Il Centro Nazionale Italiano
Il 24 agosto i cattolici favorevoli a una collaborazione con il Partito Nazionale Fascista fondano a Bologna, nella sede del quotidiano "L’Avvenire d'Italia", il Centro Nazionale Italiano.
La corrente, guidata da Stefano Cavazzoni (1881-1951) - già ministro nel governo Mussolini - e indicata come “clerico-fascista” dal leader popolare don Luigi Sturzo (1871-1959), è stata espulsa nell'agosto 1923 dal Ppi, dopo la pubblicazione di un manifesto di adesione al progetto di legge Acerbo, correttiva della legge elettorale.
A Bologna i principali esponenti secessionisti sono il marchese Baviera, il conte Ranuzzi, Paolo Senin e diversi altri membri dell’aristocrazia terriera, che hanno approvato l’azione distruttiva dei fascisti contro le leghe rosse.
Dopo le dimissioni di Paolo Cappa, anche “L’Avvenire d’Italia” passerà sotto l’influenza del Centro nazionale con la direzione di Carlo Enrico Bolognesi.
- Matteo Baragli, Il Centro nazionale italiano e la Santa Sede. Profili e progetti del clerico-fascismo in Italia 1922-1929, in: "Italia contemporanea", 263 (2011), pp. 239-254
- Ivan Spada, Il fascismo a Bologna. Storia delle camicie nere all'ombra delle due torri (1919-1945), Roma, Red Star Press, 2021, pp. 94-95