Le Fortezze Volanti attaccano Bologna
124 fortezze volanti, appartenenti a varie formazioni del 5. Stormo dell'aviazione USA, attaccano Bologna tra le 11 e le 13, lasciando cadere circa 1.500 bombe da 500 libbre (365 tonnellate di esplosivo).
Vengono colpiti quartieri rimasti indenni durante le incursioni precedenti, come la Cirenaica, e zone in prossimità delle linee ferroviarie fuori porta San Felice e porta Lame.
Gravissimi sono i danni patiti dalla chiesa del Corpus Domini in via Tagliapietre, quasi del tutto distrutta. Sfondata la volta, rimangono in piedi solo i muri perimetrali. Va perduto il soffitto decorato dal Franceschini con l'apoteosi di S. Caterina de' Vigri.
Molto danneggiati sono la sede del “Resto del Carlino” in via Dogali, il mercato ortofrutticolo e lo zuccherificio, gli alberghi Bologna e Astoria.
E' gravemente lesionata la chiesa del Sacro Cuore dei padri Salesiani, la chiesa di San Giorgio in via Nazario Sauro e quella di San Martino.
La stazione centrale è bombardata a tappeto: oltre mille viaggiatori trovano riparo nei sottopassaggi. Da questo momento lo scalo bolognese rimarrà inutilizzabile fino alla Liberazione.
Nonostante l'impressionante violenza del bombardamento, il numero delle vittime civili non è così elevato come nell'incursione del 25 settembre: “solo” una ottantina di morti e altrettanti feriti.
Molti sinistrati sono accolti dalla Curia a Villa Revedin, ma i più preferiscono fuggire dalla città. La casa di vacanze di Mussolini a Riccione ospiterà 80 bolognesi sfollati.
Il 10 ottobre 300 parrocchiani del Pontevecchio, assieme al parroco don Mezzetti, sottoscriveranno un voto, promettendo l'erezione di un tempio in onore di Santa Teresa e chiederanno di essere preservati "da gravi distruzioni per incursioni aeree, e dagli orrori e devastazioni dei combattimenti".
La chiesa votiva sarà realizzata nel dopoguerra su progetto dell'arch. Renato Sabbi e consacrata nel 1988.
- Umberto Beseghi, Introduzione alle chiese di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1955, pp. 249-250
- Tiziano Costa, Bologna prima, durante e dopo la Liberazione, Bologna, Costa, 2015, pp. 71-72
- Carlo Degli Esposti, San Procolo. Il santo, la chiesa, la parrocchia, Bologna, Parrocchia di S. Procolo, 1983, p. 161
- Mario Facci, I Padri Ministri degli Infermi (Camilliani) a Bologna, 1596-1996, Borgonuovo di Sasso Marconi, Zampighi, 1996, p. 230
- Francisco Giordano, La Parrocchia di S. Teresa del Bambino Gesù al Pontevecchio, Bologna, Costa, 2005, p. 51
- I giorni di Bologna Kaputt, a cura di Luca Goldoni, Aldo Ferrari, Gianni Leoni, Bologna, Edizioni Giornalisti associati, 1980, p. 22
- Franco Manaresi, Sotto le bombe, in "Bologna ieri, oggi, domani", 22 (1994), p. 24
- Anna Maria Matteucci, Dalle chiese degli ordini mendicanti alle nuove chiese della fascia suburbana, in: Storia della Chiesa di Bologna, a cura di Paolo Prodi e Lorenzo Paolini, Bergamo, Bolis, 1997, v. 2., pp. 367-368 (chiesa di S. Teresa)
- Gastone Mazzanti, Obiettivo Bologna "Open the doors: bombs away!". Dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2. guerra mondiale, Bologna, Costa, 2001, p. 75 sgg.
- Maurizio Panconesi, La Direttissima degli Appennini: la linea Bologna-Prato e le sue ferrovie di servizio, Cortona, Calosci, 2002, p. 131
- Renzo Pocaterra, La stazione di Bologna. Un viaggio lungo un secolo e mezzo, Bologna, Minerva, 2009, pp. 113-114
- Guido Zucchini, La verità sui restauri bolognesi, Bologna, Tipografia Luigi Parma, 1959, p. 68