Eccidio di Malfolle
Dopo un attacco subito a Pioppe di Salvaro da una squadra di partigiani della brigata Stella Rossa, al comando di Giuliano Tarozzi (Walter), i tedeschi rastrellano decine di persone in località Fazzolo di Malfolle, nei pressi di Marzabotto.
Dieci uomini sono fucilati e i loro corpi bruciati vicino a un fienile. Un altro gruppo destinato alla stessa sorte viene salvato dall'intervento di Padre Samovilla.
Donne e bambini sono trascinati a Bologna come ostaggi, mentre alcuni uomini sono deportati in Germania e altri inviati a lavorare al fronte nei cantieri della Todt.
Nei giorni successivi le SS compiono un rastrellamento tra Sperticano, Monte Sole, Monte Salvaro e Grizzana alla ricerca dei covi partigiani.
- Marco Andreucci, Vergato 1943-45. Memorie di guerra dei parroci del Reno, Vergato, Comune, 1994, pp. 41-42
- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 127, 375
- Luciano Gherardi, Le querce di Monte Sole. Vita e morte delle comunità martiri fra Setta e Reno, 1898-1944, introduzione di Giuseppe Dossetti, 5. ed., Bologna, Il mulino, 1994, p. 283
- Amedeo Girotti, Pagine di Diario. 1 gennaio 1944-30 settembre 1945, a cura di Alessandro Albertazzi, Bologna, Pendragon, 2021, p. 126
- Giampietro Lippi, La Stella rossa a Monte Sole. Uomini, fatti, cronache, storie della brigata partigiana Stella rossa Lupo Leone, Bologna, Ponte nuovo, 1989, p. 283
- Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, p. 89
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Gerhard Schreiber, La vendetta tedesca. 1943-1945: le rappresaglie naziste in Italia, Milano, Mondadori, 2000, p. 191
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