Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1940Progetto per un quartiere residenziale nell'area della Caserma di Artiglieria del PirotecnicoSu invito del Podestà, l'architetto Alberto Legnani (1894-1958) forma, assieme a Gianluigi Giordani (1909-1979) e a Mario Alberto Pucci (1902-1979) un gruppo di progetto per la redifinizione urbanistica e architettonica dell'area occupata dalla caserma di Artiglieria del Pirotecnico. La zona è considerata “una delle più belle della città e delle più adatte alla costruzione di un quartiere residenziale”. Una prima soluzione è già stata da essi presentata nel 1938, come parte del progetto Porta Stiera 6, in lizza al concorso per il nuovo piano regolatore generale di Bologna. Prevedeva fabbricati bassi con negozi, zone verdi, portici e pensiline nella parte bassa e un "ampio teatro di masse all'aperto" nella parte meno soleggiata e addossata alla collina. Nel nuovo progetto del 1940 l'area del Pirotecnico è divisa in 12 edifici residenziali a ridosso dei viali di circovallazione, con altri edifici più bassi verso le colline. E' prevista la conservazione del convento dell'Annunziata e un raccordo stradale tra la città e il nuovo quartiere.dettagli
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1940L'Archivio di Stato si insedia in piazza dei CelestiniL'Archivio di Stato si insedia nell'ex convento dei Celestini, risalente al XIV secolo e già sede nel corso dell'Ottocento della Scuola di Applicazione degli Ingegneri. L'operazione di trasferimento e ricollocazione dei fondi documentari sarà completata solo nel 1962. Secondo il nuovo progetto scientifico l'archivio non più solo "tempio delle memorie storiche", ma sede di conservazione di un maggior numero possibile di documenti utili agli studi. Viene quindi accolta anche tutta la documentazione postunitaria, prima “emarginata e pressoché condannata alla dispersione”.dettagli
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gennaio 1940Leonida Roncagli segretario dei comunistiLeonida Roncagli (1903-1960), operaio meccanico originario di Molinella, è designato come responsabile della federazione comunista bolognese. Confinato a Lipari nel 1927, è stato condannato nel 1935 per “associazione comunista e propaganda sovversiva”. Nel 1940 è stato rimesso in libertà dal penitenziario dell'isola di Pianosa perché malato di Tbc e, nonostante la salute cagionevole, ha subito ripreso l'attività politica e cospirativa. Rimarrà responsabile del PCI a Bologna fino al marzo 1943 e sarà promotore dei primi comitati unitari antifascisti. Durante la Resistenza farà parte del triumvirato insurrezionale di Firenze. Dall'agosto del 1943 la federazione provinciale bolognese verrà retta da Arturo Colombi (1900-1983), dirigente comunista di Vergato, rientrato dopo un lungo periodo di carcere e di confino. Dopo l'8 settembre, però, per ragioni cospirative e perchè troppo conosciuto in città, sarà destinato a Torino, dove dirigerà la lotta antifascista. Il 19 settembre arriverà a sostituirlo Giuseppe Alberganti (Cristallo, 1898-1980), ex garibaldino di Spagna e dirigente della federazione di Milano. Nei giorni dell'armistizio il partito avrà nel capoluogo emiliano circa 3.500 iscritti, organizzati per cellule clandestine nei luoghi di lavoro. Durante la guerra la resistenza armata dei comunisti bolognesi sarà guidata da un triumvirato insurrezionale, di cui faranno parte in tempi diversi, oltre a Cristallo, Ilio Barontini, Alfeo Corassori, Fernando Zarri e Giuseppe Dozza.dettagli
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1940Porta San Felice restaurataViene rimosso l'avanposto posticcio di Porta San Felice e cancellati i bassorilievi e le iscrizioni di Pietro Fancelli, collocati sulla facciata per il trionfale ingresso di Napoleone a Bologna nel 1805.dettagli
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1940Alfredo Baruffi e i "Giambardi della Sega"Alfredo Baruffi (1876-1948) dà alle stampe, con lo pseudonimo di Barfredo da Bologna, il volume I Giambardi della Sega, rievocazione della bohème artistica di Palazzo Bentivoglio e della goliardia bolognese a cavallo tra l'Otto e il Novecento. Dovrebbe essere il primo (ma sarà l'unico) di una serie di quattro tomi, formanti un ciclo dal titolo Un quarto di secolo a palazzo Bentivoglio. L'associazione dei Giambardi (o Gambardi) - sorta di accademia "senza ordinamento, senza cariche e senza sede" - fu proclamata "a gran voce", al suono di "piatti, mestole, casseruole" (Testoni), dal pittore Achille Casanova (1861-1948), collaboratore di Alfonso Rubbiani, durante una riunione di artisti. Ne fecero parte, tra gli altri, Alfredo Tartarini, Augusto Sezanne, Raffaele Faccioli. Baruffi, alias Mimo, Barfredo, Giustin da Budiara, è un ragioniere della Cassa di Risparmio, ma è anche un notevole illustratore liberty, conosciuto per la grafica in importanti riviste di inizio secolo, come "Bologna che dorme" e "Italia ride", e per ex libris modernisti di eccellente fattura. In queste prove ha rivelato le sue qualità migliori: “l'abilità della composizione nelle incorniciature floreali, la nettezza del segno, l'euritmia lineare, la solidità dei contrasti del bianco e nero, la fantasia che spazia dal macabro allo scherzoso, dal tenebroso al delicato” (Storelli).dettagli
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1940Estrazione di gas naturale a Castel dell'AlpiLa Società Idrocarburi Nazionali, titolare delle miniere di Pietramala (FI), rileva nella zona di Castel dell'Alpi alcuni indizi di gas nella formazione delle argille scagliose. La campagna di perforazioni ha esito fortunato: nel 1943 la società ottiene la concessione “Castel dell'Alpi” e fino al 1948 verranno perforati 22 pozzi, dei quali solo due sterili. Le estrazioni continueranno fino al 1970. Il gas sarà condotto alla miniera di Pietramala attraverso un metanodotto a bassa pressione di circa sei chilometri.dettagli
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31 gennaio 1940Vignoli e Tomba vincitori a pari merito del concorso per la quadriga dell'EURGli scultori Farpi Vignoli (1907-1997) e Cleto Tomba (1898-1987) partecipano al concorso, indetto il 31 gennaio 1940, per la scelta dell'autore di una quadriga monumentale, dedicata alla Vittoria Fascista, da collocare sulla facciata del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi in costruzione a Roma. Progettato dall'architetto Adalberto Libera (1903-1963), l'edificio, che recepisce in parte i dettami del modernismo europeo, è destinato ad ospitare congressi e ricevimenti ufficiali durante l'Esposizione Universale (EUR) in programma nella capitale per il 1942. A contendersi la prestigiosa commessa saranno 34 concorrenti e il bozzetto dei due artisti bolognesi risulterà vincente a pari merito. Il premio, tuttavia, non verrà assegnato. Per Tomba e Vignoli - e per altri artisti “particolarmente distintisi” - sarà invece proposta l’assegnazione di un rimborso spese di 3.000 lire. L'incarico sarà affidato il 19 luglio 1941, dopo incontri informali e su proposta del presidente dell’Ente EUR Cini, allo scultore Francesco Messina (1900-1995), insegnante e direttore dell’Accademia di Brera. La primitiva idea dell'architetto Libera per “una quadriga di facciata” di granito bianco lucido, verrà esclusa per il peso eccessivo gravante sulla mensola destinata a ospitare l'opera. La scelta del materiale sarà invece il bronzo, circa dieci volte meno pesante. Nel luglio del 1943, quando i lavori del Palazzo dei Congressi subiranno una decisiva battuta d'arresto a causa della guerra in corso, sarà pronto un modello al vero. La fusione avverrà solo nel dopoguerra per uso privato da parte della famiglia Leone.dettagli
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6 febbraio 1940La SASIB a Meldola: motori d'aereo e case modelloSeguendo l'esempio dell'areonautica Caproni, insediata nella vicina Predappio, la Società Anonima Bolognese di Scipione Innocenti (SASIB) apre a Meldola (FC) una fabbrica per la revisione e manutenzione di motori d'aviazione. Inizialmente una ventina di operai lavorano su motori Fiat 125 R.C. e 126 R.C. Poco dopo è costruita la sala prove e le maestranze salgono a cento unità. Con la mobilitazione bellica lo stabilimento di Meldola, in piena espansione, deve assumere altri operai e Scipione Innocenti pensa anche di costruire appositi alloggi. Il progetto di "casa modello tipo dell'operaio" è affidato all'arch. Melchiorre Bega (1898-1976). Si tratta di abitazioni di dimensioni modeste, ma in grado di accogliere "le più indispensabili comodità della vita". E' una soluzione residenziale autarchica, realizzata dalla Società Casa Mia, che ottiene l'approvazione di Mussolini, interessato all'espansione industriale e all'insediamento di nuove famiglie di contadini-operai nella sua terra d'origine. Per il villaggio operaio di Meldola, immaginato come prototipo da adottarsi su vasta scala anche nei paesi limitrofi, il Duce concederà un contributo di 600mila lire. Durante la guerra la SASIB Avio di Meldola avrà parecchie grane con i gerarchi fascisti per numerosi atti di sabotaggio e con l'approssimarsi del fronte sarà trasferita al Nord assieme ad altre fabbriche della zona, quali la Sisma di Bertinoro e la Caproni.dettagli
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29 febbraio 1940Tre giornalisti di origine ebraica radiati dall'Albo professionaleCon l'entrata in vigore del Regio Decreto 29 Giugno 1939 n. 1054 sulla Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica, tre giornalisti ebrei bolognesi sono cancellati dall'Albo, al quale aderisce il sindacato fascista dei giornalisti. Si tratta di Attilio Teglio del "Resto del Carlino", Enrico Lattes, già direttore dell'Agenzia Stefani, e Ferruccio Ascoli del "Corriere Adriatico".dettagli
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aprile 1940Gli anti-littoriali di casa RagghiantiDurante i Littoriali della cultura si tengono, in casa di Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987) in piazza Calderini, affollate riunioni “alternative” di giovani intellettuali. Vi partecipano alcuni amici bolognesi come Cesare Gnudi, i fratelli Telmon, Francesco Arcangeli, o forestieri come Aldo Capitini, Carlo Muscetta, Antonello Trombadori. Da Bologna, tramite Ragghianti, affermato critico e storico dell'arte, ma anche convinto antifascista e fondatore del Partito d'Azione, le dottrine liberal-socialiste si diffondono in regione. E' il caso, ad esempio, di Giorgio Bassani a Ferrara. Si formano quelli che saranno i quadri della Resistenza azionista nel nord e centro Italia.dettagli
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3 aprile 1940I contadini bolognesi vanno a coltivare campi tedeschiI soldati tedeschi lasciano incustoditi i loro campi e i contadini italiani vanno a sostituirli in Germania in cambio di una modesta paga. 400 braccianti bolognesi partono per il Brandeburgo il 3 aprile, dopo una solenne cerimonia. Altri 750 li seguiranno alcune settimane dopo.dettagli
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4 aprile 1940Emma Gramatica celebra D'Annunzio al Teatro del CorsoLa Compagnia di Emma Gramatica (1874-1965) è al Teatro del Corso per alcune rappresentazioni. Il 3 aprile, sera del debutto, propone Biografia dell’americano S.N. Baermann. La grande attrice, recita assieme a Giulio Stival (1902-1953) e si dimostra ancora una volta interprete “di immensa finezza e di infinite risorse”. Il giorno seguente la Gramatica propone La città morta di Gabrile D’Annunzio, rendendo omaggio al Vate da poco scomparso. In Uno scandalo aristocratico di Renato Lelli infonde ironia e comicità nel personaggio bizzarro di Lady Elisabetta. Il 6 aprile lo spettacolo è in onore della Divina, che esprime tutto il suo talento nella Maria Antonietta di Giacometti. La Compagnia si congeda dal pubblico bolognese il 7 aprile con un dramma nuovo, Il primo amore di Orio Vergani e con una commedia di Barrie.dettagli
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18 aprile 1940Dino Grandi proprietario del "Resto del Carlino"Dino Grandi (1895-1988), divenuto dopo la caduta di Arpinati la personalità più influente del fascismo bolognese, entra il possesso del “Resto del Carlino”. Giovanni Telesio, suo addetto stampa all'ambasciata di Londra è il nuovo direttore. Assieme al cognato Aurelio Manaresi, agente dell'INA, Grandi lavorava da tempo per accrescere il suo potere sul quotidiano bolognese, in cronica difficoltà finanziaria e conteso tra vari potentati. Il gerarca di Mordano è un fedele seguace di Mussolini, anche se in passato ha contestato linea espressa dal Duce. E' emerso come uno degli uomini più potenti del regime: ministro degli esteri e quindi ambasciatore a Londra. Si è laureato subito dopo la prima guerra mondiale, ancora "in divisa di capitano degli alpini e con le medaglie bene in vista sulla giubba". Sono bastate poi poche settimane "a trasformare l'avvocatino in mazziere" (Invernizzi). Al "Carlino" ha collaborato già nel 1914, appena diplomato al liceo. Fu scoperto tra i giovani ferventi interventisti dal direttore Nello Quilici, grande amico di Italo Balbo e fautore di una linea decisamente fascista per il quotidiano bolognese. Il 25 luglio 1943 Grandi sarà artefice, assieme a Federzoni e Bottai, della caduta di Mussolini ed eviterà la condanna a morte nella RSI riparando all'estero per alcuni anni.dettagli
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18 aprile 1940Si costituisce la Società anonima Poligrafici "Il Resto del Carlino"Si costituisce la Società anonima Poligrafici “Il Resto del Carlino”, con capitale di un milione di lire, quasi interamente sottoscritto dall'ing. Aurelio Manaresi, cognato di Dino Grandi. Manaresi acquisterà poco dopo dal Partito Fascista l'azienda editrice del giornale. Dopo il raddoppio del capitale da parte di Grandi, nel 1941 verrà rilevato anche il nuovo stabilimento di via Dogali. Il 15 novembre 1940 si dimetterà il direttore politico Armando Mazza, a suo tempo nominato dal Partito Fascista e gli succederà Giovanni Telesio, conosciuto da Grandi a Londra quale addetto stampa dell'Ambasciata italiana.dettagli
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25 aprile 1940I Littoriali della Cultura e dell'ArteDal 25 aprile al 6 maggio si tengono a Bologna i Littoriali Nazionali della Cultura e dell'Arte, la manifestazione di maggiore impegno del regime a favore degli studenti, ispirata dal ministro Giuseppe Bottai. La prima edizione si è tenuta a Firenze nel 1934, su impulso del federale Alessandro Pavolini. Le gare sono riservate agli universitari iscritti ai G.U.F. Le giurie composte da autorità della cultura e della politica - Enrico Fermi, Ottorino Respighi, Mario Sironi fra gli altri - sono chiamate a esaminare gli scritti e le orazioni degli studenti vincitori degli Agonali. I Littori eletti ricevono un premio in denaro, una M (di Mussolini) in oro e hanno la possibilità di incontrare di persona il Duce. I Littoriali vogliono essere una vetrina internazionale delle realizzazioni del Fascismo italiano nel campo della cultura e della scienza. Vi vengono invitati studenti da altri paesi, come la Germania, l'Ungheria e la Spagna. A Bologna prevalgono i temi della razza, dell'autarchia e della guerra. Quella del capoluogo emiliano sarà l'ultima edizione della manifestazione, che verrà accantonata a causa della guerra.dettagli
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maggio 1940Trasformazione dell'Ospizio degli EspostiL’Ospizio degli Esposti di via d’Azeglio e l’annesso Asilo di Maternità passano in gestione all’Amministrazione Provinciale. Denominato I.P.I.M., cioè Istituto Provinciale per l’Infanzia e la Maternità, funzionerà da questo momento soprattutto come ospedale specializzato di Ostetricia e Ginecologia, aperto a tutte le mamme e dotato di un servizio di assistenza per i bambini abbandonati.dettagli
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5 maggio 1940La nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie in San Pio VCon il veloce procedere, nel corso degli anni Trenta, dell'urbanizzazione nel rione Santa Viola fuori Porta San Felice, si rende necessaria la nascita di una nuova parrocchia. La scelta dell'area per la nuova chiesa parrocchiale cade sulla località "La Cavalleria", nei pressi del torrente Ravone - così chiamata per la presenza di grandi stalle per cavalli - dove vengono abbattute alcune vecchie case davanti alla chiesetta-oratorio ottocentesca di S.M. delle Grazie. La prima pietra è posata il 21 aprile 1938 e la prima messa è celebrata il 17 marzo 1940. L'edificio è a pianta basilicale con transetto e cupola all'innesto dei bracci laterali. L'inaugurazione ufficiale della nuova chiesa avviene il 5 maggio, giorno di S. Pio V papa - al secolo Antonio Ghisilieri (1504-1572), discendente da una potente famiglia esiliata da Bologna nel XV secolo - al quale è intitolata. Tra il 1955 e il 1965 sono completati gli interni e costruite una nuova cupola e la canonica. Gli alzati imitano la pietra serena, in conformità con lo stile neo-rinascimentale dell'edificio. Le finestre vengono impreziosite da vetrate policrome. La facciata in mattoni a vista sarà completata sommariamente nel 1975 dal parroco don Enelio Franzoni (1913-2007), dopo la bocciatura di alcuni progetti precedenti. Nella parete verranno inseriti alcuni bassorilievi in cotto di Livio Rizzon.dettagli
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6 maggio 1940Il razionamento e la carta annonariaIl razionamento dei generi alimentari, decretato dalla legge 6 maggio 1940 n. 577, inizia poco dopo a Bologna con restrizioni relative al consumo di zucchero e caffè. In via Indipendenza, presso la Montagnola, è aperto un Ufficio Annonario Comunale in cui vengono distribuite le tessere (o carte annonarie) con l'indicazione dei generi acquistabili ai prezzi ufficiali nelle quantità previste dal razionamento. Altri uffici analoghi entreranno in funzione in periferia. In luglio si limita la produzione del pane ad un solo tipo, contenente un'alta percentuale di crusca. Da ottobre i grassi si acquistano solo con i bollini della carta annonaria: ognuno ha diritto a mezzo litro di olio e 300 gr di burro al mese. Dal gennaio dell'anno successivo entra in vigore un monte massimo pro capite di pane, farina e riso. E' vietata inoltre la confezione di pasta all'uovo e la vendita di panna e mascarpone. A partire dal 1 ottobre 1941 la razione normale del pane (nero con la crusca) sarà fissata a 200 grammi al giorno (400 grammi per chi fa lavori pesanti). Fino alla liberazione la SEPRAL, organo del Ministero dell'Agricoltura, diramerà a Bologna oltre mille circolari sul tesseramento. Nei primi mesi di guerra il razionamento è accompagnato da campagne di propaganda "igienista": vi si afferma che le limitazioni nei consumi alimentari sono un modo per salvaguardare la salute. "Principalmente in Italia", si legge il 5 settembre sull' "Avvenire d'Italia", "ove la mitezza del clima e le radiazioni solari sono fattori che concorrono a dare moltissime energie di recupero all'organismo". Un eccessivo consumo di carne, del resto, favorisce “gli eccessi di collera, gli impulsi truculenti, le incontenute concupiscenze”. Nonostante l'apparente opposizione delle autorità fasciste, il razionamento provocherà un movimento incessante di accaparramento e occultamento di generi di consumo essenziali, rivenduti successivamente a “mercato nero”. Nel maggio 1944 due litri di olio o di burro, introvabili con la tessera, costeranno al mercato nero quanto la paga mensile di un operaio specializzato.dettagli
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6 maggio 1940Scultori bolognesi a VeneziaUn chiaro riconoscimento della giovane scultura bolognese è l'invito di quattro artisti alla XXII Biennale di Venezia: Giorgio Giordani, Farpi Vignoli, Luciano Minguzzi e Rito Valla. Ad essi sono commissionati gli altorilievi della rotonda del padiglione italiano. Quello di Valla sarà selezionato anche per la Mostra d'Arte italiana contemporanea, aperta a Zurigo nel novembre dicembre 1940.dettagli
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5 giugno 1940Protezione dei monumenti cittadini e oscuramentoApprovato l'apposito progetto della Soprintendenza, spedito a Roma nel settembre del 1939, inizia l'opera di protezione dei principali monumenti cittadini da eventuali attacchi aerei. Vengono utilizzati legname, populit (un isolante autarchico, incombustibile, a base di fibre di pioppo), cartone catramato e sacchetti di tela o di carta riempiti di sabbia. Il maggiore impegno è profuso per la protezione del basamento e dei portali della Basilica di San Petronio, dell'altare di San Francesco, dell'arca di San Domenico nella chiesa a lui dedicata, delle tombe dei Glossatori. In San Petronio vengono tra l'altro smontate le cinque vetrate di maggior pregio e ricoverate, assieme a quelle di altre chiese, nei sotterranei della basilica. Il Nettuno e altre statue sono inglobate in strutture di legno, rinforzate con sacchi di sabbia. Sulla "casa" del Nettuno è fissata una grande mappa del centro cittadino con la dislocazione dei rifugi antiaerei. Al 28 giugno risulteranno al sicuro, in ricoveri prestabiliti, oltre 400 opere d'arte. Altre opere, come il Compianto di Santa Maria della Vita, saranno più avanti trasferite in periferia. I monumenti di pregio della città saranno segnalati con una grande cornice rettangolare gialla, divisa all'interno da due triangoli di colore bianco e nero realizzati in membranite (una pasta insolubile per pitture resistenti). Questo simbolo sarà comunicato, tramite il Ministero degli Esteri, ai governi nemici, ma evidentemente non avrà molto ascolto. Dopo i primi bombardamenti le misure di oscuramento saranno rinforzate: le lampade dei lampioni cittadini (circa 500) saranno verniciate di blu, mentre i fanali di auto, moto e biciclette saranno mascherati con dischi neri e piccole fessure di 3 centimetri. I vetri delle finestre saranno rivestiti di carta da pacchi azzurra. I capi fabbricati avranno ampie responsabilità nel predisporre le opere di protezione.dettagli
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10 giugno 1940Tutti in piazza per la dichiarazione di guerraPiazza Vittorio Emanuele II (l'attuale Piazza Maggiore) è gremita per l'annunciato, importante discorso del capo del governo Mussolini. Il “Resto del Carlino” parla di 70.000 persone, adunata gigantesca della “gente della Decima Legio”. Dagli altoparlanti la folla accoglie festante la dichiarazione di guerra dell'Italia all'Inghilterra e alla Francia. Un corteo di studenti si dirige dopo l'annuncio fino alla sede dell'Ateneo, sventolando bandiere italiane e del Reich, per ascoltare l'arringa del Rettore. Le dimostrazioni di giubilo si concludono con le prime tenebre.dettagli
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14 giugno 1940Primo allarme aereo su BolognaA mezzanotte e mezza circa risuona su Bologna il primo allarme aereo, cui non fa seguito alcuna incursione. La Contraerea Territoriale è dotata di quattro batterie e alcune postazioni di mitragliatrici nel centro storico e nel Parco Talon di Casalecchio di Reno. La difesa contraerea entrerà in azione per la prima volta nella notte del 3 settembre per il sorvolo di alcuni aerei britannici, che però non sganceranno bombe.dettagli
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16 giugno 1940Difese di cartaTra le forme di protezione messe in campo in previsione di attacchi aerei, c'è anche quella dei cristalli e dei vetri. In molti palazzi di Bologna, per evitare le rotture causate dagli spostamenti d'aria delle esplosioni, i vetri delle finestre sono ricoperti di striscioline di carta, che offrono l'estro, secondo il “Resto del Carlino”, a “geniali trovate decorative”. Vi sono disegnati motivi di carattere politico, come fasci littori o croci uncinate, oppure simboli della città, come le due torri e i portici di San Luca. Alcuni coprono le finestre chiuse con bandiere, ritratti del Duce e del Re, altri utilizzano addirittura le stoffe e i tappeti degli Addobbi. Con il procedere del conflitto non mancheranno, però, misure più specifiche e lungimiranti: sotto i portici saranno erette solide barriere di legno ricoperte da sacchetti di sabbia e in molti casi saranno murati fino in cima gli spazi tra i colonnati, nonostante l'aumento esorbitante dei costi del materiale da costruzione.dettagli
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17 giugno 1940Due squadre bolognesi nel campionato nazionale di pallacanestro femminileNel campionato di Divisione Nazionale di pallacanestro femminile, organizzato in quattro gironi, partecipano due squadre bolognesi. La squadra del Dopolavoro Rionale Magnani si classifica seconda nel girone B, vinto nettamente dalla Giordana Genova. Il G.U.F. Bologna è quarto nel girone D. Entrambe le formazioni giocano nella palestra della Virtus, ricavata nella chiesa sconsacrata di S. Lucia. Il 17 giugno la finalissima sul campo Grugno Torto a Roma vede prevalere per 23 a 22 il Dopolavoro Ilva di Trieste sull'Ambrosiana Inter. Le friulane spezzano per la terza volta l'egemonia delle squadre milanesi. La Magnani parteciperà anche al campionato 1941, che si giocherà a Viareggio in primavera e sarà vinto, per miglior quoziente reti, dal G.U.F. di Napoli, sempre sull'Ambrosiana.dettagli
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22 giugno 1940Elenco dei rifugiViene reso noto un primo elenco dei ricoveri “anticrollo” disponibili in città e delle “trincee di fortuna”. Un quadro completo e articolato della loro ubicazione e capienza sarà pubblicato però solo il 12 novembre 1942. La disponibilità complessiva risulterà allora notevolmente insufficiente, essendoci posto solo per 20.000 persone.dettagli
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27 giugno 1940I libri di pregio della Biblioteca Universitaria trasportati nella Badia di TorrechiaraIn attuazione delle disposizioni di protezione delle cose di interesse artistico e bibliografico, i libri rari e i cimeli della Biblioteca Universitaria sono trasportati con un autotreno a copertoni piombati e ricoverati presso la Badia di Santa Maria della Neve a Torrechiara di Langhirano, in provincia di Parma. Nei mesi successivi arriveranno alla Badia manoscritti e libri di molte biblioteche regionali, tra le quali la biblioteca “Vittorio Putti” dell'Istituto Rizzoli e alcune edizioni rare e preziosi manoscritti dell'Archiginnasio, tra cui 34 lettere autografe di Galileo Galilei e le note di Luigi Galvani sull'elettricità . Nell'estate del 1944, con l'avvicinarsi del fronte, un certo numero di libri del Rizzoli e dell'Universitaria rientreranno fortunosamente a Bologna. La maggior parte delle casse di volumi tipo B della Biblioteca Universitaria (non di pregio ma di grande interesse culturale) sarà riportata in sede nel luglio 1945 con l'aiuto del Comando militare alleato.dettagli
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29 agosto 1940Esplosione alla polveriera di MaranoIl polverificio Baschieri e Pellagri di Marano funziona come stabilimento ausiliario. Vi lavorano più di duemila persone, compresa la Compagnia Artieri del 2° Battaglione Movimento Stradale. Ogni giorno nella stazioncina della Veneta di Castenaso, requisita dalla delegazione per la fabbricazione di guerra, arrivano “trenta o quaranta vagoni carichi di tritolo proveniente dalla Germania”. Il 29 agosto uno scoppio fortissimo scuote gli abitanti di Castenaso, Budrio e Bologna. Le fiamme e il fumo provenienti dalla fabbrica di Marano sono visibili da molti chilometri di distanza: “Prima si mosse la polvere poi si sentì lo scoppio”. Vi sono numerosi morti e feriti. Tra le vittime anche due pompieri del distaccamento di Budrio e uno di Medicina, sorpresi da nuove, micidiali esplosioni mentre si adoperano tra le macerie. Il numero esatto degli operai deceduti (38 più 174 feriti) non verrà mai reso noto dalle autorità. Anzi per molto tempo, con la scusa del segreto militare, non si saprà ufficialmente nemmeno il luogo esatto della tremenda esplosione. Il 31 dicembre il Cardinale Arcivescovo porterà “il conforto della religione alle famiglie colpite”. Il 3 settembre si svolgeranno i funerali. Le bare saranno portate in corteo davanti alla Casa del Fascio di Castenaso, dove si svolgerà il rito dell’apello fascista. Il 5 settembre i feriti ricoverati all'ospedale riceveranno la visita di Benito Mussolini, di passaggio in Emilia.dettagli
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16 ottobre 1940Il Liceo scientifico "Augusto Righi" nella nuova sedeIl 16 ottobre 1940 il Regio Liceo Scientifico “Augusto Righi”, istituito nel 1923, si trasferisce dai locali dell'Istituto tecnico Pier Crescenzi, in piazza San Domenico, nella nuova sede di porta Saragozza. Il progetto dell'edificio è dell'Ufficio Tecnico della Provincia, con significative variazioni a cura dell'arch. Melchiorre Bega (1898-1976), approvate dalla Commissione Tecnica del Comune. Seguendo le dosposizioni del 5 maggio 1937 del Ministero della guerra, quasi tutto l'edificio è scantinato, per poter utilizzare i locali sotterranei come depositi in caso di conflitto bellico. Caratteristica è la facciata d'angolo, con un ampio ingresso coperto da una pensilina aggettante. Le parti decorative sono opera dello scultore bolognese Bruno Boari (1896-1964), “artista versatile, di rigorosa tradizione classico-rinascimentale” (Paci), che collabora in questi anni a vari progetti pubblici, come la fontana dei caduti della “Direttissima” nel piazzale della stazione e i pannelli in rilievo all'ingresso della sede OMNI in viale Zanolini. Oltre che scultore è accreditato tra i migliori medaglisti del suo tempo: sue le medaglie per il traforo della “Direttissima” e per il cardinale Nasalli Rocca. Dal 1922 al 1956 sarà insegnante di plastica e disegno all'Istituto Tecnico Industriale "Aldini- Valeriani".dettagli
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1 novembre 1940Muore il prof. Vittorio PuttiMuore il prof. Vittorio Putti (1880-1940), medico e chirurgo ortopedico, già assitente del prof. Codivilla, direttore dal 1913 dell'Istituto Ortopedico Rizzoli. Dal 1912 è stato titolare della cattedra di chirurgia ortopedica all'Alma Mater e autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Si è distinto già durante il primo conflitto mondiale per l'accoglienza nell'ospedale bolognese di un gran numero di soldati feriti e mutilati. Dal 1915 ha promosso un notevole potenziamento delle Officine Ortopediche, il laboratorio del Rizzoli per la costruzione di arti artificiali e protesi per mutilati di guerra e civili. Nel dopoguerra ha contribuito a diffondere la fama del Rizzoli in Europa e Oltreoceano, fino a farne la “Mecca dell'Ortopedia”. Appassionato collezionista, ha lasciato al Rizzoli la sue raccolte, comprendenti strumenti chirurgici dall'età romana, libri antichi, ritratti di medici e di scienziati famosi.dettagli
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17 novembre 1940Piena del RenoTra il 17 e il 18 novembre il fiume Reno raggiunge alti livelli di piena nel bacino montano e nella parte arginata fino alla Bastia. Il lago di Suviana riesce a trattenere una piccola parte delle acque affluenti. Tracimazioni e rotte si verificano al Boschetto ed al Ponte di Bagno di Sala Bolognese. Vengono allagati circa 1.500 ettari nella zona di Sala Bolognese, Bagno, Padulle e Bonconvento. La piena raggiunge a Casalecchio di Reno, nel suo culmine, la portata di 1.810 metri cubi al secondo.dettagli
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21 novembre 1940Linea sperimentale di filobusL'Azienda Trasporti Comunale sperimenta il filobus sul percorso verso San Michele in Bosco. In attesa di nuove vetture, se ne utilizzano due di seconda mano, lentissimi e dipinti di azzurro, provenienti da Sanremo e Milano. Al servizio della linea lavorano nove "filovieri", con turni di 8,40 ore al giorno per sette giorni (riposando l'ottavo). I filobus saranno requisiti dall'esercito tedesco, durante l'occupazione della città, per il trasporto dei feriti all'ospedale Rizzoli. Nel 1945 su questa linea sarà riattivato il tram e l'impianto del filobus sarà smantellato.dettagli
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23 novembre 1940L'asilo "Cicognari" per i bambini poveri e la chiesa dei Santi Carlo Borromeo e Vincenzo dè PaoliNei pressi dei palazzoni popolari di via Vezza Padre Marella fa costruire un Asilo per bimbi poveri con la dote della maestra Carla Cicognari e a lei dedicato. L'annessa chiesa dei Santi Carlo Borromeo e Vincenzo dé Paoli sarà inaugurata dal card. Nasalli Rocca nel 1943, in piena guerra. I sotterranei della chiesa e dell'asilo diverranno sede dell'azione caritativa di Padre Marella, ospitando una mensa e un dormitorio per gli sfollati. Dopo la morte del fondatore la casa sarà ristrutturata e trasformata in un centro di "pronto soccorso sociale" gestita dall'Opera Marella.dettagli
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1 dicembre 1940"Architrave" rivista della fronda universitariaNasce “Architrave”, mensile di politica, letteratura e arte del GUF (Gruppi Universitari Fascisti), strumento di lavoro per “la nuova gioventù studiosa”. Lo dirige Roberto Mazzetti (1908-1981), assieme ai giovani Agostino Bignardi, responsabile della parte letteraria, e Pompilio Mandelli, curatore di quella artistica. Fra i collaboratori vi sono Giovanni Testori, Virgilio Guidi, Roberto Roversi, Pier Paolo Pasolini, Alfonso Gatto, Renzo Renzi. Nel '42 entrano in redazione i fratelli Gaetano e Francesco Arcangeli. Più volte epurato per i numerosi attacchi ai gerarchi fascisti, il periodico chiuderà nel giugno del 1943. Sarà considerato un giornale di fronda del fascismo, anche se la posizione prevalente non sarà quella di un alternativa al regime, ma di un ritorno alla purezza del fascismo originario, per il compimento della rivoluzione sociale interrotta.dettagli
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31 dicembre 1940Ferro alla patria in guerraCon l'ultimo giorno dell'anno scade il termine per la consegna degli oggetti di metallo necessari alla produzione bellica. Oltre alle pentole di rame, denunciate per obbligo di legge, alle caldaie e ai recipienti d'uso agricolo, sono ceduti anche i bidoni del “rusco” e le recinzioni, ad eccezione dei cancelli veri e propri, la cui donazione è facoltativa. Vengono demolite oltre cinquanta chilometri di cancellate in ferro. Alcune di esse sono di grande pregio artistico, come quelle del Baraccano. Sono sostituite spesso con caratteristiche barriere in laterizio a trama triangolare. Una delle poche a salvarsi è la recinzione di villa Gazzoni in via degli Scalini. Più avanti sarà ordinata anche la requisizione delle campane, tranne quelle dichiarate monumentali: il bronzo nel quale sono fuse è prezioso per la fabbricazione di armamenti. Nel luglio del 1942 sarà lanciata una “seconda raccolta del rame” organizzata su base provinciale, che si concluderà in ottobre a San Lazzaro di Savena con l'accumulo di parecchi quintali di utensili agricoli e domestici di ogni tipo, oltre che con la requisizione delle panchine e delle fontanelle pubbliche e delle campane della parrocchia.dettagli