Razionamento del pane
Dal 1° ottobre viene tesserato il pane, già da tempo prodotto con una notevole percentuale di crusca e farina di patate. Il quantitativo giornaliero è fissato in 200 grammi a testa. Appena qualcosa in più è previsto per gli addetti ai lavori pesanti.
In questo periodo la razione settimanale di carne è di 75 grammi a testa. Già dal febbraio 1941 la pasta manca del tutto, la farina di grano è acquistabile con la tessera, mentre è libera quella gialla per la polenta.
L'Ufficio razionamento del Comune è situato al pianterreno della Scuola “Carducci”, in via Castiglione. L'aumento delle restrizioni porta alla diffusione del mercato nero e alla crescita vertiginosa dei prezzi dei prodotti non tesserati.
- Luciano Bergonzini, Politica ed economia a Bologna nei venti mesi dell'occupazione nazista, Imola, Galeati, 1969, p. 66
- Rodolfo Fantini, L'istruzione popolare a Bologna fino al 1860, Bologna, Zanichelli, 1971, p. 125 (uff. razionamento)
- I giorni di Bologna Kaputt, a cura di Luca Goldoni, Aldo Ferrari, Gianni Leoni, Bologna, Edizioni Giornalisti associati, 1980, p. 14
- Luciano Casali, Bugie di guerra. Il 1939-1943 dei bolognesi attraverso le pagine del “Carlino”, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 559
- Mauro Maggiorani, Vincenzo Sardone, Libertà: i luoghi, i volti, le parole. Memorie dell'antifascismo e della Resistenza nel quartiere Savena di Bologna, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2004, p. 40
- Gastone Mazzanti, Obiettivo Bologna. "Open the doors: bombs away!". Dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2. guerra mondiale, Bologna, Costa, 2001, p. 18
- Pane e guerra 1935-1945: l'alimentazione civile e militare in Emilia-Romagna, Reggio Emilia, Istituto Alcide Cervi, 1985
- Sergio Soglia, Ribelli per la libertà, 1940-45. Ricordi, cronache, racconti, Bologna, Santarini, 1995, p. 27