Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1929Il Teatro dei Piccoli in via NosadellaRiapre i battenti, col nome di Teatro dei Piccoli, il politeama di via Nosadella. Edificato all’inizio del XIX secolo nella chiesa del soppresso convento di Santa Maria Egiziaca, e ribattezzato nel 1876 come Teatro Nazionale, il teatrino della Nosadella "lungo, stretto, affumicato, disselciato, sudicio" e scarsamente illuminato, offriva soprattutto proiezioni e spettacoli di varietà.Era il teatro popolare bolognese per eccellenza, regno incontrastato di Leonardo Scorzoni, ideatore della maschera di Persuttino.I popolani accorrevano numerosi per assistere a "drammoni truculenti", portandosi dietro il mangiare: "le crescentine e i fiaschi di vino entravano a sporte ed erano in giro prima e durante lo spettacolo" (Bianconi). Spesso scoppiavano liti e battibecchi fra spettatori e attori.Nel modesto "teatrucolo" aveva esordito, a fianco della madre Chiarina Castelli, la più nota attrice dialettale bolognese, Argia Magazzari.La sala sarà riadattata nel 1929 e per alcuni anni vi si svolgeranno quotidianamente spettacoli di burattini, fino alla trasformazione negli anni Trenta in cinematografo.Dopo l'abbattimanto definitivo delle vecchie strutture, nel marzo 1957 sarà inaugurato qui il Cinema Nosadella, uno dei più eleganti di Bologna.dettagli
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1929Sperimentazioni con il metanoNei pressi di Pietramala (FI), piccolo borgo dell'Appennino a ridosso del passo della Raticosa, la Società Idrocarburi nazionali compie alcune sperimentazioni artigianali sull'uso del metano per l'autotrazione. La zona era famosa un tempo ai viaggiatori della Futa per i “fuochi fatui”, dovuti proprio alla presenza di giacimenti di gas naturale. Ricerche sui "terreni ardenti" di Pietramala furono già effettuate nel 1780 da Alessandro Volta (1745-1827), impegnato nella messa a punto dell'eudiometro, un apparecchio di sua invenzione, che misurava la quantità di gas presente in una miscela aeriforme. Nel giro di pochi anni la Weber di Bologna produrrà speciali riduttori, che consentiranno l'impiego del metano nei motori a scoppio al posto della benzina. Dal 1936 il gas sarà trasportato in bombole a Modena e a Bologna dalla sorgente di Barigazzo, una frazione di Lama Mocogno famosa fin dall'antichità per i "fuochi del diavolo". Nel 1939 sarà realizzata la prima conduttura fissa di gas metano tra Pietramala e Firenze.dettagli
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1929La cappella della B.V. Immacolata in San PetronioE' ufficialmente inaugurata la cappella della B.V. Immacolata in San Petronio, anticamente dedicata a San Giovanni Battista e di proprietà della famiglia Fantuzzi. Si tratta dell'ultima grande impresa decorativa a carattere unitario all'interno della basilica. E' anche l'opera più importante, in ambito decorativo e architettonico, del gruppo di artisti già attivi per Aemilia Ars a cavallo del secolo. Il progetto della cappella, attorno alla statua della Madonna di Agostino Corsini (1725) proveniente da San Francesco, è di Alfonso Rubbiani, con la collaborazione di Edoardo Collamarini. Il ciclo pittorico, eseguito tra il 1908 e il 1951, è di Achille Casanova, cui subentrerà dopo la morte Renato Pasqui. Validi artigiani hanno curato gli elementi decorativi: nel 1929 sono state completate le cornici in terracotta di Angelo Viaro, la cancellata in ferro battuto di Armando Casadio Loreti e il paliotto in cuoio sbalzato di Oliviero Francia, mentre il bel pavimento fiorito è del 1918 e proviene dalla fabbrica Chini di Borgo San Lorenzo.dettagli
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1929Nuovo Ricovero in via AlbertoniL‘ing. Enrico Boriani (1882-1934) progetta l'edificio del nuovo Ricovero in via Albertoni. La parte artistica è affidata a Francesco Santini. Secondo l‘arch. Enrico De Angeli gli influssi contrastanti delle scuole architettoniche romana e bolognese - in questo ed in altri edifici dei due progettisti - portano ad un accademismo "meno freddo di quello ottocentesco, ma non per questo meno pericoloso".dettagli
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1929Le foglie fossili di LivergnanoNella sua tesi La flora di Livergnano del 1929 la naturalista Giuseppina Gubellini, descrive alcuni esemplari di filliti, foglie fossili trovate in località Cà Piana in un letto argilloso-sabbioso incluso nei banchi di arenaria del Contrafforte Pliocenico. La collezione delle filliti ritrovate dalla scienziata bolognese, la più grande al mondo, sarà in parte depositata presso il museo di geologica “G. Capellini” dell'Università di Bologna. Essa racconta la composizione delle foreste nella provincia bolognese milioni di anni fa. La vegetazione del Pliocene presenta notevoli contrasti e differenze nel territorio padano, dovuti alla vicinanza del mare, alla presenza di fiumi, al clima caldo del periodo. Perfettamente conservate nella forma e nelle nervature vi sono foglie di leccio, alloro, platano, frassino, pioppo, olmo, salice e molte altre specie. Per Livergnano si deve immaginare una immensa foresta di lauri (Laurisilva).dettagli
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1929Il grande magazzino UPIMApre in via Ugo Bassi il grande magazzino UPIM (Unico Prezzo Italiano Milano), risultato di trasformazioni e traslochi del grande magazzino Rinascente. Si rivolge a una clientela popolare e piccolo-borghese con la formula del prezzo unico: le merci - soprattutto abbigliamento e oggetti di arredo - sono vendute in unità pronte per la consegna "a prezzi preventivamente fissati a numeri interi", uguali (o "unici") per tutti gli articoli esposti su uno stesso banco. Il negozio ha arredi funzionali e banconi “dipinti e organizzati secondo prezzi sempre modici”. Per evitare furti si paga all’entrata, avendo gli oggetti tutti lo stesso prezzo (da 1 a 4 lire). Così chi vuole comprare un prodotto acquista all’ingresso un biglietto con l’importo necessario. Il magazzino UPIM sarà per lungo tempo l’unico esempio di grande distribuzione presente a Bologna. Solo nel 1959 sarà aperta in via Rizzoli la Standa, con una sede a due piani collegati dalle prime scale mobili.dettagli
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10 febbraio 1929Una eccezionale nevicataPer cinque giorni, dal 10 al 14 febbraio, la neve cade ininterrottamente sulla città. Oltre 2.500 spalatori radunano enormi cumuli nelle piazze Galileo e San Domenico. Per le strade si cammina a fatica, in trincee scavate nella neve. Le scuole vengono chiuse. In mancanza di carbone per il riscaldamento è distribuito quello delle ferrovie. In molte case l'acqua gela le tubature fino a farle scoppiare. Si fermano a lungo i treni e i tram. La temperatura raggiunge in città i 15° sottozero, mentre sfiora i 20° nella vicina Anzola Emilia. I bolognesi ricorderanno a lungo il 1929 come "l'an d'la neiv" (l'anno della neve).dettagli
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10 febbraio 1929La "Turtlinà" della Fameja BulgneisaIn occasione del Carnevale la Fameja Bulgneisa organizza una Turtlinà (tortellinata). Tra una portata e l'altra di “ombelichi di Venere” vi sono le declamazioni di poeti e rimatori soci del sodalizio, quali Alfredo Testoni, Augusto Majani, Oreste Trebbi, Luigi Longhi e altri. Al termine del “pranzo di lavoro” è annunciato un Concorso fra burattinai, da tenersi nel novembre successivo nei locali del Dopolavoro Ferroviario.dettagli
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12 febbraio 1929L'Arcivescovo ringrazia Mussolini per il ConcordatoNella cattedrale di San Pietro il cardinale Arcivescovo Nasalli Rocca celebra una messa solenne di ringraziamento per il Concordato stipulato l'11 febbraio tra la Santa Sede e lo Stato italiano. Benito Mussolini, duce del fascismo, viene da lui definito "uomo provvidenziale suscitato da Dio a compiere le più grandi imprese che la storia possa registrare".dettagli
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marzo 1929I "tre moschettieri bolognesi" della lotta ambasciatori di pace in SveziaI “tre moschettieri bolognesi” della lotta greco-romana, accompagnati dall'allenatore ungherese Breznotis, partecipano in Svezia a sei tornei, gareggiando con onore. Sono Aleardo Donati (1904-1990), Mario Gruppioni (1901-1939) e Federico Malossi (1905-1990), già campioni della Sempre Avanti! Donati sarà per 19 volte campione italiano dei pesi massimi tra il 1923 e il 1942 e parteciperà per quattro volte alle Olimpiadi. Gruppioni diventerà per due volte campione italiano dei pesi medi e per tre volte dei pesi medio massimi, vincendo una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Los Angeles 1932. Malossi - anch'egli pluricampione italiano - è soprannominato “Gamb ed laza” ed è considerato una bandiera dello sport petroniano. Dotato di grande fisico, tanto da essere scelto come modello dallo scultore Pasquale Rizzoli, nel 1928 è stato tra gli iniziatori del rugby in città. Nel 1934 diventerà capitano allenatore della Società Bologna Sportiva e nel dopoguerra animerà il Club Atletico Bolognese (C.A.B.). Il trio dei “moschettieri” esalta in questi anni il pubblico bolognese in mitici incontri con i rivali faentini o contro forti nazionali straniere. Le sfide si svolgono a volte sul palcoscenico dei teatri Duse e Verdi. Durante l'avventurosa tournée in Svezia, Malossi e compagni compiono una missione di riconciliazione e di pace, portando un mazzo di fiori alla vedova di Finn Malmgren (1895-1928), metereologo e docente dell'Università di Uppsala, morto tragicamente l'anno prima, durante la spedizione del dirigibile Italia di Umberto Nobile al Polo Nord.dettagli
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24 marzo 1929Un plebiscito politicoIl plebiscito politico voluto dal fascismo al posto delle libere elezioni impone la costituzione di una Camera dei rappresentanti designati dal Gran Consiglio. I cittadini devono apporre un sì o un no sulla scheda elettorale. Anche a causa delle intimidazioni che si moltiplicano nei giorni delle votazioni e al divieto di propaganda ostile, i “sì” ottengono a Bologna, come in tutt'Italia, una larga maggioranza: su 60.347 iscritti votano 53.854 e i “sì” sono 51.169.dettagli
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29 marzo 1929La società S.A.P.A.B.A.Per l’estrazione industriale dei materiali ghiaiosi nell’alveo del fiume Reno, nasce nei pressi del Lido di Casalecchio la società S.A.P.A.B.A (Società Anonima Prodotti Asfaltico Bituminosi Affini). Gaetano Maccaferri (1879-1968) della Officine Maccaferri S.p.A. è tra i fondatori. L’impresa eredita la tradizionale attività, effettuata con molta fatica e pochi attrezzi, dai vallaroli e dagli spaccasassi (”maccabracia”), che fornivano di sabbia, sabbione e ghiaia i cantieri edili della città, grazie anche al trasporto da parte degli “asenari” e dei birocciai. I metodi estrattivi della S.A.P.A.B.A. hanno un impatto notevolmente maggiore sulla natura del fiume, aprendo grandi e disarmoniche voragini accanto al suo letto, per mezzo di moderni macchinari. Nei decenni seguenti la società aprirà numerosi cantieri in provincia, a San Martino in Pedriolo, a Casteldebole. L’attività estrattiva di ghiaia, sabbia e pitrisco si concentrerà a Pontecchio. L’originale sito di produzione di Casalecchio sarà chiuso nel 2011.dettagli
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10 aprile 1929Forte terremoto nel BologneseUn forte terremoto in provincia di Bologna, con scosse tra il 4° e il 5° grado della scala Mercalli ed epicentro nella val Samoggia, provoca numerosi danni agli edifici. Il 10 aprile alle 6,45 è segnalata scossa violentissima, “registrata con trentatrè centimetri di grafico”. Il giorno successivo un’altra molto forte, proveniente da un epicentro più ad ovest. Lo sciame sismico dura fino all’11 maggio, con eventi quotidiani. Molti sono coloro che presi dal panico preferiscono accamparsi nelle piazze cittadine, in baracche e tende o sulle carrozze ferroviarie e tramviarie. La Montagnola, ad esempio, diventa una sorta di camping ante litteram, dotato anche di bungalow a pagamento. Anche la vicina piazza VIII Agosto diventa un accampamento di sfollati. Per esorcizzare la paura c’è chi manda cartoline illustrate con i saluti “da Villa Sussultoria”, mentre il maestro Bergonzoni dedica al terremoto una canzonetta: La scossettina vaun pò tutte le seree tutta la cittàdeve cambiar quartiere Il 18 maggio, vigilia dell’inaugurazione della Fiera Campionaria, il Podestà ordina di concentrare i ricoveri di fortuna sull’area di suolo comunale oltre l’Arco Guidi, nei pressi della Certosa, e su quella vicino all’ippodromo Zappoli, fuori porta S. Felice. Fra gli edifici distrutti dal terremoto intorno a Bologna vi sono anche i resti dell’antico castello di Zappolino, che sorgeva sul luogo della famosa battaglia del 1325.dettagli
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25 aprile 1929Proroga del Piano Regolatore e di Ampliamento del 1889Il Regio decreto n. 800 proroga di venticinque anni la validità del Piano regolatore del 1889, approvando le varianti redatte dall'Ufficio tecnico comunale a partire dal 1927. Esse "applicano le teorie dello sventramento, dell'isolamento delle emergenze monumentali e della sostituzione edilizia" ancora più radicalmente del Piano dell'89 (Zagnoni). Il maggiore impegno è nel settore occidentale della città, dove sono in costruzione il Littoriale e il quartiere derivante dalla lottizzazione dell'area dell'ex ippodromo Zappoli, fuori porta San Felice.dettagli
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27 maggio 1929La basilica di San Petronio passa alla DiocesiDopo la firma dei Patti Lateranensi, che riconoscono la religione cattolica come religione di stato, inizia per la basilica di San Petronio l’iter del passaggio di proprietà dal Comune alla Diocesi.La chiesa è appartenuta per secoli all‘amministrazione municipale, che l‘ha usata anche come luogo di cerimonie, ritrovo pubblico, tribunale. Il 4 dicembre 1796 in San Petronio fu approvata la Costituzione repubblicana bolognese.La Diocesi entrerà effettivamente in possesso della basilica nel 1937 e la consacrazione avverrà solo nel 1954 per mano del cardinale Arcivescovo Giacomo Lercaro (1891-1976).dettagli
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29 maggio 1929Luigi Mozzani e la Scuola di liuteria italianaGrande esecutore di concerti per chitarra, premiato compositore e famoso costruttore di strumenti musicali Luigi Mozzani (1869-1943) trasferisce da Cento a Bologna la sua Scuola di liuteria italiana, minacciata di chiusura per la crisi economica. Essa trova sede presso l'Istituto Aldini Valeriani in via Castiglione 36/2. Qui Mozzani raccoglie alcuni vecchi aiutanti bolognesi, mentre il Comune si fa carico del loro alloggio, mettendo a disposizione una residenza in via dei Poeti. La scuola potrà così andare avanti fino al 1935. Poco dopo Mozzani si trasferirà in via Barberia con un laboratorio tutto suo, continuando a valersi della collaborazione di Claudio Gamberini, il suo allievo più fedele. In questo laboratorio saranno prodotti i migliori strumenti della liuteria Mozzani – tra gli altri un particolare tipo di chitarra-lyra - e avverranno incontri con il grande chitarrista spagnolo Andres Segovia. Nato a Faenza nel 1869 Luigi Mozzani ha evidenziato fin da bambino grandi doti di musicista. Nel 1890 è stato ammesso al Liceo musicale di Bologna, dove si è diplomato in oboe nel 1893. Nel frattempo ha intrapreso lo studio della chitarra, impadronendosi in fretta dello strumento ed iniziando subito dopo la carriera di solista con tournée in vari paesi. Durante un soggiorno in Francia ha cominciato a interessarsi di liuteria, in particolare della costruzione di chitarre, aprendo poi il suo primo laboratorio a Cento. Negli anni ha continuato ad affiancare al lavoro artigianale l'attività concertistica e l'insegnamento. Nel 1942 la scuola musicale e il laboratorio di liuteria saranno trasferiti a Rovereto (TN), ma la loro attività sarà presto frenata dall'inizio della guerra mondiale e dalla morte del fondatore. La collezione di strumenti della ditta Mozzani sarà acquistata nel dopoguerra dalla Cassa di Risparmio di Cento e depositata presso il comune di Pieve di Cento.dettagli
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7 luglio 1929Scudetto al Bologna FC con Schiavio goleador. La tournée in SudamericaIl Bologna Football conquista il secondo scudetto nell'ultima edizione della Divisione nazionale a gironi. A Roma, alla presenza del Duce, batte per 1 a 0 il Torino nella finalissima. La partita è risolta con una rete dell'ala Giuseppe Muzzioli (1904-1941) negli ultimi minuti. Il centravanti bolognese Angiolino Schiavio (1905-1990) vince il titolo di capocannoniere del campionato con 29 goal in altrettante partite. In questo periodo “Anzlen” è considerato il migliore attaccante al mondo, "un vero terrore per tutte le difese". Ha esordito in rossoblu nel 1923 a nemmeno 18 anni e divide il suo impegno sportivo con l'attività commerciale della famiglia. Possiede un palleggio sicuro, ha un grande scatto e corre veloce, saltando gli avversari con facilità. E il suo tiro è una fucilata, che finisce spesso in fondo al sacco. Vera e propria bandiera della squadra, sarà il cannoniere più prolifico di sempre del Bologna, con 251 reti in 364 partite. Realizzerà anche 15 goal nelle 21 partite giocate con la Nazionale, tra i quali quello decisivo contro la Cecoslovacchia nella finalissima dei Mondiali di Roma del 1934. Dopo la vittoria in campionato il Bologna parte per una lunga tournée estiva in Sudamerica. Gioca 15 partite in 52 giorni, rimediando 9 sconfitte e solo 3 successi. L'incontro con i campioni argentini del Boca Juniors termina con una rissa generale tra i giocatori, interrotta dall'intervento della polizia. Il Bologna del secondo scudetto è formato da: Busini I, Della Valle Guido, Schiavio, Busini III, Muzzioli, Genovesi, Baldi, Pizzo, Monzeglio, Gianni, Gasperi, con Felsner (allenatore), Bonaveri (presidente) e Bortolotti (massaggiatore).dettagli
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8 luglio 1929Il caffè-pasticceria ZanariniEnrico Zanarini (1875-1948), ex garzone di fornaio originario di Rimini, sottoscrive con il Comune un contratto d'affitto per alcuni locali sotto il Pavaglione lasciati sfitti dalla ditta Guizzardi. Nel 1930 aprirà qui un esercizio di bar pasticceria. Dotato di intuito per gli affari, attento alle nuove mode, da alcuni anni Zanarini ha rilevato la prestigiosa bottiglieria pasticceria Rovinazzi in via D'Azeglio. La sua Premiata fabbrica di Biscotti in via A. Righi è stata tra i primi negozi in città dotati di serrande avvolgibili in lamiera ondulata. Avrà altri negozi, oltre che a Bologna - dove è sua anche la gestione del buffet del Teatro comunale - anche a Imola, Rimini e Riccione. Nel dopoguerra il caffè Zanarini, posto al termine della tradizionale passeggiata sotto il Pavaglione, diverrà il locale alla moda per eccellenza in città. La piccola pista da ballo al piano superiore si deve a Giorgio, gestore dal 1948, dopo la morte del padre Enrico. Nel 1964 il locale sarà ceduto a Velio Bartolini. Giorgio Zanarini si dedicherà al New Hotel Zanarini di Riccione, per poi intraprendere un'avventura imprenditoriale di successo a Sidney, in Australia.dettagli
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18 luglio 1929La CurtisaSi dice che lavori alla CurtisaUna fabbrica di Bologna ...(Dino Sarti, Spometi) Giovanni Poggi fonda l'azienda Curti S.A., impresa che opera nel campo delle serrande e degli infissi metallici. Nel periodo bellico la produzione di infissi sarà mutata in produzione di caricatori e mine, poi di barconi per ponti, raggiungendo una occupazione di circa 200 uomini e 200 donne. Nel 1967, con il cambio della proprietà, l'azienda sarà registrata come Curtisa, denominazione entrata nell'uso corrente.dettagli
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12 settembre 1929Arpinati sottosegretario agli Interni, Grandi ministro degli EsteriIl 12 settembre Dino Grandi è nominato ministro degli Esteri. Nello stesso giorno Leandro Arpinati diviene sottosegretario agli Interni. Si tratta, in pratica, della seconda carica del regime, detenuta dal 1926 dal Duce stesso, dopo l'attentato di Anteo Zamboni e il successivo allontanamento del ministro Federzoni. Dopo la sua partenza per la capitale, Mario Ghinelli, ispettore dei gruppi rionali e suo fedelissimo, subentrerà come segretario della federazione bolognese del PNF. Altri uomini a lui vicini, quali Antonio Carranti e Giovan Battista Berardi, deterranno in successione la carica podestarile. Si realizzano, così, gli auspici espressi a Mussolini dal prefetto Guadagnini: "E' interesse del Partito che il blocco politico, dall'On. Arpinati formato, debba conservarsi anche senza di lui".dettagli
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13 settembre 1929Il primo film sonoroAl cinema Savoia, in via Rizzoli, è proiettato il primo film sonoro, dal titolo Il cantante di Jazz, interpretato dal divo del musical Al Jolson (1886-1950). La pellicola è apparsa in America nel 1927 e ha fatto grande scalpore, contribuendo al salvataggio della casa di produzione Warner Bros allora in crisi. Si tratta di un lungometraggio di circa 90 minuti e solo uno è veramente sonoro. Per molti è solo un esperimento, una curiosità senza seguito.dettagli
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21 settembre 1929Antonio Carranti nominato PodestàCon la nomina di Leandro Arpinati a Sottosergetario agli Interni, diviene Podestà il suo vice, l'avvocato imolese Antonio Carranti (1871-1930), già delegato podestarile per le materie finanziarie. E' presentato come un abile amministratore e un lavoratore instancabile. Il suo compito è essenzialmente quello di portare a termine le opere avviate dal suo predecessore. Morirà però molto presto, il 24 aprile 1930, dopo una breve malattia. Al suo posto subentrerà Giovan Battista Berardi, vice-podestà e membro del Direttorio del Fascio, anch'egli assiduo seguace di Arpinati.dettagli
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ottobre 1929Mostra del Sindacato Fascista delle Belle ArtiSi tiene in ottobre in via Manzoni la prima Mostra del Sindacato Fascista delle Belle Arti per l’Emilia Romagna. Sono rappresentate varie tendenze artistiche. Alle opere degli ormai affermati Giorgio Morandi, Flavio Bertelli, Garzia Fioresi, Giovanni Romagnoli, si affiancano quelle di artisti più giovani, come Corrado Corazza, Nino Bertocchi, Lea Colliva, Bruno Saetti, tutti iscritti all'albo sindacale. La mostra interprovinciale rappresenta il primo livello nella gerarchia delle esposizioni ufficiali italiane. Secondo il critico e pittore Corrado Corazza l'esposizione bolognese rappresenta la guarigione della pittura emiliana "da una grave malattia collettiva: dall'epidemia dell'imitazione". Gli artisti emiliani si pongono in posizione equidistante tra gli eccessi del modernismo e la fedeltà alla tradizione, inaugurando una nuova sensibilità vicina alla realtà naturale. Gran parte dei nomi presenti alla sindacale si ritroveranno, l'anno seguente, tra i partecipanti alla biennale veneziana.dettagli
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10 ottobre 1929L'Istituto superiore di scienze economiche e commercialiCon R. decreto-legge 10 ottobre 1929 n. 1859 è istituito a Bologna un Istituto superiore libero di scienze economiche e commerciali. Il Consiglio provinciale dell'economia di Bologna, l'Amministrazione provinciale, il comune, la Federazione provinciale fascista si impegnano per il suo finanziamento e per il mantenimento. L'ing. Ettore Lambertini (1861-1935) sarà autore del progetto edilizio, deliberato dal Consiglio provinciale dell'economia nel marzo 1930. Inizialmente è prevista la costruzione di un nuovo complesso su un'area demaniale in via Irnerio. In seguito, a causa delle difficoltà incontrate nell'acquisto del terreno, la scelta cadrà su un edificio in via Milazzo, di proprietà degli Asili infantili. Dall'ampliamento e sopraelevazione della costruzione preesistente sarà ricavato nel 1932 un ampio edificio a pettine in stile eclettico. Gravemente danneggiato dal bombardamento alleato del 25 settembre 1943, lo stabile sarà venduto nel dopoguerra. Il ricavato servirà per la realizzazione della nuova sede di Economia e Commercio in zona universitaria.dettagli
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19 ottobre 1929Terza Convenzione tra Università ed Enti localiGoverno, enti locali, Università, Amministrazione ospedali e banche sottoscrivono la terza Convenzione per lo sviluppo dell'edilizia universitaria (sanzionata dalla legge 11 aprile 1930 n. 448). Sono previsti stanziamenti per 20 miliardi di lire per nuovi istituti universitari: Zoologia, Anatomia, Istologia e Antropologia, con museo centrale comune, da collocare in un grande edificio che sarà iniziato nel 1932 e terminato nel 1934. 30 miliardi vengono investiti per la sistemazione dell'Ospedale Sant'Orsola e 10 per la nuova Scuola di Ingegneria, prevista in un primo tempo fuori porta Castiglione. I vari enti componenti formano inoltre un Consorzio per la gestione economica della Convenzione. Nel 1931 le opere in costruzione impegneranno in media mille operai al giorno. In quell'anno saranno condotti a termine gli istituti di Igiene, Geodesia e Chimica farmaceutica, oltre al restauro delle facciate di Palazzo Poggi e della Cà Grande Malvezzi. Nel 1933 saranno terminati i lavori di adattamento del Palazzo Paleotti, utilizzato come mensa, foresteria e circolo universitario. La Scuola di Ingegneria e altri progetti, come quello per il telescopio di Loiano, saranno finanziati successivamente. Il 12 dicembre 1936, sotto la supervisione del rettore Alessandro Ghigi verrà firmata una ulteriore convenzione "per il completamento della sistemazione edilizia della R. Università, del Policlinico universitario di S. Orsola e dei R. istituti superiori di Bologna".dettagli
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24 ottobre 1929Canapa e seta in crisi dopo il crollo di Wall StreetIl 24 ottobre crolla a New York la borsa di Wall Street e il 29 segue il crack della borsa valori (martedì nero), innescando una crisi economica senza precedenti in America e nel mondo. A Bologna sono particolarmente colpite le produzioni della seta e della canapa, ma il processo di specializzazione delle colture, in atto da tempo, limita i danni. La disoccupazione sarà in buona parte assorbita dal flusso della spesa pubblica, di cui godrà anche la provincia.dettagli
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24 ottobre 1929Scoppia la polveriera di MaranoLo scoppio della grande polveriera di Marano, tra Bologna e Castenaso, provoca 28 morti e parecchi feriti. Molti edifici nei dintorni rimangono lesionati. Tra esse la villa dei Gentilini, conosciuta come la villa del Frullo. La deflagrazione è avvertita chiaramente in città e nei paesi intorno, dove molti vetri vanno in frantumi. Alla Croara, sulle colline di San Lazzaro, vengono lesionati i telai e i vetri delle finestre della chiesa di Santa Cecilia. Lo stabilimento di Marano, che in questo periodo produce cartucce per la caccia, fu fondato nel 1885 da Settimo Baschieri e Guido Pellagri. E' il primo in Italia per la fabbricazione della polvere da sparo "senza fumo".dettagli
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27 ottobre 1929La Torre di Maratona al LittorialeE' inaugurata la Torre di Maratona al Littoriale. Edificata su disegno di Giulio Ulisse Arata (1881-1962), architetto piacentino molto attivo in questo periodo in città, grazie all'amicizia con Leandro Arpinati. L'opera è alta 42 metri. In prossimità della base vi è il luogo in cui venne fucilato il martire risorgimentale Ugo Bassi. La torre rappresenta lo spirito di competizione e resistenza dell'atleta, ma ha anche altri incarichi funzionali: ospita una gigantesca antenna per le trasmissioni radiofoniche, che serve anche per l'alza bandiera dei giorni di festa. Vi sventola un vessillo di 100 mq, regalato dalla Regia Marina ad Arpinati. Nell'incavo ad arco della Torre di Maratona, proprio di fronte alla tribuna reale, è scoperta solennemente la statua equestre di Mussolini, mentre sul pennone è issata una Vittoria alata. Entrambe sono opera di Giuseppe Graziosi (1879-1942), scultore modenese e professore all'Accademia di Firenze. “Artista verista, aggiornato al divisionismo”, è stato allievo di Giovanni Fattori Dopo la guerra il monumento del Duce a cavallo sarà in parte disperso e in parte fuso da Luciano Minguzzi per le statue dei partigiani di Porta Lame. La Vittoria, in origine rivolta alle tribune e da tempo girata e danneggiata dalle intemperie, sarà rimossa in occasione della ristrutturazione dello stadio negli anni Novanta. Durante la seconda guerra mondiale verrà usata come bersaglio dai soldati Alleati accampati nello stadio.dettagli
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novembre 1929Il Festival dei BurattiniNei locali del Dopolavoro Ferroviario si svolge il Festival dei Burattini, primo concorso fra i burattinai bolognesi organizzato dalla Fameja Bulgneisa. Vi prendono parte nove coppie, tra le quali quella di Bruno Lanzarini con il fratello Guido. Tutte le coppie devono rappresentare la commedia d'obbligo El papagal dla Fleppa (Il pappagallo della Filippa) dialogata da Augusto Galli, che fa parte della giuria assieme a Alfredo Testoni, Oreste Trebbi, Sebastiano Sani, Augusto Majani e Ivo Luminasi. Risulterà vincente la coppia di Aldo e Giorgio Rizzoli con la commedia Le 99 disgrazie di Fagiolino per prendere moglie, seguita dalla coppia di Giuseppe Mazzoni e Mario Barbetti con I due Balanzoni. Nel suo comunicato finale la commissione elogierà la Fameja Bulgneisa per il suo “sincero amore alle tradizioni bolognesi, le quali devono essere rinverdite e rinnovate perché l'anima della vecchia Bologna, rivivendo coi modi dei tempi nuovi, mantenga intatta la propria genialità, nell'arte e nella vita”.dettagli
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21 novembre 1929Crolla la cupola del Sacro CuoreCrolla la cupola del tempio del Sacro Cuore in via Matteotti. Alta 60 metri, fu costruita tra il 1903 e il 1912 per iniziativa del cardinale Domenico Svampa e su progetto dell'arch. Edoardo Collamarini (1864-1928). Anche il resto dell'edificio religioso subisce gravi danni e la prima idea sarà quella di ricostruire una chiesa completamente nuova e più moderna. Poi prevarrà il desiderio di rivederla nelle forme originali. Verrà dunque fedelmente ricostruita, a pianta poligonale con due tiburi, per opera del parroco, il salesiano don Antonio Gavinelli, e inaugurata il 19 maggio 1935. Sarà purtroppo nuovamente danneggiata dal disastroso bombardamento aereo del 25 settembre 1943, che colpirà anche l'annesso Istituto salesiano.dettagli
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23 novembre 1929Respighi dirige "La campana sommersa" al Teatro ComunalePer tre sere al Teatro comunale viene messa in scena l'opera in quattro atti La campana sommersa di Ottorino Respighi (1879-1936). Il libretto è di Claudio Guastalla, tratto dal poema idealistico di Gerliart Hauptmann (1896), musicato in Germania, con poca fortuna, da Heinrich Zöllner. La prima rappresentazione è diretta dallo stesso compositore, con i cantanti Adelaide Saraceni, L. Bruna Rasa, Laura Lauti, Olga De Franco, Antonio Melandri. L'esordio assoluto è stato ad Amburgo nel 1927, mentre la prima italiana si è avuta al Teatro alla Scala il 4 aprile 1929. Respighi ha da poco lasciato l'insegnamento per dedicarsi alla composizione e alla direzione delle sue opere. Nel 1928 ha completato la Trilogia Romana, composta dai poemi sinfonici Le fontane di Roma (1916), I pini di Roma (1924) e Feste romane (1928). Nel 1932 sarà nominato Accademico d'Italia.dettagli
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1 dicembre 1929"Il sole a picco" di Cardarelli con i disegni di MorandiLeo Longanesi pubblica nelle edizioni de “L'Italiano” il volume di prose liriche Il sole a picco di Vincenzo Cardarelli (1887-1959), fondatore della “Ronda”, amico di Bacchelli e Raimondi. Il libro è stampato in mille esemplari su carta di granturco - un'invenzione di Longanesi - con 22 disegni di Giorgio Morandi. Le prime cinque copie sono firmate dall'autore, con un'acquaforte originale. Vincitrice del Premio Bagutta, l'opera contribuirà alla fama dello scrittore di Corneto Tarquinia.dettagli
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4 dicembre 1929La grande galleria dell’Appennino sulla linea DirettissimaIl giorno di Santa Barbara, patrona dei minatori, alla presenza del Ministro dei Lavori Pubblici on. Araldo di Crollalanza e del Direttore dei Lavori ing. Enrico Marone (1859-1938), cade l’ultimo diaframma di roccia all’imbocco nord della grande galleria dell’Appennino. Era l’unico, oramai, che impediva la comunicazione tra i versanti toscano ed emiliano, poiché l’imbocco sud era caduto il 23 dicembre 1928. L’imponente opera, fortemente voluta dal Regime dopo un’iniziale diffidenza, ha contemplato uno scavo a forza di braccia - con “picco e pala” - di oltre 18 chilometri. Si trova tra le stazioni di San Benedetto Val di Sambro e di Vernio-Montepiano sulla linea ferroviaria Direttissima, destinata a collegare nel modo più conveniente il nord e il centro Italia attaverso Bologna e Firenze. Lungo il percorso di 96 chilometri a doppio binario, che valica l’Appennino a soli 322 metri s.l.m. (contro il 615 metri della Ferrovia Porrettana), sono state scavate sette gallerie e sono ubicate sette stazioni, a una distanza di circa dieci chilometri l’una dall’altra. Una vera e propria stazione, detta delle Precedenze, è costruita anche all’interno della galleria ed è collegata con l’esterno da una lunghissima scala con più di duemila scalini. Per lo scavo, in tutto il tunnel principale, è adottato il sistema di attacco belga, con due cunicoli di avanzamento, uno al piano della piattaforma e l’altro, più arretrato, alla sommità della calotta. Dal cunicolo superiore il materiale di scavo è scaricato attraverso dei “fornelli” - fori di comunicazione praticati ogni cinque metri di avanzamento - sui vagoni spinti sul fondo del cunicolo inferiore. Le pareti dei cunicoli sono puntellate con legname e centine di ferro e sostenute da blocchetti di pietra provenienti da cave delle vicinanze. Uomini e materiali vengono condotti all’interno della galleria da speciali locomotive ad aria compressa. La costruzione, iniziata nel 1920, è stata affidata a tre imprese: Grazzini, Saudino-Marra e Cottini, che hanno incontrato enormi difficoltà dovute alla natura del terreno, alla presenza di gas e infiltrazioni d’acqua. Le esplosioni di gas hanno provocato incendi enormi, come quello del 3 agosto 1928 che ha sospeso l’avanzamento per quasi sei mesi, mentre il 4 novembre 1927 una colossale fuoriuscita d’acqua ha prodotto l’allagamento di tutti i cantieri. Gli operai della Direttissima, provenienti dai paesi dell’Appennino, ma anche da altre regioni, lavorano in tre turni massacranti di otto ore, anche la domenica e senza pause previste. Quelli delle squadre di “avanzamento”, più esposti a incidenti, devono preparare i buchi per le mine, piazzare le cariche e farle brillare, sgomberare infine il materiale di scavo. Sono aiutati da manovali giovanissimi, i “boccia”, al lavoro in galleria dai 15 anni di età. A volte i minatori non fanno a tempo a proteggersi dallo scoppio di mine “gravide”, cioè inesplose, come nel tragico incidente del 14 ottobre 1923, in cui perdono la vita sette uomini e oltre 20 rimangono feriti. Il lavoro di appositi addetti allo sgombero dei rifiuti umani ha evitato nella Direttissima il tragico tributo di vittime della galleria del Gottardo, dove migliaia di operai sono morti per l’anchilostomiosi, una malattia intestinale dovuta alle precarie condizioni igieniche dei pozzi di scavo. In compenso centinaia di invalidi e di morti provocheranno nel tempo la silicosi e altre malattie professionali, contratte per l’inalazione di polvere e gas tossici. All’interno dei tunnel di scavo sono spesso insopportabili anche l’umidità e il calore, fino a 50-60 gradi: tra i minatori sono frequenti malori e perdita di sensi. Le protezioni contro gli agenti atmosferici sono limitate a una mantella cerata, che secondo le testimonianze degli operai, non è sufficiente a trattenere l’acqua e a un fazzoletto premuto sulla bocca. Non sono forniti caschi o maschere. Non è prevista la mutua per infortuni e malattie. Solo le invalidità permanenti sono compensate da una magra buonuscita. Il primo treno - n. 38 da Prato - passerà sotto la grande galleria nella notte tra il 22 e il 23 aprile. La linea Direttissima Bologna-Firenze sarà inaugurata ufficialmente dal Re il 22 aprile 1934. Nel 1935 l’ing. Enrico Marone darà alle stampe, presso i Poligrafici Riuniti, un’opera illustrata con il resoconto dei “grandi lavori” della ferrovia.dettagli
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31 dicembre 1929Allargamento di via Ugo BassiUna “graditissima strenna di capodanno”: così la rivista del Comune definisce l'apertura al pubblico, avvenuta il 31 dicembre, del portico degli ultimi tre palazzi (lato Rizzoli) di via Ugo Bassi. Il rinnovo della strada, intitolata nel 1888 al martire del Risorgimento, è frutto di espropri e successivi atterramenti, iniziati nel 1927, che hanno interessato soprattutto il lato meridionale. Non è stato ascoltato il "grido di allarme" dello storico dell'arte Francesco Malaguzzi Valeri contro il piccone demolitore, che in questo periodo è all'opera anche in via Marchesana, contro torri e case medievali e una "mezza dozzina fra archi acuti e porte in cotto, angiporti, cortili" . La “grandiosa prospettiva” di via Ugo Bassi inquadra un “nuovissimo lembo di Bologna che risorge”. Gran parte degli edifici sono progettati e realizzati dall'ing. Paolo Graziani (1882-1960). L'unico edificio storico di una certa importanza, il palazzo della Zecca, opera cinquecentesca di Francesco Terribilia o Domenico Tibaldi, è stato parzialmente conservato, con il trasferimento della facciata monumentale verso l'attuale piazza Roosevelt.dettagli