Rastrellamento alla Casa Buia di Corticella
Il 13 dicembre i fascisti compiono un pesante rastrellamento a Corticella, con informazioni avute da partigiani torturati.
Verso le 5 di mattina militi della Brigata Nera - secondo L. Bergonzini della Prima Compagnia Arditi della GNR, comandati dal capitano Gaspare Pifferi - irrompono nella fornace della Casa Buia, dove è allestita una base della 1a Brigata "Irma Bandiera". Tutti i civili trovati all'interno vengono arrestati.
I partigiani Alfredo Tarozzi (Fieschi), Bruno Pinardi (Camoscio) e il fratello Vanes (Topo) vengono giustiziati subito dopo la cattura.
Una ragazza, Gemma Beltrami, è spogliata e seviziata, quindi trascinata a Bologna, assieme ad altri sospetti, nella caserma della Guardia Repubblicana presso la Facoltà di Ingegneria.
Nei giorni seguenti i prigionieri subiranno durissimi interrogatori e torture da parte dei gendarmi comandati dal tenente dell’UPI Bruno Monti.

- giustiziati alla Cà Bura di Corticella (BO) - particolare

- fucilati alla Casa Buia di Corticella (BO)

- nel Monumento Ossario dei Caduti Partigiani alla Certosa (BO)
- Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943 - aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, pp. 275-276
- Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, p. 196