La casa di riposo per i famigliari dei caduti in guerra
Il Comitato per l'erezione di un Monumento ai Caduti bolognesi, presieduto dal podestà Cesare Colliva, stabilisce che le offerte raccolte vadano alla creazione di un pensionato per le Famiglie dei Caduti.
L'area per la costruzione dell'edificio e dei servizi annessi, nei pressi di Villa Aldini, è concessa dal Comune, che si incarica anche del restauro della villa e della Rotonda della Madonna del Monte in essa incorporata.
Il progetto dell'ing. Lo Re prevede un ampio padiglione "costituito da un interrato, un piano terra, un piano superiore, con 47 vani, fornito di tutte le comodità e servizi igienici moderni".
La Casa delle Madri e delle Vedove dei Caduti sarà consegnata nel 1943, in piena guerra, dall'impresa Villa e Donati. Per l'approssimarsi del fronte dovrà essere evacuata poco dopo e gli ospiti sfollati a Gambettola (FC).
Durante il conflitto e nell'immediato dopoguerra verrà utilizzata come caserma dai Tedeschi e dagli Alleati, poi come Colonia scolastica e come ospizio per bambini mutilati.
Tornerà a disposizione del Comitato provinciale dell'Associazione Famiglie Caduti in guerra solo nel 1949. Più avanti sarà affidata all'Istituto “Giovanni XXIII”.
- Associazione nazionale famiglie caduti in guerra, Comitato provinciale di Bologna, Il monumento ai caduti bolognesi. Villa aldini e la casa di riposo per le madri e le vedove di Guerra, Bologna, Tip. Moderna, 1951
- Filippo Raffaelli, I segreti di Bologna, Bologna, Poligrafici, 1992, p. 131
- Le strade di Bologna. Una guida alfabetica alla storia, ai segreti, all'arte, al folclore (ecc.), a cura di Fabio e Filippo Raffaelli e Athos Vianelli, Roma, Newton periodici, 1988-1989, vol. 3., p. 610