Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
-
1933Villa Gotti di Enrico De AngeliSul colle di San Mamolo viene edificato uno dei capolavori del razionalismo architettonico a Bologna: la villa Gotti. E' un edificio che presenta “il fascino del 'moderno' nella tensione verso un assoluto che non può essere costretto in nessun luogo” e “il senso del mistero (e quindi del soprannaturale) che le maggiori espressioni artistiche dell' 'essenzialità razionalista', ognuna nella sua unicità, sanno evocare” (Bernabei). Ne è autore l'ingegnere Enrico De Angeli (1900-1979), genio perlopiù incompreso - villa Gotti è la sola architettura da lui realizzata a Bologna - segnato dalle persecuzioni antiebraiche. Negli anni Trenta non ha studio né abitazione in città. Vive con la moglie in vari alberghi. Lo si incontra spesso nei caffé, mentre discute animatamente e disegna “con mano felicissima - su ritagli di giornale, sul rovescio di stampati, anche su tovaglioli di carta - progetti di palazzi, ville, negozi, con straordinaria bellezza e creatività” (Mandelli). Tornato a Bologna nel dopoguerra, pur non ricevendo grandi commesse, lascierà la sua impronta nell'allestimento di alcuni importanti uffici e negozi: Schiavio e Corradi in via Rizzoli, la valigeria Cremonini in via D'Azeglio. Svolgerà anche una intensa collaborazione con la ditta Castelli per il design di mobili. Sarà infine autore di tombe di notevole pregio nel cimitero della Certosa.dettagli
-
1933La SASIBL'imprenditore Scipione Innocenti (1888-1967), ex fabbro e garzone della Lipparini in via del Borgo, fonda la SASIB (Società Anonima Scipione Innocenti Bologna). All'inizio l'azienda produce soprattutto apparecchi di segnalazione ferroviaria. Il suo sviluppo si basa su rapporti con ditte estere, come la Ericsson e la General Railway Signal. In periodo bellico, quando arriverà a contare oltre 1.000 dipendenti, all'attività nel campo delle segnalazioni ferroviarie si affiancheranno altre lavorazioni, come la revisione di motori aeronautici, la produzione di affusti per cannoni e di macchine per la fabbricazione di pallottole. Nel 1935 la SASIB, in espansione continua, trasferirà la produzione a Corticella, in fabbrica ben organizzata e dotata di macchinari moderni. La nuova sede sarà inaugurata dal cardinale Nasalli Rocca e, dopo alcune settimane, riceverà la visita del podestà Angelo Manaresi. Nel 1937 l'azienda riceverà l'incarico di costruire dieci macchine per impachettare sigarette per conto della Manifattura Tabacchi e su brevetto della multinazionale americana AMF. La riconversione del dopoguerra si baserà soprattutto sulla produzione di macchine automatiche. Dal 1950 le macchine dell'azienda bolognese, ritenute superiori alle più diffuse Universal - con una produzione di 1.300 sigarette al minuto contro 750 - saranno adottate da tutte le manifatture italiane. Nel 1955 Innocenti rileverà la Viro, ditta produttrice di lucchetti e serrature. Negli anni Ottanta, la SASIB in crisi sarà ceduta all'imprenditore De Benedetti e sarà divisa in Sasib Tabacco e Sasib Railway. Nel 1997 quest'ultima sarà rilevata dalla francese Alstom, mentre la Sasib Tabacco, acquistata nel 2003 da una società inglese, trasferirà la produzione a Castel Maggiore ed entrà nel 2017 a far parte della holding Coesia.dettagli
-
1933Roberto Franzoni decora Palazzo SaraceniRoberto Franzoni (1882-1960), esponente di spicco dell'Art Nouveau e grafico insigne, già allievo di Achille Casanova e Enrico Barberi all'Accademia, è autore dell'apparato decorativo “straordinariamente ricco e variato” del soffitto del piano nobile e della volta “a grottesche” dello scalone di Palazzo Saraceni, in via Farini. L'edificio risale alla fine del XV secolo. E' dominato da un'elegante altana, che un tempo era una torre. La facciata “adorna di terracotte finissime che richiamano lo Sperandio” (Beseghi) è stata radicalmente restaurata nel 1930 e lo stabile ripristinato dall'ing. A. Baulina Paleotti. E' sede del Credito Fondiario della Cassa di Risparmio.dettagli
-
1933Il "Manifesto Futurista per l'architettura di Bologna nuova"Il pittore Angelo Caviglioni (1887-1977), assieme ad altri artisti componenti il Movimento Futurista Bolognese (Adriani, Balbi, Notte, Zambelli ...), lancia il Manifesto Futurista per l'architettura di Bologna nuova (1923-1933). Il gruppo si propone di svecchiare Bologna, rinnovandola e “fascistizzandola” artisticamente. Tra l’altro si pronuncia a favore degli sventramenti edilizi voluti dal Regime contro l’arte “papalina”. Vengono citate in particolare le demolizioni in via Casse, via Fontanina e via Lame, finalizzate alla costruzione della nuova via Roma. Il Manifesto sarà firmato anche da Emilio Notte (1891-1982), artista già vicino ai Futuristi a Firenze e a Milano, ma ormai in costante polemica con Marinetti e il suo gruppo.dettagli
-
1933Augusto Baroni, la San Vincenzo e l'Opera Pro-BaraccatoIl pedagogista cattolico Augusto Baroni (1897-1967) diviene presidente delle Conferenze della San Vincenzo, introdotte a Bologna a metà dell’Ottocento dai fratelli Gualandi e dal pittore Guardassoni, e le rilancia in favore dei giovani. In questa attività è accompagnato da don Olinto Marella (1882-1969), con il quale condivide anche l’esperienza dell’Opera Pro-Baraccato, che si occupa di assistere le famiglie del vasto quartiere con questo nome fuori porta Lame, "pervaso da una terribile povertà morale e materiale". In seguito entrambi opereranno presso le nuove case popolari, i casermoni della periferia chiamati "Popolarissime". Baroni sarà insegnante del Collegio San Luigi e, dal 1955 al 1967, professore di pedagogia e storia della pedagogia all’Alma Mater. Don Marella sarà docente al Liceo "Galvani" e al "Minghetti".dettagli
-
1933Manifesto futurista contro i porticiGianni Granzotto (1914-1985) - studente all'Alma Mater e futuro apprezzato giornalista e scrittore - e il giovane Porro sono autori di un audace manifesto futurista per la demolizione dei portici di Bologna. Il loro scopo è “restituire Bologna alla luce, al sole, e strapparla alla tenebra del medio evo”. Il leader del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti approverà il manifesto “senza pensarci due volte”, apponendo la sua firma in testa, prima di quella degli autori.dettagli
-
1933Il nuovo Policlinico Sant'OrsolaE' inaugurato il nuovo assetto del Policlinico Sant'Orsola. Il padiglione d'ingresso su via San Vitale (poi via Massarenti), l'imponente edificio della centrale di riscaldamento e la clinica medica sono le prime realizzazioni del piano di completamento formulato nel 1925 dall'ing. Giulio Marcovigi (1870-1937), capo dell'Ufficio tecnico amministrativo degli ospedali. L'idea generale prevede vari padiglioni immersi in un vasto giardino, disposti secondo un asse est-ovest, tra via Albertoni e i viali di circonvallazione. Oltre alla clinica medica, situata al centro dell'area ospedaliera e dotata di spazi razionalmente distribuiti su indicazione del direttore prof.Giacinto Viola, saranno di lì a poco edificate anche una clinica ostetrico-ginecologica e la camera mortuaria con annessa la scuola di medicina operatoria. Ulteriori, importanti lavori di adeguamento saranno avviati nel 1960, con la costruzione dei padiglioni: patologia medica, nuovo Gozzadini, istituto tumori.dettagli
-
1933Il nuovo Centro Cittadino e la Casa del Fascio di ImolaTra 1931 e 1938 è edificato a Imola il nuovo Centro Cittadino, demolendo alcuni edifici storici affacciati sulla via Emilia. Si tratta di un complesso, che comprende un imponente edificio in mattoni e una vasta galleria che mette in comunicazione la via Emilia e la grande piazza del mercato retrostante. Il progetto è dell’architetto romano Giovanni Battista Milani (1876-1940), autore in città anche del Monumento ai Caduti della guerra 1915-1918 Accanto al Centro Cittadino, l'architetto imolese Adriano Marabini (1897-1975), allievo di Edoardo Collamarini, edifica nel 1933 la Casa del Fascio, con la Torre Littoria che spicca sulla via Emilia. La decorazione muraria di mattoni in rilievo riporta l'iscrizione della Decima Legio, cioè della federazione fascista bolognese. Ai lati dell'ingresso vi sono due pilastri ornati da bassorilievi di Amleto Beghelli. Sul portale sarà posta una lapide con parte del discorso pronunciato nel 1936 da Mussolini, in occasione della proclamazione dell'Impero.dettagli
-
1933L'attività edilizia di Ciro VicenziSi esplica soprattutto nella zona di espansione residenziale fuori porta S.Stefano e in S.Mamolo, tra gli anni Venti e Trenta, la vasta attività di costruzione edilizia del geom. Ciro Vicenzi (1893-1962). E' un tentativo di dare dignità estetica ad abitazioni comuni, sottolineandone le linee strutturali e limitando le decorazioni. Si realizza una serie di esempi significativi di Novecento architettonico. Dotato di una notevole cultura costruttiva, Vicenzi è anche autore, a Bologna, del grande edificio industriale della Buton in viale Masini.dettagli
-
1933La Cappella Musicale Arcivescovile di Santa Maria dei ServiDurante le celebrazioni per il settimo centenario dei Servi di Maria (Ordo Servorum Beatae Virginis Mariae - OSM) riprende a pieno ritmo l'attività della Cappella Musicale Arcivescovile, ospitata dal XIV secolo nella basilica bolognese dell'ordine. Dopo la seconda guerra mondiale la direzione sarà affidata a padre Giovanni Catena (1919-1992), poi a padre Pellegrino Santucci (1921-2010) e, dal 2002, a Lorenzo Bizzarri. Gli elementi del coro e dell'orchestra, che con Padre Santucci sostituiranno le tradizionali voci bianche, presteranno la loro opera sempre gratuitamente. Aldilà del canto gregoriano, verrà esplorato il repertorio classico - Vivaldi, Pergolesi, Bach, Mozart, Rossini - ma saranno anche proposte musiche rare. Dal 1967 le voci saranno accompagnate da un organo meccanico e tre tastiere e 5.000 canne, costruito dalla ditta Tamburini di Crema.dettagli
-
1933La Casa del Fascio di Borgo PanigaleA Borgo Panigale, sulla via Emilia, sorge la nuova Casa del Fascio in stile moderno. E' opera dell'architetto Alberto Legnani (1894-1958), allievo del Collamarini ed esponente del MIAR (Movimento italiano per l'Architettura Razionale). E' un edificio di regime tipico di questi anni, monumentale nel fronte verso la strada. L'ingresso principale è ricavato sotto la torre inglobata nel corpo avanzato dell'edificio, che ospita anche un grande altorilievo. Questo sarà eliminato dopo la guerra, quando i locali della Casa del Fascio saranno utilizzati come cinema e caserma dei carabinieri. In questi anni Legnani è lavora per il Comune di Borgo Panigale - cappelle al cimitero, case rurali - ed è autore a Bologna di importanti progetti: dalle case Venturi in via Santa Chiara, di tipologia medio-borghese e dalle "forti qualità compositive", alla Casa Oliverio (1934), al Palazzo del Gas (1935).dettagli
-
1933L'Ospizio San Camillo alla Mura di San CarloPer volere del cardinale Nasalli Rocca, Villa Pepoli, situata alla Mura San Carlo, località del comune di San Lazzaro di Savena, diventa Ospizio San Camillo, una casa di riposo per anziani. Costruita alla fine del XVII secolo, passata poi a varie nobili famiglie bolognesi, nel 1862 è pervenuta al Seminario Arcivescovile di Bologna, che ne ha fatto modificare la struttura - con l’aggiunta al corpo centrale di due ali - per adattarla come villeggiatura dei seminaristi. Nell'inverno 1943-1944 vi saranno trasferite alcune sezioni dell'Ospedale Maggiore. Danneggiata dai bombardamenti, servirà come rifugio per famiglie di sfollati. Dal 1962 al 1973 ospiterà uno studentato teologico dei Padri Agostiniani. Sarà quindi adattata a ospedale per lungodegenti e infine utilizzata come Centro di salute mentale dall'Azienda USL di Bologna.dettagli
-
1933Ponti di barche e traghetti sul RenoNegli anni 1932-33 vengono sistemati gli argini e le golene del Reno dal Trebbo a Bagno. A Bonconvento viene costruito un ponte in pietra lungo il tracciato della strada trasversale di pianura, che collega Budrio a San Giovanni in Persiceto. Il ponte segna la fine dell'uso dei traghetti di barche nel territorio circostante. Tra il Pontelungo e Bonconvento rimane in funzione solo il traghetto al Passo del Trebbo. Qui la famiglia Muzzi Marcheselli costruisce un ponte di barche di ferro in grado di sostenere il transito di automobili. Vengono probabilmente utilizzati dei residuati della grande guerra. Alcune barche saranno travolte dalla piena eccezionale del 19 novembre 1940. Quelle restanti funzioneranno da traghetto fino all'inverno 1945-46, quando saranno trascinate via dal ghiaccio. Verranno ritrovate più tardi e allora la famiglia Casagrande appronterà con quelle ed altre una passerella per gli operai che giornalmente vanno al lavoro a Bologna. La grande piena del 1951 trascinerà via anche questa passerella. Con le due barche ritrovate a valle poco lontano sarà attivato un nuovo traghetto dalla famiglia Battistini. Un ultimo ponte di barche sarà distrutto dalla piena del 1966, che segnerà la fine definitiva del traghetto di Trebbo.dettagli
-
1 gennaio 1933La prima radiocronaca di Nicolò CarosioIl 1° gennaio si gioca a Bologna al Littoriale la partita di calcio Italia-Germania (risultato 3 a 1 per gli azzurri). La radiocronaca è affidata per la prima volta a un giovane dipendente della Shell, Nicolò Carosio (1907-1984), che rimarrà, fino ai mondiali del 1970, il numero uno dei telecronisti sportivi. Nella sua più che trentennale carriera Carosio lavorerà per l’Eiar, e quindi per la Rai, sempre solo come collaboratore esterno.dettagli
-
19 febbraio 1933La "Peregrinatio Mariae"In occasione del quinto centenario del decreto per la discesa della Madonna a Bologna (1433), il cardinale Nasalli Rocca istituisce, per la prima volta in Italia, la Peregrinatio Mariae. L’immagine della Beata Vergine di San Luca viene portata in pellegrinaggio nei principali centri della Diocesi di Bologna, compresi i comuni forensi.dettagli
-
19 febbraio 1933La città sotto la neveUna neve “a larghe falde” cade improvvisa nella notte tra sabato 18 e domenica 19 febbraio. La città, colta nel sonno, rimane “sommersa, paralizzata dall'invasione bianca”. Il 22 febbraio, in via Broccaindosso, la signorina Atlantide Marchesini è letteralmente sepolta sotto un enorme blocco di neve scivolato da un tetto. Per un giorno le scuole rimangono chiuse, mancando i percorsi di accesso, ma l'indomani riaprono, nonostante il persistere del maltempo: alle elemetari, soprattutto, i bambini trovano assitenza e conforto e una refezione calda, necessaria in questo frangente. L'ufficio di collocamento si mobilita per reperire gli spalatori: ne vengono impiegati 8.636 e oltre 300 carrette di birocciai per il trasporto della neve.dettagli
-
28 febbraio 1933Concorso per la facciata di San PetronioViene bandito un concorso nazionale per il disegno della facciata di San Petronio. Nel 1928 un proposito di Leandro Arpinati, appoggiato da Guido Zucchini - autorevole erede di Rubbiani nei restauri bolognesi - aveva ricevuto un netto rifiuto da parte del ministro della Pubblica Istruzione Piero Fedele. Questi aveva ammonito il Podestà a non recare offesa “alla meravigliosa bellezza di una delle più stupende piazze d’Italia”, eliminando “uno degli elementi principali di questa bellezza”. Le ipotesi di sovrapposizione di soluzioni moderne sul corpo antico della basilica vengono pesantemente stigmatizzate sul “Resto del Carlino” da Marcello Piacentini, il più autorevole architetto italiano del periodo: “Lasciamo San Petronio com’è: sta benissimo”. Contrario è anche Igino Benvenuto Supino, titolare della cattedra di Storia dell’Arte all’Università, mentre in un articolo non pubblicato l’architetto modernista Enrico De Angelis irride al desiderio “di impiastricciare il profilo alpino del S. Petronio con un merletto di guglie trite”. Il 24 gennaio 1935 il podestà Angelo Manaresi inaugurerà comunque una esposizione dei progetti e tre di essi saranno giudicati eseguibili: quelli di Guido Cirilli, di Domenico Sandri e di Duilio Torres, tutti quanti in blando stile neo-gotico. Non si passerà, tuttavia, ad alcun concreto intervento.dettagli
-
9 aprile 1933"La Nuova Guardia", rivista degli universitari fascistiEsce “La Nuova Guardia”, foglio volante e, in seguito, vero e proprio supplemento del periodico “L'Assalto” dedicato agli studenti universitari fascisti. Ogni numero è "completamente dedicato a un singolo aspetto del regime". Nel 1935 sarà pubblicata, a cura degli studenti stranieri iscritti al GUF, una edizione in varie lingue. Verrà diffusa in Italia e all'estero con l'intento di "dar voce e sviluppo oltre confine alle tavole della concezione Mussoliniana", cioè di farsi stumento per l'esportazione dei valori fascisti.dettagli
-
9 aprile 1933Viaggio a Roma dei goliardi bolognesi450 goliardi, appartenenti a 26 nazioni e tutti iscritti all'Università di Bologna, compiono dal 9 al 12 aprile un viaggio a Roma accompagnati dal rettore Ghigi, dal segretario federale Ghinelli e dal presidente del GUF Ballarini. Nella capitale visitano la Mostra della Rivoluzione fascista e sono ricevuti da Starace, da Arpinati e dal Governatore di Roma. Fanno inoltre omaggio all'altare del Milite Ignoto. Al cospetto di Mussolini, gli studenti esprimono “i sentimenti di ammirazione della gioventù di tutto il mondo” al Duce del Fascismo.dettagli
-
1 maggio 1933Una bandiera rossa alla fornace di CorticellaLe donne antifasciste di Casalecchio di Reno e di Castel Maggiore confezionano una enorme bandiera rossa - molti metri di tela tinti “con le polveri Iride comprate poco per volta” - che alla vigilia del Primo Maggio viene issata sulla ciminiera della Fornace di Corticella. Per la Festa dei Lavoratori, abolita dal Fascismo nel 1923, militanti comunisti stampano con mezzi di fortuna due tipi di volantini, che gli operai infilano in tasca prima di entrare in fabbrica. In una caserma di Bologna un soldato scrive sul muro della camerata: “W Lenin, W il Primo Maggio”. A Fano, nelle Marche, viene diffuso un foglio clandestino intitolato "La Scintilla". Nei giorni seguenti diversi “agitatori” saranno arrestati e deferiti al Tribunale Speciale.dettagli
-
3 maggio 1933La caduta in disgrazia di Leandro ArpinatiLeandro Arpinati (1892-1945), indiscusso leader del fascismo bolognese, conosciuto come “Il Pontefice Nero”, cade in disgrazia presso Mussolini a seguito di una lite, arrivata fino alla sfida a duello, con il segretario del PNF Achille Starace (1889-1945). Viene dimesso da Sottosegretario agli Interni e mandato al confino a Lipari. Il suo posto è occupato da Guido Buffarini Guidi (1895-1945). Pur rimanendo fedele al Duce, Arpinati ha manifestato più volte segnali di autonomia ed è accusato di trafficare con avversari del regime, come l'ex direttore del "Resto del Carlino" Missiroli o la famiglia di Anteo Zamboni, il giovane attentatore di Mussolini nel '26. Oltre alle cariche politiche, Arpinati perde anche il lavoro nelle Ferrovie, per il quale era in aspettativa. Inoltre non gli viene rinnovata la tessera del PNF. Il confino di cinque anni gli sarà ridotto per la malattia della moglie. Non potrà, però, allontanarsi dalla sua tenuta di Malacappa, presso Argelato.dettagli
-
14 maggio 1933Il Villaggio del LibroIn occasione della VII Fiera del Littoriale, che si tiene dal 14 al 31 maggio, e in concomitanza con il Primo Congresso degli scrittori italiani, il Sindacato fascista autori e scrittori per l’Emilia Romagna organizza il Villaggio del Libro, esposizione dei migliori prodotti dell'editoria italiana. L’evento, “di espressione nuova e mai verificatasi”, è inaugurato dall'on. Edmondo Rossoni (1884-1965), accompagnato da autori del calibro di Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Pirandello.dettagli
-
giugno 1933La mostra sulla "lottizzazione razionale" al Circolo delle ArtiLa mostra sulla “lottizzazione razionale” presentata al Congresso Internazionale di Architettura Moderna di Bruxelles si trasferisce a Bologna al Circolo delle Arti, grazie agli auspici degli architetti Piero Bottoni e Gino Pollini. Il tema di una moderna lottizzazione è centrale per l'organizzazione delle nuove periferie urbane. Nel contesto della mostra bolognese maturano importanti progetti, quali il concorso per la nuova Fiera, che sarà bandito dal Rotary Club nel 1934. In questo periodo gli architetti razionalisti sperimentano modelli edilizi, quali la “casa appenninica” presentata alla 5a Triennale milanese da Alberto Legnani, Melchiorre Bega e Giorgio Ramponi, “adatta per essere edificata sui colli che coronano la maggior parte delle città dell'Emilia e della Romagna ed in specie Bologna", oppure la "casa degli sposi novelli", progettata sempre da Legnani, vincitrice del concorso I.C.P. del 1934.dettagli
-
24 giugno 1933Commissariamento della Federazione fascista bologneseDopo la caduta in disgrazia di Leandro Arpinati il fascismo bolognese viene epurato dall'ispettore del fascio Zelindo Ciro Martignoni (1897-1973). Gli “arpinatiani”, in primis il federale Mario Ghinelli, sono privati della tessera e sottoposti a provvedimenti disciplinari. Anche il “Resto del Carlino” passa sotto il controllo di Dino Grandi (1895-1988), tramite il nuovo direttore Giorgio Maria Sangiorgi. Il 2 agosto 1934 il segretario del PNF Starace espellerà una ventina di tesserati bolognesi dal partito - tra essi Giuseppe Ambrosi, Arconovaldo Bonaccorsi, Walter Boninsegni - con questa motivazione: “dava la propria solidarietà, ostentando atteggiamenti in netto contrasto con lo spirito tradizionalemente fascista, ad un tesserato elinato dai ranghi perché postosi notoriamente contro le direttive del P.N.F.”.dettagli
-
luglio 1933Sciopero delle mondine a Molinella e ImolaCirca 3.000 mondine scendono in sciopero in estate tra Imola e Molinella. La categoria sta attraversando un periodo di acuto disagio.dettagli
-
16 luglio 1933Gran Premio motociclistico ai Giardini MargheritaSi svolge nei viali interni dei giardini Margherita il Gran Premio motociclistico abbinato alla Lotteria Bologna. Grande protagonista è il campione bolognese Guglielmo Sandri (1906-1961), che vince con una Guzzi 250, battendo in volata Dorino Serafini su MM175. Sandri è uno dei centauri bolognesi più conosciuti e apprezzati anche in campo internazionale, noto per la sua temerarietà, ma anche per la sua bravura nella preparazione tecnica delle moto. All'inizio della carriera ha corso con la GD; in seguito ha portato al successo molte altre marche come la Dall'Oglio, la CM e la MM. Con la Guzzi 250 nel 1939 batterà sei record mondiali sull'autostrada Bergamo-Brescia. Assiduo frequentatore dei caffé-concerto e appassionato di canto, sarà spesso chiamato ad esibirsi sul palco. Durante la Resistenza collaborerà con la sanità partigiana, trasportando i feriti con le macchine tedesche custodite nella sua officina. Il Circuito motociclistico di Bologna avrà diverse edizioni di grande successo negli anni Trenta.dettagli
-
17 luglio 1933Settimana contro la guerraA seguito del Congresso degli antifascisti di Parigi è proclamata la “Settimana Internazionale di Lotta contro la guerra”. Nella notte tra il 17 e il 18 luglio in varie località della periferia - Arcoveggio, via Ferrarese, Bertalia, Paderno - e nei paesi della provincia sono innalzate bandiere rosse e appaiono sui muri e sulle strade scritte - fatte col catrame o la calcina - inneggianti alla pace, al Partito comunista e alla Russia dei Soviet. Nelle fabbriche Sigma, Barbieri e Burzi e nelle fonderie Parenti vengono diffusi migliaia di manifestini, che denunciano la politica disastrosa del fascismo nei confronti dei lavoratori. Un gruppo di giovani reclute si presentano al distretto militare cantando inni socialisti. Sedici oppositori saranno arrestati e deferiti al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, con l'imputazione di costituzione del partito comunista, appartenenza allo stesso e propaganda.dettagli
-
31 luglio 1933Muore Alessandro ScorzoniMuore in solitudine e in estrema povertà all'Ospedale Maggiore il pittore Alessandro Scorzoni (1858-1933). Nato a Calcara, nei pressi di Crespellano, allievo all'Accademia di Muzzi e Puccinelli, era un apprezzato freschista e decoratore. Famoso per i ritratti, personalmente preferiva dipingere paesaggi, in particolare alcune località attorno a Bologna: San Ruffillo, il Savena, l'Idice, ecc. Sue opere importanti saranno conservate nel castello di San Martino dei Manzoli, a palazzo Malvezzi, nella villa Calari di Cento e nell'oratorio di San Michele in Bosco.dettagli
-
settembre 1933La protesta dei "portantini di riso"Durante la campagna per la raccolta del riso scoppia una protesta nella tenuta dei Torlonia a Galliera, in affitto ai fratelli Bersani. E' organizzata da una ventina di uomini, chiamati “portantini”, perché lavorano a coppie, trasportando su una sorta di barella i covoni di riso. Il pretesto per lo sciopero è la scarsa qualità del vino, ma le richieste puntano a migliorare le condizioni massacranti del lavoro. Poche ore dopo sul posto interviene la forza pubblica, assieme ai capi fascisti. L'agitazione è considerata un reato e gli organizzatori vengono denunciati e inviati a Bologna nel carcere di San Giovanni in Monte. Processati per direttissima, dovranno pagare una forte multa. Un altro sciopero dei portantini si verificherà nell'Azienda Fratelli Bersani nel 1942, in piena guerra. Anche in quella occasione, assieme ai rappresentanti del sindacato fascista, interverrà la forza pubblica.dettagli
-
3 settembre 1933Carosello storico delle università italianeDal 3 al 10 settembre si svolgono, presso lo stadio Mussolini di Torino, i Giochi Universitari Internazionali, organizzati dai GUF e dalla C.I.E. (Confederazione Internazionale degli Studenti). Nell'occasione le rappresentanze di tutte le università italiane, tra esse l'Alma Mater, sfilano con il loro gonfalone e nei costumi tradizionali. Le manifestazioni sportive universitarie sono, per il Regime, un'occasione per rinsaldare la "coscienza nazionale", tramite motivi folcloristici e rievocazioni medievali.dettagli
-
18 settembre 1933Arresti di operai comunisti51 operai comunisti, arrestati nel luglio 1931, sono deferiti al Tribunale Speciale e processati. Sono accusati di aver diffuso volantini di protesta contro le tasse e i sindacati fascisti in alcuni stabilimenti bolognesi, come l'ACMA e la Weber. Quattro di essi, Amleto Caprini, Bruno Trombetti, Marino Comellini e Renato Scarabelli, sono condannati, con sentenza del 18 settembre 1933, a oltre 30 anni di carcere.dettagli
-
28 settembre 1933Angelo Manaresi nominato PodestàViene nominato Podestà Angelo Manaresi (1890-1965), avvocato, eroe di guerra, fascista della prima ora, già deputato e presidente dell'Opera Nazionale Combattenti. Dopo l'elezione a presidente del Club Alpino Italiano - e per la sua grande passione per la montagna - sarà soprannominato il "Podestà delle Altezze". Sarà inoltre alla guida dell'ANA (Associazione Nazionale Alpini) dal 1929 al 1943. Nel suo discorso inaugurale Manaresi rende omaggio a Benito Mussolini: "Servire il nostro Duce, in queste ore, che egli sta, ogni giorno di più, segnando di gloria e di eternità, è gioia grande per il nostro cuore di italiani, soldati e fascisti".dettagli
-
ottobre 1933Scompare "un immondo letamaio"Terminano i lavori di canalizzazione del torrente Aposa, iniziati quattro anni prima. Hanno riguardato un tratto di oltre due chilometri nella zona della caserma D’Azeglio, dal torrione di viale Panzacchi - il punto in cui l'Aposa entra in città - a via di Roncrio. La rivista del Comune sentenzia che "è scomparso un immondo letamaio", in cui erano gettati all’aperto tutti i rifiuti della zona.dettagli
-
ottobre 1933Restauri in Palazzo ComunaleIn ottobre sono annunciati lavori di restauro nel palazzo comunale, voluti dal podestà Angelo Manaresi. Riguardano in particolare il cortile del Fioravanti, che viene ridisegnato dall'ingegnere Guido Zucchini, sulla base di un vecchio progetto di Alfonso Rubbiani (1908). Ai piani superiori sono rinnovate nel 1935 le sale occupate in precedenza dalla Prefettura e ancor prima dal Legato pontificio. Nello stesso anno Achille Casanova, per conto del Comitato per Bologna Storica e Artistica, completa con bifore marmoree - anch'esse già previste da Rubbiani - le otto finestre gotiche della facciata nella parte dell'edificio comunale chiamata Palazzo Grande o Novo. A quelle grandi aperture, nel 1877 l'ing. Antonio Zannoni aveva applicato dei telai di ferro.dettagli
-
4 novembre 1933Il monumento ossario dei caduti della Grande GuerraNella zona di ampliamento della Certosa (Chiostro VI) è edificato il monumento ossario ai caduti della prima guerra mondiale, realizzato su progetto di Arturo Carpi e Filippo Buriani. Raccoglie resti di circa 3.000 soldati bolognesi e italiani deceduti durante il ricovero in uno degli ospedali allestiti in città durante la grande guerra. Vi sono inoltre ospitati i corpi di alcune centinaia di soldati austro-ungarici, morti nei vari campi di prigionia del territorio bolognese. Le entrate ai sotterranei sono presidiate da due sentinelle marmoree - nominati in dialetto veneto "il vecio" e "il bocia" - dello scultore Ercole Drei. Nell'agosto 1940, con solenne cerimonia, saranno traslate nell'ossario anche le spoglie del martire risorgimentale Ugo Bassi.dettagli
-
30 novembre 1933Gli Olivetani ritornano a San Michele in BoscoUna piccola comunità di benedettini Olivetani entra in San Michele in Bosco per officiare la chiesa e prestare servizio di assitenza religiosa nel vicino Istituto Ortopedico Rizzoli. I monaci sono rimasti lontani dal loro convento dall'epoca della soppressione dell'ordine, avvenuta nel 1798, in piena epoca napoleonica. La chiesa di San Michele, risalente al XVI secolo - ma di fondazione più antica - sarà eretta a parrocchia nel 1949.dettagli
-
11 dicembre 1933Pietro Albertoni commemorato in SenatoLuigi Federzoni, presidente del Senato, commemora la scomparsa del prof. Pietro Albertoni (1849-1933), avvenuta l'11 agosto. Mantovano, ex garibaldino, deputato per tre legislature e senatore, Albertoni ha diviso l'impegno politico con quello scientifico. E' stato Professore di Fisiologia all'Università di Bologna dal 1887 al 1924 e, assieme a Murri, uno degli innovatori della scuola medica italiana. Molto importanti sono i suoi studi sulle condizioni igienico-sanitarie delle popolazioni agricole.dettagli
-
21 dicembre 1933Si ricostituisce il Circolo Artistico BologneseSi ricostituisce nella sala degli Anziani di palazzo d'Accursio il Circolo Artistico Bolognese, organizzazione tra pittori, scultori, letterati, amatori, con l'intento di promuovere la cultura artistica, mantenendo in contatto l'attività artistica e il pubblico. Il Circolo, già attivo alla fine dell'Ottocento, rinasce su iniziativa di Italo Cinti, che ha promosso nel 1932 l'unione de "Gli amici dell'arte" del pittore Amleto Montevecchi con la "Famiglia artistica emiliana", presieduta da Giuseppe Badini. Presidente del nuovo sodalizio è nominato l'industriale Arturo Gazzoni. Il Circolo Artistico Bolognese affianca la sua attività promozionale (personali di Magnavacca, Tomba e altri, mostra dei cartoni di De Carolis in palazzo Pepoli, ecc.) a quella, più ufficiale, del Sindacato Fascista Belle Arti dell'Emilia Romagna, che dal 1929 propone esposizioni annuali di artisti locali. Negli anni successivi il Circolo cambierà più volte sede: sarà in via Zamboni, in via Oberdan, in una saletta angusta di Palazzo Pepoli in via Castiglione. Nel 1947 otterrà un locale in via Clavature n. 8, un tempo sala delle adunanze della Compagnia di Santa Maria della Vita. Saranno molte le mostre prestigiose organizzate dal sodalizio bolognese nel dopoguerra: da quelle sulle stampe di Goya e di Mitelli alle antologiche di Flavio Bertelli e Coriolano Vighi.dettagli