Commissariamento della Federazione fascista bolognese
Dopo la caduta in disgrazia di Leandro Arpinati il fascismo bolognese viene epurato dall'ispettore del fascio Zelindo Ciro Martignoni (1897-1973).
Gli “arpinatiani”, in primis il federale Mario Ghinelli, sono privati della tessera e sottoposti a provvedimenti disciplinari.
Anche il “Resto del Carlino” passa sotto il controllo di Dino Grandi (1895-1988), tramite il nuovo direttore Giorgio Maria Sangiorgi.
Il 2 agosto 1934 il segretario del PNF Starace espellerà una ventina di tesserati bolognesi dal partito - tra essi Giuseppe Ambrosi, Arconovaldo Bonaccorsi, Walter Boninsegni - con questa motivazione:
“dava la propria solidarietà, ostentando atteggiamenti in netto contrasto con lo spirito tradizionalemente fascista, ad un tesserato elinato dai ranghi perché postosi notoriamente contro le direttive del P.N.F.”.
- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 125
- Luciano Bergonzini, Lo schiaffo a Toscanini. Fascismo e cultura a Bologna all'inizio degli anni Trenta, Bologna, Il mulino, 1991
- Franco Cristofori, Bologna: gente e vita dal 1914 al 1945, realizzazione grafica di Pier Achille Cuniberti, Bologna, Alfa, 1980, p. 133
- Brunella Dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Bologna, Il mulino, 2013, pp. 255-256
- Diario di Agosto 1934-XII, in: “Annali del Fascismo”, 8 (1934), p. III
- Nazario Sauro Onofri, Gli anni della dittatura (1920-1943), in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 422