Arresto di Jonio Zuffi responsabile della "Giovane Italia" antifascista
L'ing. Jonio Zuffi viene arrestato dalla polizia assieme ad altri militanti antifascisti. E' uno degli iniziatori e responsabile provinciale dell'associazione segreta "Giovane Italia" di ispirazione socialista.
Ex ufficiale di artiglieria durante la grande guerra, ha capeggiato il circolo felsineo di "Italia libera", punto di riferimento dell'antifascismo democratico all'epoca del delitto Matteotti e ha fatto parte del Comitato delle opposizioni di Bologna.
Il suo gruppo, oltre a distribuire il Manifesto della Giovane Italia, stampava fogli clandestini, quali l' "Alto Parlante" e "Giustizia e Libertà", nello studio di Alberto Cuccoli, già segretario della federazione provinciale dei sindacati nazionali, trasformato a sua insaputa in un deposito di materiale antifascista.
Zuffi verrà schedato e inviato per quattro anni al confino a Lipari per diffusione di stampa clandestina. Nel 1932 la sua pena verrà condonata e da allora sarà sorvegliato e sottoposto a controlli periodici.
Durante la Resistenza sarà ispettore militare delle Brigate Matteotti e membro del Comando Piazza. Dopo la liberazione entrerà a far parte della giunta comunale guidata da Dozza come rappresentante del PSI e verrà nominato dal CLN alla direzione dell'Azienda del Gas.
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