Arresto di ufficiali della Polizia accusati di preparare l'insurrezione
Il 29 febbraio, in seguito alla delazione di una spia, nella sede della CAS di Tartarotti vengono arrestati alcuni funzionari della P.S. e della Prefettura, ufficiali e agenti della Compagnia mobile di Polizia.
Cinque persone, tra cui il sottotenente Carlo Galli, il capitano Gerardo Paolino e il dott. Dante La Rocca saranno denunciati al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato e accusati di propaganda sovversiva e ascolto di radio nemiche.
Fin dall'armistizio hanno tentato di creare un'organizzazione clandestina al fine di una insurrezione armata assieme ad altre organizzazioni della Resistenza.
Il prefetto Dino Fantozzi, in una lettera al ministro Pavolini, definirà il sottotenente Galli "nemico acerrimo del governo attuale e badogliano", proponendone la deportazione in Germania.
I cospiratori subiranno una dura segregazione nelle Celle Nuove del carcere di San Giovanni in Monte - demolite nel dopoguerra perchè considerate disumane - e nella "orribile" prigione di via Albergati.
In seguito, destinati al carcere di Parma, riusciranno fortunosamente a fuggire con vari stratagemmi e grazie all'aiuto di alcuni sorveglianti.
- Alberto Mandreoli, Il fascismo della Repubblica Sociale a processo. Sentenze e amnistia (Bologna 1945-1950), Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2017, p. 273
- La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, a cura di Luciano Bergonzini, Bologna, Istituto per la storia di Bologna, vol. 5., pp. 110-111