Rappresaglie dopo l'uccisione dello squadrista Giorgi
Lo squadrista Ferdinando Giorgi (1900-1922) muore in circostanze non chiare la sera del 6 agosto davanti a una osteria. In un telegramma inviato al Prefetto, il comandante dei carabinieri afferma che il giovane è stato aggredito “proditoriamente et brutale malvagità”, da una ronda di comunisti.
Per vendetta, durante la notte centinaia di fascisti armati, guidati da Dino Grandi e Gino Baroncini, rastrellano la zona della Montagnola alla ricerca di “sovversivi”.
Una decina di persone rimangono ferite. Vengono devastati alcuni luoghi simbolici del socialismo bolognese, quali il Circolo Ferrovieri di via del Borgo e le due camere del lavoro.
La sede della cooperativa “La Sociale” è distrutta per la seconda volta in pochi giorni. Questo attentato costituisce “la pietra tombale sul presidio fisico del territorio della Bolognina da parte delle forze della sinistra” (Pontieri).
- Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Mondadori, 2003, pp. 387-388