Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi

Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.

9 agosto 1923

Uccisione di Pietro Marani a Marmorta

Nella zona di Molinella le leghe rivendicano l'applicazione del concordato Paglia-Calda e non vogliono firmare il patto colonico fascista.

Per piegare i socialisti, il ras fascista Augusto Regazzi, fondatore del fascio locale e rappresentante dei possidenti terrieri, instaura un regime di terrore, con agguati, bastonature e violenze di ogni tipo.

Viene presa di mira in particolare la famiglia Marani di Marmorta, i cui componenti sono socialisti e dirigenti della lega di miglioramento.

Il 9 agosto una squadra di picchiatori guidata da Regazzi bastona un gruppo di antifascisti a Berrà e quindi prende d'assalto l'abitazione di Pietro Marani nella tenuta Bosco di Ornan Talon.

Ai tentativi di intromissione dei fascisti si risponde dalla casa con spari e allora Regazzi sale sul tetto, pratica uno squarcio nel coperto e penetra all'interno, uccidendo il mezzadro ventiseienne a colpi di fucile.

Il 12 agosto "ignoti malfattori" lanceranno due bombe: una contro la sede del Fascio di Molinella, l'altra contro la casa di un fascista. Seguiranno ancora scontri tra fascisti e socialisti con bastonature e colpi d'arma da fuoco.

Recatosi a Molinella, il segretario della federazione provinciale fascista Baroncini farà pubblicare un ultimatum, proclamando un tregua di 48 ore per permettere "agli organizzati aderenti alle leghe socialiste" di fare atto di sottomissione e "desistere da ogni resistenza ingiustificata e criminosa".

Inseguito da un mandato di cattura per l’assassinio di Marani, Augusto Regazzi sarà protetto dai ras del fascismo bolognese Grandi e Arpinati. Il suo arresto sarà a lungo sospeso per evitare “conseguenze vivissime, addirittura disastrose”, con il ritorno di Molinella “nel caos completo”.

Al processo, che finalmente verrà celebrato nel 1925, sarà assolto con formula piena e potrà tornare trionfalmente a Molinella, mentre la famiglia Marani subirà lo sfratto dal suo podere.

Regazzi continuerà a provocare incidenti a Molinella e dintorni con l’aiuto degli squadristi di Ferrara e Ravenna. I suoi metodi e il suo protagonismo andranno però a contrastare con la politica della Federazione Provinciale e nell’ottobre del 1928 Arpinati lo destituirà dalla carica di segretario politico del Fascio.

Negli anni seguenti sarà più volte arrestato e nel 1932 internato per alcune settimane nel manicomio di Bologna, prima di essere inviato al confino alle isole Tremiti. Rientrerà nel PNF solo nel 1935, dopo la caduta del suo personale nemico.

Approfondimenti
  • Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese, 1919-1945, vol. 4: Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Dizionario biografico. M-Q, Bologna, Istituto per la Storia di Bologna, 1995, voce Marani Pietro
  • Cronaca contemporanea. 2. Cose italiane, 3: Il caso di Molinella, in: “La Civiltà Cattolica”, a. 74, 3 (1923), p. 465
  • Dalla guerra al boom. Territorio, economia, società e politica nei comuni della pianura orientale bolognese, vol. 2: Mirco Dondi, Tito Menzani, Le campagne. Conflitti, strutture agrarie, associazioni, San Giovanni in Persiceto, Aspasia, 2005, p. 86
  • Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Mondadori, 2003, p. 257
  • Salvatore Lupo, Il fascismo. La politica in un regime totalitario, Roma, Donzelli, 2000, p. 155
  • Matteo Millan, Squadrismo e squadristi nella dittatura fascista, Roma, Viella, 2014, pp. 102-107
  • Ivan Spada, Il fascismo a Bologna. Storia delle camicie nere all'ombra delle due torri (1919-1945), Roma, Red Star Press, 2021, pp. 114-117
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