Eccidio di Lastra
La notte del 5 ottobre nei pressi del piccolo villaggio di Lastra di Rioveggio (Monzuno) le SS tedesche sorprendono sedici persone in un rifugio scavato nella roccia e in alcune case.
I soldati si stanno ritirando da Montorio, dove hanno profanato la chiesa - gettando nel letamaio “la scatola dell'ostie” - e fatto saltare il ponte sul Sambro, ridotto a un ammasso di macerie.
Alla Lastra probabilmente i Tedeschi trovano del materiale compromettente, come stelle di stoffa o un fucile mitragliatore. In zona hanno le loro famiglie alcuni partigiani della Brigata Stella Rossa.
La rappresaglia è feroce e implacabile. Nessuna delle persone catturate viene risparmiata. Tutte vengono uccise e le case date alle fiamme.
La strage è senza testimoni, tanto che alcuni la collocheranno già il 29 settembre, in contemporanea all'operazione di Monte Sole.
Dopo la partenza dei nazisti nel rifugio e in paese saranno rinvenuti i cadaveri di Arturo Baldazzi, Ezio Baldazzi, Elisa Bertocci, Giuseppe Cella, Tarcisia Collina, Dario Ferretti, Dino Ferretti, Giancarlo Ferretti, Amedea Franchi, Antonia Gnudi, Adalcisa Laffi, Giuseppina Lazzaroni, Clementa Macchiavelli, Claudio Mingarelli, Maria Mingarelli, Ada Neri.
Nel dopoguerra si deciderà di lasciare le vittime sepolte nel rifugio, “chiudendo il tunnel con un muretto di cemento”.
Il 2 giugno 1958 i resti saranno finalmente trasferiti, su proposta del parroco di Montorio, nel cimitero di quel vicino paese.
- Dario Zanini, Marzabotto e dintorni, 1944, Bologna, Ponte nuovo, 1996, pp. 532-538