Le case per gli "umili"
L'Amministrazione comunale cede all'Istituto Case Popolari un'area piuttosto disagiata fuori porta San Vitale, limitata dai binari ferroviari, per la costruzione di case per gli “umili”, cioè per quelle persone di bassa condizione, che abitando nei tuguri del centro cittadino “ne impediscono lo sviluppo”.
Le case Icp di via Rimesse e di Corticella, consegnate nel 1926, non risolvono comunque il problema dei senza tetto, ospitati dopo la guerra in caserme periferiche o nell'ex ospedale del Baraccato, che viene potenziato con altre trenta baracche.
La costruzione di nuove case per gli sfrattati è osteggiata in generale dalla politica ruralista del fascismo, ma anche dalla politica edilizia dell'Icp controllato dal podestà Arpinati, che privilegia, nel corso degli anni Venti, la costruzione di case a riscatto per famiglie piccolo-borghesi.
- Per Bologna. Novant'anni di attività dell'Istituto Autonomo Case Popolari, 1906-1996, Bologna, Istituto Autonomo per le Case Popolari della provincia di Bologna, 1996