L'OVRA a Bologna
Viene aperta la sede locale dell'OVRA (Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell'Antifascismo), la polizia politica costituita l'anno precedente a Milano come Ispettorato Speciale di Polizia e sotto le mentite spoglie di una società vinicola.
Il primo responsabile della zona di Bologna è Giuseppe D'Andrea, poliziotto ritenuto “tanto preparato, quanto spietato”, che rimarrà in servizio fino al 1940, per passare il testimone a Mariano Norcia.
Oltre che dei vari organismi di polizia giudiziaria, l'OVRA si serve di una rete di informatori reclutati nei vari luoghi di lavoro. Il suo compito principale è il controllo e la repressione del movimento antifascista, la vigilanza e la schedatura degli oppositori politici, in particolare i comunisti.
I sovversivi arrestati sono sottoposti a duri interrogatori e a sevizie, detenuti in carcere in celle d'isolamento, senza che i loro nomi figurino sui registri d'ingresso, e infine vengono deferiti ai Tribunali Speciali.
I funzionari e gli agenti dell'OVRA bolognese, compreso il capo dell'ispettorato Armando Giglio, che nel 1943 succederà a Norcia, rimarranno in servizio anche nel periodo badogliano.
- Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, Bologna, Comune – ISREBO, vol. I, Nazario Sauro Onofri, Bologna dall'antifascismo alla Resistenza, 2005, p. 195
- Bologna 1938-1945: guida ai luoghi della guerra e della Resistenza, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2005, p. 28
- Renato Sasdelli, Fascismo e tortura a Bologna. La violenza fascista durante il Regime e la RSI, Bologna, Pendragon, Istituto per la storia e le memorie del 900 Parri, 2017, pp. 26-30
- Giorgio Scarabelli, 25 anni di galera per antifascismo. Dall'aula 4. del Tribunale speciale al lager di Mauthausen. Tranche de vie di un militante comunista, Bologna, Tip. moderna, 1982, p. 15