Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

6 maggio 1940

Il razionamento e la carta annonaria

Il razionamento dei generi alimentari, decretato dalla legge 6 maggio 1940 n. 577, inizia poco dopo a Bologna con restrizioni relative al consumo di zucchero e caffè.

In via Indipendenza, presso la Montagnola, è aperto un Ufficio Annonario Comunale in cui vengono distribuite le tessere (o carte annonarie) con l'indicazione dei generi acquistabili ai prezzi ufficiali nelle quantità previste dal razionamento. Altri uffici analoghi entreranno in funzione in periferia.

In luglio si limita la produzione del pane ad un solo tipo, contenente un'alta percentuale di crusca. Da ottobre i grassi si acquistano solo con i bollini della carta annonaria: ognuno ha diritto a mezzo litro di olio e 300 gr di burro al mese.

Dal gennaio dell'anno successivo entra in vigore un monte massimo pro capite di pane, farina e riso. E' vietata inoltre la confezione di pasta all'uovo e la vendita di panna e mascarpone.

A partire dal 1 ottobre 1941 la razione normale del pane (nero con la crusca) sarà fissata a 200 grammi al giorno (400 grammi per chi fa lavori pesanti).

Fino alla liberazione la SEPRAL, organo del Ministero dell'Agricoltura, diramerà a Bologna oltre mille circolari sul tesseramento.

Nei primi mesi di guerra il razionamento è accompagnato da campagne di propaganda "igienista": vi si afferma che le limitazioni nei consumi alimentari sono un modo per salvaguardare la salute.

"Principalmente in Italia", si legge il 5 settembre sull' "Avvenire d'Italia", "ove la mitezza del clima e le radiazioni solari sono fattori che concorrono a dare moltissime energie di recupero all'organismo".

Un eccessivo consumo di carne, del resto, favorisce “gli eccessi di collera, gli impulsi truculenti, le incontenute concupiscenze”.

Nonostante l'apparente opposizione delle autorità fasciste, il razionamento provocherà un movimento incessante di accaparramento e occultamento di generi di consumo essenziali, rivenduti successivamente a “mercato nero”.

Nel maggio 1944 due litri di olio o di burro, introvabili con la tessera, costeranno al mercato nero quanto la paga mensile di un operaio specializzato.

Approfondimenti
  • Luigi Arbizzani, Guerra, nazifascismo, lotta di liberazione nel Bolognese, luglio 1943-aprile 1945. Fotostoria, 5. ed., Bologna, Edizioni della Provincia, 2005, p. 79 (foto: carta annonaria)
  • Luciano Bergonzini, Politica ed economia a Bologna nei venti mesi dell'occupazione nazista, Imola, Galeati, 1969, pp. 65-69
  • Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, settembre 1943-aprile 1945, Bologna, Il mulino, 1998, pp. 234-235
  • Bologna 1938-1945: guida ai luoghi della guerra e della Resistenza, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2005, p. 58, 62
  • Tiziano Costa, Bologna '900. Vita di un secolo, 2. ed., Bologna, Costa, 2008, p. 123
  • I giorni di Bologna Kaputt, a cura di Luca Goldoni, Aldo Ferrari, Gianni Leoni, s.l., Edizioni giornalisti associati, 1980, pp. 10, 40-42
  • Gastone Mazzanti, Obiettivo Bologna. "Open the doors: bombs away!". Dagli archivi segreti angloamericani i bombardamenti della 2. guerra mondiale, Bologna, Costa, 2001, p. 13 sgg.
  • La Resistenza, il fascismo, la memoria. Bologna 1943-1945, a cura di Alberto De Bernardi e Alberto Preti, Bologna, Bononia University Press, 2017, pp. 275-277

  • Ezio Trota, Carlo Mondani, Vittorio Lenzi, Gli anni di guerra fra Reno e Panaro, (1943-1945), Modena, Il fiorino, 2003, p. 11

vedi tutto l’anno 1940