La Missione Radio Zella
Il 24 febbraio alla foce del Po un sottomarino americano sbarca due giovani agenti italiani dell'ORI (Organizzazione della Resistenza Italiana), Antonio Farneti (Roberti) e Alberto Grimaldi, incaricati per conto dell'Office Strategic Service alleato di una importante missione di coordinamento delle azioni partigiane a nord della Linea Gotica, denominata Radio Zella.
Essa avrà sede nella villa Neri a Rivalta di Faenza e sarà collegata a un gruppo politico romagnolo di ispirazione laica e repubblicana, di cui fanno parte, tra gli altri, i fratelli Tonino e Arturo Spazzoli, Francesco Lami, Adriano Casadei, Vittorio Bellenghi, Mino e Bruno Neri, tutti in relazione con ambienti del movimento di liberazione.
Essa avrà tra l'altro il compito di orientare i lanci di armi alle formazioni partigiane collegate al CLN. I primi saranno effettuati il 5 e l'8 aprile per le brigate romagnole sul Falterona.
Tra giugno e luglio gli aviolanci raggiungeranno la 36a Brigata “Alessandro Bianconcini” (il 22 giugno e il 19 e 26 luglio), l'8a Brigata Garibaldi “Romagna” (il 21 giugno e l'8 luglio nella zona di Ridracoli), la Banda Corbari (il 16 luglio all'Acquacheta).
Tra le azioni di Radio Zella vi sarà il recapito agli Anglo-Americani di preziosi documenti sui piani della linea Gotica, sottratti a due ufficiali tedeschi dai partigiani della Banda Corbari, e il salvataggio di alcuni generali alleati sfuggiti ai campi di prigionia italiani.
Dopo l'arresto del radiotelegrafista Alberto Grimaldi (Andrea Zanco), i componenti della missione Zella saranno progressivamente decimati.
Bruno Neri e Vittorio Bellenghi rimarranno uccisi il 10 luglio in uno scontro coi tedeschi presso l'eremo di Gamogna.
Tonino Spazzoli sarà arrestato il 7 agosto a Forlì, il fratello Arturo e Adriano Casadei saranno sorpresi il 18 agosto dai nazifascisti al casolare di Cornio, assieme a Silvio Corbari e Iris Versari: finiranno tutti appesi ai lampioni di piazza Saffi di Forlì.
Fabbri, Lega, Bandini e altri saranno arrestati e uccisi nei mesi successivi. Grimaldi, sospettato di aver tradito i compagni - ma strenuamente difeso dal comandante della missione Antonio Farneti (Roberti) - sarà a sua volta fucilato dai tedeschi a Bologna il 22 agosto.
- Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, vol. 1: Luciano Bergonzini, La lotta armata, Bari, De Donato, 1975, p. 165
- Giancarlo Mazzuca, Luciano Foglietta, Sangue romagnolo. I compagni del Duce: Arpinati, Bombacci, Nanni, Bologna, Minerva, 2011, p. 226
- Museo della Resistenza e Centro Residenziale Ca' Malanca di Brisighella, testi a cura di Claudio Casadio, Ravenna, Provincia di Ravenna, 2006
- Adler Raffaelli, Guerra e liberazione: Romagna 1943-1945, Bologna, Editcomp, 1995, vol. 1: Storiografia, pp. 122-124, 140-144, 177
- Peter Tompkins, L'altra Resistenza, Milano, Il saggiatore, 2005, pp. 165-166