini.
Pur essendo il comandante generale delle forze partigiane, “Dario” non disdegna di dedicarsi “ai minimi particolari della lotta”. E' lui che per primo a Bologna ha insegnato a fabbricare ordigni e micce a scoppio ritardato, ha mostrato come preparare ed eseguire un'azione gappista.
Le bombe verranno confezionate con pezzi di grondaia in ghisa imbottiti di tritolo, con panetti di esplosivo avvolti in alluminio (adatti come mine anticarro), con bottiglie riempite di zolfo, potassio e zucchero.
Nell'autunno del 1944 l'intendenza riuscirà a rifornire regolarmente di pane e altri viveri per diversi giorni le centinaia di partigiani nascosti nella base dell'Ospedale Maggiore in attesa dell'insurrezione.
Nell'aprile successivo, in vista della liberazione imminente, il centro rifornimenti (in grado di accantonare tre giorni di viveri a secco per ogni combattente) sarà spostato presso l'Ospedale Roncati.
- Luigi Arbizzani, Guerra, nazifascismo, lotta di liberazione nel Bolognese, luglio 1943-aprile 1945. Fotostoria, 5. ed., Bologna, Edizioni della Provincia, 2005, p. 59 (foto: il Fondone di via de' Poeti)
- Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 - aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, p. 69
- Giuseppe Brini, Artigiani a Bologna. Cenni di storia e attualità, Bologna, Tamari, 1978, pp. 155-156, 158-159
- Castenaso dal Risorgimento alla Resistenza, Castenaso, Comune, 1984, p. 50
- Aldo Cucchi (Jacopo), Pietro l'artificiere, in: Epopea partigiana, rist. anast., Imola, Libreria di Palazzo Monsignani, 2005, vol. I, pp. 55-60
- Mario De Micheli, 7a GAP, 2. ed., Roma, Editori Riuniti, 1971, pp. 56-57, 91-97
- Giorgio Fanti (Gracco), Intendenza. L'Intendenza del C.U.M.E.R. ebbe inizio nell'aprile del 1944, in: Epopea partigiana, rist. anast., Imola, Libreria di Palazzo Monsignani, 2005, vol. I, pp. 49-52
- Nazario Sauro Onofri, I socialisti bolognesi nella Resistenza, Bologna, La squilla, 1965, pp. 47-51
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Touring club italiano, Emilia Romagna. Itinerari nei luoghi della memoria, 1943-1945, Milano, TCI, Bologna, Regione Emilia-Romagna, 2005, p. 20