Arpinati sottosegretario agli Interni, Grandi ministro degli Esteri
Il 12 settembre Dino Grandi è nominato ministro degli Esteri. Nello stesso giorno Leandro Arpinati diviene sottosegretario agli Interni.
Si tratta, in pratica, della seconda carica del regime, detenuta dal 1926 dal Duce stesso, dopo l'attentato di Anteo Zamboni e il successivo allontanamento del ministro Federzoni.
Dopo la sua partenza per la capitale, Mario Ghinelli, ispettore dei gruppi rionali e suo fedelissimo, subentrerà come segretario della federazione bolognese del PNF.
Altri uomini a lui vicini, quali Antonio Carranti e Giovan Battista Berardi, deterranno in successione la carica podestarile.
Si realizzano, così, gli auspici espressi a Mussolini dal prefetto Guadagnini: "E' interesse del Partito che il blocco politico, dall'On. Arpinati formato, debba conservarsi anche senza di lui".
- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 360
- Brunella Dalla Casa, Leandro Arpinati: ascesa e caduta di un gerarca di provincia, in: Storia di Bologna, a cura di Renato Zangheri, Bologna, Bononia University Press, 2013, vol. 4., tomo 2., Bologna in età contemporanea 1915-2000, a cura di Angelo Varni, p. 520
- Brunella Dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Bologna, Il mulino, 2013, p. 189, 230-231
- Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922, Milano, Mondadori, 2003, p. 179
- Il mito della V nera, a cura di Achille Baratti, Renato Lemmi Gigli, Bologna, Poligrafici L. Parma, 1972, p. 282