Demolizione del Porto Naviglio
Per prolungare via dei Mille fino a viale Pietramellara vengono demoliti gli edifici portuali nei pressi di porta Lame. L'intervento è deciso il 23 giugno dal Podestà Angelo Manaresi. La copertura del porto Navile, risalente al 1581, era prevista già nel Piano regolatore del 1889.
Viene abbattura la Porta delle navi - attraverso la quale il Canale di Reno, divenuto Navile, usciva dalla città - e le costruzioni adiacenti: la casa del custode e l'ex chiesa del Crocifisso.
E' distrutto l'edificio della Dogana, sede della Gabella Grossa e conosciuto come la “cisa di lavandèr” (chiesa dei lavandai), eretta nel 1580 dall'architetto Andrea Ambrosini. In origine era il punto di partenza e di arrivo delle merci che viaggiavano sul Navile.
In tempi più recenti era utilizzata come magazzino dalle lavandaie del canale di Reno, che vi conservavano, in grandi olle di terracotta, “il candeggiante dell'epoca” (Vianelli), cioè la cenere.
La Madonna policroma sulla facciata, opera di Camillo Mazza (1602-1672), sarà collocata in cima allo scalone di Palazzo d'Accursio.
Il grande magazzino del sale, la Salara, sarà a lungo abbandonata. Verrà restaurata - e destinata ad altri usi - solo alla fine del secolo.
Il vecchio porto sarà frequentato solo dai ragazzi per bagni più o meno abusivi o da qualche birocciaio desideroso di lavare il carretto o abbeverare il cavallo nella cosiddetta “busa di caval”.
Nell'area del canale del Cavaticcio sorgerà, nel nuovo millennio, un piccolo giardino pubblico, ornato di sculture moderne.
- Le acque a Bologna, antologia a cura di Marco Poli, Bologna, Editrice compositori, 2005
- Alla scoperta di Bologna d'acqua, a cura di Cecilia Ugolini, Bologna, Editrice Compositori, 2000, p. 53
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- Bologna nelle sue cartoline, a cura di Antonio Brighetti, Franco Monteverde, Cuneo, L'arciere, 1986, vol. 2: Vedute della città, pp. 127-128
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