I partigiani bolognesi al di là del fronte
Una parte dei partigiani bolognesi e imolesi, che riescono a passare il fronte, sono inquadrati nei reparti del nuovo esercito nazionale. Le brigate di montagna Matteotti e Giustizia e Libertà rimangono invece in linea e si battono a fianco degli Alleati fino alla Liberazione.
La compagnia comando della 62a Brigata Garibaldi, guidata da Guerrino De Giovanni, è bene accolta dagli americani nei pressi di Bisano di Monterenzio e opererà con loro fino al febbraio 1945.
Altri combattenti della 62a e della 66a sono invece perquisiti e privati delle armi, viene loro distribuito “qualche biscotto ed una polverina contro i pidocchi”, poi sono trasportati su camion a Loiano. Inviati al Centro Profughi di Firenze, dormiranno in camerate con centinaia di altre persone provenienti da ogni parte d'Italia “per i motivi più diversi” e mangeranno il rancio passato dagli alleati.
Anche i partigiani del 3° btg della 36a Brigata, che consegnano agli alleati Monte Battaglia, vengono disarmati, trasportati a Firenze e sistemati in una caserma del Genio, in completa inattività e con vitto scarso.
Convogliati in seguito a Marradi, costituiranno il reparto "ALF Partisan" (Allied Labour Force, servizio speciale della V Armata americana) al comando di Ernesto Venzi e saranno impiegati nel riassetto delle strade percorse dai mezzi militari, fino a Cà di Landino, sotto Castiglione dei Pepoli.
Nel febbraio 1945, assieme ad altri ex componenti del 2° e del 3° btg della 36a Brigata, reduci dalla battaglia di Purocielo, saranno trasferiti, grazie all'interessamento e all'aiuto del gen. Cerica, a Cesano presso Roma per un periodo di addestramento e rientreranno in linea in aprile, con il Gruppo di Combattimento "Cremona", sul fronte del Senio.
Il 1° btg della 36a, al comando di Libero Golinelli parteciperà all'offensiva di primavera con la V Armata e, rafforzato con membri Gap e Sap, combatterà fin oltre al Po.
Nel Gruppo di Combattimento “Legnano” sarà incorporato un plotone di partigiani intitolato a Gianni Palmieri, il giovane medico bolognese della 36a Brigata caduto a Cà di Guzzo. Parteciperà all'offensiva di primavera e alla liberazione di Monterenzio.
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