Comunisti processati e condannati dal Tribunale Speciale
Il 2 settembre una sentenza istruttoria rinvia al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato alcune decine di antifascisti bolognesi. Essi sono stati arrestati dall'OVRA nei mesi precedenti, perché sospettati di far parte dell'organizzazione comunista.
Secondo l'accusa, tra il 1936 e il 1937 il PC è riuscito a sviluppare in città, oltre alla tradizionale opera di propaganda illegale, anche "un'efficace azione nei sindacati fascisti, tra i disoccupati e nell'ambiente universitario".
Gli studenti comunisti intervengono nelle lezioni di filosofia, esternando idee estremiste, mentre i sindacati fascisti sono infiltrati da operai antifascisti eletti come fiduciari di fabbrica.
Dopo circa otto mesi di carcerazione preventiva, gli imputati verranno giudicati in tre distinti processi. Uno di questi riguarderà 18 persone, tra le quali Claudio Melloni, Albertino Masetti, Alceste Giovannini e Linceo Graziosi.
Il 1° dicembre Melloni sarà condannato a 18 anni di carcere e 5 di sorveglianza, Masetti a 15 anni. Entrambi sconteranno la pena a Portolongone, sull'Isola d'Elba.
Un altro processo vedrà alla sbarra 20 attivisti, tra i quali Luigi Gaiani, già condannato nel 1937 a 18 anni di reclusione per costituzione del PCI, Diego Orlandi, Bruno Tosarelli, ex garibaldino in Spagna e futuro comandante partigiano.
Un terzo, che giungerà a sentenza il 26 novembre, riguarderà 35 militanti antifascisti: tra essi, Bruno Monterumici, condannato a 18 anni, Walter Nerozzi, Ferruccio Magnani e Rino Pancaldi. Saranno tutti protagonisti della lotta di liberazione.
- Antifascismo e resistenza a Casalecchio di Reno. Documenti e testimonianze, a cura di Graziano Zappi (Mirco), Bologna, Libreria Beriozka, 1988, p. 99
- Mario De Micheli, 7a GAP, 2. ed., Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 30