Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1932L'istituto di ZoologiaE' inaugurato in via Selmi il nuovo Istituto di Zoologia dell'Università, costruito su progetto dell'architetto Fernando Biscaccianti (1890-1963). Fa parte delle opere previste dalla seconda convenzione tra Ateneo, Stato ed Enti locali del 1910. Il complesso ospita il grande Museo di Zoologia con oltre 6.000 esemplari provenienti da collezioni storiche dell'Istituto delle Scienze (Aldrovandi, Cospi, Marsigli) e da acquisizioni recenti. Dal 2000 le tre sezioni di Zoologia, Anatomia comparata e Antropologia costituiranno il Museo dell'Evoluzione.dettagli
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1932Piano per la raccolta dell'immondiziaNel 1932 Bologna è colpita da una epidemia di tifo. Si registrano 37 casi all’interno delle mura, senza apparenti relazioni tra loro, a parte una maggiore incidenza nel quadrante nord-est (via Bibbiena, via Acri, via Vinazzetti). A seguito dell’infezione, il Prefetto, dopo aver chiesto precise note al Podestà, appronta un piano per la raccolta dell’immondizia in città. Come all’inizio del secolo il servizio è effettuato due volte al giorno in tutte le strade entro la circonvallazione mediante carri a trazione animale. Gli spazzini svuotano i bidoni delle singole famiglie, non esistendo nelle case depositi comuni destinati alla raccolta del “pattume” (o “rusco”). Inoltre gli addetti puliscono le strade mediante un leggero innaffiamento e successiva spazzolatura meccanica.dettagli
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1932Concorso della rivista "L'Assalto" per una Casa del Fascio tipoLa rivista “L'Assalto” bandisce un concorso per una “Casa del Fascio tipo”. E' rivolto agli studenti delle facoltà di architettura, con lo scopo di delineare una tipologia ben definita per questo tipo di struttura polifunzionale, destinata ad attrarre più persone possibile nell'orbita del Regime. Nella Casa del Fascio bolognese è organizzata la mostra dei progetti presentati, introdotta da una conferenza di Giuseppe Pagano. Risulteranno vincitori quattro studenti della Scuola di Architettura di Milano: Gianluigi Banfi, Lodovico Belgioioso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers (poi Gruppo BBPR). A partire da questa iniziativa, le case del fascio italiane saranno edificate soprattutto in stile razionalista, piuttosto che storicista, raggiungendo anche notevoli risultati espressivi, come nel caso di quella di Como, realizzata da Giuseppe Terragni.dettagli
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1932L'Acquedotto RenanoIl Consorzio della Grande Bonificazione Renana cura il progetto dell'Acquedotto Renano, concepito per servire vaste zone della bassa pianura bolognese (50 mila ettari circa) povere di risorse idriche, a beneficio di oltre 60 mila abitanti. L'ente decide di utilizzare le falde artesiane alimentate dal bacino dell'Alto Reno e quindi di perforare sette pozzi nei pressi di Calderara, a circa 110 metri di profondità. Nel 1934 inizieranno i lavori, che però saranno sospesi a lungo a causa delle vicende belliche. Dopo la guerra, grazie alla legge sulle aree depresse, si avranno i finanziamenti per riprenderli e portarli a termine. Oltre che dalle opere di presa (7 pozzi) e dalla centrale di sollevamento di Calderara di Reno, l'Acquedotto Renano sarà costituito dalla rete di adduzione dell'acqua (127 km di tubazioni di acciaio elettro saldate) a 23 serbatoi presenti nei comuni di Galliera, Pieve di Cento, Castello d'Argile, Sala Bolognese, Calderara di Reno, Malalbergo, S. Pietro in Casale, Bentivoglio, S. Giorgio di Piano, Argelato, Baricella, Minerbio e Granarolo. Saranno installate inoltre - in alcuni comuni con notevole ritardo - le reti di distribuzione dai serbatoi pensili ai centri abitati e alla campagna. L'opera verrà completata alla fine degli anni Cinquanta. Nonostante la lunga gestazione e i notevoli costi, l'Acquedotto Renano non durerà a lungo. Negli anni Ottanta sarà ceduto alla Seabo (poi Hera), ma nel frattempo saranno attivati nuovi sistemi di approvvigionamento idrico. Divenute inutili, alcune delle torri piezometriche, simbolo del progresso e dello sviluppo agricolo della bassa bolognese nel dopoguerra, verranno inesorabilmente abbattute all'inizio del nuovo secolo, per motivi di sicurezza.dettagli
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1932Scioperi nelle campagne e al Calzificio PassigliCirca 3.000 mondine del medicinese e del basso imolese scioperano per tre giorni e manifestano nelle piazze, nonostante l'intevento della forza pubblica. Al termine dell'agitazione riescono ad ottenere un aumento del salario. In questo anno scendono in sciopero anche le operaie del calzificio aperto da pochi mesi a Bologna da Armando Passigli, un imprenditore di origine ebraica, che sarà costretto a cedere sottocosto la sua azienda dopo le leggi razziali.dettagli
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1932Crolla la Conserva del VascelloCrolla per incuria la Conserva del Vascello (Fonte Remonda), edificata nel 1523, probabilmente su disegno dell'architetto senese Baldassarre Peruzzi (1481-1536), autore a Roma della Villa Farnesina. Situata in via Codivilla - l'antico “Listone”, conosciuto anche come Strada Panoramica - aveva la funzione di raccogliere le acque del Remondato, un sistema di sorgive situato sotto il monastero di San Michele in Bosco. Il nome “Remonda” ricorda la funzione principale della conserva, quella di “mondare”, pulire le acque sotterranee per decantazione in vasche comunicanti e offrirle purificate in una vasca terminale. Nel XV secolo essa alimentava una fonte pubblica davanti all'Ospedale della Morte e in seguito una nuova fontana davanti al Palazzo del Podestà. Inoltre una derivazione del condotto portava acqua agli orti del Palazzo Bentivoglio in via S. Donato. Nel 1563 l'acqua della Fonte Remonda fu fatta confluire con quella dei Bagni di Mario (o Conserva di Valverde) in una cisterna presso Porta San Mamolo per alimentare la fontana del Nettuno. La Conserva del Vascello sarà ricostruita dal Comune nel 1960, sotto la guida dell’arch. Franco Bergonzoni, utilizzando materiali vecchi e nuovi. Una delle poche parti rimaste del manufatto cinquecentesco è un medaglione di arenaria e alcuni altorilievi con anfore e bucrani. Un nuovo restauro dell’area della Fonte Remonda sarà promosso nel 2022 dal Comune, che, assieme al “Resto del Carlino”, lancerà una apposita raccolta fondi.dettagli
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1932Nuova facciata della chiesa di San Benedetto su via GallieraViene eretta una nuova facciata della chiesa di San Benedetto su via Galliera, dove era in origine, prima dell'inversione su via Indipendenza, avvenuta nel 1892. La lapide sulla porta d'ingresso riporta queste parole: “In onore della Vergine Immacolata e dei Santi Giuseppe e Luigi, grazie alla devozione a alla sollecitudine dei parrocchiani fu eretta la facciata nell'anno eucaristico 1932”.dettagli
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1932L'Azienda Tramviaria MunicipalizzataNasce l'Azienda Tramviaria Municipalizzata (A.T.M.). Adotta tram a carrelli di grande capacità, di tipo “Bologna”, “con equipaggiamento elettrico di comando e funzionamento telepneumatico”. La rete tramviaria si amplierà negli anni seguenti, fino a raggiungere, nel 1942, alla vigilia della guerra mondiale, i 96 chilometri, con oltre 130 vetture in funzione.dettagli
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1932Le "Aldini Valeriani" diventano Istituto Tecnico IndustrialeL'Istituto per le Arti e i Mestieri “Aldini Valeriani” diventa Istituto Tecnico Industriale. Nel curriculum del nuovo perito industriale, ispirato dal podestà Arpinati, è ridotto il tempo per il lavoro manuale, mentre sono aumentate le esercitazioni tecnologiche. La figura del perito tende a differenziarsi da quella dell'operaio generico e specializzato, dedito a compiti prevalentemente esecutivi, formato nella Scuola di Avviamento e nella Scuola Tecnica Industriale. Oltre che conoscere molto bene le macchine, il perito deve “saper gestire le esigenze organizzative dell’officina, svolgendo compiti di programmazione del ciclo produttivo”. Nel 1936 sarà creato alle “Aldini” un laboratorio tecnologico di alto livello, in grado di soddisfare anche esigenze esterne alla scuola.dettagli
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1932Nasce la Cave RenoNei pressi del Pontelungo nasce la Cave Reno, industria per la escavazione della ghiaia del fiume Reno. La proprietà è inizialmente della famiglia Vacchi. Alcuni anni dopo passerà alla ditta Maccaferri. L'insediamento di questa azienda segna la trasformazione - e quindi la definitiva scomparsa - di alcuni mestieri tradizionali, praticati a forza di braccia, e la loro sostituzione con operazioni effettuate da macchine, come i frantoi meccanici e le escavatrici. I mestieri direttamente legati al fiume erano quelli del maccabreccia, del vallatore e del birocciaio. La loro funzione era da secoli procurare alla città i materiali (sassi, ghiaia, sabbia) per il rivestimento delle strade e per i lavori edili. l maccabreccia (o spaccasassi) spaccavano i ciottoli con uno speciale martello per ricavarne cumuli di pietre a spigoli vivi (la breccia, appunto) da spargere sulle strade. Portavano occhiali con fitte reti al posto delle lenti e si proteggevano le dita con strisce di tela. I vallatori (o vagliatori) scavavano con pale e badili nel letto del fiume e selezionavano il materiale con il vallo, uno speciale setaccio costituito da un telaio di legno e una rete più o meno spessa a seconda dei prodotti da ricavare: sabbia, sottovallo, ghiaietto e pisello. I birocciai trasportavano i materiali ai cantieri cittadini con il loro carretto tirato dal cavallo. “Formavano una comunità libera, le cui leggi, non scritte, erano severamente rispettate da generazioni; motivo d'onore e di rispetto reciproco”. Nel dopoguerra i birocci saranno rapidamente sostituiti da camion e motocarri. Scompariranno così anche le botteghe di maniscalco, sellaio e carradore esistenti attorno al Pontelungo - alcune addirittura sotto il ponte - e legate all'attività di trasporto ghiaia. Per il trasporto dei materiali dal cantiere al frantoio entra in funzione un trenino decauville a scartamento ridotto, trainato da una locomotiva a nafta, che attraversa il Reno su una passerella parallela al Pontelungo. Nel primo periodo il carico non è fatto con gli escavatori, ma da “operai a badile” senza libretto (non dipendenti dalla Cave Reno). “Dal ponte della ferrovia fino alla Barca era pieno di ghiaia e di sabbia, venivano le piene, la spostavano in qua e in là, non c'era la crisi della ghiaia, ce n'era sempre” (P. De Luca).dettagli
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1932La Fortitudo pallacanestroNasce la sezione pallacanestro della società polisportiva Fortitudo. La prima squadra è allenata dal Cavalier Renato Degli Esposti e gioca nella piccola palestra Canetoli di via San Felice, che diventerà poi la sede principale della squadra. Nel 1934 la Fortitudo otterrà il suo primo successo, imponendosi nel campionato di zona di seconda divisione. Nel 1939 l'area del cortile della palestra Canetoli sarà ceduta per consentire l'ampliamento dell'Ospedale Maggiore (i lavori saranno però interrotti). Nel primo dopoguerra la Fortitudo si allenerà nella chiesa sconsacrata di San Nicolò in via San Felice, risalente all’XI secolo e rifatta nel ‘500 da Pietro Fiorini. Danneggiata, ma non distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la chiesetta, un tempo annessa all'Abbadia, sarà quasi completamente abbattuta tra il 1961 e il 1971.dettagli
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3 gennaio 1932Oreste Brunelli ammazzato di botteL’ultima notte dell’anno a Baricella vengono diffusi volantini che denunciano le angherie del fascismo. Sono immediatamente arrestati diversi antifascisti e portati nella caserma del paese. Poco dopo vengono tutti rimessi in libertà, tranne Leo Bergami, un operaio cementista, e Oreste Brunelli, un attivista socialista appena rientrato dalla Francia. A questi sono trovati in tasca 16 foglietti con la scritta “I seguaci di Matteotti non sono morti” Bergami sarà deferito al Tribunale Speciale. Brunelli morirà per le percosse dei fascisti, penetrati nella caserma con il consenso dei carabinieri. Lo faranno trovare con una corda al collo per simulare un suicidio a cui nessuno crederà, men che mai il medico condotto del paese, che si rifiuterà di firmare il certificato di morte. Alcuni giorni dopo sarà organizzata a Baricella una manifestazione di protesta. La vicenda di Brunelli farà scalpore a livello internazionale: ne parleranno giornali come “La Libertà” di Parigi e l’austriaco “Salzburger Wacht”.dettagli
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21 febbraio 1932Nuove decorazioni e un faro sulla cupola di San LucaÈ completato l’affresco della cupola del santuario della B.V. di San Luca (1922-1932), opera del fiorentino Giuseppe Cassioli (1865-1942). Vi sono rappresentati la Madonna Regina della Pace, il papa Benedetto XV, già Arcivescovo di Bologna, e diversi prelati, tra i quali il card. Nasalli Rocca, che a San Luca verrà sepolto nel 1952. Durante l’esecuzione degli affreschi della volta un faro montato sulla cupola, in funzione dal 1925, celebra l’elettrificazione della città voluta dall’amministrazione fascista.dettagli
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26 febbraio 1932Ritrovati in Certosa resti di Guido Reni, Giovan Gioseffo Dal Sole e Luigi Ferdinando MarsiliNella Sala dei Seicento del cimitero della Certosa, In un piccolo vano nascosto dietro uno sportelletto, gli ingegneri Guido Zucchini e Mario Balduzzi trovano fortuitamente tre teschi. Le fascette che li accompagnano riportano i nomi dei pittori Guido Reni (1575-1642) e Giuseppe Dal Sole (1654-1719) e quello del fondatore dell'Istituto delle Scienze Luigi Ferdinando Marsigli (1658-1730). I due valenti artisti riposavano un tempo ai Cappuccini, sul colle del Calvario, ma dopo l'alienazione - e la successiva distruzione - della chiesa e del convento nel 1811, dei loro resti si erano perse le tracce. A seguito di accordi tra il Comitato per Bologna Storica ed Artistica (BSA) e la Reale Accademia Clementina, nel 1937 i teschi di Reni e Marsili saranno trasferiti nella basilica di San Domenico, mentre quello di Dal Sole continuerà ad essere custodito alla Certosa dietro una lapide con il suo nome.dettagli
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aprile 1932Renzo Bianchi premiato al Concorso CurlandeseUn avveniristico progetto di edificio per mercato coperto di Renzo Bianchi, primo littore di architettura, direttore artistico del foglio del GUF bolognese “La Nuova Guardia”, ottiene il premio del Concorso Curlandese. Sulla rivista “Il Comune di Bologna” il pittore futurista Italo Cinti (1898-1968) afferma che l'architettura razionale è la “trionfatrice indiscussa” di questa edizione del premio. Il razionalismo italiano è descritto come una versione mitigata di quello nordico: esso “ha perduto la sua cruda utilitarietà aerandosi con un sereno tutto nostro”. La nuova architettura è vista allontanarsi da una “dualità strutturale che aveva i suoi poli fra l'ingegnere sovrano tutto razionalità e l'architetto tutto ornati” e che dava come risultato “un ibridismo stucchevole”.dettagli
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8 aprile 1932Gustavo Trombetti in carcere con GramsciL’8 aprile Gustavo Trombetti (1905-1991), già segretario della federazione comunista di Bologna, accusato di associazione e propaganda sovversiva, viene condannato a 10 anni di carcere dal Tribunale Speciale. Rinchiuso nella prigione di Turi (Bari), sarà per vari mesi compagno di cella di Antonio Gramsci (1891-1937) e lo aiuterà a far uscire i preziosi “Quaderni” da lui compilati durante la detenzione. Uscito dal carcere nel 1934 per amnistia, durante la Resistenza Trombetti sarà membro del CLN. Nel dopoguerra rientrerà a Bologna e sarà consigliere comunale. Attivamente impegnato nella cooperazione sarà uno dei fondatori della CAMST.dettagli
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21 aprile 1932Il Convalescenziario "Laura Rodriguez"La nobildonna bolognese Laura Bevilacqua Ariosti sposata Rodriguez de' Buoi (1837-1926) dispone nel testamento che la sua villa e la maggior parte del patrimonio siano destinati all'erezione di un Convalescenziario per donne povere. Esse devono essere di religione cattolica e di età tra i sedici e i cinquant'anni. La scelta della benefattrice nasce dall'osservazione che "molte donne le quali hanno bisogno di cure ospitaliere mediche o chirurgiche sieno dimesse dagli Spedali prima ancora che il loro organismo abbia potuto rifarsi dei danni profondi patiti in conseguenza della malattia e della operazione chirurgica, cosicché restituite alle loro case dove i bisogni incalzano, si sottopongono alle più rudi fatiche, compromettendo le loro energie fisiche, la loro salute". Sono quindi ammesse donne che hanno subito un intervento chirurgico o che escono da una malattia acuta, mentre sono escluse quelle che soffrono di malattie croniche. Il Convalescenziario è ufficialmente inaugurato il 21 aprile 1932. Occupa la grande villa a tre piani con ampie dipendenze e parco alle porte di San Lazzaro. Durante la seconda guerra mondiale ospiterà la Divisione Medicina dell'Ospedale Maggiore di Bologna e un comando tedesco. Nel corso dell'offensiva alleata verrà danneggiato dalle bombe. Nell'immediato dopoguerra un gruppo di medici vi fonderà la Casa di cura Villa Laura. L'attività di assistenza a donne povere convalescenti, secondo le volontà testamentarie, riprenderà nel 1964 da parte dell’Opera pia L. Rodriguez.. Una parte della vasta proprietà sarà trasformata dal Comune di San Lazzaro nel Parco della Resistenza.dettagli
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1 maggio 1932I Littoriali dello SportDal 1° all'8 maggio, in occasione del Decennale della Marcia su Roma, si svolgono a Bologna i primi Littoriali dello Sport, organizzati dai Gruppi Universitari Fascisti (GUF). Vi partecipano oltre 2.300 studenti, provenienti dai vari atenei italiani. Il titolo di Littore dello Sport è conteso, nelle varie discipline, tra i vincitori di selezioni provinciali, dette Agonali. Negli anni successivi saranno organizzati in varie città anche i Littoriali del Lavoro e i Littoriali della Cultura e dell'Arte.dettagli
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1 maggio 1932Volantini rossi per il Primo MaggioIn occasione del Primo Maggio per le strade di Bologna e in alcuni paesi della provincia vengono lanciati volantini di colore rosso con la scritta “Pane per i nostri figli o la testa di Mussolini”. A Imola la distribuzione di manifestini inneggianti alla Festa dei Lavoratori avviene durante lo svolgimento di una cerimonia religiosa. Il quotidiano comunista "L'Unità", pubblicato clandestinamente, esce con un titolo a tutta pagina: “Contro il fascismo, contro la guerra, per un Primo Maggio di riscossa proletaria!”dettagli
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5 maggio 1932Gian Carlo Nannini celebrato all'UniversitàIl segretario del PNF Achille Starace (1889-1945) celebra, assieme al rettore Ghigi, la memoria di Giancarlo Nannini (1899-1922), scoprendo una lapide a lui dedicata nell'atrio di palazzo Poggi. Nannini, al quale è intitolato un gruppo rionale nella zona di Corticella, era uno studente di Finale Emilia, distintosi sui campi di battaglia della grande guerra. "Intrepido come un eroe antico, sensibile come un poeta, coraggioso senza ostentazioni", al ritorno dal fronte si iscrisse al Fascio di combattimento, divenendo uno dei capi delle squadre d'azione cittadine. Nei giorni della Marcia su Roma partecipò a numerose azioni squadriste, tra cui la liberazione di alcuni fascisti dal carcere di San Giovanni in Monte. “Non era tempo quello di quiete e di studi (...) ma tempo di azione e di azione violenta contro la vecchia Italia materialistica e agnostica” (Saitta). Morì il 29 ottobre 1922, in uno scontro a fuoco con i carabinieri, durante un assalto alla caserma di San Ruffillo. Considerato uno dei martiri della Rivoluzione fascista, nel 1925 gli fu reso solenne omaggio con un pellegrinaggio delle autorità a San Ruffillo. Nel 1926 gli furono dedicati premi studenteschi e ricevette la laurea honoris causa in Giurisprudenza e nel 1931 gli fu intitolata una scuola, con una epigrafe di Mussolini. Nel 1934 la commemorazione del martire sarà particolarmente sentita: gli sarà dedicata una campana votiva e un corteo partirà dalla sede del gruppo rionale al luogo del sacrificio, dove saranno ricordati i nomi dei caduti per la rivoluzione fascista. In onore di Nannini, anche il gerarca Leandro Arpinati chiamerà la figlia Giancarla.dettagli
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18 maggio 1932Il Littoriale illuminato per le partite in notturnaCon la partita tra il Bologna e L'Olympique Antibes, vinta per 3 a 0 dalla squadra di casa, si inaugura il nuovo impianto di illuminazione dello stadio. Il Littoriale è stato il primo campo da calcio in Italia ad essere dotato di fari per le partite in notturna. Le prime prove sono state fatte nel 1929, dopo la trasferta dei Rossoblu nell'America del Sud. Ora l'impianto ha raddoppiato la sua potenza ed è destinato a funzionare, con poche modifiche, fino alla grande ristrutturazione del 1990. La cabina elettrica principale è installata nei locali della piscina coperta. 62 proiettori sono distribuiti in 12 centri luminosi, posti sulla tribuna e le gradinate, in modo da diffondere uniformemente la luce e senza creare ombre.dettagli
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5 giugno 1932L'ippodromo dell'ArcoveggioIn via Corticella all'Arcoveggio è inaugurato il nuovo ippodromo progettato da Umberto Costanzini (1897-1968) con Ulisse Bandiera. L'impianto, per i tempi innovativo, è stato voluto fortemente dall'ex podestà Arpinati. Primo Castelvetro, esperto di trotto, lo definisce “splendido, elegante, completo”. La tribuna “super sottile” è una delle prime in Italia e la più ampia tra quelle completamente a sbalzo, senza pilastri di sostegno. I calcoli della struttura sono opera dell'ing. Armando Villa (1897-1958). Nell'ampio parcheggio, circondato da alberi di alto fusto, possono essere accolte le vetture di tutti gli spettatori. Le scuderie hanno box completamente in muratura. Specializzato per il trotto, l'ippodromo dell'Arcoveggio conoscerà ogni anno due periodi di riunioni equestri, con una sospensione estiva, durante la quale le corse si sposteranno sulla riviera adriatica, utilizzando l'ippodromo Savio di Cesena. Nel dopoguerra alcuni cavalli, come Tornese e Crevalcore, sapranno dividere i gusti del pubblico e il tifo, come i campioni del ciclismo o della boxe. Nel 1932 è allestito a Bologna anche un campo ostacoli, che nel 1948 diverrà ippodromo militare. Si trova ai Giardini Margherita ed è gestito dalla Società del Cavallo da Sella.dettagli
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12 giugno 1932In onore dei vecchi "fiacres"La Fameja Bulgneisa organizza una gita alla villa Griffone di Pontecchio per rievocare le antiche carrozze pubbliche - fiacre o “sefur ed piaza” - ormai quasi completamente dismesse. Nel 1957, a cento anni dalla loro comparsa per le vie di Bologna, ne rimarranno solo tre. La sconfitta dei “fiacaresta” (fiaccherai) e dei romantici “legni” è divenuta inevitabile, con l'affermarsi dei taxi a motore e degli altri mezzi pubblici.dettagli
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13 giugno 1932Il bacino artificiale di SuvianaIl 13 giugno terminano i lavori di sbarramento del torrente Limentra di Treppio nei pressi del borgo di Suviana sull'Appennino bolognese. La costruzione della nuova diga è iniziata il 15 ottobre 1928 su progetto degli ingegneri Francesco Pelagatti e Luigi Mirone e per conto delle Ferrovie dello Stato. Alta 97 metri, del tipo “a gravità a profilo triangolare”, ha al centro un grande fascio littorio in bronzo, illuminato durante la notte. In questo periodo è la diga più imponente in Italia e, con il suo bacino di oltre 40 milioni di metri cubi di acqua, sovrasta la valle del Reno e la città di Bologna. La realizzazione dell'impianto idroelettrico di Suviana ha comportato un grande impiego di uomini e mezzi. Sono state costruite nuove strade e una teleferica per il trasporto di cemento dalla stazione di Porretta Terme. La centrale elettrica situata ai piedi della diga, completata nel settembre 1932, è la maggiore tra quelle di proprietà pubblica. Sfrutta il salto creato dallo sbarramento. Vi sono installati tre grandi gruppi generatori. La produzione di energia è finalizzata alla elettrificazione delle linee ferroviarie che attraversano l'Appennino. Col tempo saranno fatte confluire nel bacino di Suviana, tramite condotti sotterranei, le acque del Reno e del Limentra di Sambuca, attraverso i bacini di Molino del Pallone e Pavana. Negli anni 1970-1975 vi saranno forzate anche le acque del bacino del Brasimone e così il complesso Suviana-Brasimone diventerà il principale dell'Appennino Settentrionale, comparabili, a livello di potenza e produzione, a quelli delle centrali alpine.dettagli
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17 luglio 1932Il Bologna FC vince la Coppa dell'Europa centraleIl Bologna FC, allenato dall'ungherese Gyula Lelovich, vince la Coppa dell'Europa centrale, misurandosi con le migliori squadre danubiane, in questo periodo all'apice del calcio mondiale. Dopo aver sconfitto nettamente per 5 a 0 al Littoriale lo Sparta Praga, i Rossoblu superano in semifinale il First Vienna. La finale non si disputa per squalifica delle rimanenti squadre avversarie. Il Bologna è il primo club italiano a vincere un torneo di grande prestigio internazionale. La formazione vincitrice comprende: Gianni, Monzeglio, Montesanto, Baldi, Martelli, Gasperi, Maini, Sansone, Schiavio, Fedullo, Reguzzoni.dettagli
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21 luglio 1932Un nubifragio di rara violenzaIl nubifragio del 21 luglio provoca lo straripamento dei torrenti e dei canali cittadini, dal Ravone all'Aposa. Si registrano numerosi i danni e centinaia di case e di ville vengono allagate. Una persona rimane vittima della tempesta. Anche le tombe della Certosa finiscono sott'acqua per l'esondazione del rio Meloncello. A seguito di questo evento, l'Aposa verrà tombato anche nel tratto fuori porta fino a Roncrio.dettagli
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30 luglio 1932Marco Cimatti oro nell'inseguimento alle Olimpiadi di Los AngelesAlle Olimpiadi che si svolgono dal 30 luglio al 14 agosto a Los Angeles partecipano con onore diversi atleti bolognesi, quali i lottatori Aleardo Donati e Mario Gruppioni (medaglia di bronzo), i tiratori Walter Boninsegni e Ugo Cantelli, il velocista Gabriele Salviati, medaglia di bronzo con la staffetta azzurra. Dopo i giochi tutti saranno convocati nel gabinetto particolare del Podestà G.B. Berardi, dove riceveranno una onorificenza a nome della città. Tra le dodici medaglie d'oro conquistate dall'Italia, c'è anche quella di Marco Cimatti (1912-1982), nell'inseguimento a squadre di ciclismo. Velocista e pistard, il campione bolognese corre su una bicicletta costruita da Amleto Villa, titolare di un negozio in Strada Maggiore. Nonostante le numerose vittorie in carriera - tra le quali c'è anche l'edizione 1934 del Giro dell'Emilia e quattro tappe al Giro d'Italia - Cimatti sarà conosciuto, più che come ciclista, come costruttore di moto. La sua ditta, avviata nel 1937 a Pioppe di Salvaro assieme alla moglie, produrrà all'inizio biciclette, equipaggiando una squadra professionistica, ma dal 1950 entrerà nel mercato dei ciclomotori di piccola cilindrata, con una vasta gamma di modelli.dettagli
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1 agosto 1932La Colonia Marina del Fascio bologneseCon “un sistema sbrigativo e nuovo”, cioè con l'ingresso di tanti bambini che ne prendono possesso, è inaugurata il 1° agosto, a Miramare di Rimini, l'imponente Colonia Marina del Fascio bolognese, progettata dall'ing. Ildebrando Tabarroni, che ha diretto personalmente i lavori. La struttura, a padiglioni separati, per l'epoca ormai antiquata, si ispira a quella dell'Ospizio Marino Provinciale Bolognese di Rimini, o colonia Murri, opera di Giulio Marcovigi. Quattro grandi edifici in laterizio, in stile eclettico, costruiti perpendicolarmente al mare e collegati da un lungo corridoio, ospitano i dormitori e i refettori, mentre corpi di fabbrica più piccoli sono adibiti a uffici e camere per il personale. La struttura è situata in un'area di 20.000 mq lungo la litoranea Rimini-Riccione e può ospitare fino a 1.200 bambini, provenienti dai 61 comuni della provincia di Bologna. La vita della colonia, intitolata alla Decima Legio, è regolata da una "materna disciplina". Essa deve contribuire alla "bonifica umana" a cui si è dedicato fin dall'inizio il fascismo bolognese. E' una sorta di vita militare con orari rigidi e attività ben scandite. Le addette all'assistenza sono ragazze diplomate e tesserate al partito fascista, che hanno seguito un corso per “vigilatrici di colonia”. La grande struttura è stata promossa dal Segretario federale Mario Ghinelli, “interprede fedele, intelligente, dinamico, volitivo delle direttive del Duce”, che cammina "nel solco tracciato da Leandro Arpinati". Le domande per le colonie estive saranno filtrate negli anni seguenti dall'Opera Nazionale Dopolavoro: nel 1935 l'ente invierà 100 bambini, regalando la retta ai più bisognosi. Nel 1939-40 la colonia ospiterà bambini provenienti dall'Albania e dalla Libia, richiamati in patria per essere messi al sicuro dagli eventi bellici. Durante la seconda guerra mondiale la colonia bolognese servirà dapprima da ricovero per i reduci della spedizione in Russia e dopo il 25 luglio 1943 sarà trasformata in campo di internamento femminile per i corpi di sabotaggio e spionaggio della RSI. Nel dopoguerra il complesso sarà restaurato con ingente sforzo economico dal Comando Alleato, dopo aver servito da campo di prigionia per militari tedeschi. Nel 1947 riprenderà a funzionare come Colonia estiva del Comune di Bologna, accogliendo circa 1.200 bembini, divisi in tre turni. Il 18 gennaio 1958 il dott. Valente, amministratore dei beni dell'ex GIL, cederà la colonia al card. Lercaro. Da allora, fino al 1977, sarà gestita dall'Opera Diocesana di Assistenza.dettagli
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15 agosto 1932I lidi di Casalecchio e di San RuffilloIl Comune di Casalecchio affida alla locale Associazione Mutilati di Guerra la gestione del Lido sulle rive del Reno, meta, dalla fine dell'800 - da quando la località è collegata al capoluogo con una linea tramviaria - delle scampagnate dei bolognesi. L'Associazione si impegna a costruire una piccola struttura balneare: una cabina di legno, che funziona da spogliatoio per le signore, un rudimentale deposito per i vestiti, una tinozza con acqua e ghiaccio per le bibite fresche. L'accesso alla spiaggia, tramite una porticina di ferro, costa 5 soldi, cioè 25 centesimi, e pagano solo i bolognesi. I bagnanti più scatenati si esibiscono in tuffi dalla Chiusa o "sblisgano" lungo l'idroscivolo ottenuto bagnando il rivestimento di granito della chiusa. Altri più tranquilli pescano, remano su piccole barche sul fiume o si "infrattano" (si appartano) con la morosa. Alla domenica si contano al Lido circa 10.000 bagnanti, mentre nella settimana di ferragosto si affollano fino a 20.000 persone. Negli anni successivi saranno costruiti i bagni, montate tende e ombrelloni, aperto persino un ristorante in cui sarà possibile gustare il pesce fritto del Reno. Dopo il 1935 sarà aperto un lido anche nei pressi della chiusa del Savena a San Ruffillo. Sarà chiamato "Costa dei Barbari", prendendo spunto da un noto film western di Howard Hawks. Sarà gestito dal Dopolavoro del Gruppo rionale "Monari".dettagli
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settembre 1932Sport giovanile al LittorialeIl fascismo bolognese compie ogni sforzo per favorire lo sport giovanile, inquadrato nelle sue istituzioni. Per i bambini la manifestazione più importante è la Coppa Bologna, promossa dal Municipio dal 1926 per far sì che “tutte le scuole si esercitino con spirito d'emulazione nelle discipline ginnico sportive”. Vi partecipano tutte le classi 4e e 5e maschili e femminili, che svolgono un programma fissato dall’Opera Nazionale Balilla comprendente “evoluzioni, esercizi elementari, corsa, salto in alto ed in lunghezza”. Ogni anno il concorso acquista più importanza. I maestri e le maestre delle scuole bolognesi “dimostrano la loro perizia nel preparare le scolaresche loro affidate”. Fu durante una Coppa Bologna (quella del 1927) che il tecnico della Virtus Costa scoprì il talento di Ondina Valla (1916-2006), allora ancora bambina, destinata all’alloro olimpico. Nel 1932 partecipano 200 classi e quasi 3.000 bambini. La vittoria va alla XII Sezione (scuole Acri, Marsili, Grosso) e per i commentatori ha grande pregio “perchè ottenuta da una Sezione che ha elementi prettamente rurali”. Seconda si classifica la scuola Giordani, che aveva vinto nei due anni precedenti. La manifestazione si conclude al Littoriale con un saggio ginnico “dove le squadre, al comando di piccoli capi, hanno sfilato in modo irreprensibile". Oltre alla Coppa Bologna, la kermesse giovanile più importante è la Coppa del Littoriale, istituita nel 1927 dopo l’inaugurazione del grande impianto polisportivo. Nel 1933 arriverà ad impegnare più di 1.500 ragazzi. Un valore e un’attenzione particolare ottiene lo sport universitario e il Littoriale ne è lo scenario ufficiale. Nel giugno del 1930 esso ha ospitato il primo campionato goliardico italiano a squadre. Dall’1 all’8 maggio 1932, per il Decennale della Marcia su Roma, si sono tenuti qui i primi Littoriali dello Sport, con la partecipazione di 22 atenei e oltre 2.300 studenti.dettagli
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16 ottobre 1932Il seminario arcivescovile a Villa RevedinIl 16 ottobre è inaugurato il nuovo seminario diocesano, luogo di formazione dei futuri sacerdoti, fortemente voluto dal cardinale Arcivescovo Giovanni Battista Nasalli Rocca (1872-1952). Sorge sul monte Calvario, “in località ricca di aria e di sole”, dove era un tempo il convento di S. Croce dei padri cappuccini, soppresso nel 1810. “Imponente nel suo travertino bianco e immerso negli alberi di alto fusto del bosco di San Michele, a due passi dalla città”, il grande edificio ha sulla fronte la scritta “Exibit salvatio de monte” (Gioele 2,32). L'ing. Leone Castelli, della commissione dei Lavori pubblici della Città del Vaticano, ha diretto i lavori di costruzione, seguendo il progetto dell'ing. Carlo Ballarini, autore anche del seminario regionale di piazza Umberto I (poi piazza dei Martiri). Accanto al nuovo seminario diocesano sorge Villa Revedin, che fu per più di mezzo secolo la residenza estiva del cardinale Arcivescovo Carlo Oppizzoni (1769-1855). Edificata all'inizio dell'800 per Filippo Bentivoglio, nel 1857, dopo la morte di Oppizzoni, la villa fu acquistata dal conte Pietro Revedin, che le diede l'aspetto definitivo. Nel 1929 i suoi eredi la cedettero al cardinale Nasalli Rocca, assieme al grande parco circostante. Durante la guerra il seminario di Villa Revedin sarà utilizzato come ospedale militare (Centro Ortopedico Mutilati “V. Putti”) e ospiterà i sacerdoti fuggiti dalle zone del fronte.dettagli
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18 ottobre 1932Il pugile Leone Blasi debutta tra i professionistiSi svolge dopo la partita di calcio al Littoriale il primo incontro del pugile Leone Blasi tra i professionisti. Il peso gallo bolognese vince ai punti contro Mazzetti di Firenze. Blasi ha iniziato la sua carriera sportiva nel 1927. Da dilettante ha effettuato 129 incontri, di cui 112 vinti, 8 persi e 9 nulli. Per cinque anni è stato campione emiliano dei pesi mosca e gallo. Limitato nella tecnica pura è tuttavia un pugile dotato di grande convinzione nei propri mezzi. Per la sua energia inesauribile è soprannominato "motorino". La sua carriera professionistica proseguirà negli anni successivi con alterne fortune. Nel 1934 perderà ai punti l'assalto al titolo italiano contro Magnolfi e ritenterà invano nel 1935 contro il milanese Cattaneo. Nel secondo dopoguerra sarà un apprezzato allenatore della Sempre Avanti!. Tra i suoi allievi ci sarà anche il campione europeo Cavicchi. Il gigante di Pieve erediterà da lui il ruolo di bandiera del pugilato emiliano.dettagli
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28 ottobre 1932I martiri fascisti nel sacrario della CertosaIl fascismo bolognese celebra il Decennale della marcia su Roma. Al teatro del Corso, pieno all'inverosimile di camicie nere, si tiene la cerimonia d'apertura. Contro lo sfondo del palcoscenico una grande immagine del Duce campeggia tra bandiere, trofei di alloro e una “fittissima selva” di vessilli fascisti, sindacali e patriottici, provenienti da Bologna e provincia. Si svolge quindi la solenne cerimonia di traslazione delle salme dei 53 caduti per la causa della Rivoluzione fascista nel nuovo sacrario della Certosa. Il rito funebre è celebrato in San Petronio dall'arcivescovo Nasalli Rocca, alla presenza delle massime autorità locali. Leandro Arpinati tiene un discorso commemorativo. La città è percorsa da un grande corteo di camicie nere, mentre i bar e i locali di intrattenimento abbassano le saracinesche, per rispetto della “famiglia eroica dei Morti”. Il fascismo della X Legio bolognese - legione già prediletta da Giulio Cesare - è quella che "ha dato il più grande sacrificio per la causa della Rivoluzione" (Mussolini). Il nuovo “Sepolcreto dei prodi fascisti” in granito di Siena, edificato nel VI chiostro della Certosa, accanto a quello della Grande Guerra, è opera dell'architetto Giulio Ulisse Arata (1881-1962), con la collaborazione dello scultore Ercole Drei (1886-1973), autore dei rilievi. Si presenta come un vasto ipogeo sovrastato dall'Ara dei Caduti. All'ingresso è murata la scritta "Caduti per il fascismo Bologna memore qui li raccoglie e li onora in eterno". E' stato costruito con una sottoscrizione pubblica, alla quale hanno partecipato le personalità più in vista del fascismo bolognese, da Grandi a Federzoni. Lo stesso Mussolini ha inviato 5.000 lire. Il valore simbolico del sacrario sarà bene espresso nelle pagine della rivista del Comune di Bologna: “Non è privo di significato che questi nostri Fratelli siano stati raccolti qui, accanto ai Caduti della grande guerra, ai piedi di quel colle sacro ai bolognesi, di fronte al Littorale, palestra delle nuove generazioni: tutti si votarono alla medesima Causa, tutti caddero per lo stesso ideale, per l'Italia più grande, più libera, più potente. Essi continueranno, così riuniti, a vegliare sui confini della Patria, sui diritti della Vittoria, sulla quotidiana fatica del Duce”.dettagli
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5 novembre 1932L'amnistia del DecennaleIl 5 novembre, in occasione del Decennale della rivoluzione fascista, il regime concede l'amnistia per i reati politici e l'indulto per pene inferiori a 5 anni. Vengono liberati dalle carceri 639 antifascisti sui 1.056 condannati dal Tribunale Speciale. Tornano a casa anche 595 confinati. Tra i detenuti aministiati vi sono numerosi bolognesi e imolesi, quali Bruno Monterumici, Walter Masetti, Sonilio Parisini, Giuseppe Reggiani, Ezio Serantoni, Livio Poletti, Linceo Graziosi, Duilio Carpanelli. Tutti vengono sottoposti a vigilanza speciale. Con questo provvedimento di clemenza il regime spera di indurre gli oppositori a rinunciare alla lotta antifascista, ma non sarà così. Anzi molti dei reduci dal carcere e da confino saranno protagonisti della costituzione di organizzazioni clandestine e di infiltrazioni nei sindacati e nelle associazioni fasciste.dettagli
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7 novembre 1932Luigi Fantini fonda il Gruppo Speleologico BologneseLuigi Fantini (1895-1978), esploratore dell'Appennino bolognese e ricercatore dilettante di reperti preistorici, fonda, assieme a Giuseppe Loreta e ad alcuni giovani appassionati, il Gruppo Speleologico Bolognese (G.S.B.), che alcuni mesi dopo entrerà a far parte della sezione bolognese del C.A.I. Il sodalizio assume come simbolo una punta di selce rossa, trovata da Fantini nei pressi della grotta del Farneto, vicino alla quale egli stesso è nato. Pochi giorni dopo la sua fondazione, il G.S.B. scopre e inizia a esplorare alla Croara la grotta della Spipola (o Pispola), al fondo di una enorme dolina sulla destra del torrente Savena. Nel 1934 uscirà, a cura di Fantini, il primo libro sulle grotte bolognesi e si terrà una importante mostra speleologica. Il territorio bolognese tra i torrenti Savena e Zena sarà conosciuto come una delle zone italiane più ricche di fenomeni carsici, in cui sono presenti tutte le forme più interessanti di carsismo, dalle grotte alle doline sotterranee, ai pozzi verticali. Il complesso carsico della Spipola-Acquafredda, che raggiunge gli oltre otto chilometri di lunghezza, risulterà essere una delle più lunghe grotte naturali al mondo scavate in formazioni gessose. Nel 1944-45 le grotte verranno utilizzate come rifugio contro gli attacchi aerei alleati. Alla Spipola troveranno sicurezza oltre 2.000 persone.dettagli
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7 dicembre 1932Amedeo Ruggeri perde la vita in FranciaIl pilota bolognese Amedeo Ruggeri (1889-1932) perde la vita a Monthlery in Francia al volante di una vettura Maserati V5 5000 cc a 16 cilindri, durante un tentativo di record dell'ora. Ha iniziato la carriera come centauro, gareggiando con moto americane di grossa cilindrata, tipo Harley Davidson e Indian. "Fisico fortissimo, coraggio a tonnellate", ha trionfando in tante competizioni famose: nel 1921 ha vinto con la Harley 1000 la prima edizione del Circuito del Lario, considerato il Tourist Trophy italiano. Nel 1922 ha trionfato al Gran Premio delle Nazioni di Monza e al Raid Nord-Sud, mentre nel 1923 ha conquistato con una moto Indian il Campionato Italiano nella massima cilindrata. Nel 1925 è passato alla Guzzi, vincendo di nuovo quell'anno il Circuito del Lario e l'anno successivo il Motogiro d'Italia. Nel 1928 ha lasciato le moto, passando con minor fortuna alle corse automobilistiche. I suoi due figli, piloti nel dopoguerra, saranno anch'essi bersagliati dalla sorte: il primo morirà nel 1947 in Svizzera, il secondo sarà costretto al ritiro da un grave incidente.dettagli
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22 dicembre 1932Mostra d’Arte FuturistaDal 22 al 31 dicembre si tiene nelle “eleganti sale” del Circolo di Cultura la 1a Mostra d’Arte Futurista con la partecipazione di numerosi aeropittori italiani. Significativa è la presenza del Movimento veronese con Di Bosso, Scurti, Ambrosi e Siviero. Tra gli espositori vi sono Angelo Caviglioni (1887-1977) - il principale esponente del Movimento Futurista bolognese, che figura anche come organizzatore - e il fedele Alberto Alberti (1894-1974).dettagli