L' "operazione perdono"
Il 18 aprile viene emesso il decreto legislativo n. 145 riguardante Sanzioni penali a carico di militari o civili unitisi alle bande operanti in danno delle organizzazioni militari o civili dello Stato. E' pubblicato il 25 aprile sulla Gazzetta Ufficiale a firma di Mussolini, del Ministro delle Forze Armate Graziani e del Ministro della Giustizia Pisenti.
Il provvedimento mira a recuperare i militari sbandati e i renitenti all'esercito della RSI. I militari che dopo l'8 settembre “hanno abbandonato il reparto o l'abitazione per unirsi alle bande” dovranno presentarsi volontariamente entro il 25 maggio e così “andranno esenti da pena e non saranno sottoposti a procedimento penale”. In caso contrario è prevista la fucilazione alla schiena.
A Bologna il podestà Agnoli e il capo della provincia Fantozzi invitano gli “italiani smarriti e dubbiosi”, che hanno preferito “il periglioso sentiero della montagna desolata”, ad uscire “dai tremendi e infidi nascondigli” e a riprendere il loro posto tra i camerati di ieri e di oggi.
La risposta all' “operazione perdono” sarà molto scarsa in tutta l'Emilia, come assai deludente sarà il risultato del richiamo alle armi delle classi tra il 1914 e il 1918, che potranno usufruire di vari tipi di esonero.
- Deputazione Emilia Romagna per la storia della Resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, vol. 1: Luciano Bergonzini, La lotta armata, Bari, De Donato, 1975, p. 99