Distruzione del Teatro del Corso
Il Teatro del Corso viene distrutto dal bombardamento del 29 gennaio, mentre si sta provando una edizione del Barbiere di Siviglia. Gli orchestrali e il maestro Adolfo Alvisi si salvano miracolosamente.
Il grande edificio era situato in via Santo Stefano, nei pressi della chiesa di San Giovanni in Monte, anch’essa gravemente danneggiata dalle bombe.
Inaugurato il 19 maggio 1805, il teatro aveva cinque ordini di palchi, una sala da ballo e una per la pittura delle scene. Era splendidamente decorato con stucchi e pitture di Serafino Barozzi, Giuseppe Terzi (1749-1837), Filippo Pedini e Giuseppe Muzzarelli.
Vi si erano esibiti grandi interpreti. Gioachino Rossini vi aveva lavorato come maestro di cembalo nel 1811. Alla Locanda del Teatro aveva soggiornato, tra il 1825 e il 1826, il poeta Giacomo Leopardi.
Nel periodo durante il quale il Teatro comunale restava chiuso, al Corso erano rappresentati i migliori spettacoli di prosa e i migliori concerti e opere liriche.
Per molti anni Angelo Gandolfi rinnovò qui le tradizioni del teatro dialettale, mettendo in scena le migliori commedie di Alfredo Testoni.
Dopo le distruzioni belliche, le rovine saranno ancora utilizzate come precario rifugio per gli sfollati.
Nel dopoguerra al posto del teatro, probabilmente recuperabile, seppure con un costoso restauro, verrà costruito un moderno condominio. A ricordo dell’antico edificio rimarranno poche colonne, una porta e una lapide in via Santo Stefano.
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