Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1923Chiude l'Eden KursaalChiude i battenti l'Eden Kursaal, famoso locale di avanspettacolo posto in via Indipendenza 69, all'interno del palazzo Maccaferri. Inaugurato dal sindaco Dallolio nel 1899, era dotato di una grande sala al pianterreno per il caffè concerto e di un salone ristorante (più varie salette per il gioco) al piano nobile, affacciato sulla Montagnola. Era decorato all'interno con ferri battuti e ringhiere in stile liberty di Sante Mingazzi, mentre la ricca illuminazione era stata curata dalla ditta tedesca Ganz. Il riscaldamento a vapore era diffuso dai primi termosifoni apparsi a Bologna. Negli anni della Belle Epoque ha ospitato tutti i grandi protagonisti dello spettacolo leggero, da Petrolini alla bella Otero. L'attività teatrale dell'Eden cesserà completamente con la grande guerra. La sala da ballo rimarrà in funzione fino alla seconda guerra mondiale con il nome di Caffé della Montagnola. Palazzo Maccaferri diverrà sede della Società Elettrica.dettagli
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1923Piano Regolatore del centro storicoAchille Casanova e Attilio Evangelisti presentano un progetto di sistemazione del centro storico. Prevede l'apertura di Corte Galluzzi e di via Pignattari, una nuova strada tra le Due Torri e la stazione ferroviaria e la sistemazione della piazza delle Poste. Il progetto è pubblicato a puntate sull'edizione serale del "Resto del Carlino", con disegni del prof. Gualtiero Pontoni.dettagli
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1923Progetto per una nuova Specola a Monte DonatoIn collaborazione con il direttore dell'Osservatorio universitario prof. Guido Horn d'Arturo (1879-1967), l'ingegnere Edoardo Collamarini progetta una nuova Specola astronomica sulla cima di Monte Griffone, sovrastante Monte Donato sulle colline bolognesi. Il giardino del futuro osservatorio ricalca il perimetro di Forte Griffone, uno dei capisaldi del campo trincerato risorgimentale.dettagli
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1923Pasquale Sfameni eletto Rettore dell'UniversitàIl prof. Pasquale Sfameni (1868-1955) è il nuovo Rettore dell'Università. Nato in provincia di Messina, si è laureato e ha iniziato la propria carriera a Bologna. Dal 1918 ricopre la carica di direttore della clinica ostetrica. Reggerà l'Alma Mater fino al 1927.dettagli
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1923I carburatori WeberL'ingegnere e pilota torinese Edoardo Weber (1889-1945) inizia a Bologna la sua attività aziendale: i primi prodotti sono un carburatore con vaporizzatore per autocarri e l'Econo-Super-Alimentatore. Nel 1925 la fabbrica Weber sforna un carburatore a cassetta di grande successo, con doppi condotti di aspirazione: si dimostrerà l'ideale per i motori da competizione, ma anche per le macchine di serie, come la Fiat 501 e la 505. Negli anni Trenta l'azienda produrrà carburatori orizzontali doppio corpo per motori sovralimentati, base di partenza per i futuri mitici DCO e DCOE. Tra il 1940 e il 1944, nella nuova sede di via Timavo, Weber darà vita ad un ambizioso progetto di espansione, allargando la produzione ai carburatori per auto, autocarri e aerei. La ditta raggiungerà negli anni una posizione di primo piano in Europa nel mercato dell'alimentazione dei motori, fino a detenere una quota del 65%. Sarà fornitrice di grandi case automobilistiche: oltre alla Fiat, la Maserati, la Ferrari e l'Alfa Romeo. Nel dopoguerra sarà assorbita dalla Fiat, quindi dalla Magneti Marelli.dettagli
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1 gennaio 1923La rivista "Ragazzi d'Italia"Il 1 gennaio è in edicola il primo numero della rivista “Ragazzi d'Italia”, diretta da Aldo Valori (1882-1965). Si ispira a testate come “Il Giornalino della Domenica” e “Il Corriere dei Piccoli”. Ne usciranno 24 numeri, con le collaborazioni di illustratori quali Francesco Balilla Pratella, Sergio Burzi, Alessandro Cervellati, Giovanni Romagnoli e autori come Adolfo Albertazzi, Umberto Gozzano, Annie Vivanti e molti altri. L'interno della rivista contiene parecchie illustrazioni in bianco e nero e - dal numero 6 – una anche a colori. Presenta alcune rubriche come La Posta della zia o La Posta di sfinge. Scarsi sono i richiami alla monarchia e al fascismo. Nel 1924 “Ragazzi d'Italia” sarà rilevata dalla Mondadori, che continuerà le pubblicazioni ancora per un anno con una veste grafica di qualità inferiore alla precedente.dettagli
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8 gennaio 1923Uccisione di Giuseppe Casadio GaddoniMentre sta uscendo in compagnia del figlio dalla cooperativa di San Prospero, frazione di Imola, il bracciante Giuseppe Casadio Gaddoni (1863-1923), sindacalista e militante comunista, viene bastonato dai fascisti e ucciso a colpi di pistola. Era ritenuto responsabile della morte di un camerata. Per l'assassinio verranno denunciati due squadristi, uno dei quali sarà assolto e l'altro condannato a pena mite, perché giudicato infermo di mente.dettagli
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14 gennaio 1923La Milizia volontaria sicurezza nazionale (MVSN) nelle Forze ArmateCon la legge n. 31 del 14 gennaio 1923 la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN) diviene corpo armato dello stato. Essa è nata dalle formazioni dei vari ras del Fascio con la funzione principale di “disciplinare la spinta sovversiva dello squadrismo” (Gotor). Ha avuto un primo inquadramento nazionale al congresso fascista del 7 novembre 1921. Al nucleo iniziale degli squadristi si è aggiunto, dopo la Marcia su Roma, il corpo delle Guardie Regie. Le 120 legioni della Milizia, equipaggiate con le divise degli Arditi e l'armamento dell'Esercito, sono comandate da consoli e seguono l'ordinamento militare dell'antica Roma. Svolgono soprattutto compiti di ordine pubblico. In provincia di Bologna operano la 67a Legione Ordinaria “Volontari del Reno” e la 68a “Riario Sforza” di stanza a Imola. La prima è composta di cinque coorti: due sono a Bologna, le altre a Vergato, San Giovanni in Persiceto e San Giorgio di Piano. Vi sono anche 36 presidi comunali. Ricostituita il 16 settembre 1943, la legione bolognese confluirà in novembre nella Guardia Nazionale Repubblicana (GNR).dettagli
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21 gennaio 1923Elezioni amministrative. Il PSU si astieneIl 21 gennaio 1923 si tengono le elezioni amministrative comunali. Il Partito Socialista Unitario decide di astenersi. I nazionalisti affermano che i socialisti si sono ritirati “cercando di accreditare la favola della libertà conculcata”. Vota il 67,1% degli iscritti e i fascisti ottengono un grande successo. Il 28 gennaio sarà proclamato il nuovo Consiglio comunale e il 4 marzo sarà eletto sindaco il prof. Umberto Puppini (1884-1946).dettagli
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6 febbraio 1923Le teste di legno di Tirelli al Teatro VerdiIl 6 febbraio al Teatro Verdi si esibisce la compagnia di burattini di Umberto Tirelli (1871-1954), chiamata Teatro Nazionale delle Teste di legno. Le maschere, con le teste a grandezza naturale e la fisionomia dei personaggi del mondo artistico e politico più in vista del periodo, sono disegnate magistralmente dall'illustre caricaturista modenese. Il sipario si apre con un prologo di Alfredo Testoni - Tirelli ha collaborato al giornale satirico "Il Marchese Colombi" da lui fondato a Modena - seguito dalla tragicommedia Il Teatro sperimentale, ossia Amleto. La sera seguente si recita con grande successo Il sogno di Fagiolino: il celebre burattino, accompagnato da Dante, incontra all'Inferno alcuni controversi protagonisti della cultura italiana, da F.T. Marinetti a Umberto Notari, da D'Annunzio a Benedetto Croce. Residente da tempo a Bologna, Tirelli è, assieme a Nasica, il principale testimone grafico della vita cittadina. Collabora con numerosi giornali umoristici, come il "Fittone" e il "Giornale delle Beffe", oltre che con il "Resto del Carlino". Le sue caricature sono spesso spietate, capaci di rivelare con precisione, con "atroce rassomiglianza" (Cervellati), difetti e caratteristiche dei personaggi ritratti.dettagli
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18 febbraio 1923Arrestati e processati i dirigenti comunistiTra gennaio e febbraio in tutta Italia la polizia perquisisce le sedi comuniste e arresta centinaia di dirigenti. A Bologna il 18 febbraio sono arrestati 18 iscritti. Una parte di essi saranno prosciolti dall’accusa di attentato alla sicurezza dello stato. Tra il 18 e il 26 ottobre 31 dirigenti nazionali e periferici del Partito comunista subiscono processo presso il tribunale romano. Alcuni di essi - Enio Gnudi, Paolo Betti, Arturo Vignocchi, Amleto Tibaldi, Giuseppe Dozza (arrestato a Roma con Bordiga) - appartengono alla Federazione di Bologna. Tutti gli imputati saranno assolti per insufficienza di prove. Nei diciassette processi che si svolgeranno nel corso del 1923 contro "sovversivi" e dirigenti sindacali bolognesi saranno comminati 1.125 anni di galera.dettagli
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5 marzo 1923I nazionalisti confluiscono nel fascismoIl Comitato Centrale Nazionalista, riunito a Roma il 5 marzo, approva la fusione con il partito fascista. Il 2 marzo sono convenute a Bologna le sezioni dell'Emilia-Romagna. L'avv. Giorgio Ghigi ha salutato la fusione come un fatto compiuto, cui dare esecuzione “con perfetta e scrupolosa lealtà”. I nazionalisti bolognesi Luigi Federzoni e Maurizio Maraviglia saranno nominati membri del Gran Consiglio del Fascismo. Mussolini definirà l'unione coi nazionalisti “un matrimonio di convenienza” per motivi politici.dettagli
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7 marzo 1923Umberto Puppini sindacoAl termine del mandato prefettizio di Vittorio Ferrero, che ha gestito il passaggio del Comune all'amministrazione fascista, è eletto sindaco Umberto Puppini (1884-1946), ex combattente e professore di Idraulica alla Scuola d'Ingegneria di Bologna. "Il rispetto di Dio, la devozione alla Patria, l'ossequio all'autorità dello Stato" sono i postulati a cui si ispira l'opera del nuovo sindaco, che non manca, pochi giorni dopo l'insediamento, di criticare aspramente il suo predecessore, il socialista Francesco Zanardi, accusato di aver beneficiato soprattutto "quelli che di beneficenza non hanno bisogno", cioè i residenti delle aree signorili, le cooperative e i partiti "sovversivi". L'obiettivo principale di Puppini è il risanamento del bilancio, ma anche la messa a punto di un piano di interventi urgenti: la sistemazione delle fogne, delle strade, dei fabbricati scolastici. A suo dire Bologna deve essere trasformata da "villaggio agricolo" a moderno centro industriale, anche grazie a sovvenzioni statali. Alle realizzazioni del Comune si affiancheranno, nei mesi seguenti, quelle promosse dal segretario fascista Arpinati: la Casa del Fascio, i Gruppi rionali, i campi sportivi. Ben presto Bologna sarà considerata "esempio unico e inequivocabile" per il fascismo italiano. Puppini ricoprirà la carica sino al 1926, anno in cui i sindaci verranno sostituiti in tutta Italia con podestà di nomina governativa. Sarà in seguito direttore della Scuola d'Ingegneria (1927-32), Sottosegretario alle Finanze (1932-34) e Ministro delle Telecomunicazioni (1934-35). Abbandonerà il fascismo durante la guerra, per ritornare agli studi di idraulica e all'insegnamento. A lui si deve il notevole impulso dato in questi anni all'edilizia universitaria (da citare in particolare lo studio, assieme a Giuseppe Vaccaro, della nuova sede di Ingegneria) e l'interesse per problemi viari quali i collegamenti tra il centro e le nuove periferie. Per i suoi meriti scientifici, sarà insignito del premio dell'Accademia delle Scienze di Parigi.dettagli
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8 marzo 1923Ezra Pound all'Archivio di StatoIl poeta americano Ezra Pound (1885-1972) consulta all'Archivio di Stato di piazza dei Celestini la documentazione esistente su Sigismondo Malatesta. Da settimane compie sopralluoghi nelle biblioteche e negli archivi storici di varie città italiane per raccogliere il materiale che servirà per la redazione dei Malatesta Cantos.dettagli
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27 marzo 1923Gino Baroncini a duello con Nello QuiliciLo squadrista Gino Baroncini (1893-1970), acerrimo avversario di Arpinati, inizia una dura contesa personale con Filippo Naldi (1886-1972), amministratore delegato del “Resto del Carlino”, e con il suo direttore, Nello Quilici (1890-1940). Il 27 marzo Baroncini e Quilici arrivano a battersi a duello. Il motivo della lite è spiegato dal primo sulle colonne de "L’Assalto": occorre un "supplemento di rivoluzione", anche con l'uso del manganello, per liberare il "Carlino" dalla cricca di affaristi che lo controllano e per farne l'organo portavoce del fascismo bolognese. Sullo sfondo c’è anche l’aggiudicazione, anelata da Naldi, dell'appalto milionario per la costruzione della ferrovia Direttissima. Pressati dalle intimidazioni fasciste, nel giro di alcuni mesi sia Quilici che Naldi lasceranno il giornale. Tuttavia Baroncini non godrà il frutto delle sue sopraffazioni. Entrato in rotta con Dino Grandi e con Italo Balbo, potenti ras emiliani in piena auge nell'élite del fascismo - sarà dimesso entro la fine del 1923 dalla carica di segretario della federazione bolognese e da quella di commissario politico per l'Emilia-Romagna. Si impiegherà nelle Assicurazioni Generali di Trieste e diventerà il braccio destro del presidente Edgardo Morpurgo. Nonostante il suo passato di implacabile squadrista rimarrà alla guida delle Generali anche nel dopoguerra.dettagli
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6 aprile 1923Le motociclette G.DAl Velodromo debutta con una brillante vittoria una bicicletta a motore guidata da Mario Cavedagna. E' fabbricata dalla G.D (o GD), industria meccanica appena fondata in viale Aldini dall'avvocato Mario Ghirardi e dall'ingegnere Guido Dall'Oglio. Nei primi anni di attività la G.D domina in campo agonistico con una motocicletta di 125 cc di cilindrata, che nel 1924 stabilisce il record mondiale sul chilometro lanciato. Fino al 1930 vince la maggior parte di gare a cui partecipa, tra le quali il Gran Premio di Monza e quello di Germania del 1925. In questo periodo la G.D si accompagna a numerose altre officine bolognesi impegnate nella fabbricazione di moto o parti di esse: dalla MM di Morini e Mazzetti, sua principale rivale nelle corse e sul mercato, alla C.M di Mario Cavedagna (o Cavedagni). L'azienda si caratterizza per il decentramento produttivo: in officina si esegue solo la lavorazione dei telai e il montaggio dei componenti. Questi ultimi vengono fabbricati, su disegno della G.D, da numerose aziende artigiane cittadine specializzate in lavorazioni particolari, come la Laurenti per i motori, la Labanti per i serbatoi, la Stanzani per le forcelle, ecc.. Rilevata dai cugini Enzo e Ariosto Seragnoli nel 1942, durante la seconda guerra mondiale la G.D concentrerà la produzione sul motocarro Ursus e sulla costruzione di componenti di mitragliatrici. Dopo il conflitto la ditta modificherà completamente la sua attività, specializzandosi nella produzione di macchine confezionatrici e imballatrici di caramelle, sigarette, medicinali, divenendo protagonista della "Packaging Valley" bolognese.dettagli
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27 aprile 1923Con Arpinati l'Istituto Case Popolari costruisce case a riscattoLeandro Arpinati viene nominato dal Consiglio comunale Presidente dell'Istituto Case Popolari. L'attività costruttiva dell'istituto riprende a pieno ritmo dopo la stasi bellica, grazie anche al credito economico e politico di cui gode il ras bolognese. Arpinati rivendicherà di lì a poco, anche nei confronti del Comune, la massima autonomia decisionale nell'assegnazione degli alloggi, che andranno, "con assoluta priorità", agli ex combattenti e alle vedove di guerra. Dal marzo 1926 l'Istituto, presieduto dall'ing. Tabarroni, già vice di Arpinati, potrà usufruire di cospicui contributi governativi per la costruzione di case "con patto di futura vendita" (Legge 386/1926) e, fino al 1930, la casa in proprietà per i ceti medi diverrà l'unico suo obiettivo.dettagli
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1 maggio 1923L'editore Cappelli pubblica "La coscienza di Zeno" di Italo SvevoItalo Svevo pubblica a sue spese, presso lo Stabilimento Tipografico Licinio Cappelli di Rocca San Casciano, il romanzo La coscienza di Zeno. L'uscita del libro è accompagnata da un'anticipazione sul "Resto del Carlino". Sullo stesso giornale l'11 marzo 1926 Bino Binazzi scriverà una recensione dell'opera di Svevo, riconoscendone tra i primi la modernità letteraria. Cappelli acquisterà nello stesso 1926 la Libreria Scientifico Letteraria dei fratelli Treves, situata a Bologna in piazza Galvani, poco distante dalla più nota Zanichelli.dettagli
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6 maggio 1923Raduni dei Fasci di combattimento e dei BalillaIl 6 maggio al Teatro Duse di tiene il Raduno regionale emiliano-romagnolo dei Fasci di combattimento Avanguardia giovanile. Il 20 maggio ai Giardini Margherita è convocata l'Adunata provinciale della Legione “Balilla” di Bologna Centuria Mussolini.dettagli
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23 maggio 1923Una corrida al velodromoQuindicimila persone affollano il velodromo comunale trasformato in arena spagnola per una corrida. “L’Avvenire d’Italia”, sostenendo il parere contrario della Chiesa, il giorno precedente ha annunciato l’ebento in questi termini: “Domani una folla di buoni e innocui bolognesi accorrerà a farsi risollevare dal fondo dell’umanità civilizzata l’istinto del sangue, il gusto brutale della visione cruenta”. Alla corrida bolognese partecipano i più famosi toreri di Siviglia, Granada e Madrid. Tra questi, don Francisco Lopez, detto Pareisto, don Francesco Munoz e don Josè Estrela, detto il Valentino, con un seguito di caballeros e banderilleros. Il “Resto del Carlino” parlerà di “orgasmo febbrile” per l'uccisione del toro di Siviglia. Descriverà la lama più volte conficcata sulla spalla dell'animale, il suo stramazzare pesantemente a terra. In realtà i bolognesi non hanno modo di comprendere appieno un rituale a loro estraneo. Uno dei toreri avrà comunque l'onore di essere ricevuto a Roma dal Duce Mussolini e dal Papa.dettagli
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31 maggio 1923Corsa automobilistica Bologna-Rocca di RoffenoOrganizzata dall'Automobile Club di Bologna, dal Velo Sport Reno e dal Moto Club Bologna, si svolge la corsa Bologna-Rocca di Roffeno, cui partecipano auto, moto e sidecars. Sul percorso di 49 chilometri, il costruttore e pilota Alfieri Maserati (1887-1932) vince tra le auto fino a 3000 cc, alla media di quasi 80 kmh, mentre tra le moto fino a 1000 cc vince il campione bolognese Amedeo Ruggeri (1889-1932), alla media di 68,9 kmh.dettagli
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giugno 1923Campionati nazionali di scherma in Santa LuciaLa Sezione Scherma della Virtus organizza i campionati nazionali di questa disciplina. La storica palestra di Santa Lucia è trasformata in una “sala meravigliosa” e i maggiorenti della città contribuiscono generosamente all'assegnazione dei premi. Le gare, che vedono la partecipazione delle migliori lame d'Italia, riescono molto bene, grazie all'impegno del Comitato costituito dal presidente Buriani, dal vice Grillini e dai maestri Salvatore e Agostino Arista, Aldo Boni e Vittorio Costa. Nell'accademia finale i maestri Sansone e Arista danno un saggio della loro arte. I campionati bolognesi, per unanime giudizio, riscuotono un grande successo, come da parecchi anni non accadeva in Italia.dettagli
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giugno 1923Franco Giongo primatista nei 100 metri pianiLa Virtus ospita nel suo nuovo stadio del Ravone i campionati italiani di atletica leggera, che vedono il crollo di cinque record nazionali. La società bolognese primeggia in numerose prove: Adolfo Contoli vince i titoli del pentathlon e dei 110 ostacoli, Giuseppe Tugnoli (1888-1968) prevale nel lancio del disco e nel lancio della palla di ferro. Stupisce soprattutto la performance di Franco Giongo, che dopo nove anni e la parentesi della guerra torna a vincere i 100 metri in 10''8, migliorando di quattro decimi il precedente record italiano. L'ormai anziano corridore virtussino (32 anni) si ripete nei 200 metri in 22''6, confermandosi "il migliore e il più completo dei velocisti italiani" e un campione autentico, che pratica lo sport con grande nobiltà.dettagli
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8 luglio 1923Don Giovanni Minzoni sfida i fascistiL'assistente regionale degli Esploratori cattolici don Emilio Faggioli, parroco di San Giovanni in Monte, tiene ad Argenta (FE) una conferenza sulla validità dello scoutismo. Durante il suo intervento è più volte interrotto dal segretario del fascio locale. Le minacce non impediscono che ad Argenta più di settanta ragazzi si iscrivano al gruppo Scout fondato da don Giovanni Minzoni (1885-1923), già cappellano di guerra (medaglia d'argento al VM) e promotore di circoli sociali e del sindacato cattolico. La sfida ai fascisti sarà da lui pagata duramente: sarà infatti assassinato a bastonate il 23 agosto successivo da due squadristi facenti capo al console Italo Balbo.dettagli
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5 agosto 1923Tomaso Monicelli nuovo direttore del "Resto del Carlino"Il mantovano Tomaso Monicelli (1883-1946), ex direttore dell' “Idea Nazionale” e del “Giornale di Roma” assume la direzione del “Resto del Carlino”. Filippo Naldi (1886-1972) è definitivamente estromesso dalle cariche detenute presso gli Stabilimenti Poligrafici Riuniti. Pochi mesi più tardi sarà implicato nell'assassinio di Giacomo Matteotti e verrà arrestato. Già dal primo articolo, Monicelli inneggia alla rivoluzione "romana e universale" delle camicie nere e si propone di inserire "il vecchio e nobile giornale nella nuova storia". Mussolini in persona gli indirizza un saluto, affermando che il "Carlino" - da lui chiamato "giornale della mia terra e della mia giovinezza" - "dovrà avere un'anima fascista". Tuttavia la soluzione Monicelli, nazionalista e fascista "legalitario", non appagherà per nulla l'ala radicale dello squadrismo bolognese.dettagli
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9 agosto 1923Uccisione di Pietro Marani a MarmortaNella zona di Molinella le leghe rivendicano l'applicazione del concordato Paglia-Calda e non vogliono firmare il patto colonico fascista. Per piegare i socialisti, il ras fascista Augusto Regazzi, fondatore del fascio locale e rappresentante dei possidenti terrieri, instaura un regime di terrore, con agguati, bastonature e violenze di ogni tipo. Viene presa di mira in particolare la famiglia Marani di Marmorta, i cui componenti sono socialisti e dirigenti della lega di miglioramento. Il 9 agosto una squadra di picchiatori guidata da Regazzi bastona un gruppo di antifascisti a Berrà e quindi prende d'assalto l'abitazione di Pietro Marani nella tenuta Bosco di Ornan Talon. Ai tentativi di intromissione dei fascisti si risponde dalla casa con spari e allora Regazzi sale sul tetto, pratica uno squarcio nel coperto e penetra all'interno, uccidendo il mezzadro ventiseienne a colpi di fucile. Il 12 agosto "ignoti malfattori" lanceranno due bombe: una contro la sede del Fascio di Molinella, l'altra contro la casa di un fascista. Seguiranno ancora scontri tra fascisti e socialisti con bastonature e colpi d'arma da fuoco. Recatosi a Molinella, il segretario della federazione provinciale fascista Baroncini farà pubblicare un ultimatum, proclamando un tregua di 48 ore per permettere "agli organizzati aderenti alle leghe socialiste" di fare atto di sottomissione e "desistere da ogni resistenza ingiustificata e criminosa". Inseguito da un mandato di cattura per l’assassinio di Marani, Augusto Regazzi sarà protetto dai ras del fascismo bolognese Grandi e Arpinati. Il suo arresto sarà a lungo sospeso per evitare “conseguenze vivissime, addirittura disastrose”, con il ritorno di Molinella “nel caos completo”. Al processo, che finalmente verrà celebrato nel 1925, sarà assolto con formula piena e potrà tornare trionfalmente a Molinella, mentre la famiglia Marani subirà lo sfratto dal suo podere.dettagli
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23 settembre 1923L'Istituto Codivilla di Cortina d'AmpezzoPer opera del prof. Vittorio Putti, direttore dell'ospedale Rizzoli, l'Hotel des Alpes, un vecchio albergo austriaco di Cortina d'Ampezzo, è trasformato in Istituto Elioterapico per la cura della tubercolosi ossea. Inizialmente può ospitare cento letti ed è dotato di sala operatoria e moderni sussidi. E' intitolato al prof. Alessandro Codivilla, maestro di Putti e suo predecessore alla guida del nosocomio bolognese. Il sanatorio sarà guidato per lunghi anni dal prof. Sanzio Vacchelli. Nel 1941 verrà ampliato con un nuovo padiglione (arch. Emilio Boselli) per 160 letti, destinato a malati ricoverati a carico di enti, mentre l'albergo rimarrà riservato ai degenti facoltosi. Nel 1848, infine sarà aperto un terzo edificio per le cure dei bambini, denominato La Villa Blu.dettagli
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24 settembre 1923Progetto per il monumento ai caduti a palazzo Re EnzoE' bandito un concorso pubblico per l'edificazione del monumento ai caduti in guerra, da collocarsi nel cortile tra il palazzo del Podestà e palazzo Re Enzo. Vi partecipano 31 artisti. I bozzetti pervenuti entro il 31 marzo 1924 sono esposti presso l'Istituto Aldini Valeriani in via Castiglione. La giuria, presieduta dallo scultore Leonardo Bistolfi e composta da Marcello Piacentini, G.U. Arata e Augusto Sezanne, seleziona sei progetti e propone un concorso di secondo grado. Tra i prescelti i lavori di Silverio Montaguti, Felice Nori, Ercole Drei, Giovanni Michelucci e quello, che risulterà vincitore, del giovane Giuseppe Vaccaro con lo scultore Prini. Alla fine comunque il monumento non sarà realizzato, per il veto del Ministero delle Belle Arti, che farà prevalere, con il sollievo di molti, il criterio della intangibilità dei due palazzi storici, da poco restaurati da Rubbiani.dettagli
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21 ottobre 1923Laurea "ad honorem" a MussoliniL'Università di Bologna conferisce al Duce del fascismo Benito Mussolini la laurea honoris causa in giurisprudenza. “Il Resto del Carlino” commenta che si tratta di un grande onore, di un “nobilissimo gesto”, che consacra “la natura classica e positiva dell'uomo e dell'opera”.dettagli
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28 ottobre 1923La Casa del Fascio e i Gruppi rionaliBologna è una delle prime città in Italia a dotarsi della Casa del Fascio, istituzione nata per consolidare e propagandare il movimento mussoliniano dopo la sua costituzione in partito politico. All'inizio del 1922 il segretario Arpinati sceglie un antico edificio del centro, palazzo Ghisilardi-Fava (o Palazzo Fava Ghisilardi), di proprietà del Comune e ne affida il restauro all'architetto Giulio Ulisse Arata (1881-1962). La ristrutturazione comporterà gravi manomissioni e alterazioni degli spazi interni e la rimozione e la perdita di numerosi resti archeologici (sul luogo si trovava anticamente un castello e poi il palazzo comitale). Lo storico dell'arte Francesco Malaguzzi Valeri loderà comunque - in un articolo apparso nel 1926 sul "Resto del Carlino" - il risultato ottenuto dal Podestà "nel ripristinare il bel palazzo quattrocentesco del Fascio di Bologna, nel ridarvi alla luce e all'arte saloni, soffitti originali, decorazioni". In breve tempo la Casa diventa la vera e propria centrale operativa del fascismo bolognese. Vi trovano sede, oltre al partito, l'Università Fascista, inaugurata il 29 ottobre 1924 (diventerà in seguito Istituto di cultura fascista), la cappella votiva dei Martiri fascisti (poi anche dei caduti in Africa e in Spagna), la biblioteca, inaugurata il 1° marzo 1925, la redazione del periodico "L'Assalto" e del mensile "Vita Nova". Sono ospitate inoltre importanti federazioni sportive, che fanno capo ad Arpinati, la Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC), la Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL), e inoltre l’Ispettorato sportivo delle scuole medie, il GUF, la sede dell'Opera Nazionale Balilla (ONB). Vi saranno un ufficio postale e telegrafico, un ristorante e un albergo diurno, "il più grande, il più moderno e il più completo fra gli esistenti in Italia", con quaranta gabinetti, saloni da barbiere, parrucchiere per signora, depositi bagagli. A supportare l'attività del partito fascista vengono inoltre istituiti i Gruppi rionali (o Circoli rionali), intitolati ai martiri fascisti. Saranno quattordici nel 1938, ognuno guidato da un gerarca locale, il Fiduciario, e dotato di una propria sede nella periferia cittadina. Le sedi sono a volte ex case del popolo requisite alle organizzazioni di sinistra, altre volte sono costruzioni apposite, come quella in via Matteotti (poi Teatro Testoni), edificata grazie a una sottoscrizione obbligatoria tra gli abitanti della Bolognina. Tra le sedi più connotate è quella del nucleo Malcantone del Gruppo Meloncello, che ha il portone sormontato da due enormi fasci disegnati dall'ing. Gasparri, impegnato in zona Ghisello nella costruzione della Funivia. Il GR di via San Mamolo sarà in un primo tempo intitolato allo stesso Arpinati. Cambierà denominazione (GR "Mario Becocci") nel 1933, dopo la sua caduta in disgrazia. Secondo Torquato Nanni, amico e agiografo del segretario, i gruppi rionali sono "il segreto della coesione e della disciplina" del fascismo bolognese, attraverso i quali esso ha "un quotidiano e metodico contatto col popolo". All'interno della sede, vera e propria "casa dell'operaio", si possono trovare l'ambulatorio medico, una piccola biblioteca, la sala cinematografica, l'asilo e la cooperativa. Qui lo squadrista eleva il proprio spirito e "diventa un prezioso elemento di ordine sociale". In sostanza i GR sono una “continuazione della tradizione socialista delle strutture ricreative e mutualistiche, rinnovata sotto un diverso vessillo e subordinata in ogni necessità alla Casa del fascio” (Trocchi)dettagli
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29 ottobre 1923Mussolini a BolognaBenito Mussolini è in città nella mattinata del 29 ottobre, nell'ambito delle celebrazioni del primo anniversario della Marcia su Roma. E' accolto alla stazione da numerose schiere di Fasci e Sindacati. Poi il corteo delle auto si avvia verso il centro, tra le squadre allineate in via Indipendenza, via Rizzoli e via Zamboni. Vestito in borghese, con la bombetta in testa e l'impermeabile sulla camicia nera, il duce si alza più volte per salutare la folla esultante, stando in piedi sull'auto decappottabile guidata personalmente da Leandro Arpinati, capo dei fascisti bolognesi. Prima di recarsi al Teatro Comunale, dove sarà accolto dalle autorità cittadine e ascolterà il discorso del sottosegretario Acerbo, Mussolini si reca a San Ruffillo per scoprire una lapide in onore Oscar Paoletti e Giancarlo Nannini, due giovani "martiri" fascisti, caduti nei giorni della Marcia su Roma. Nel pomeriggio il Duce visita l'Istituto Ortopedico Rizzoli, ricevuto dal Presidente prof. Giovanni Pini e dal prof. Vittorio Putti, responsabile medico. Qui si intrattiene soprattutto con i numerosi mutilati ricoverati. In occasione della visita, un muratore disoccupato, Marino Tiraboschi, gli dedica questa poesia: O gran Benito che la nostra bella Itagliahai salvato da un grande fallimentonessuno certamente al mondo si sbagliase al cuore ti innalza un monumento. Tu hai disperso tutta la canagliadei lennini che avevvano la bandiera rossa al vento:che hanno mangiato persino la fratagliadei bovi e delle vacche in un momento. Splende di nuovo d'Itaglia la stellaperché con coraggio e fede che mancavaha giuntato dell'oglio alla fiammellacosì la patria nostra si salvava. Sia gloria a te che hai fatto l'Itaglia belladandogli il posto che in Europa ci aspettava.dettagli
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2 novembre 1923Maria Antonietta Zanelli e le Piccole Suore di Santa Teresa del Bambin GesùAntonietta Zanelli (1887 – 1957) e don Giuseppe Mazzanti (1879 – 1954) fondano l'Istituto delle Pie Operaie del Bambin Gesù, che si pone sotto la protezione di Santa Teresa di Lisieux. Le prime sei suore prendono i voti il 2 novembre 1923. L'attività iniziale, orientata all'assistenza e alla carità verso i piccoli e i poveri, è svolta presso la parrocchia di S. Agata, nel centro di Imola. In seguito le Piccole Suore di Santa Teresa del Bambino Gesù opereranno in Italia e in altri paesi nel mondo in istituti per minori, in scuole d'infanzia e in case di accoglienza. Si dedicheranno inoltre ad attività parrocchiali e all'assistenza agli ammalati. Antonietta Zanelli, originaria di Castel Guelfo, è nipote del conte Giovanni Acquaderni (1839-1922), fondatore della Società della Gioventù Cattolica Italiana e del Piccolo Credito Romagnolo. Nel 1928 diverrà Superiora della congregazione con il nome di Madre Maria e dedicherà la vita alla protezione e formazione delle giovani e delle donne in difficoltà. Nel 2016 inizierà l'inchiesta diocesana per la sua canonizzazione.dettagli
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15 novembre 1923L'Istituto "Enrichetta Trentini" diviene Ente MoraleL'Istituto “Enrichetta Trentini” per la prevenzione del rachitismo e del morbo tubercolare, fondato nel 1919, è eretto Ente Morale con il R.D. 15 novembre 1923. La pia istituzione, promossa dalla famiglia Trentini in memoria della figlia Enrichetta, ha come scopo di accogliere e curare bambini poveri rachitici del Comune di Bologna e ragazzi predisposti all'infezione tubercolare. La sede è a villa Gandolfi (ex Pallavicini) alla croce del Biacco. Il ricovero dei bambini cesserà nel 1971 e la villa sarà affittata al Comune come asilo d'infanzia. L'ente rimarrà pubblico fino al 2002. In quell'anno diventerà Fondazione privata. Continuerà ad assistere minori malati, con l'aiuto della sezione femminile della Croce Rossa Italiana.dettagli
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dicembre 1923Progetto di ampliamento dell'acquedottoE' presentato il progetto di ampliamento dell'acquedotto, redatto dall'Ufficio tecnico comunale. Consulente principale è il sindaco Umberto Puppini, professore di idraulica alla Scuola di applicazione per gli ingegneri (di cui sarà direttore tra il 1927 e il 1932). Tra i consiglieri che partecipano alla discussione vi è il prof. Attilio Muggia e altri valenti tecnici quali Umberto Ferri e Carlo Ballarini. Il progetto prevede di raddoppiare la capacità dell'acquedotto esistente, migliorando la qualità dell'acqua. Per far fronte agli alti costi il Comune accetterà un prestito dalla Società nazionale gazometri e acquedotti e, in cambio, darà ad essa il servizio in concessione.dettagli
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15 dicembre 1923Il teatro dialettale di Alfredo Testoni con Angelo GandolfiUn comitato cittadino, patrocinato dal "Resto del Carlino", promuove la costituzione di una compagnia di teatro dialettale diretta da Angelo Gandolfi (1886-1942), con Alfredo Testoni direttore artistico e con la collaborazione di Oreste Trebbi e Augusto Majani. L'inaugurazione dell'attività avviene il 15 dicembre al Teatro Modernissimo, con Acqua e ciacher di Testoni. Ed è un trionfo. La commedia verrà replicata con successo per 34 volte. Nello stesso teatro - che in seguito diverrà il cinema Arcobaleno - Ermete Zacconi ha recitato in maggio la millesima replica del Cardinale Lambertini. Il teatro popolare di Testoni avrà seguito, ma anche critiche, per l’incapacità di “penetrare e capire il mondo della piccola gente”. Secondo alcuni, Testoni e gli altri autori che lo imitano sono “gente borghese, con ideali borghesi, immersa nel mondo borghese, che ha voluto rappresentare il popolo, senza essere in grado di capirlo”. Formatosi alla scuola di Galliani e del Contavalli, devoto a Testoni, Gandolfi acquisterà pochi anni dopo il Teatro del Corso, dove ridarà “prestigio e decoro alle scene dialettali” fino al 1941, con stragioni trionfali.dettagli