Le orfanelle di San Luca sfollano in città
Con l'approssimarsi del fronte anche la collina di San Luca diventa insicura. Le “orfanelle” ricoverate nell'istituto a metà della salita verso il Santuario della Madonna, da poco rientrate dallo sfollamento in provincia, subiscono una razzia da parte dei tedeschi.
Le suore e le bambine si mettono allora in marcia verso la città, trainando mobili e animali. Al Meloncello i mobili sono caricati su un carretto a portati alla caserma "Cialdini", in zona San Mamolo.
Le duecento bambine dell'orfanotrofio sono accolte in varie strutture: 60 tra le più piccole nel convento di San Domenico, dove il priore padre Acerbi ha allestito un ospedale; altre presso la caserma "Cialdini" e presso la contessa Rossi in Strada Maggiore, altre ancora a Monteveglio.
Alla "Cialdini", già piena di sinistrati, sono portate anche le mucche salvate dalla requisizione. Lo stallatico servirà come concime per i giardini Margherita. Intanto il comando tedesco decide di minare la strada nei pressi del collegio delle "orfanelle", per impedire l'accesso degli Alleati.
Le mine saranno fatte brillare, senza alcuna utilità pratica, nella notte tra il 20 e il 21 aprile del 1945, alla vigilia della liberazione. L'esplosione distruggerà la curva "delle orfanelle" e una parte del portico e danneggerà il tetto dell'istituto, che rimarrà inagibile per diversi mesi dopo la fine del conflitto.
- Le orfanelle della Madonna di San Luca, 1930-1990. Storia e testimonianze di un istituto e della carità dei bolognesi, a cura di Piero Ingenni, Bologna, I Quaderni di San Luca, 2017, pp. 67-74