Eccidio dei Boschi di Ciano
Nella notte tra il 17 e il 18 luglio venti cittadini del comune di Castello di Serravalle vengono impiccati a Boschi di Ciano come rappresaglia per il ferimento di due soldati tedeschi.
A compiere l'operazione è il Battaglione Volontari della Morte della Guardia Nazionale Repubblicana comandato dal cap. Enrico Zanarini. Ad esso - conosciuto anche come "Compagnia della Morte" - sono affidati incarichi di polizia in una vasta zona tra Bologna e Modena.
Tra le quaranta persone rastrellate e duramente torturate nel cinema Marconi di Castelletto vi sono probabili partigiani, loro familiari, alcuni renitenti alla leva. Zanarini sottopone agli ufficiali tedeschi una lista di venti nomi, sostenendo di aver scelto bene.
Durante l'impiccagione alcune delle corde si spezzano. Normalmente questo significa la salvezza dei prigionieri, ma in questo caso nessuna pietà: tutti vengono finiti con armi da fuoco e poi lasciati appesi per 24 ore come monito alla popolazione.
Responsabile di una ottantina di omicidi - compresi i venti di Boschi di Ciano - il capitano della GNR Enrico Zanarini sarà condannato all'ergastolo nel 1950 dalla Corte d'Assise Speciale di Lucca.
La pena sarà però ridotta a trent'anni per l'amnistia Togliatti. Protetto da una organizzazione fascista, resterà latitante fino al 1959, quando una ulteriore amnistia cancellerà la condanna.
Il tenente Filippo Bertuzzi, componente della “banda Zanarini” sarà invece ucciso per vendetta a Boschi di Ciano il 15 maggio 1945.
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