L'Istituto di Medicina Sportiva al Littoriale
Nell'autunno 1929, in occasione della convocazione del primo Congresso dei Medici sportivi, viene inaugurato l’Istituto di Medicina Sportiva al Littoriale.
La sua creazione, su iniziativa di Leandro Arpinati, ha come fine il dare dignità scientifica allo sport, considerato non solo un'attività ludica, ma una pratica da studiare e controllare.
Si vuole fugare i dubbi sulla pratica sportiva ricorrenti negli ambienti italiani dell'educazione fisica. Categorica, ad esempio, è l'opinione del Gruppo di Competenza per l’educazione fisica, emanazione del Fascio milanese:
“Se la ginnastica deve essere educativa e deve essere impartita a fanciulli e adolescenti, dentro o fuori di scuola, di essa non possono far parte gli sports. Non esiste uno sport che da solo possa tendere allo sviluppo armonico dell’organismo”.
L'ambizioso progetto di Arpinati è quello di affiancare, per la prima volta in Italia, a un centro polisportivo - il “suo” Littoriale - un'ambulatorio di medicina sportiva
"non tanto inteso all'assistenza sanitaria degli infortuni, né ai consigli o alle provvidenze terapeutiche delle eventuali infermità o indisposizioni degli sportivi, quanto a titolo di controllo della efficienza atletica, o delle ricorrenti deflessioni di forma".
Alla base sta l'idea che l’educazione fisica e lo sport debbano essere una scienza basata non solo sull'occhio dell'allenatore o dell'educatore, ma soprattutto su metodi precisi e sicuri.
Proprio perchè la pratica sportiva tende a condurre l'atleta ai suoi limiti psico-fisici e nasconde a volte pericoli per la salute, occorre un istituto che sia “a tutela dei limiti di dispendio di energie consentite ad ogni sportivo dalle sue condizioni funzionali ed organiche”.
Presso l'Istituto di Medicina Sportiva, diretto dal prof. Giovanni Pini, saranno da subito rese obbligatorie visite di accertamento per gli alunni delle scuole che utilizzano le strutture del Littoriale e per gli atleti delle società sportive bolognesi.
Riguardo ai bambini l'obiettivo è anche quello di definire “il normotipo regionale maschile e femminile dagli 11 ai 18 anni”, in funzione della selezione dei soggetti adatti allo sport, “fino alla scelta dei campioni”.
Sugli “sportivi maturi” vengono invece effettuati rilievi antropometrici e misure dell'energia dei diversi organi nell'esercizio sportivo.
Diviso in cinque sale – per i rilievi antropometrici e biometrici, le analisi chimiche, la riproduzione di pratiche sportive – l'istituto è dotato di apparecchi moderni come il tapis roulant, la poltrona a sedile compressibile, le macchine Roentgen per radiografia e radioterapia.
L'Istituto del Littoriale godrà di notevole considerazione e fama in parallelo alla fortuna politica del suo ideatore Arpinati. Con la sua caduta in disgrazia sarà ridimensionato, così come l’attività agonistica nell’intero impianto.
- S.A., Istituto di Medicina Sportiva, in: “Il Comune di Bologna”, 7 (1931), pp. 47-50
- Bologna e il suo stadio. Ottant'anni dal Littoriale al Dall'Ara, con un testo di Giuseppe Quercioli, Bologna, Pendragon, 2006, p. 31
- Francesco Maria Varrasi, Economia, politica e sport in Italia (1925-1935). Spesa pubblica, organizzazioni sportive specializzate, impianti ed espansione delle pratiche agonistiche amatoriali e "professionistiche" in un paese a regime autoritario, tesi di Laurea, relatore: Giorgio Mori, Firenze, Tip. Bertelli, 1999, p. 250